lunedì 22 dicembre 2014

domenica 21 dicembre 2014

Re: Sub Moises: La Vigilia del Festival



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

La Vigilia del Festival

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
19 dicembre 2014

Al Congresso Nazionale Indigeno:
Alla Sexta Nazionale e Internazionale:

Compas:

Vi mandiamo i nostri saluti. Vi scriviamo per informarvi di come sta andando l'iscrizione dei partecipanti al Primo Festival Mondiale delle Resistenze e delle Ribellioni contro il Capitalismo: "Dove quelli di sopra distruggono, quelli di sotto ricostruiscono".

1.- Popoli Originari del Messico.- Hanno confermato la loro partecipazione rappresentanti di organizzazioni, autorità tradizionali e persone dei seguenti popoli originari:

Yaqui.
Yoreme-mayo.
Guarijío.
Tohono Odham (pápago).
Wixárika (huichol).
Náyeri (cora).
Nahua.
Coca.
Zoque.
Purhépecha.
Ñahñú (otomí).
Totonaco.
Popoluca.
Migrantes en ciudad (purhépecha, mazahua, mayo, tojolabal, nahua).
Ñahtó (otomí).
Mazahua.
Mephá (tlapaneco).
Na savi (mixteco).
Nancue ñomndaa (amuzgo).
Tojolabal.
Tzeltal.
Tzotzil.
Chol.
Maya peninsular.
Zoque (ampeng).
Binnizá (zapoteco).
Chinanteco.
Ñu savi (mixteco).
Afromestizo.
Triqui.
Cuicateco,
Mazateco,
Chatino.
Mixe.
Ikoot.

2.- Della Sexta in Messico: singole/i, collettivi, gruppi, organizzazioni dei 32 stati della federazione.

3.- Della Sexta Internazionale: singole/i, collettivi, gruppi, organizzazioni dei seguenti paesi:

Messico.
Germania.
Argentina.
Australia.
Belgio.
Brasile.
Canada.
Cile.
Colombia.
Corea del Sud.
Danimarca.
Ecuador.
Spagna.
Stati Uniti.
Francia.
Grecia.
Guatemala.
Honduras.
Inghilterra.
Iran.
Italia.
Norvegia.
Paesi Baschi.
Russia.
Svizzera.
Tunisia.

4.- Vi ricordiamo che la grande inaugurazione si terrà domenica 21 dicembre 2014 nella comunità Ñathó, San Francisco Xochicuautla, municipio di Lerma, Stato del Messico, Messico, alle ore 14:00.
Le condivisioni avranno luogo a San Francisco Xochicuautla ed a Amilcingo, municipio di Temoac, Morelos, nei giorni 22 e 23 dicembre 2014.
I giorni 24, 25 e 26 dicembre a Città del Messico si terrà un Grande Festival Culturale a el Lienzo Charro, a Cabeza de Juárez, Avenida Guelatao #50, Colonia Álvaro Obregón, Delegación Iztapalapa, Messico D.F.
Le condivisioni proseguiranno i giorni 28 e 29 dicembre 2014 a Monclova, municipio di Candelaria, Campeche, Messico.
I giorni 31 dicembre 2014 e 1° gennaio 2015 si svolgerà la Festa della Ribellione e della Resistenza Anticapitalista nel caracol di Oventik, Chiapas, dove avremo l'onore di ricevere todoas, tutte e tutti.
I giorni 2 e 3 gennaio 2015 si terrà la plenaria dele conclusioni, accordi e pronunciamenti presso il CIDECI, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico.
Il giorno 3 gennaio 2015 ci sarà la chiusura del Festival presso il CIDECI, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico.
Per l'iscrizione su invito l'indirizzo di posta elettronica è catedratatajuan@gmail.com. Per partecipare al festival culturale l'indirizzo di iscrizione è comparticioncultural@gmail.com.

5.- Gli ospiti d'onore, i famigliari e compagni degli studenti di Ayotzinapa, che mancano a tutt@ noi, hanno confermato la loro partecipazione. Cosicché tutt@ avremo l'opportunità di ascoltarli.

6.- Infine vi informiamo che i nostr@ delegat@ sono pronti a partecipare con ascolto attento e rispettoso. Saremo a volto scoperto per non essere riconosciuti. O meglio, per essere riconosciuti come alcun@ tra i tanti nostri compagni, compagne e compañeroas della Sexta.

È tutto.

Dalle montagne del Sudest Messicano.
Subcomandante Insurgente Moisés
Messico, Dicembre 2014. Nell'anno 20 dell'inizio della guerra contro l'oblio.

