mercoledì 29 ottobre 2008

Fw: [Ezln-it] 7-8/11 CASALOCA: 3° FESTA DEL CAFE' REBELDE ZAPATISTA



L'Associazione Ya Basta! Milano presenta la

III° Festa del Café Rebelde Zapatista

Venerdì 7 e sabato 8 novembre, CasaLoca, Milano, Pianeta Terra

Libertà, democrazia, giustizia. Venticinque anni fa, in nome di questi ideali nasceva l'EZLN. Non la libertà della "libera volpe in libero pollaio", come diceva il Che parlando del liberismo, bensì quella dei popoli oppressi, dei popoli indigeni, del cuore pulsante della Terra. Non la democrazia a mano armata degli eserciti e dello sfruttamento capitalista, ma quella che si esercita in basso, nella condivisione e nel rispetto. Non la giustizia delle patrie galere e dei magistrati corrotti, ma quella che risuona nel grido della rabbia degna di chi si ribella. Dopo avere ricordato al mondo che gli zapatisti del Chiapas non sono soli, continuiamo insieme un percorso che ha dato un senso nuovo e combattivo alla parola solidarietà: il progetto Café Rebelde Zapatista. Giunti al sesto anno di un lavoro che coinvolge centinaia di compagne e di compagni in tutta Italia, festeggiamo con musica, sapori, immagini e parole la giusta lotta contro il nemico comune, il sistema capitalista. Lo facciamo partendo dai nostri territori in movimento, e dalle esperienze che ci provengono da diverse latitudini. Esperienze che si ritroveranno in Messico tra dicembre e gennaio nel Primo Festival Mondiale della Degna Rabbia, promosso dall'Altra Campagna e dagli zapatisti, e che vedrà la partecipazione del Movimento Sem Terra e di Via Campesina, ma anche di altre realtà internazionali, tra le quali la ormai adolescente Associazione Ya Basta! (se dodici anni vi sembran pochi…). Verso l'ennesima carovana dall'altra parte dell'oceano, perché i sogni non hanno confini: in difesa dei territori e dei beni comuni, due giorni di pura caffeina ribelle!

Non sarà oggi sarà domani, rapaci del capitale, ma attenti: una tazzina vi seppellirà!!

Venerdì 7 novembre

Ore 19.30 Cena Messicana di autofinanziamento dei progetti in Chiapas

Ormai un classico da leccarsi i baffi!

Menù completo (arroz con verduras a la mexicana - quezadillas - guacamole con nachos - frijoles refritos - submarino de piña colada con helado - café rebelde zapatista - vino rebelde) 15 euri, prenotatevi al più presto allo 02 87396844 o casaloca@gmail.com !

Ore 22.30 Mascarimirì in concerto

Presentazione del DVD Mascarimirì 10 anni - la storia

Live at CasaLoca: Ballati!

Sabato 8 novembre

Ore 14.30 L'altra economia ai tempi della crisi

Assemblea aperta con i distributori del café rebelde zapatista

Ore 17.30 La vostra crisi, la nostra Terra: racconti di resistenza globale

Introduce l'Associazione Ya Basta! Milano

Incontro pubblico su

Messico: Presentazione del Festival de la Digna Rabia (26 dicembre/4 gennaio)

e su Brasile (Sem terra e agrocombustibili), Argentina e Cile (Mapuche), Kurdistan, Palestina, India, Vicenza (No dal Molin), Chiaiano e Marano, No Expo

Ore 21.00 Cena a buffet e proiezioni video

Ore 23.30 I-TAL SOUND LS. Sound di Saronno

Reggae dancehall explosion !!!

featuring:

MR.ENTICS outta BN CREW

GAMBA "THE LENK" outta NEW GENERATION

SENOR outta DI SARONNO

Sabato 8 novembre, h 14.30: III° Assemblea Aperta dei Sostenitori del Café Rebelde Zapatista

L'Altra Economia ai tempi della crisi

La società che si organizza e costruisce da sé nuovi rapporti economici, su scala mondiale come nei singoli territori. Questo è il tema di un'assemblea che vedrà la partecipazione di molti singoli e realtà che negli anni hanno contribuito a costruire un modello diverso di economia e di solidarietà: i sostenitori del Café Rebelde Zapatista. Un modello progettuale, quello portato avanti in questi anni, che annullasse il predominio delle merci in nome del prevalere della dimensione politica e umana nei rapporti di scambio, una maniera di concepire la solidarietà nei termini (non assistenziali) dell'intercambio paritario e della fratellanza nella lotta. Partendo dall'esperienza italiana di Ya Basta! e dal portato di consapevolezza diffuso dai gruppi d'acquisto, dalle botteghe del mondo e dalle svariate soggettività locali, vogliamo continuare a immaginare la nostra globalizzazione dal basso, fatta di diritti e di rispetto tra i popoli. Con la suggestione che ci viene anche dalle altre realtà europee che in questi anni si sono impegnate in progetti simili in tutta Europa, contribuendo a fortificare l'autonomia economica promossa dalle cooperative zapatiste.

