mercoledì 31 marzo 2010

La Cocopa chiede di incontrare Calderón

 

La Jornada – Mercoledì 31 Marzo 2010

La Cocopa chiede di incontrare Calderón e Gómez Mont

Roberto Garduño e Enrique Méndez

La Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) ha chiesto di incontrare separatamente il presidente Felipe Calderón ed il segretario di Governo Fernando Gómez Mont, perché la pace in Chiapas ed in grandi aree del paese "corre su un fragilissimo filo che a breve potrebbe rompersi".

José Narro Céspedes, presidente di turno dell'organo legislativo, ha dichiarato che in un settore rilevante della società sta passando il falso dilemma promosso dal governo che l'EZLN è uno dei temi "che il tempo sta conducendo all'oblio storico; questo implica rischi perché con l'ingovernabilità, la crescente povertà nel paese, la crisi di sicurezza pubblica e la disoccupazione l'equilibrio nazionale è debole e la violenza può esplodere, con incalcolabili conseguenze".

A detta del deputato del PRD, l'obiettivo iniziale del lavoro legislativo è mettere sul tavolo del dibattito pubblico il tema dei diritti indigeni e ripristinare il dialogo tra l'EZLN ed il governo federale. A tale scopo la Cocopa convocherà un forum sugli Accordi di San Andrés Larráinzar che riguarderà diritti e cultura indigena a 14 anni dalla loro firma. Questo si svolgerà il 21 aprile nel Senato.

"Non può esserci riforma politica se non si include il tema indigeno con dignità e con rispetto, perché si tratta di considerare i popoli indigeni come soggetti di diritto, e malgrado sia quanto pattuito nella riforma costituzionale, non è stato risolto. Si è rimandato alle legislature degli stati ed in alcuni ci sono stati avanzamenti, mentre in altri ci sono state distorsioni e non ci sono stati avanzamenti. Gli affronti sono proseguiti fino ad oggi, soprattutto verso l'EZLN".

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)




lunedì 29 marzo 2010

] Una strana notizia...


  
 

 

Una strana notizia: smascherato il Subcomandante Marcos

 

27 / 3 / 2010

Il quotidiano Reforma , uno dei quotidiani più conservatori del Messico, ha pubblicato un articolo dal titolo "Rivelano la struttura dell'EZLN e nel suo sito web ha messo la notizia "Smascherato il SubComandante Marcos".

Nell'articolo si parla di un presunto appartenente all'EZLN che avrebbe consegnato al quotidiano messicano un dossier su come si finanziano gli zapatisti, su dove hanno il loro quartier generale e sul loro armamento.

Nell'articolo si raccontano cose note a tutti descrivendo la zona della Giunta del Buongoverno de La Garrucha.

In merito ai finanziamenti internazionali si dice che i soldi arrivani dai Paesi Baschi e dall'Italia.

La notizia che ha presto fatto il giro del mondo è accompagnata da una foto di un uomo che sarebbe Marcos (foto ben diversa peraltro da quelle a più riprese fatte circolare dal Governo Messicano).

Detto fatto la connessione tra EZLN e ETA è fatta, il tutto condito da una lista di armi e da altre invenzioni.

Anche l'Ansa, AnsaLatina, Repubblica, Corriere della Sera ed altri siti italiani riprendono subito lo "scoop".

Come non vedere in questo episodio un'altra delle tante provocazioni a vari livelli che in maniera subdola si stanno orchestrando contro gli zapatisti.

Alcuni mesi fa gustamente in Messico si era denunciato proprio la creazione di "rumores" di ogni genere, volti a creare un clima torbido intorno allo zapatismo .. ed ora anche lì'articolo della Reforma rilancia questo modo a dir poco squallido di attaccare gli zapatisti.

La solidarietà internazionale con gli zapatisti è sempre stata pubblica e ampia.

Noi, come molti altri abbiamo collaborato e collaboriamo a raccogliere fondi a sostegno dell'autonomia delle comunità zapatiste, del loro Sistema Autonomo di Salute, d'Educazione, d'Informazione, dei Progetti delle Donne, dei Progetti di Produzione ... l'abbiamo fatto e continueremo a farlo perchè nelle montagne del Sud Est messicano uomini e donne stanno costruendo il loro presente e sognando un altro futuro.

Da pochi giorni abbiamo partecipato con tanti alla Settimana di mobilitazionein solidarietà con gli zapatisti per denunciare le provocazioni e le aggressioni alle comunità indigene e vogliamo denunciare anche questo ultimo episodio come parte di questo clima di attacco agli zapatisti.

Associazione Ya Basta 

 


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giovedì 25 marzo 2010

Situazione molto tesa a Jotola. Oppdic sequestra indiosdell'Altra Campagna

 
 

La Jornada – Giovedì 25 marzo 2010

Frayba: La Opddic sequestra membri dell'Altra Campagna a Jotolá; la situazione è tesa

Gli ejidatari di Mitzitón tolgono i blocchi stradali e liberano i cinque funzionari

Hermann Bellingausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 24 marzo. Questa notte gli ejidatarios di Mitzitón hanno deciso di rimuovere il blocco sulla strada San Cristóbal-Comitán e liberare i cinque funzionari governativi che avevano trattenuto fino a conoscere la decisione del  giudice sulla situazione di Manuel Díaz Heredia, arrestato questo martedì dalla Procura Generale della Repubblica (PGR).

In mattinata si era temuto uno scontro con gli indigeni delle comunità vicine. Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) ha informato che le autorità di Mitzitón hanno riferito che "persone di diverse comunità vicine si stavano riunendo nel villaggio di Betania, si suppone per rimuovere il blocco". Sono stati convocati, secondo i portavoce di Mitzitón, da membri dell'Ejército de Dios.

Il Frayba ha ricordato che non sarebbe la prima volta "che si usano ad altri gruppi di indigeni favorevoli al progetto del governo per compiere le azioni di sgombero, esproprio, controllo e recupero, in questo caso la rimozione del blocco stradale".

Ieri sera, la delegazione statale della PGR ha ufficializzato la cattura di Díaz Heredia come presunto trafficante di clandestini. I media locali hanno evidenziato la notizia come la "caduta" di un "trafficante ricercato". 

