martedì 6 agosto 2013

SupMarcos: Votán IV - Meno 7 Giorni (1/2)

 

 

Votan IV

Meno 7 Giorni.

Dove si rivela quello che il cuore zapatista ammira in altr@, si avvisa che ci sono esonerat@ e si danno consigli oziosi che nessuno osserverà.

Agosto 2013

Bene, manca poco. Mi riferisco ai giorni che mancano alla scuola, non a quello che dobbiamo e vogliamo dire.

Se cercate una scuola che assegni un maestro, una maestra, ad ogni singolo studente, 24 ore al giorno, che sia gratuita e laica, e che i fornisca vitto e alloggio mentre imparate-insegnate, vi auguriamo buona fortuna.

Come sapete, la scolarità dei partecipanti va dalla materna fino al dottorato all'estero (e per "estero" non ci riferiamo ad altri paesi diversi dal nostro, ma all'essere alieno, straniero, e molte istituzioni educative nel nostro paese sono straniere). Ed i calendari si allungano dai mesi di vita fino agli oltre 90 anni. Tutte e tutti saranno accolti nel nostro cuore collettivo, indipendentemente che vengano in comunità, o gli tocchi andare al CIDECI, o in un'altra geografia per videoconferenza, o che ricevano il materiale scolastico, o che aspettino il loro turno.

Forse vi sarete resi conto dello sforzo organizzativo che la scuola rappresenta per i popoli zapatisti.

Ma non domandatevi perché e come un gruppo di comunità indigene decide di ospitare, nutrire, convivere e condividere le sue conoscenze con un gruppo di stranieri, di diversi, di altr@. O com'è che l'oggetto dell'elemosina, della compassione, della pena e degli altri nomi dietro i quali si nasconde il razzismo, la discriminazione e il disprezzo, cioè, gli indigeni zapatisti, commettono l'audacia di dichiarare che hanno qualcosa da insegnare e per questo costruiscono, come prima una nave assurda in piena selva, ora una scuola così grande da abbracciare il mondo intero.

Oppure sì, ma domandatevi anche com'è possibile che persone dei 5 continenti, di ogni nazionalità (questo trucchetto di bandiere, frontiere e passaporti), di grandi o piccole conoscenze, decide che ha qualcosa da imparare da persone che nei grandi libri e nei discorsi governativi sono catalogate come "ignoranti", "arretrate", "emarginate", "povere", "analfabete", e gli eccetera che potete trovare negli "studi" dell'INEGI, nei manuali di antropologia, e nelle parole e nei gesti di schifo di chi dice di governare il mondo.

Perché gente di fama o senza nome, si prende del tempo e lo usa per ascoltare, e nella maggioranza dei casi anche per viaggiare, per imparare dai popoli zapatisti?

A noi zapatisti non meraviglia il nostro continuo e persistente sali e scendi nella lotta per la vita, cioè, per la libertà. Quello che davvero ci sorprende è che esistano persone come voi che, potendo scegliere destinazioni più gradevoli, comode e invitanti, decidono di portare il loro cuore nelle montagne ribelli del sudest messicano per illuminare con un lampo, insieme a noi, un agosto nell'ultimo angolo di mondo, nel più piccolo.

Perché? Sarà perché per caso intuiscono, sanno, conoscono, che la luce non viene dall'alto, ma nasce e cresce dal basso? Che non è il prodotto di un leader, capo, caudillo, saggio, ma della gente comune? Sarà che nei loro conti, il grande comincia piccolo e ciò che ogni tanto scuote il mondo inizia con un mormorio, sommesso, basso, quasi impercettibile? O forse immaginano com'è il rumore di un mondo quando si sgretola. Forse sanno che i mondi nuovi nascono con i più piccoli.

Infine, ciò che in realtà deve sorprendere, siete voi qua e con noi, da questa parte. E credo sia chiaro che non mi riferisco né al calendario né alla geografia.

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LE/GLI ESONERATI

Noi zapatiste, zapatisti, abbiamo avuto la fortuna di contare sull'ascolto, la parola e la mano compagna di uomini e donne che guardiamo dal basso per la loro levatura morale. Alcuni/e di loro non hanno detto niente direttamente su di noi, né a favore, né contro. Ma le loro parole su come gira il mondo, lo fanno.

E ci sono persone che potrebbero ben stare dall'altra parte, con quelli di sopra, o con chi da parti diverse vede in noi un concorrente, un ostacolo, un fastidio, un nemico, un animale impossibile da domare e addomesticare. Là, da quella parte, potrebbero ricevere onori e corteggiamenti, omaggi e complimenti. Per ottenerli, bastava prendere le distanze dal nostro passo o unire il loro silenzio a quello complice di altre, di altri.

Alcune di queste persone hanno accettato l'invito alla scuola zapatista per generosità. Nel lungo percorso del loro degno cammino, hanno sempre mantenuto i ponti verso lo scalino più piccolo, più dimenticato, il nostro.