Al tempo della crisi del modello neoliberista, pensiamo che il modello di Altra Economia portato avanti dagli zapatisti esca rafforzato nelle sue ragioni profonde, non come puro oggetto di studio dall'esterno, ma come esempio che, fatte salve le ovvie differenze, è possibile applicare a diversi livelli e a diverse latitudini.

Sabato 8 novembre, h 17.30: INCONTRO PUBBLICO

La vostra crisi, la nostra Terra: racconti di resistenza globale

Tempo di crisi, tempo di lotte. Mentre il capitalismo speculativo esplode in un'immensa bolla mondiale, ovunque nel mondo si afferma l'istanza di difesa dei territori e delle risorse da parte delle comunità in lotta. Dalla guerra globale permanente alla crisi globale persistente, la rapacità neoliberista sta sparando le solite cartucce, continuando a colpire vittime innocenti. Il crollo del muro di Wall Street pone fine a un'epoca iniziata nel 1989 tra le macerie di altri muri, senza che peraltro nulla lasci presagire un avvenire migliore per il nostro sfortunato pianeta. Così saranno i contribuenti occidentali a pagare le fantastiliardarie bancarotte delle banche; saranno i poveri del mondo a morire per il rialzo delle quotazioni delle materie prime, e continueranno a essere le vittime di guerra, sempre e ovunque, a pagare le colpe di chi vende democrazia taroccata e fetida di petrolio.

Crisi finanziaria che è insieme crisi energetica e crisi alimentare: il modello neoliberista della scuola di Chicago mostra tutte le sue aberrazioni in una volta, rendendo palese anche ai più distratti ciò che i movimenti dicono da un decennio: che la globalizzazione economica è una guerra di sterminio contro l'umanità. Il re è nudo, dunque, ma il problema non è questo: il problema è che lascia il popolo in mutande.

In Italia ci vogliono far pagare le loro guerre e speculazioni con i tagli alla scuola e alle amministrazioni locali. Incapaci di contenere la prima conseguenza sociale di ogni crisi europea (l'emergere del letame reazionario), i potenti fomentano i fascisti, scaricando sui migranti le accuse che andrebbero rivolte a un modello socio-economico che non funziona, che non ha mai funzionato. O qualcuno pensava che il dibattito sulla "sicurezza" fosse altro?

Occorre dirlo, come stanno facendo gli studenti in queste settimane: questa crisi non è la nostra crisi, è la loro crisi! Ci rifiutiamo di scontare la pena di altri colpevoli. Colpevoli sono la Federal Reserve, la Banca Mondiale, il FMI. Colpevoli sono i governi di mezzo pianeta, Bush e i suoi tirapiedi europei in testa. Colpevoli sono le banche, le agenzie di rating, le multinazionali: alzi la mano chi li vuole! Noi no.

Quello che vogliamo è difendere i nostri territori, non perché ne vogliamo fare una riserva indiana, ma perché, come dicono gli zapatisti, la terra è tutto. Senza terra non c'è cultura né diritto: chi è espropriato della propria terra è sempre in pericolo. Lo sanno i compagni di Atenco e quelli di Oaxaca; lo sanno, naturalmente, gli indigeni del Chiapas. Lo sanno i contadini asiatici, che lottano contro le multinazionali del transgenico e dell'inquinamento. Lo sanno i Sem Terra del Brasile, che recuperano le terre che spettano ai contadini. Lo sanno gli indigeni mapuche, la cui Mapu-terra sfama le greggi di un Benetton qualsiasi. Lo sanno i kurdi e i palestinesi, che non hanno diritto a vivere in pace nei loro stessi paesi. Lo sanno i cittadini di Vicenza, che non vogliono certo abitare in una caserma americana, bensì nella loro città, libera dalle basi militari. Lo sanno tutti quelli che lottano contro discariche camorriste, inceneritori e tutte le annesse ecoballe a Chiaiano, a Marano e in tutta la Campania. Lo sanno i siciliani e i calabresi che combattono le mafie e i loro appalti, i lombardi che ripudiano l'Expo e le colate di cemento (tangenziali incluse), i novaresi che non vogliono gli F35 sulla loro testa, i valsusini che respingono la Tav. Lo sa chi nelle metropoli sceglie di resistere e di liberare spazi. La terra non è una banca: le sue risorse sono reali, non immaginarie. Guai a chi le tocca passando sulla testa degli altri.