La PGR ha citato presunte testimonianze di Gabino Pérez Pérez ed Ernesto Patishtán Gómez, minorenni arrestati a luglio 2006 mentre trasportavano 29 cladestini centroamericani. Questi, che lavoravano per Carmen Díaz Gómez, leader dell'Ejército de Dios, sono usciti liberi dal carcere minorile di Villa Crisol tre giorni dopo. Secondo le autorità di Mitzitón, lo stesso Díaz Gómez ed i suoi soci Refugio Díaz Ruiz e Santo Jiménez Díaz avrebbero aggiunto "in forma anonima" l'accusa di essere trafficanti di clandestini contro gli indigeni dell'Altra Campagna che avevano sorpreso con dei clandestini i loro autisti consegnati poi alle autorità.

L'agente del Pubblico Ministero federale Mario Cruz Cruz avrebbe ricevuto 150 mila pesos per "aggiungere" questi reati alla dichiarazione firmata dai due giovani autisti consegnati e liberati nel 2006, che successivamente hanno negato di aver fatto tale accusa contro Manuel, Artemio e Antonio, di cognome Díaz Heredia. 

In base a quella denuncia, Artemio fu arrestato a San Cristóbal de las Casas nel 2008 ed ora si trova nel carcere di El Amate. E Manuel, in carcere da ieri, aspetta la decisione del giudice federale.

Intanto, aderenti dell'Altra Campagna a Jotolá (Chilón) hanno denunciato che elementi dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) questo pomeriggio hanno sequestrato per diverse ore Mariano Sánchez Arcos, di 13 anni. Eleuterio ed Alfonso Cruz Cruz hanno prelevato Mariano sulla strada che passa a lato del villaggio e l'hanno rinchiuso nella proprietà di Juan e Rogelio Cruz.

Successivamente, gli stessi membri della Opddic ed altre 7 persone hanno sequestrato Francisco Moreno Méndez, di 18 anni, che tentando di fuggire si era rifugiato in casa di Ricardo Sánchez Luna. Quelli della Opddic hanno tirato fuori il giovane "in maniera violenta". Verso le 16:30 "Mariano e Francisco sono riusciti a scappare".

Secondo un'informazione ricevuta alle 18:30 "quelli della Opddic si stanno organizzando per fermare altri aderenti all'Altra Campagna, e circondano la casa del professor Sánchez Luna e di Rosa Díaz Gómez, dove hanno già ammazzato il cane ed alcuni agnelli e rotto la linea telefonica".

Il CDHFBC presume che le aggressioni siano la reazione al fatto che questa mattina alcuni membri dell'Altra Campagna avevano trattenuto Daniel Moreno Pérez, della Opddic, "poiché il governo non ha fatto nessuna azione per arrestarlo e giudicarlo per i suoi atti di violenza". E' stato portato davanti al Pubblico Ministero di Ocosingo che "non lo ha voluto ricevere poiché, dice, Moreno Pérez ha un appello a suo favore". Per questo è stato deciso di consegnarlo al Pubblico Ministero di Bachajón".

Alla chiusura di questa edizione, quelli della Opddic avevano "sequestrato" la signora Días Gómez, e "alcuni suoi fratelli" a Jotolá, dove c'è un accampamento militare. Secondo il Frayba, la situazione è tesa "e se nessuno ferma i membri della Opddic potrebbe verificarsi l'irreparabile".

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )




mercoledì 24 marzo 2010

Denuncia da Mitziton

 
 

La Jornada – Martedì 23 marzo 2010

Le autorità di Mitzitón denunciano De los Santos quale palo del governo

Il direttore del centro universitario dei diritti umani "vuole legittimare l'Ejército de Dios"

Hermann Belinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis. 22 marzo. Le autorità ejidali di Mitzitón, in questo municipio, la cui assemblea aderisce all'Altra Campagna dell'EZLN, hanno denunciato il Centro de Diritti Umani filogovernativo della Facoltà di Diritto dell'Università Autonoma del Chiapas ed il suo direttore, Miguel Ángel de los Santos, quale "palo" del governo statale che vuole legittimare il gruppo di persone dell'Ejército de Dios (della Chiesa evangeliche Alas de Águila) che, agendo fuori dalla legge ma coperte dalle autorità, negli ultimi mesi hanno creato inquietudini tra la comunità.

Gli indigeni riferiscono: "Il 18 marzo è arrivato il famoso avvocato Miguel Ángel de los Santos Cruz, e ad uno dei nostri compagni che si trovava per strada ha consegnato una lettera nella quale ci invita ad un dialogo per risolvere il nostro problema. Dice di essere preoccupato per la violenza e per questo vuole sedersi a dialogare, che saranno presenti quelli di Alas de Águila, di Fuente de Fe e quelli di Alabanza y Poder (chiese cristiane presenti nell'area di Teopisca e San Cristóbal), così come il governatore, il delegato della Procura Agraria, il delegato della Segretaria di Comunicazioni e Trasporti, il segretario di Pueblos Indios, il procuratore di Giustizia dello stato, il presidente municipale di San Cristóbal e la Commissione Nazionale dei Diritti Umani".

Gli ejidatari si sono riuniti questa domenica in assemblea, "dove è stato detto che non accetteremo nessun dialogo, che Miguel Ángel de los Santos 'vada al diavolo!' perché non abbiamo chiesto il suo aiuto né lo chiederemo; non ha letto le nostre denunce e non ha visto i veri problemi che ci sono nella comunità? Non accettiamo nessun dialogo col malgoverno, sappiamo molto bene quali sono i suoi veri interessi; non ci stupisce che quello che si dice difensore dei diritti umani serva ora il malgoverno come suo 'palo', e non ci ingannano più.

"Il malgoverno sa quali sono gli accordi nella nostra comunità, abbiamo denunciato molte volte che non vogliamo più che paramilitari e criminali continuino a fare del male e che se li porti via, che rispetti i nostri diritti come popoli indigeni quali siamo. Che la smetta di dipingere la violenza prodotta dal malgoverno nella comunità come 'problemi religiosi e conflitti'. Noi non siamo un gruppo, siamo un popolo che merita rispetto".