Ci sono stati anche altri, altre, che prima ci hanno appoggiato? Sì, molti, molte, e poi, sulla cresta dell'onda di turno, ci hanno chiesto sottomissione e soggezione alla nuova casacca che indossavano i nostri persecutori di sempre, ma ora di "sinistra". Ci hanno chiesto che, prostrati, ringraziassimo per il loro aiuto tacendo di fronte alle ingiustizie di sempre, abbellite di false parole. Come il Prepotente, ci hanno chiesto obbedienza. Come al Prepotente, gli abbiamo risposto con la ribellione.

Ma queste altre persone compas, uomini e donne di differenti calendari e geografie, non ci hanno mai chiesto né sottomissione né di tentennare. E benché non poche volte il loro sguardo sia stato e sia critico riguardo il nostro cammino, è sempre stato ed è compagno. Loro sono la prova che appoggio non è subordinazione (qualcosa che la sinistra mondiale ancora non riesce a capire).

Abbiamo invitato tutti/e loro. Ma non come alunni. Secondo noi, loro capiscono bene che cos'è la libertà secondo noi zapatiste, zapatisti. Li abbiamo invitati per renderli partecipi della gioia di vedere che il nostro passo, benché lento e sconcertante, prosegue e va verso un solo destino, che è anche il loro.

Riporto alcuni nomi. Non ci saranno tutte, tutti. Ma nominandoli, nominandole, nominiamo chi dovrebbe apparire al nostro fianco, ed anche, chi non c'è perché la morte si è presentata sul suo cammino. Ma sono nella nostra memoria, l'unica cosa e la migliore che abbiamo come arma e scudo. Ci mancheranno, per esempio: l'instancabile attivismo della compagna sorella Chapis; la fermezza della compa Rosa di Querétaro; lo sguardo-ponte di Beverly Brancroft; l'allegra risata di Helena, l'ostinata lotta di Martha de Los Ríos, la limpida parola di Tomás Segovia; il saggio ascolto di José Saramago, i sentimenti fraterni di Mario Benedetti, il genio di Manuel Vázquez Montalbán, la serena coerenza di Adolfo Sánchez Vázquez, la profonda conoscenza di Carlos Montemayor, l'abbraccio fraterno di Andrés Aubry e Angélica Inda, tra molti@ altr@.

Tutti loro, e qualche altr@, anche se inclusi nella lista degli invitat@ come alunn@, non lo sono. Sono, per usare il gergo scolastico, esonerati.

Sarà bene accoglierli con un abbraccio, qui o nella geografia dalla quale, generosi, ci guardano e ascoltano. Che vengano o no, saranno con noi per quello che sono: le nostre compagne e compagni.

Ora riporto il nome di pochi/e. Ce ne sono di più. A tutte e tutti loro faremo arrivare, insieme al nostro abbraccio, rinnovati ammirazione e rispetto, la lettera di esonero che è solo una prassi accademica per far loro sapere la nostra gratitudine. Quindi, ecco alcuni degli esonerati, con onore, dal corso "La Libertà secondo le/gli zapatisti":

.- Nuestras queridas abuelas y madres, las Doñas de Chihuahua y de Sinaloa, en el México de abajo y a la izquierda.
.- Nuestras abuelas y madres de Plaza de Mayo, en la Argentina digna.
.- María Luisa Tomasini, nuestra abuela en Chiapas.
.- Pablo González Casanova.
.- Luis Villoro.
.- Adolfo Gilly.
.- Paulina Fernández C.
.- Óscar Chávez.
.- John Berger.
.- Carlos Aguirre Rojas.
.- Antonio Ramírez Chávez.
.- Domi.
.- Vicente Rojo.
.- Immanuell Wallerstain.
.- Gilberto López y Rivas.
.- Noam Chomsky.
.- María Luisa Capella.
.- Ernesto Cardenal.
.- Neus Espresate Xirau.
.- Marcos Roitman.
.- Arturo Anguiano.
.- Gustavo Esteva Figueroa.
.- Jorge Alonso Sánchez.
.- Hugo Blanco Galdós.
.- Miquel Amorós.
.- Neil Harvey.
.- John Holloway.
.- Malú Huacuja del Toro.
.- Armando Bartra.
.- Michael Hardt.
.- Greg Ruggiero.

.- Raúl Zibechi.
.- Eduardo Galeano.
.- Daniel Viglietti.
.- León Gieco.
.- Sylvia Marcos.
.- Jean Robert.
.- Juan Villoro.
.- Mercedes Olivera.
.- Bárbara Jacobs.
.- Mayor insurgente honorario Félix Serdán.
.- María Jesús de la Fuente Viuda de O'Higgins.
.- Inés Segovia Camelo.
.- Obispo Raúl Vera.
.- Bárbara Zamora.
.- El Mastuerzo.
.- Rocko Pachukote.
.- Francisco Segovia.
.- Zach de la Rocha.
.- Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas.
.- Juan Carlos Mijangos Noh.
.- Sindicato Mexicano de Electricistas (SME), México.
.- Ignacio Del Valle.
.- Confederación General de Trabajadores, Estado Español.
.- Víctor Flores Olea.
.- Magdalena Gómez.
.- Brigada Callejera "Elisa Martínez".
.- la banda tuitera.
.- la banda de medios alternativos.

... segue

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