Dall'anno zero della crisi globale: è da qui che vogliamo cominciare. Non perché sia finita la nostra storia precedente, ma perché c'è un orizzonte di libertà che è tutto da conquistare. Conoscere le lotte degli altri, sentire le loro voci e le loro esperienze, è l'obiettivo di questo incontro. Siamo un esercito di sognatori, e sogniamo il futuro. Per concepire un sogno che sia un bene comune, che tutti possiamo difendere e costruire; un sogno che è la nostra Terra: libera, e percorsa da donne e uomini liberi.

giovedì 23 ottobre 2008

Carovana In movimento dal 26 dicembre 2008

Messico - Chiapas, Carovana In movimento dal 26 dicembre 2008

Per partecipare al Primo Festival Mondiale della Rabbia Degna

Giovedì 23 ottobre 2008
 

In tutto il mondo, sullo sfondo della crisi della globalizzazione, movimenti sociali, reti, comunità costruiscono nei conflitti una strada diversa: quella della propria indipendenza e libertà per costruire una dimensione "comune".
Lotte per la difesa dei beni comuni, per la conquista di spazi di libertà, per rompere lo sfruttamento e la repressione, per nuovi diritti, per l'affermazione delle differenze… un insieme di esperienze, sperimentazioni, passioni che, anche senza conoscersi, parlano lo stesso linguaggio.
Quello di chi non accetta il presente, sogna l'utopia, costruisce un futuro diverso.
Dai nostri fratelli e sorelle zapatiste arriva un invito che guarda a tutto questo.

L'invito al Primo Festival Mondiale della Rabbia Degna da svolgersi in Messico - Chiapas dal 26 dicembre 2008 al 4 gennaio 2009.

Un occasione di incontro, uno spazio per tanti, che noi vogliamo attraversare per raccontare, insieme a molti altri, quello che accade nei nostri territori.

Ripartiamo per il Messico nel mese di dicembre per partecipare al Primo Festival Mondiale della Rabbia Degna

Alla conclusione resteremo nelle comunità zapatiste per continuare il sostegno ed i progetti con le Giunte del Buongoverno zapatiste.

In particolare :

Nella Zona Selva - Caracol de La Realidad

-  Per seguire i Progetti di potabilizzazione dell'acqua e salvaguardia ambientale
Progetto Lluva es vida a cura dell'Associazione Ya Basta Trento
Progetto Agua es vida a cura dell'Associazione Ya Basta Monfalcone

-  Per la Brigata Sanitaria a sostegno del Sistema di Salute Autonomo
La presenza è coordinata da Associazione Ya Basta NordEst
Info: yabasta@sherwood.it

Nella Zona Los Altos - Caracol di Oventic

Brigata di Raccolta del caffè a sostegno delle cooperative zapatiste
La presenza è coordinata da Associazione Ya Basta Milano
Info: yabastaonlus@gmail.com

Coordinamento Generale Carovana In movimento: Associazione Ya Basta
Nord Est: yabasta@sherwood.it
Roma: moltitudia_yabasta@yahoo.it
Milano: yabastaonlus@gmail.com
Napoli: yabastanapoli@yahoo.it
Marche: yabastamarche@libero.it

In collaborazione con il Coordinameno Toscano di sostegno alla lotta zapatista
mail coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org
info http://dignidad-rebelde.blogspot.com/

Resoconto delle attività del Coordinamento Toscano

 

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Resoconto delle attività del Coordinamento Toscano in Sostegno alla Lotta Zapatista dall'autunno 2007 all'estate 2008.

 

Abbiamo ritenuto utile e doveroso stilare un resoconto, pur sommario, di come e verso dove ci siamo mossi nell'ultimo anno, tra dubbi, sbagli e a volte felici intuizioni.

Nell'ultimo anno le attività del Coordinamento Toscano si sono sviluppate attraverso due canali:

- informazione sulla situazione nei territori zapatisti, in relazione anche all'attuale crisi globale.

- raccolta di fondi da destinare a progetti a sostegno delle comunità zapatiste.

Riteniamo che l'informazione sull'esperienza zapatista sia uno strumento importante per raggiungere le persone su temi come l'autonomia e la difesa del territorio, pratiche necessarie per fronteggiare il presente anche nei nostri territori.

Inoltre, discutendo tra compagni e compagne, ci siamo resi conto che l'organizzare iniziative è un percorso per conoscere altre realtà e farci conoscere e, perché no, tessere nuove relazioni.

Quest'anno siamo stati in Chiapas due volte: a dicembre/gennaio e a luglio/agosto. In entrambe le circostanze abbiamo partecipato a "carovane" organizzate assieme all'Associazione Ya Basta. Durante i primi mesi del 2008 abbiamo aderito alla campagna europea "Los zapatistas no estan solos", realizzata per denunciare la "guerra" che lo Stato Messicano sta portando avanti contro le comunità zapatiste e manifestare la nostra solidarietà. Campagna europea che ci ha condotto in maggio ad Atene per partecipare all'assemblea dei collettivi europei che solidarizzano con la lotta zapatista. In quell'occasione ha iniziato a prendere forma la rete europea di tali collettivi e tutti e tutte insieme l'abbiamo chiamata "Europa Zapatista". In quei giorni è nata una "carovana europea" (che poi è stata anche messicana e internazionale) che ha visitato il Chiapas dal 29 luglio al 12 agosto.