Così rispondono "a quelli che dicono di 'essere preoccupati per i violenti confronti' nella nostra comunità, come il Centro dei Diritti Umani della Facoltà di Diritto, manipolato da Miguel Ángel de los Santos Cruz e dal governo di Juan Sabines Guerrero".

E aggiungono: "Vogliamo dire a Miguel Ángel De los Santos di non preoccuparsi per noi, siamo poveri, ma abbiamo intelligenza e dignità per risolvere i nostri veri problemi".

Emergendo dalla deliberata confusione mediata delle fonti ufficiali, gli ejidatari di Mitzitón dichiarano: "Vogliamo ricordare al malgoverno che i nostri accordi sono già stati presi in assemblea, che non vogliamo gente delinquente, assassini e paramilitari, e lo riteniamo responsabile di quello che continuerà a succedere. Chiediamo un po' di rispetto dei nostri diritti come popoli indigeni".

Bisogna ricordare che De los Santos - nel decennio scorso noto difensore indipendente di detenuti politici in Chiapas - già ricusato da mesi dal professor Alberto Patishtán, della Voz del Amate, anch'egli dell'Altra Campagna, a nome del centro che oggi guida si era presentò pubblicamente come rappresentante di Patishtán, cosa che era falsa.

Poi, in febbraio, il citato centro universitario si era pronunciato sull'aggressione agli zapatisti di Bolón Ajaw da parte di presunti paramilitari priisti, in questo stesso senso di "mediazione" non richiesta col governo statale, ed in combinazione con le sue strategie.

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


venerdì 19 marzo 2010

Riceviamo e ringraziando il sindaco di Empoli rigiriamo ai media



All'interno della settimana internazionale in sostegno delle comunità zapatiste

"Gli zapatisti non sono soli."

Riceviamo e ringraziando il sindaco di Empoli rigiriamo ai media

Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista


Empoli, 19 marzo 2010
Prot. 15479
Al Municipio Autonomo Rebelde Zapatista
San Juan de la Libertad
Chiapas, Mexico



Già da 12 anni il Comune di Empoli, tramite un patto d’amicizia stipulato con il Municipio autonomo di San Juan de la libertad, sostiene progetti di cooperazione con il Chiapas.
Guardiamo, quindi, con grande attenzione e preoccupazione agli eventi che si stanno verificando in quella regione.
Per questo esprimiamo tutta la nostra solidarietà a quella comunità di donne e uomini che in questi anni ha intrapreso un percorso di indipendenza ed autogoverno. Condannando con fermezza ogni tipo di violenza che in quell’area da tempo si sta perpetrando contro una popolazione colpevole soltanto di utilizzare le risorse del proprio territorio secondo criteri di democrazia e solidarietà, e lontani da interessi economici.
È proprio nei momenti di difficoltà che idealmente si fa più forte il patto d’amicizia fra il nostro Comune e il Municipio autonomo di San Juan de la libertad.



Il Sindaco
Luciana Cappelli

martedì 16 marzo 2010

Empoli-21/03/2010 serata informativa. Gli zapatisti non sono soli!

 

settimana di mobilitazione internazionale in solidarietà con gli zapatisti

Empoli- serata informativa. Gli zapatisti non sono soli!

proieizioni video, letture, mostra fotogrfica dalle comunità ribelli dle Chiapas.

16 / 3 / 2010

il Coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista partecipa alla settimana di mobilitazione internazionale di solidarietà con comunità zapatiste.

 

Serata informativa - Gli zapatisti non sono soli! - all'interno del Caffè dei Cerchi Rossi.

Proiezioni video, letture e mostra fotografica sulle comunità ribelli del Chiapas.

Domenica 21 marzo, dalle ore 18 alle 23.

A Empoli presso il centro sociale Intifada, via 25 aprile.



blog del Coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista

blog del Caffè dai Cerchi Rossi

 

Settimana Internazionale di Solidarietà agli Zapatisti e all'EZLN

Dal 12 al 21 marzo 2010

9 / 3 / 2010

"Gli zapatisti non sono soli.

Basta con le aggressioni in Chiapas.

Libertà ai prigionieri politici. Viva l'EZLN."

Settimana Internazionale di Solidarietà agli Zapatisti e all'EZLN – Dal 12 al 21 marzo 2010

L'Associazione Ya Basta promuove iniziative in diverse città italiane.

 

In questo 2010 il capitalismo selvaggio torna a mostrare la sua codardia e violenza in tutto il mondo, distruggendoci con crisi economiche e sociali, colpendo sempre le stesse persone: migranti, operaie, donne, contadine, indigeni. Coloro che stanno in basso.

Viviamo in Europa ed è qui che resistiamo, è qui dove cerchiamo di vivere con dignità e riappropriarci di ciò che è nostro. Partiamo dalla nostra quotidianità, dalla nostra creatività, dalla nostra disobbedienza a quello che ci viene imposto: sappiamo che possiamo costruire altri modi, altri mondi che ci contengano tutti.

In questo 2010 il capitalismo in Chiapas colpisce forte. Imprese senza scrupoli e governanti codardi vanno a  braccetto, calcolando cosa possono guadagnare dalla distruzione e dall'inquinamento della biodiversità naturale e appropriandosi e vendendo la ricchezza culturale dei popoli indigeni. Il tutto per il loro lucro personale.

Quest'anno ricorrono i 100 anni della Rivoluzione Messicana. E continuano ad essere quelli dal basso, come 100 anni fa, che disturbano i piani del capitalismo: i popoli indigeni, le contadine, le migranti, le operaie.

Quest'anno ricorre anche il 16° anniversario del Levantamiento zapatista. Gli zapatisti si sono mostrati al mondo il 1° gennaio 1994 per ricordare che tutti abbiamo il diritto a tutto, che si possono costruire alternative a tutto e che il fiore della parola non morirà.

