Centro de Derechos Humanos Frayba
   Cinque membri dell'ejido Puebla, una di loro con la   famiglia, fanno ritorno sotto minaccia  
    Audio:
    San Cristóbal de Las Casas, Chiapas,  Messico
  19 agosto 2013
  Comunicato Stampa No. 20
  Il Centro dei Diritti Umani Frayba, insieme alle   organizzazioni della Red por la Paz1,   accompagneranno una famiglia e quattro persone nel loro ritorno all'ejido di  Puebla, municipio di Chenalhó, dopo essere state sfollate per 30 giorni nella  città di San Cristobal de Las Casas, dopo i fatti di violenza guidati da Agustín  Cruz Gómez, Commissario Ejidael; Lorenzo Gutiérrez Gómez, Agente Rurale  Municipale; Javier Cruz López, Patronato delle Opere; Lorenzo López Méndez,  Comitato della Luce; Juan López Arias, Consiglio di Vigilanza; e Diego Hernández  López, che hanno agito contro la popolazione cattolica dell'ejido.    
Allertiamo sul rischio latente che gli atti di violenza persistano ed aumentino a causa dell'inettitudine delle autorità del governo del Chiapas incaricate di applicare e amministrare giustizia. Tra le calunnie rimaste fino ad ora impunite ci sono la violazione dei diritti umani di tre persone che sono state falsamente accusate di avvelenare l'acqua della comunità; il ritardo ingiustificato nell'investigazione dei fatti e la definizione delle responsabilità dirette dei colpevoli dei fatti compiuti contro l'integrità personale di due Basi di Appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (BAEZLN) e del membro della chiesa Battista, che sono stati detenuti arbitrariamente, picchiati e minacciati di morte. Nello stesso tempo era a rischio l'integrità degli abitanti dell'ejido di Puebla che fanno parte del Consiglio Parrocchiale della chiesa Cattolica.
  Allertiamo sul rischio latente che gli atti di violenza persistano ed aumentino a causa dell'inettitudine delle autorità del governo del Chiapas incaricate di applicare e amministrare giustizia. Tra le calunnie rimaste fino ad ora impunite ci sono la violazione dei diritti umani di tre persone che sono state falsamente accusate di avvelenare l'acqua della comunità; il ritardo ingiustificato nell'investigazione dei fatti e la definizione delle responsabilità dirette dei colpevoli dei fatti compiuti contro l'integrità personale di due Basi di Appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (BAEZLN) e del membro della chiesa Battista, che sono stati detenuti arbitrariamente, picchiati e minacciati di morte. Nello stesso tempo era a rischio l'integrità degli abitanti dell'ejido di Puebla che fanno parte del Consiglio Parrocchiale della chiesa Cattolica.
Bollettino dei cattolici della Col. Puebla e dei  rappresentanti della Parrocchia di San Pedro Chenalhó 
  Audio:
      San Cristóbal de las  Casas, 19 agosto 2013
    Ai Mezzi di Comunicazione
  Ai difensori dei Diritti Umani
  Alle Autorità che compongono la  Commissione Interistituzionale
  Alle Autorità ed al Giudice del Municipio di  Chenalhó
  A tutte le persone ed organizzazioni  solidali
  Ai cristiani di buona volontà di tutte le  chiese
  All'Opionione Pubblica
  Oggi sono 30 giorni che noi,  membri dell'Ejido Puebla, firmatari di questo comunicato, siamo stati costretti  a lasciare la nostra comunità a causa delle minacce e del clima di violenza  creato dalle autorità comunitarie e dai loro seguaci. Oggi, insieme al Consiglio  Parrocchiale ed al parroco di San Pedro Chenalhó, vogliamo rendere pubblica la  decisione di tornare nelle nostre case, come ulteriore misura di sicurezza di  fronte ai pericoli per la nostra sicurezza, pericoli che non sono cessati.   
L'8 agosto scorso, i Cattolici della Colonia Puebla ed i rappresentanti della Parrocchia di San Pedro Chenalhó da una parte, e dall'altra le "Autorità Comunitarie" della Colonia Puebla, hanno firmato davanti ad una commissione interistituzionale di autorità statali e municipali un "Accordo di Civiltà, Distensione e Mutuo Rispetto" nel quaei si stabilisce, tra altre cose: "il libero transito nell'Ejido e la rimozione di ogni ostacolo affinché ogni persona possa svolgere una vita normale, e la sospensione delle aggressioni verbali o minacce" (Clausola Prima). Si stabilisce inoltre che "le parti in conflitto si impegnano a rispettare il contenuto del presente patto, così come a fare valere e rispettare quanto concordato" (Clausola Quinta).
  L'8 agosto scorso, i Cattolici della Colonia Puebla ed i rappresentanti della Parrocchia di San Pedro Chenalhó da una parte, e dall'altra le "Autorità Comunitarie" della Colonia Puebla, hanno firmato davanti ad una commissione interistituzionale di autorità statali e municipali un "Accordo di Civiltà, Distensione e Mutuo Rispetto" nel quaei si stabilisce, tra altre cose: "il libero transito nell'Ejido e la rimozione di ogni ostacolo affinché ogni persona possa svolgere una vita normale, e la sospensione delle aggressioni verbali o minacce" (Clausola Prima). Si stabilisce inoltre che "le parti in conflitto si impegnano a rispettare il contenuto del presente patto, così come a fare valere e rispettare quanto concordato" (Clausola Quinta).
Per leggere, ascoltare gli audio e guardare il  filmato:
http://chiapasdenuncia.blogspot.mx/2013/08/cinco-integrantes-del-ejido-puebla-una.html
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