Riteniamo che le carovane, oltre ad essere importanti per zapatisti e zapatiste che vedono arrivare uomini e donne da tutto il mondo e con loro il sostegno e la solidarietà, sono anche delle occasioni per noi di conoscere altri compagni e compagne, altre realtà italiane e di altri Paesi e strutturare nuove relazioni. Inoltre per tanti ragazzi e ragazze l'esperienza della carovana è anche uno strumento per avvicinarsi alle dinamiche di movimento e di attraversarlo più attivamente. Pensiamo davvero che le carovane (alle quali invitiamo tutti e tutte a partecipare) siano molto importanti, sia per zapatisti e zapatiste, sia per chi vi partecipa.

Da settembre a giugno abbiamo organizzato e/o partecipato a iniziative al Centro Sociale Intifada/Comunità in Resistenza di Empoli, nelle Università di Siena e Firenze, in librerie e circoli ARCI; siamo stati invitati dal Cineclub di Oristano e dal Centro Sociale Il Mulino di Lugano. Abbiamo ospitato due iniziative (Facoltà di Agraria di Firenze e C.S.A. Intifada) del "tour" europeo del Capise, ong di San Cristobal che si batte per il rispetto dei diritti umani in Chiapas. Occasioni queste nelle quali abbiamo raccontato le carovane passate, e presentato quelle future. Abbiamo presentato video (per citarne alcuni: "Costruir Autonomia", realizzato da Ya Basta; " l'Orto di Zapata" e "La vita delle donne in resistenza" dell'associazione messicana Pro-medios; "Un poquito de tanta verdad" sulla lotta di Oaxaca; "Toxi-tour", un documento, prodotto da Ya Basta Padova, sulle lotte dei contadini ecuadoriani contro le multinazionali petrolifere), raccontato il passato e il presente zapatista, organizzato un corso di spagnolo utilizzando come materiale didattico testi e canzoni zapatiste.

Nell'ultimo anno abbiamo visto nascere l'interesse e la partecipazione di realtà che prima non seguivano, o seguivano da lontano, l'esperienza zapatista. Gli Ultras Curva Sud di Montevarchi sono una di queste realtà. Durante la primavera scorsa hanno organizzato diverse iniziative (un pranzo sociale, un torneo di calcetto, una dance-hall reggae) in memoria di due compagni scomparsi. In tali occasioni hanno raccolto 3600 euro che hanno poi consegnato quest'estate al Caracol di Roberto Barrios. Tale contributo è stato destinato allo sviluppo del sistema educativo autonomo.

Sempre in Valdarno, abbiamo fatto da "ponte" tra il Comune di Bucine e il Caracol sopra citato. Ne è nato un Patto d'Amicizia. Da qui ha preso avvio il progetto a sostegno dell'educazione autonoma, che si è concretizzato dapprima con una donazione di 2000 euro (soldi raccolti grazie ad una cena al circolo ARCI di Mercatale V.no che ha visto la partecipazione, sia nella fase di promozione che in quella realizzativa, dell'Associazione Diversi/Uguali), e successivamente con il contributo degli Ultras montevarchini. Entrambi gli apporti economici sono stati utilizzati per attrezzare adeguatamente la scuola secondaria del Caracol di Roberto Barrios.

Prosegue anche il sostegno del Comune di Empoli allo sviluppo della biblioteca del Caracol di Oventik: nell'autunno dello scorso anno l'Amministrazione ha stanziato, su nostra richiesta, 2000 euro che sono stati poi consegnati nel dicembre successivo.

Sempre nell'empolese, a dicembre, prima di partire, abbiamo organizzato una cena al circolo ARCI di Fibbiana, nel comune di Montelupo, dove abbiamo raccolto 300 euro, consegnati anche questi alla biblioteca di Oventik; struttura a cui sono stati donati, in agosto, anche i 2000 euro raccolti dagli Ultras dell'Empoli, i Desperados, durante la festa di giugno in ricordo di un loro compagno deceduto.

Durante il viaggio estivo abbiamo visitato anche il Municipio Autonomo Zapatista di San Juan de la Libertad, Caracol di Oventik, "gemellato" dal 1999 con il Comune di Empoli. Ci hanno "accompagnato" 2000 euro che abbiamo consegnato al Consiglio Municipale. Straripante l'accoglienza regalataci da compagni e compagne zapatiste.

Ci interessa sottolineare le relazioni che abbiamo intessuto in quest'ultimo anno, con individui e collettivi, e che vogliamo coltivare e strutturare perché ne nasca un attraversarsi continuativo. Ci riferiamo in particolar modo agli Ultras del Montevarchi, ai Desperados di Empoli, ai ragazzi e le ragazze del Circolo di Fibbiana, ai Collettivi Universitari di Pisa, a Eleonora di Viareggio, a Sandro di Siena. E a tutti gli altri e le altre che abbiamo e ci hanno conosciuto.

E questo è quanto.

Saluti a tutti e a tutte.

 

 

martedì 21 ottobre 2008

empoli 24 e 25 ottobre

 

Grazie agli Ultras del Montevarchi




Grazie agli Ultras del Montevarchi. Grazie di cosa. Grazie per aver costruito un altro ponte con le comunità zapatiste. Un ponte che speriamo che molti attraversino, nelle due direzioni.