Per tutto questo tempo, gli zapatisti hanno costruito nelle loro comunità diversi sistemi di salute, educazione, commercio, giustizia, cultura, agricoltura ecc. Gli zapatisti rappresentano, oggi come oggi, l'esperienza di governo e territorio autonomo e autogestito più grande, più duratura e forte dell'ultimo secolo. Le donne zapatiste, nostre compagne, dimostrano ogni giorno che è possibile una vita senza capitalismo, una vita costruita collettivamente e per la comunità.

Ma il 2010 in Chiapas non solo colpisce forte l'economia e la società. Mentre l'autonomia zapatista continua ad avanzare per tutti in ogni luogo, il malgoverno federale e del Chiapas non smettono di attaccare e minacciare la continuità di questa alternativa. E sono molte le aggressioni e le violenze che vengono portate avanti (San Sebastián Bachajón, Mitztón, Bolom Ajaw, etc.).

Aggressioni, violenze e minacce che si uniscono alla liberazione dei paramilitari di Acteal, rei confessi del massacro, e al riarmo e ricostituzione, più forte e con più risorse, di gruppi paramilitari – formati, addestrati e finanziati dallo stato messicano – che, in un clima di assoluta impunità, continuano ad attaccare le basi d'appoggio zapatiste.

E se questo non fosse sufficiente, gli zapatisti stanno anche fronteggiando la campagna mediatica del governo chiapaneco, che vuole che le Giunte del Buon Governo si integrino nello stato e scompaiano. Un governo che afferma di rispettare i diritti dei popoli indigeni, mentre incarcera e uccide i dissidenti sociali e plaude alla liberazione dei paramilitari.

Un governo che realizza strade, progetti "eco turistici", dighe, "programmi sociali" e "riserve della biosfera" senza consultare le comunità, senza rispettare le loro parole. Un governo che sgombera con violenza, che minaccia e attacca, che nega i diritti civili e che vende le sue azioni come "piani di sviluppo": verso maggior violenza, meno diritti e nessuna natura in Chiapas.

Dall'Europa vogliamo gridare che gli zapatisti non sono soli. L'ambizione e l'avarizia di coloro che vogliono un mondo impoverito e consumato solo per pochi si scontra con la degna rabbia di coloro che credono in alternative sostenibili per tutti. Altri modi, come quelli che costruiscono gli zapatisti in Chiapas e come quelli che costruiamo in Europa con le nostre lotte, perché, mentre lo sviluppo genera violenza, la parola tende ponti.

Perciò in questa settimana, in Europa e in molti altri luoghi del pianeta, tendiamo un ponte al Chiapas e mandiamo questo abbraccio solidale alle comunità zapatiste in resistenza. Per ricordare agli zapatisti che non sono soli. Sappiamo che unite possiamo liberarci dei potenti e continuare a camminare insieme, autonome e diverse verso quel mondo che contenga molti mondi.

Dai malgoverni non vogliamo niente, perché a loro non riconosciamo niente.

Alle persone e ai collettivi in basso a sinistra, un invito: a constatare che possiamo vivere senza il capitalismo, a non perdere la speranza e il sorriso, a creare altri mondi, altri modi.

Alle zapatiste, forza e salute per continuare la lotta. E la promessa di un ballo: il nostro, della vittoria.

Convocano:

Caracol Zaragoza, red de personas por la autonomía zapatista (Aragón-estado español)
Colectivo ALANA (Grecia)
Fuga em Rede (Galiza-estado español)
Grupo Les trois passants (París-Francia)
Confederación General del Trabajo-CGT (estado español)
Gruppe B.A.S.T.A. (Alemania)
Unión Mexicana Suiza-UMES (Zurích-Suiza)
Caracol Mundo-eco de latido en solidaridad (Viena-Austria)
Grupo IRU (Madrid- estado español)
Centro de Documentación sobre Zapatismo-CEDOZ (Madrid-estado español)
Asociacion Ya Basta-Coordinamento Toscano di solidarietà con gli zapatisti (Italia)
Colectivo Zapatista Marisol (Lugano-Suiza)
Plataforma de Solidaridad con Chiapas-PLATA (Madrid-Estado Español)
Comité de Solidaridad con los Pueblos – Interpueblos Cantabria (Estado Español)

Appoggiano:

Biblioteca Frida Kahlo (Aragón-estado español)
Comando Cucaracha (Aragón-estado español)
"Bato Loko" & la "Revolu-soN"-producciones independientes (México)
Komando Güebo (Aragón-estado español)
Coordinadora Antifascista de Zaragoza (Aragón-estado español)
Asamblea de Okupas de Zaragoza (Aragón-estado español)
Red de apoyo a sin papeles (Aragón-estado español)
Stonewall (Aragón-estado español)
Red Libertaria Apoyo Mutuo (estado español)

lunedì 15 marzo 2010

Citta' contrainsugentes per combattere i caracoles

 
 

La Jornada – Lunedì 15 Marzo 2010

Japhy Wilson : Si vogliono neutralizzare i caracoles promuovendo le città rurali sostenibili.

Il programma ha scopi di contrainsugencia; è già stato testatoo in altri paesi. 

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis. 14 marzo. Le città rurali sostenibili (CRS) che il governo dello stato progetta di costruire negli Altos, nella selva e nel nord del Chiapas "rappresentano la risposta statale alla 'minaccia' costituita dall'esperienza dei caracoles zapatisti", sostiene la ricercatrice Japhy Wilson, dell'Università di Manchester.

Benché ufficialmente queste CRS siano presentate e promosse come un progetto di sviluppo sociale, diversi studiosi ed analisti hanno osservato, negli ultimi due anni, la loro componente di contrainsurgencia ed esproprio di terre e modi di vita, che le trasforma in un programma di acculturamento già testato nelle comunità ixiles del Guatemala tre decenni fa. Vengono inoltre paragonate, e tanto più ora che si installano nella zona indigena dell'entità (la prima di queste a Santiago El Pinar, è in costruzione), con i "villaggi strategici" creati durante le guerre statunitensi, dal Vietnam all'Afghanistan.

In Chiapas sono presentate come progetto "innovativo" e "visionario", di cui non si conoscono eguali in altre regioni del mondo", (El Heraldo de Chiapas, 20/2/08). Wilson trova che queste CRS "hanno marcate similitudini con le strategie coloniali e contrainsurgentes di controllo sociale". E citando l'antropologa Alicia Barabas afferma che nei secoli XVI° e XVII° la corona spagnola ricollocò le comunità indigene attraverso uno schema di "congregazioni" o "riduzioni", rimpiazzando le concezioni indigene di territorialità ed uso dello spazio "con un sistema di villaggi e città coloniali che rappresentava e concretizzava il potere dell'impero sulle popolazioni disperse e potenzialmente ribelli della Nuova Spagna".

Ricorda i più recenti "villaggi modello" del Guatemala, dove in condizioni di guerra civile sono stati ricollocati migliaia di indigeni in "poli di sviluppo" come strategia contrainsurgente. Dice Wilson: "Come le CRS, i villaggi modello cercarono di cambiare il modo di vivere e le modalità di produzione dei popoli indigeni e contadini attraverso un sistema integrale di servizi e l'integrazione forzata della produzione contadina agli interessi capitalisti dei settori dominanti".

In Messico questo si chiama, allegramente, riconversione produttiva. Concentrate nelle CRS, le comunità indigene e contadine perderanno il controllo dei loro modi di produzione. Promosse dal governo calderonista (Mouriño dixit) come soluzione all'emarginazione, spinte dalle Nazioni Unite, appoggiate dalla Banca Interamericana di Sviluppo e patrocinate da decine di grandi imprese (da Telmex a Wall Mart), hanno un altro tipo di implicazioni, ritiene l'investigatrice britannica: "il controllo di ogni aspetto della vita degli indigeni e contadini da parte dello Stato, con la negazione delle proprie pratiche e forme di vita".

E riporta l'osservazione di un membro della Giunta di Buon Governo di La Realidad, secondo il quale con le CRS, "il malgoverno ci promette terra insieme a luce, acqua potabile, casa e perfino ci danno da mangiare; è solo vivere ed ingrassare come un maiale, questo è quello che ci promettono". Invece, osserva Wilson, "i caracoles rappresentano un'alternativa concreta dove le 'comunità disperse' sono coinvolte in un intenso processo di sviluppo di sistemi autonomi di salute, educazione e produzione, fuori dal controllo sociale dello Stato e dalla logica cumulativa e distruttrice del capitale". Dunque, i caracoles costituiscono uno ostacolo al progettato "spazio astratto" di autostrade, piantagioni intensive e città rurali.

Per il momento, a Santiago El Pinar c'è tristezza tra i vecchi che vedono sparire piantagioni di caffè, milpas, piantagioni di banane ed il loro modo di vivere, secondo una testimonianza raccolta da La Jornada. Ma il governo municipale partecipa e molti giovani, non educati alla resistenza ma a tutto il contrario, sembrano convinti che il cambiamento sarà favorevole per loro.

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


venerdì 12 marzo 2010

Protesta internazionale contro gli attacchi agli zapatisti

 
 

La Jornada – Mercoledì 10 Marzo 2010

Si preparano proteste su scala internazionale per denunciare gli incessanti attacchi contro gli zapatisti

En Europa si svolgerà una settimana di mobilitazioni per informare sulla situazione degli indigeni

 

Hermann Bellinghausen. San Cristóbal de las Casas, Chis., 9 marzo. Poiché "da vari mesi le aggressioni e le vessazioni contro le comunità ed i popoli zapatisti sono aumentate", la campagna Primero Nuestros Presos, la Red Contra la Represión y por la Solidaridad ed altri collettivi ed organizzazioni dell'Altra Campagna hanno convocato mobilitazioni ed azioni di condanna degli attacchi di gruppi di civili armati legati al governo, e di appoggio alle comunità colpite.

In Europa organizzazioni di diversi paesi hanno annunciato una settimana di protesta - dal 12 al 21 del presente mese - contro il governo messicano per queste aggressioni.

I gruppi nazionali respingono le versioni dei fatti del governo statale secondo cui le giunte di buon governo avrebbero sollecitato il riconoscimento al Congresso locale. Citano lo sgombero a Laguna de San Pedro (Montes Azules), "al quale hanno partecipato i tre livelli di governo contro la comunità zapatista che era già stata cacciata dai suoi luoghi di origine", così come le aggressioni delle "forze paramilitari dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti dei Popoli Indigeni e Contadini (Opddic), appoggiate da poliziotti statali e municipali a Bolón Ajaw". Ed ora a Santo Domingo (Casa Blanca), "dove la Opddic minaccia i compagni di cacciarli dalla loro comunità".

A questo clima di "persecuzione fisica" si sommano "persone che senza scrupoli dichiarano che le aggressioni sono provenute dalle basi zapatiste e dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), contribuendo a costruire uno scenario di intervento militare dalle gravi conseguenze". Tutto questo "per servire i dettami dei padroni del denaro che vedono le terre chiapaneche e la sua ricchezza naturale come bottino per la costruzione di progetti turistici che verranno a usurpare e cacciare i veri padroni di questo territorio, i popoli originari".

Dalla "Europa solidale", collettivi ed organizzazioni di Spagna, Francia, Italia, Germania e Svizzera invitano ad una "settimana di azione in solidarietà con le comunità zapatiste in resistenza", con un manifesto nel quale dichiarano: "Questo 2010 in Chiapas il capitalismo colpisce duro". Dalla loro sollevazione nel 1994 gli zapatisti hanno sviluppato nelle loro comunità sistemi di salute, educazione, commercio, giustizia, cultura ed agricoltura". Loro sono, "il governo ed il territorio autonomo ed autogestito più grande, più duraturo e più stabile dell'ultimo secolo". Inoltre, "dimostrano che è possibile una vita senza capitalismo, costruita collettivamente e per la collettività".

L'autonomia "continua ad avanzare", ma "i malgoverni non cessano di attaccare e minacciare" la continuità di quest'alternativa. "Sono già molti gli eventi violenti (San Sebastián Bachajón, Mitzitón, Bolón Ajaw,)che si sommano alla liberazione dei paramilitari di Acteal ed alla ricostituzione di gruppi paramilitari formati, addestrati e finanziati dallo Stato messicano".