Durante uno degli ultimi incontri internazionali il Subcomandante Marcos disse che zapatisti e zapatiste quando prendono le loro decisioni non sono guidati da tornaconti personali, da secondi fini celati, ma guardano verso le montagne dove riposano i loro avi, sono loro che interpellano, verso di loro si sentono responsabili.

E così è stato per gli Ultras Curva Sud del Montevarchi. La decisione di costruire questo nuovo ponte (...se guardo bene mi sembra che non sia grigio, del colore del cemento, no, non è grigio, è rosso, e è blu), è stata presa pensando a Raffa e Pispolo. Insieme a loro è stato deciso di intraprendere un nuovo cammino che li ha portati a Roberto Barrios, Caracol Zapatista, Chiapas, Messico. E lo hanno costruito bene il ponte, e lo hanno attraversato: sono andati, e sono tornati con il bagaglio arricchito dall'esperienza vissuta nelle degne terre ribelli del sud-est messicano.

E noi invitiamo tutti e tutte ad attraversarlo questo nuovo ponte. Un ponte rosso-blu ma aperto a quasi tutti i colori. Diciamo "quasi" perché non siamo buonisti e non vogliamo essere ipocriti.

E ricordiamo nuovamente che questo ponte è stato costruito guardando a Raffa e Pispolo. E allora diciamo Grazie! a Raffa e a Pispolo e alla nostra voci si unisce quella di compagni e compagne zapatist@. E auspichiamo che le nostri voci si riversino in un urlo collettivo di rabbia degna. Un urlo di rabbia degna di chi sta in basso e a sinistra.

Io che scrivo sono di Montevarchi e mentre scrivo, e penso a Raffa e Pispolo, penso a Andrea, per noi "il Bad". Anche lui non c'è più. E penso che anche a lui forse sarebbe piaciuto questo ponte. E mi sento in diritto di dire Grazie Bad.

Saluti a tutti e a tutte.

San Giovanni V.no. 21 ottobre 2008.

Daniele.

Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista.

venerdì 17 ottobre 2008

24 e 25 ottobre al Centro Sociale Intifada di Empoli Al FIANCO DELLE COMUNITÀ RIBELLI ZAPATISTE !

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 Al FIANCO DELLE COMUNITÀ RIBELLI ZAPATISTE !
24 e 25 ottobre al Centro Sociale Intifada di Empoli con il Coordinamento Toscano in sostegno alla lotta Zapatista


Sosteniamo le comunità zapatiste del Chiaps, nella costruzione della loro autonomia e dell'autogoverno, nella lotta per la dignità e contro il neoliberismo

Venerdi 24 ottobre

ore 22:30

TheatriKos
presenta lo spettacolo teatrale : MARCOS - Moltitudine Insonne
di Aniello Ciaramella

sabato 25 ottobre
ore 18:
-dibattito con la delegazione del coordinamento toscano che ha partecipato alla Carovana Internazionale di Osservazione e Solidarietà con le comunità zapatiste del Chiapas
-presentaztione del "Festival della Rabbia Degna" convocato dagli zapatisti per dicembre
ore 20,30:
cena messicana (è gradita la prenotazione 3460064288 o 0571931021)
ore 23:
BLUE MOOD 56 || Blues/Jazz acustico


tutte le sere info point _ proiezioni di video e foto sulla Carovana in Chiapas e sulla lotta zapatista


sarà attivo il nuovo Otro Bar, con prodotti dell'equo e solidale, caffè zapatista, tisane, dolci birra artigianale, vino del critical wine.


venerdi e domenica dalle 20 è aperta L'Osteria Sociale Otro Mundo _ cucina tipica toscana, con prodotti biologici.




Coordinamento Toscano in sostegno alla lotta Zapatista

http://dignidad-rebelde.blogspot.com/

coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org


centro sociale intifada/comunità in resistenza

http://isole.ecn.org/intifada

intifada@ecn.org

giovedì 16 ottobre 2008

FrayBa chiede di impedire fatti di sangue in duecomunita' in Chiapas


La Jornada – Mercoledì 15 ottobre 2008

El CDHFBC giudica "inappropriata" la gestione politica della questione agraria

Si chiede a Sabines di garantire la pace in due comunità chiapaneche in conflitto

Chiedi di impedire possibili "fatti di sangue" nei municipi di Aldama e Chenalhó

Hermann Bellinghausen

Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha chiesto al governatore del Chiapas, Juan Sabines Guerrero, "l'implementazione delle misure precauzionali necessarie che garantiscano la vita, l'integrità fisica, la sicurezza giuridica, il territorio, la cultura, la pace ed armonia tra le persone ed i villaggi coinvolti nel conflitto tra le comunità di Aldama e di Santa Marta o Manuel Utrilla, dei municipi ufficiali di Aldama e Chenalhó", negli Altos.
 
Dalle informazioni in suo possesso, il CDHFBC "deduce che in conseguenza delle opere realizzate dal Programma di Certificazione di Diritti Parcellari (Procede)", sono stati modificati i confini di Aldama (già Santa María Magdalena) e Manuel Utrilla (Santa Marta), "trasferendo" dal primo al secondo una porzione di 30 ettari di terra, coinvolgendo in questo 115 persone, "tra le quali 31 famiglie basi di appoggio dell'EZLN".
 