I ribelli affrontano una campagna del governo chiapaneco che, mentre dice di rispettare i diritti dei popoli "imprigiona ed ammazza i dissidenti sociali e plaude la liberazione dei paramilitari", sostiene il manifesto.

Da parte loro, organizzazioni sociali ed operaie spagnole denunciano che per le "gravi aggressioni alle comunità" nelle settimane recenti, "la tensione è sempre più alta, mentre il governo ed i media vogliono nascondere la realtà dicendo che sono conflitti intercomunitari o religiosi". http://www.jornada.unam.mx/2010/03/10/index.php?section=politica&article=016n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


martedì 9 marzo 2010

Il governo vuole scatenare un’offensiva contro gli zapatisti

La Jornada – Martedì 9 marzo 2010

Il governo generalizza la violenza per scatenare un'offensiva, denunciano gli zapatisti

 

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 8 marzo. "Di fronte alla mancanza di legittimità, il malgoverno generalizza una situazione di violenza costruendo pretesti per creare condizioni favorevoli per un intervento militare contro l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN)", hanno dichiarato oggi le donne dell'Altra Campagna nel contesto del Giorno Internazionale della Donna Ribelle, alla fine del loro incontro con un corteo per le strade di questa città.

Hanno così reso omaggio "alla comandanta Ramona, alla compagna Olga Isabel, le senza nome, le senza volto e quelle che non sono qui ma ci ascoltano, quelle che dalle carceri non smettono la loro ribellione e dignità". Nello stesso tempo hanno protestato "contro la guerra che i malgoverni orchestrano per mezzo di gruppi di scontro, paramilitari e le loro forze armate", nella quale "trasforma le donne ribelli in obiettivi da attaccare, sfruttare e crudele bottino".

Nei mesi recenti, hanno affermato, "sono aumentate le aggressioni e le provocazioni contro chi resiste in basso e a sinistra; il malgoverno persegue l'esproprio, la repressione, lo sfruttamento ed il disprezzo come mezzi per avanzare nel controllo geopolitico, economico e sostenere il sistema capitalista", per il quale "la terra e le persone sono merci; per i popoli, la terra, il territorio sono la base per la vita, la cultura, il lavoro".

Accusano il governo di usare il suo potere "per controllare i mezzi di comunicazione, costruire realtà e mascherare la sua strategia di terrore e morte", perché "sotto la copertura del dialogo, conciliazione ed accordo, confondono chi resiste e l'opinione pubblica". Le autorità "finanziano, addestrano e danno impunità a paramilitari, delinquenti, corpi di polizia e militari", mentre vogliono "dare l'immagine che gli attivisti sociali sono delinquenti".

A Bolón Ajaw (municipio autonomo Comandanta Ramona), hanno detto che il governo vuole creare l'impressione che gli zapatisti "vogliano appropriarsi delle terre di altri contadini, ma convenientemente 'dimentica' che queste sono state recuperate (da un fattore) dalle basi di appoggio, che le coltivano e proteggono; 'dimentica' i precedenti di aggressioni da parte dei contadini dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), gruppo paramilitare che deve rispondere di molte morti e che in cambio di briciole e di essere diventato un servo malpagato, si presta a favorire l'esproprio e l'introduzione di grandi progetti turistici ad Agua Azul". Questo stesso gruppo "ha stretto accordi col governo per cacciare ed occupare altri territori recuperati dalle basi dell'EZLN nella zona del caracol di La Garrucha, come la comunità di Santo Domingo".

In questo stesso contesto "e con la finalità in particolare di provocare l'EZLN, ha sgomberato Laguna San Pedro (municipio autonomo Ricardo Flores Magón), bruciando tutto al suo passaggio, usando le donne ribelli come ostaggi, terrorizzando e creando le condizioni per il ricollocamento delle comunità basi di appoggio attorno alla regione dei Montes Azules, appropriarsi di questa e lasciare una ferita nei cuori zapatisti".

Elencando gli attacchi avvenuti dall'inizio dell'anno, le donne sottolineano che la strategia governativa "vuole distruggere i progetti promossi dalle comunità zapatiste e da altre organizzazioni che vogliono una vita degna".

La dichiarazione politica dell'incontro, firmata da più di 20 organizzazioni e collettivi di una decina di municipi chiapanechi, ratifica l'impegno con le lotte storiche delle donne e denuncia che "nel primo centenario di questa commemorazione, il sistema capitalista, neoliberale e patriarcale ha aggravato le nostre condizioni di vita e lavoro, comunitarie, familiari, ambientali, mentre ha accresciuto le disuguaglianze di genere, classe ed etnia". http://www.jornada.unam.mx/2010/03/09/index.php?section=sociedad&article=041n1soc

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


venerdì 5 marzo 2010

MINACCIA DI AGGRESSIONE ARMATA DELLA OPDDIC

 

La JBG di La Garrucha denuncia la minaccia di un attacco della OPDDIC

 

CARACOL III DE RESISTENCIA HACIA UN NUEVO AMANECER.

JUNTA DE BUEN GOBIERNO EL CAMINO DEL FUTURO CHIAPAS MEXICO.

3 MARZO 2010

 

Alla società nazionale e internazionale.

Ai compagni aderenti all'Altra Campagna nazionale e internazionale.

Ai fratelli dei diritti umani nazionali e internazionali.

 

Fratelli e sorelle.

 

DENUNCIAMO: IL PIANO DEI TRE LIVELLI DEI MALGOVERNI, CON LE LORO PERSONE PREZZOLATE NEL VILLAGGIO DI SANTO TOMAS; MUNICIPIO DI OCOSINGO CHIAPAS.

 

F A T T I

I tre malgoverni continuano con le campagne di contrainsurgencia. 

Sono preparati a questo e vogliono farlo per avere il controllo. 

 

In questo caso, armano la OPDDIC mascherando la cosa di progetto.

 

Quelli di Santo Tomas stanno condividendo i piani col governo. E' giunto nelle nostri mani un verbale di accordo firmato dal dirigente della OPDDIC, Manuel Hernandez Jiménez. Nel verbale di accordo è contenuto il piano di sgomberare i nostri compagni basi di appoggio di Santo Domingo, noto come Casa Blanca, dove hanno già realizzato provocazioni lo scorso primo settembre 2009; questa terra è recuperata, non permetteremo lo sgombero delle Basi di Appoggio Zapatiste.

Confermano di essere armati e di avere perfino le bombe.

Che arriveranno organizzati in due gruppi: uno per sgomberre ed uno per prendere possesso. I nomi di coloro che guidano le persone armate sono Juan Santiz Ruiz, Fausto Gomez Hernandez, Jose Cruz Mendez, Bartola Santiz Clara, Manuel Clara Cruz, Mario Ruiz Cruz, addestrati da Caralampio Albarez Gomez, Luis lopez hernandez, Benito Albarez Gomez, Vicente Albarez Gomez, Jose Cruz Mendez, Mariano Cruz Toledo.

Questo è chiaramente evidente nei piani del Governo che compra le persone affinché facciano in modo di perseguitare il popolo che lotta contro il sistema. Stanno creando divisioni perché il terreno è recuperato, il malgoverno lo ha consegnato a persone che non hanno lottato per recuperarlo.

Questo è quanto stanno subendo i nostri compagni Basi di Appoggio dell'EZLN. 

Difenderemo le nostre terre costi quel che costi, accada quel che accada, che sia chiaro ai responsabili di quello che potrà accadere.

Dicono che ci daranno un termine di 20 giorni a partire dalla data del verbale di accordo del 28 febbraio 2010, quindi il 20 marzo eseguiranno l'ordine ricevuto dai tre malgoverni, ma la minaccia è anticipata al 5, e diciamo ai dirigenti della ARIC storica, l'ARIC Indipendente che controllino se è gente membri della loro organizzazione nel villaggio di Santo Tomas, perché loro dicono di essere di 4 organizzazioni.

Ci rivolgiamo a voi popolo del Messico e di altri Paesi del mondo che lottate per la giustizia, ed anche dell'Altra Campagna del Messico e del mondo. 

Ci rivolgiamo a voi.

Vi terremo informati su quello che accadrà perché noi difenderemo la nostra terra, non permetteremo che sgomberino i nostri compagni basi di appoggio di Santo Domingo, noto come Casa Blanca. http://enlacezapatista.ezln.org.mx/denunciasjbg/3138

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


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martedì 2 marzo 2010

Mitziton: scambio di ostaggi

 
 

La Jornada – Martedì 2 marzo 2010

Mitzitón: Cattolici ed evangelici si scambiano gli ostaggi ed il clima di distende

Elio Henríquez. Mitzitón, Chis., 1º marzo. Evangelici identificati come membri dell'Ejército de Dios e cattolici di questa comunità, si sono scambiati i rispettivi tre ostaggi (sei in totale) trattenuti da domenica per la disputa per il legname del posto. Alcuni giorni fa uno degli evangelici ha tagliato senza permesso cinque alberi della comunità. Domenica le autorità ejidales, di filiazione cattolica ed aderenti all'Altra Campagna, hanno ripreso il legname e consegnato all'agenzia municipale.

In risposta, gli evangelici hanno preso in ostaggio l'agente municipale Silviano Pérez Díaz ed i suoi compagni Julio Heredia Hernández e Ciro Heredia Jiménez, che sono stati picchiati e legati a dei pali nel cortile di una casa privata, proprietà di evangelici di Mitzitón.

Questo ha provocato uno scontro nel quale sono rimasti feriti tre cattolici e quattro evangelici. Lo scontro è iniziato alle quattro del pomeriggio di domenica. Dopo poco sono arrivati agenti della Polizia Statale Preventiva (PEP) che hanno cercato di portare all'ospedale i quattro evangelici feriti. Tuttavia, i cattolici non l'hanno permesso e li hanno trattenuti tutta la notte. Hanno permesso a uno solo, ferito da una pallottola, di lasciare la comunità.

Così, alle sette di domenica ogni fazione aveva tre ostaggi del gruppo avversario. Alcuni sul rimorchio di un pick-up ed altri legati. Questo lunedì è avvenuto lo scambio poco prima delle ore 15. Quando sembrava che i due gruppi fossero sul punto di un nuovo scontro, sono arrivati sul posto più di 200 agenti della PEP e della Polizia Ministeriale di San Cristóbal de las Casas.

Un'ora più tardi i simpatizzanti zapatisti, aderenti all'Altra Campagna, hanno rimosso il blocco che mantenevano dal pomeriggio di domenica per far passare le centinaia di veicoli che avevano formato lunghe code in entrambi i sensi della Panamericana sul tratto San Cristóbal-Comitán.

Questa disputa tra cattolici ed evangelici dura da oltre 10 anni. Iniziato come un conflitto religioso, oggi si tinge di caratteristiche politiche ed agrarie, perché i cattolici appartengono all'Altra Campagna ed i protestanti sono priisti. Per quanto riguarda l'aspetto agrario, il fatto è per poter tagliare legna nei propri terreni, ogni ejidatario deve chiedere il permesso all'autorità comunitaria, in questo momento in mano ai cattolici. http://www.jornada.unam.mx/2010/03/02/index.php?section=politica&article=011n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )

lunedì 1 marzo 2010

Scontro a fuoco in Chiapas

 

La Jornada – Lunedì 1 Marzo 2010

Scontro a fuoco in Chiapas; 6 feriti

Elio Henríquez, Corrispondente.Mitzitón, Chis. Al meno sei indigeni tzotziles sono rimasti feriti, due da colpi d'arma da fuoco, durante uno scontro per il legname tra due gruppi di questa comunità di San Cristóbal de las Casas. Alla chiusura di questa edizione, entrambi i gruppi - uno evangelico e l'altro cattolico ed aderente all'Altra Campagna - avevano picchiato e catturato tre membri del gruppo rivale. La strada che comunica San Cristóbal con Comitán è chiusa e decine di poliziotti controllano il villaggio. http://www.jornada.unam.mx/2010/03/01/index.php?section=estados&article=034n4est

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )


Carlos Montemayor è morto

 
Lo abbiamo conosciuto e stimato per il suo impegno politico e sociale, come coordinamento toscano  inviamo le condoglianze ai familiari e collleghi, amici e compagni di Carlos.
Addio Carlos
le compagne e i compagni del coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista
 
http://bivir.uacj.mx/estasemana/Archivo/Sem2_07/Carlos%20Montemayor.jpg

La Jornada – Lunedì 1 Marzo 2010

 

Carlos Montemayor lascia una vita di creatività e impegno

 

Lo scrittore Carlos Montemayor è spirato, tranquillo e senza soffrire, domenica alle ore 3:35 del mattino dopo una difficile battaglia contro il cancro che lo aveva colpito negli ultimi mesi.