In una lettera al mandatario statale, firmata dal direttore del CDHFBC, Diego Cadenas Gordillo, si segnala che questa situazione ha dato ai comuneros di Manuel Utrilla "la possibilità giuridica di reclamare i 30 ettari" e presentare un esposto al Tribunale Unitario Agrario contro i beni comunali di Aldama. 
 
I comuneros di Aldama, che non sono d'accordo, riferiscono che quelle terre le possiedono "come legittimi proprietari da molti anni, e che molti di loro le hanno ereditate perfino da genitori e nonni".
 
Dichiarano che quelle terre "sono sempre appartenute ad Aldama e mai a Manuel Utrilla". Fino all'arrivo del Procede c'era armonia tra i villaggi citati. 
Come in altre occasioni, il CDHFBC denuncia che questo programma "attenta al territorio ed alla cultura dei popoli indigeni ed al patrimonio dei contadini; genera conflitti in ejidos e comunità", perché "fomenta l'individualismo ed il pensiero divisionista, rompendo la struttura di lavoro comunitario e collettivo".
 
Inoltre, le riforme dell'articolo 27 della Costituzione del 1992, da dove viene il Procede, "implicano una regressione delle garanzie sociali costituzionali". I funzionari statali che intervengono nel conflitto lo fanno "inopportunamente, mettendo a rischio la debole pace sociale, la vita e l'integrità fisica delle persone", dichiara il centro garante delle garanzie individuali.
 
Come riportato da questo giornale, nei giorni scorsi il consiglio municipale autonomo di Magdalena de La Paz e la Giunta di Buon Governo di Oventic ha respinto gli accordi "di conciliazione" imposti ai coloni di Aldama dalla rappresentanza governativa. 
Il Centro dei Diritti umani Fray Bartolomé de las Casas giudica "inopportuna ed inappropriata" la gestione politica del problema. Ciò può provocare "fatti di sangue", come ha dimostrato "l'esecuzione arbitraria di sei contadini della comunità Miguel Hidalgo, perpetrata da elementi della Polizia Statale Preventiva lo scorso 3 ottobre, così come le quattro persone assassinate ed altrettante desaparecidas nell'attacco a Viejo Velasco avvenuto il 13 novembre 2006".
 

(Traduzione "Maribel")

venerdì 10 ottobre 2008

Fw: [Ezln-it] JBG degli Altos denuncia tentativo di provocare scontri

 

La Jornada – Venerdì 10 ottobre 2008

Il Municipio autonomo Magdalena de La Paz rifiuta il presunto accordo nel conflitto per la terra

Denunciano il "tentativo ufficiale" di provocare scontri tra gli indigeni del Chiapas

Hermann Bellinghausen

Il consiglio del municipio autonomo Magdalena de La Paz e la giunta di buon governo Corazón Céntrico de los Zapatistas Delante del Mundo, degli Altos del Chiapas, respingono i presunti accordi imposti da operatori governativi nel conflitto artificiale per le terre tra comuneros zapatisti e priisti di Aldama e gruppi invasori di Santa Marta (Chenalhó).  http://enlacezapatista.ezln.org.mx/denuncias/1005/
I Primi affermano che si tratta di un "tentativo di esproprio e divisione per provocare uno scontro che i malgoverni vogliono provocare come parte della loro strategia di annichilimento dei popoli originari".
(…..)

http://www.jornada.unam.mx/2008/10/10/index.php?section=politica&article=022n1pol





mercoledì 8 ottobre 2008

Fw: [Ezln-it] 6 CONTADINI UCCISI NELLO SGOMBERO DI CHINCULTIK

http://www.stellafilm.com/public/news/wp-content/uploads/2007/11/chiapas2.jpg

La Jornada – Domenica 5 ottobre 2008

- Perchè Calderón e Sabines hanno mandato ad ucciderci se stavamo negoziando?, si chiedono a Chincultik

SEI MORTI NELLO SGOMBERO DELLA POLIZIA DELLA ZONA ARCHEOLOGICA IN CHIAPAS

- Ejidatarios di Miguel Hidalgo chiedono giustizia; "o ce la faremo noi".

- Tre indigeni sono stati uccisi nel veicolo che li portava in ospedale; ucciso anche l'autista.

Elio Henríquez (Corrispondente)

Ejido Miguel Hidalgo, La Trinitaria, Chis., 4 ottobre. Nello sgombero di ieri in questa località ci sono stati 6 morti, 10 feriti da armi da fuoco ed un numero indeterminato di arresti, oltre al fatto che tutti i morti sono contadini, non poliziotti, come era stato comunicato inizialmente, perché i coloni non avevano armi né hanno sparato agli agenti, ha dichiarato oggi José Vázquez López, uno dei rappresentanti di questo ejido. 
Denuncia che gli agenti - statali e federali - "hanno finito" tre feriti gravi ed assassinato l'autista che li portava in un ospedale di Comitán, quest'ultimo davanti alla moglie.
I coloni hanno nelle loro mani 77 armi lunghe e corte, oltre a scudi ed altre cose prese ai poliziotti che sono venuti a cacciarli dalla zona archeologica di Chincultik, situata a tre chilometri da qui, che è in loro potere da quasi un mese. Affermano che "ora più che mai" combatteranno perché la zona archeologica sia amministrata dall'ejido. "Con le sei vite ora è più che pagata".
 