Secondo le sue volontà, non ci sono stati funerali, è stato cremato ieri stesso e le sue ceneri sono state portate all'Accademia Messicana della Lingua, dove è stato salutato da colleghi, amici, familiari e, soprattutto, da coloro che hanno condiviso i suoi ideali.

Scrittore, saggista, poeta, tenore, critico puntuale della politica sociale e culturale del paese, era nato il 13 giugno 1947 a Parral, Chihuahua,.

I suoi romanzi, cronache e saggi sui diversi movimenti sociali sono dei riferimenti per analizzare il contesto e l'attualità intorno a fenomeni come le guerriglie e le sollevazioni indigene. Tra questi ci sono titoli quali: Chiapas, la rebelión indígena de México (1998); La guerrilla recurrente (1999); Rehacer la historia (2000).

Nel 2007, il Fondo di Cultura Economica ha pubblicato il primo volume delle sue Opere, nel quale si trovano due dei suoi romanzi più emblematici: Guerra in paradiso (1991) e Las armas del alba; nel primo si narrano le vicissitudini di Lucio Cabañas.

Come attivista politico e sociale ha svolto un ruolo rilevante. In questo ambito, il suo più recente contributo è stato come membro dell'estinta Commissione di Mediazione tra il governo federale e l'Esercito Popolare Rivoluzionario, per ritrovare due desaparecidos politici. http://www.jornada.unam.mx/2010/03/01/index.php?section=politica&article=003n1pol



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Sequestrata e minacciata di morte attivista in Chiapas,

 
La Jornada – Sabato 27 febbraio 2010

Sequestrata e minacciata di morte attivista in Chiapas, denuncia il Centro Frayba che chiede protezione per Margarita Guadalupe Martínez e la sua famiglia

Hermann Belllinghausen

Questo giovedì, l'attivista dei diritti umani Margarita Guadalupe Martínez Martínez è stata sequestrata da sconosciuti, picchiata e minacciata di morte per le strade di San Cristóbal de las Casas, Chiapas, mentre stava andando a prendere suo figlio a scuola.

Secondo la sua testimonianza al Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Centro Frayba), nel tragitto "è stata privata della libertà da sconosciuti che le hanno infilato una borsa di plastica in testa per impedire che vedesse i suoi aggressori, e l'hanno caricata a forza su un'auto in corsa".

Dentro al veicolo l'attivista "ha sentito le voci; una delle quali era della persona che la tratteneva, che l'ha colpita al viso con un oggetto solido provocando dolore fisico ed escoriazioni alle labbra, in fronte e sul collo", prosegue la denuncia. "Le hanno inoltre inflitto tortura psicologica mediante punzecchiature nei fianchi con un oggetto che potrebbe essere un arma da taglio o da fuoco. Le hanno messo nelle mani un oggetto freddo e lei dicevano: 'ora non lavorerai più' e le intimavano di desistere dalle denunce penali presentate da lei contro funzionari del governo del Chiapas mesi fa".

Il Centro Frayba ha emesso un'azione urgente per chiedere di garantire la sicurezza di Margarita Martínez (…).

Gli aggressori le hanno detto che si trattava di "un regalo del presidente municipale di Comitán", Eduardo Ramírez Aguilar. Poi l'hanno scaricata in una strada molto vicina al suo domicilio. 

La denuncia sottolinea la situazione di rischio incombente all'integrità, sicurezza personale e alla vita dell'attivista, di suo marito, Adolfo Guzmán Ordaz, della sua famiglia e dei membri di Enlace Comunicación y Capacitación, organismo civile in cui lavorano nella città di Comitán. In mesi scorsi avevano subito effrazioni, minacce ed aggressioni da presunti agenti di polizia.

L'attacco all'attivista - spiega il Centro Frayba - è avvenuto 34 ore prima del procedimento di ricostruzione dei fatti per l'effrazione del suo domicilio, che deve svolgersi oggi alle 3:30 del mattino, a Comitán, come parte delle prove contenute nella denuncia. Al sopralugo partecipano la Polizia Statale Preventiva, la Direzione di Pubblica Sicurezza Municipale e la Polizia Specializzata Ministeriale, così come funzionari del Pubblico Ministero e periti dell'anticrimine.

Nonostante le denunce e la situazione di rischio di questa famiglia, "il governo messicano non ha svolto indagini né adottato misure efficaci e immediate per la cattura degli aggressori, permettendo che continui la persecuzione contro l'attivista e la sua famiglia disattendendo la Dichiarazione dei Difensori dei Diritti Umani delle Nazioni Unite", conclude il Centro Frayba.

Da parte sua, la Voz del Amate, organizzazione dei detenuti dell'Altra Campagna nel carcere numero 5 del Chiapas, a San Cristóbal de las Casas, denuncia la repressione ed il trasferimento ingiustificato di Enrique Gómez Hernández nella prigione di Copainalá (che ha la reputazione di essere il "peggiore" dello stato), perchè si sarebbe rifiutato di "pagare" i diritti di territorio alla mafia del carcere. Secondo la Voz del Amate, la punizione di Gómez Hernández, artigiano che vende il prodotto del "suo onesto lavoro", è "per essersi opposto alla corruzione", permessa e protetta dalle autorità. http://www.jornada.unam.mx/2010/02/27/index.php?section=politica&article=013n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com)

 

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