Per le strade, dove si vedono tracce di sangue, decine di caschi sparsi e diversi veicoli della polizia danneggiati, regna un clima di paura, tristezza e rabbia. "Chiediamo al presidente Felipe Calderón ed al governatore Juan Sabines: perché ci hanno fatto ammazzare se il giorno prima avevamo avuto un dialogo con le autorità per risolvere il problema?", protestano gli abitanti ed esigono che si faccia giustizia per l'assassinio dei sei uomini, "o ce la faremo da noi".
 
Lo scorso 7 settembre, gli abitanti di Miguel Hidalgo, dove vivono circa 7.000 persone, avevano deciso in assemblea di impadronirsi della zona archeologica di Chincultik che sta in mezzo ai loro terreni, con la motivazione che l'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia, INAH, "l'ha completamente abbandonata". 
Da allora, "chiediamo 20 pesos per l'entrata, non i 35 che faceva pagare l'INAH", afferma un abitante locale che ha dichiarato che in settimana ricavano tra i 300 e 400 pesos  al giorno, mentre sabato e domenica tra i 1.000 e 1.500 pesos.
 
I negoziati con le autorità sono cominciate poco dopo. L'ultima riunione con i funzionari statali si è svolta questo giovedì ed avevano deciso di continuare a dialogare perché erano stati offerti aiuti per oltre 600 mila pesos per coltivare pomodori, avocadi e pesche, proposta che in principio era stata respinta dagli ejidatarios. 
"Mai avremmo pensato che il governo ci avrebbe attaccato come fossimo delinquenti perché stavamo dialogando, ma ora sappiamo che era una trappola", dichiara Vázquez López.
Denuncia che giovedì avevano portato i funzionari a Chincultik affinché vedessero il cattivo stato in cui si trova la zona. 
 
Il contadino racconta che questo venerdì mattina agenti della Polizia Federale Preventiva (PFP) sono arrivati alle rovine per cacciare i 25 che si trovavano sul posto. "Non solo hanno fermato alcuni di loro, ma altri che si trovavano per strada", dice José Vázquez che partecipava al tavolo dei negoziati. 
In precedenza avevano sgomberato i contadini di altre comunità che avevano il controllo dei laghi di Montebello, a circa 10 chilometri da qui. 
 
Racconta che alle 11 e mezza circa del mattino i poliziotti sono entrati nel villaggio su veicoli della PFP i cui occupanti hanno lanciato gas lacrimogeni, perfino nelle scuole, cosa che ha provocato "danni psicologici ai bambini".
 
Poi sono arrivati altri agenti della Polizia Statale Preventiva - molti a cavallo - "per assediare" il villaggio. I contadini, che si sono difesi con machete e bastoni, calcolano che erano tra i 250 e 300 gli agenti che hanno realizzato l'operazione. 
 
"La gente è uscita a difendersi come ha potuto, perché i bambini stavano asfissiando per il gas, ed è stato quando abbiamo preso 77 poliziotti, li abbiamo rinchiusi nella casa ejidale e li abbiamo disarmati. Le armi sono custodite, come almeno otto veicoli tra i quali un rimorchio per trasportare cavalli", racconta.
 
Denuncia che alle ore 15, nonostante quello che era successo, gli agenti e gli abitanti "si erano calmati", ma tra le 5 e 6 del pomeriggio, quando gli agenti erano stati portati nell'aula magna, "sono arrivati altri poliziotti a riprenderli sparando con le armi, inseguendo la gente fin dentro le case, e per liberare i loro compagni hanno sparato alla porta rompendo il lucchetto. 
 
"Non c'è stato nessuno scontro, non c'è nemmeno un'arma nell'ejido. I poliziotti sono stati feriti non da colpi d'arma da fuoco, ma dalle botte degli abitanti; probabilmente la gente li ha aggrediti perché avevano ammazzato delle persone, ma in nessun momento sono state sparate pallottole da parte nostra", afferma.
 
Racconta che la sparatoria è durata circa 40 minuti, lasso di tempo in cui gli agenti inseguivano le persone che cercavano di nascondersi. Adrián Velasco Alfaro, di 71 anni, mostra l'orecchio ancora sanguinante ed il torace bendato. Alcuni abitanti feriti sono stati curati a casa loro. José Vázquez racconta che nella confusione i poliziotti sono stati liberati.
 
Poco dopo, Agustín Alfaro Calvo, l'unico dei sei morti non originario di Miguel Hidalgo, ma del vicino Ojo de Agua, El Ocotal, si era offerto di portare all'ospedale nella sua auto –non c'erano ambulanze– Rigoberto López Vázquez, Alfredo Hernández Ramírez e Miguel Antonio Martínez, feriti gravi.
 
"I poliziotti li hanno fatti scendere ed hanno finito sul posto i feriti ed assassinato l'autista davanti a sua moglie; a lei hanno tolto una catenina e gli orecchini ed a lui il portafoglio. Non contenti, hanno torturato Rigoberto strappandogli un occhio con il coltello", afferma.
 
Tre abitanti del posto guidavano gli agenti nel villaggio
 
Afferma che i poliziotti erano guidati da tre contadini originari di questo ejido che lavorano nella zona archeologica i quali, con indosso passamontagna, indicavano la casa del presidente del commissariato ejidale, Mario Morales García, contro la quale "hanno sparato". 
 
I corpi di Rigoberto, Alfredo e Miguel Antonio - precisa - sono stati consegnati per la veglia prima di mezzogiorno, mentre quello di Agustín è stato portato a Ojo de Agua, El Ocotal. Fino alle 13 i cadaveri di Ignacio e Ricardo sono rimasti ad Amparo Agua Tinta.
 
Gli ejidatarios, nell'attesa di nuovi contatti col governo per consegnare le armi, esigono che i debiti siano condonati e gli arrestati liberati. 
 
A Tuxtla Gutiérrez, il ministro di Giustizia, Amador Rodríguez Lozano, ha emesso ordine di comparizione per tutti gli agenti di polizia che hanno partecipato all'operativo per eseguire test tossicologici e balistici, così come certificazioni mediche e raccogliere le deposizioni.
 
Con contributi della corrispondente Ángeles Mariscal.
 

(Traduzione "Maribel")



mercoledì 1 ottobre 2008

Fw: [Ezln-it] Otroperiodismo - Catturato l'assassino dell'attivistaSali Grace Eiler

 
http://www.soaw.org/presente/images/stories/thumbs/oaxaca.jpg

Attivisti messicani consegnano alla polizia l'uomo coinvolto nell'omicidio di Sali Grace Eiler

L'arresto è sato possibile grazie all'aiuto degli abitanti di San José del Pacifico, Oaxaca

http://www.narconews.com/otroperiodismo

di Kristin Bricker

per Narcoesfera

29 settembre 2008

Ieri sera la polizia messicana ha consegnato Omar Yoguez Singu, di 32 anni, nelle mani della procura generale di Oaxaca per l'assassinio di Marcella "Sali" Grace Eiler di 20 anni. AP ha riferito che Yoguez Singu dichiara di aver avuto rapporti sessuali con Sali con il suo consenso e poi di averla uccisa con un machete durante un litigio.

D.R. 2008 AP

Yoguez Singu è stato catturato grazie al rapido intervento di alcuni attivisti di Oaxaca che hanno dato notizia della sua morte a livello internazionale.

Yoguez Singu aveva fatto nascere dei sospetti tra gli amici quando era tornato a Città del Messico dopo un recente viaggio a San José del Pacifico, dove alcuni abitanti della zona avevano scoperto in una capanna il corpo mutilato e decomposto di Sali. Gli amici di Yoguez Singu avevano notato che era ferito e che i suoi due cani erano spariti, e gli avevano quindi chiesto che cosa fosse successo. Yoguez Singu aveva detto che uno dei suoi cani aveva morso un bambino della comunità e che per questo la gente della comunità avevano tentato di ammazzare il cane con un machete, e di essersi ferito nel tentativo di salvare il suo cane.

Grazie all'ampia diffusione del comunicato firmato da organizzazioni Oaxaqueñas con le quali Sali lavorava, le persone nella cerchia di amici di Yoguez Singu sono venuti a sapere che una donna era stata assassinata a San José del Pacifico mentre Yoguez Singu si trovava sul posto. Per avere conferma della storia dei cani, hanno quindi chiamato attivisti di Oaxaca.

La gente del villaggio di San José del Pacifico ha smentito la storia di Yoguez Singu ed ha confermato che i due cani erano ancora lì perché Yoguez Singu se n'era andato senza di loro. Hanno inoltre aggiunto che lui era stato l'ultima persona ad essere stata vista con Sali prima della sua scomparsa. 

Quando Yoguez Singu è stato affrontato dai suoi amici circa le sue bugie, questo ha confessato. I suoi amici lo hanno trattenuto mentre alcuni attivisti Oaxaqueños andavano a Città del Messico per ottenere un mandato di cattura.

Una volta emesso il mandato di cattura, gli attivisti si sono incontrati con la polizia in un supermercato per consegnare Yoguez Singu. AP riferisce che è stato arrestato mercoledì 24 settembre. 

Gli attivisti hanno collocato la morte di Sali nel contesto dalla violenza contro le donne a Oaxaca. Denunciano che gli aggressori non vengono quasi mai puniti per i loro crimini. "Non c'è giustizia a Oaxaca", ha dichiarato un portavoce del Consiglio Indigeno Popolare di Oaxaca-Ricardo Flores Magón (CIPO-RFM).

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

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