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

Re: 17 da Acteal - Video delle testimonianze dei sopravvissuti subito dopo il massacro di Acteal



Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

Video delle testimonianze dei sopravvissuti subito dopo il massacro di Acteal

Regeneración, 18 dicembre 2014. -Il 22 dicembre 1997, ad Acteal, municipio di Chenalhó, Chiapas, paramilitari del PRI, armati ed addestrati dai soldati, assassinarono 45 indigeni, in maggioranza donne e bambini, che stavano pregando in una cappella. Militari e poliziotti restarono a 200 metri da luogo senza intervenire. Le autorità statali e federali furono informate dei fatti ma anche loro non fecero nulla.
Era un mssacro annunciato e indotto dal governo di Zedillo nell'ambito dell'offensiva militare contro le comunità zapatiste e la dirigenza dell'EZLN.
Dopo 17 anni questo crimine di Stato è ancora impunito. I rei confessi del crimine sono stati liberati e sugli autori intellettuali, come Emilio Chuayfett ed Ernesto Zedillo, nessuno indaga.
I sopravvissuti raccontano, il giorno dopo il massacro, come sono andati i fatti e come le autorità sono state complici del crimine.

giovedì 18 dicembre 2014

Attacco paramilitare contro comuneros di Santa María Ostula




Annamaria <maribel_1994@yahoo.it> ha scritto:

AI POPOLI DEL MESSICO ED AI POPOLI DEL MONDO
ALLA RETE CONTRO LA REPRESSIONE E PER LA SOLIDARIETÀ
AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO
ALLA SEXTA NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
Oggi, 16 dicembre 2014, intorno alle tre del pomeriggio un gruppo di 5 persone armate ha teso un'imboscata ad alcuni comuneros di Santa María Ostula, Municipio di Áquila Michoacán, sulla strada costiera numero 200 Manzanillo-Lázaro Cárdenas. Il gruppo di narco-paramilitari voleva uccidere Cemeí Verdía; Comandante ella Polizia Comunitaria di Ostula e Coordinatore Generale delle Autodifese della Costa di Michoacán.
Qualche minuto prima dell'aggressione, Cemeí Verdía insieme ad un gruppo di comuneros di Ostula era arrivato nel villaggio di La Placita, proveniente dal municipio di Coahuayana, dove si erano fermati pochi minuti prima di riprendere la strada costiera 200 in direzione della comunità di Ostula, uno dei camioncini su cui viaggiavano i comuneros è partito per primo e vicino alla località La Peña e stato attaccato dagli uomini armati. In questo attacco sono stati gravemente feriti José Mora Mendoza (24 anni), Félix Mejía Valdovinos (24 anni), Salvatore Mejía Valdovinos (28 anni) ed il bambino Miguel Mejía Mora (5 anni). Tutti sono familiari di José Mora funzionario di Xayakalan, fondata il 29 giugno 2009 sulle terre che la comunità ha recuperato dalle mani di narcotrafficanti e piccoli proprietari del villaggio di La Placita. I comuneros feriti sono stati trasportati d'urgenza nell'ospedale di Tecomán, Colima.
Istanti dopo l'aggressione, la Polizia Comunitaria di Ostula è partita alla caccia degli aggressori riuscendo a fermare Jonathan Aguilar Juan, alias "La changa", il quale ha confessato che il gruppo armato era formato da cinque persone e guidato da Luis N., alias "el Caracol" che ha partecipato anche alla tortura e successivo assassinio di Trinidad de la Cruz, Don Trino, il 6 dicembre 2011, crimine rimasto impunito. L'aggressore catturato ha detto che la loro intenzione era assassinare Cemeí Verdía, ma hanno sbagliato a colpire l'auto sulla quale viaggiava, e che l'ordine di eseguire l'attacco è stato dato da Federico González, alias "Lico", capo del cartello dei cavalieri Templari nel municipio di Aquila, e da Mario Álvarez, ex presidente municipale di Aquila ed ex-deputato del PRI.
Bisogna segnalare che Federico González, alias "Lico", e Mario Álvarez sono i responsabili dei 32 omicidi e 4 sparizioni di comuneros di Ostula tra il 2009 ed il 2012.
La violenza e le aggressioni contro i membri della comunità continuano sotto gli occhi complici dei governi federale, statale e locale.
Chiediamo alla società civile nazionale ed internazionale, così come alle organizzazioni sociali e dei diritti umani solidali, di vigilare su quello che succede nella regione e non permettere un nuovo assassinio, un nuovo sequestro, un nuovo sopruso contro la comunità di Santa María Ostula.
Equipo de Apoyo y Solidaridad con la Comunidad Indígena de Santa María de Ostula.
Messico, 16 dicembre 2014

mercoledì 17 dicembre 2014

Sub Moises: Di Ayotzinapa, del Festival e dell’isteria come metodo di analisi e linea di condotta.




ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERZIONE NAZIONALE.
MESSICO.
Dicembre 2014
Alle compagne e ai compagni della Sexta nazionale e internazionale:
Al Congresso Nazionale Indigeno:
Ai familiari e compagni degli assassinati e desaparecidos di Ayotzinapa:
Sorelle e fratelli:
Ci sono molte cose che vorremmo dirvi. Non le diremo tutte perché sappiamo che ora ci sono questioni più urgenti e importanti per tutte, tutti e tuttei. Ma in ogni caso sono molte cose ed è lunga la nostra presa di parola. Pertanto vi chiediamo pazienza e una lettura attenta.
Noi, le e gli zapasti, qui stiamo. E da qui guardiamo, ascoltiamo, leggiamo che la parola di familiari e compagni degli assassini e scomparsi di Ayotzinapa inizia a restare alle spalle e che ora, per una parte di quelli di là, è più importante…
la parola di altri e altre dalle tribune;
la discussione se i cortei e le manifestazioni appartengano a quelli di buone maniere o ai maleducati;
la discussione su quale tema è più menzionato a maggior velocità nelle reti sociali;
la discussione sulla tattica e la strategia da seguire per "trascendere" il movimento.
E pensiamo che continuano a mancare i 43 di Ayotzinapa, i 49 dell'asilo ABC, le decine di migliaia di assassinate/i e scomparse/i nazionali e migranti, i prigionieri e gli scomparsi politici.
E pensiamo che continua a essere sequestrata la verità, continua a darsi per scomparsa la giustizia.
E pensiamo anche che bisogna rispettare la legittimità e autonomia del vostro movimento.
Le vostre voci, noi zapatisti le abbiamo ascoltate a tu per tu. Migliaia di basi d'appoggio zapatiste lo hanno fatto, e le vostre voci sono poi giunte a decine di migliaia di indigeni. La vostra voce ha quindi parlato in tzeltal, in chol, in tojolabal, in tzotzil, in zoque, in castigliano al nostro cuore collettivo.
Queste voci hanno giudizio, sanno di che parlano, ed è il vostro cuore come il nostro quando diviene dolore e rabbia. Conoscete la vostra strada e la percorrete.
Vi sapete voi. Ci sapete a noi nella rabbia e nel dolore. Non abbiamo nulla da insegnarvi, noi. Abbiamo tutto da imparare da voi.
Perciò ora, quando la vostra voce vuol essere coperta, zittita, dimenticata o distorta, vi mandiamo la nostra parola per abbracciarvi.
Perciò diciamo che la prima cosa, la più importante e urgente, è ascoltare i familiari e compagni dei desaparecidos e assassinati di Ayotzinapa. Sono queste voci ad aver toccato il cuore di milioni di persone in Messico e nel mondo.
Sono queste voci che ci hanno indicato il dolore e la rabbia, che hanno denunciato il crimine e mostrato il criminale.
L'importanza di queste voci è riconosciuta tanto dal governo, che cerca di delegittimarle, quanto dagli avvoltoi, che cercano di distorcerle.
Cerchiamo di restituire il loro luogo e la loro direzione a queste voci.
Queste voci hanno resistito alla calunnia, hanno resistito al ricatto, hanno resistito alla corruzione. Queste voci non si sono vendute, non si sono arrese, non hanno zoppicato.
Queste voci sono solidali. Abbiamo saputo, ad esempio, che quando si accumulavano giovani nelle carceri, e quelli"di buone maniere" consigliavano a quelle voci di non soffermarsi sugli arrestati, che la loro liberazione non era importante perché tanto il governo stava "infiltrando" le mobilitazioni, le voci degne e ferme dei familiari e compagni dei 43 hanno detto, parola più parola meno, che per loro la questione della libertà dei detenuti era parte della lotta per la ricomparsa dei desaparecidos. Ovvero, come si dice, queste voci non si sono fatte ricattare né hanno acquistato la paccottiglia a buon mercato degli "infiltrati".
Certo, queste voci hanno avuto la fortuna di trovare una popolazione ricettiva nella sua coppia di base: la sazietà e l'empatia. La sazietà di fronte alle forme "classiche" del Potere, e l'empatia tra chi soffre i suoi abusi e costumi.
Però questo si poteva ritrovare già in calendari e geografie diverse. Ciò che pone Ayotzinapa sulla mappa mondiale è la dignità dei familiari e compagni dei giovani assassinati e desaparecidos. La loro tenace e intransigente insistenza nella ricerca di verità e giustizia.
E nella vostra voce si sono riconosciuti molte e molti in tutto il pianeta. Nelle vostre parole hanno parlato altri dolori e altre rabbie.
E le vostre parole ci sono giunte a ricordare molte cose. Ad esempio:
Che la polizia non indaga su furti; la polizia sequestra, tortura, fa sparire e assassina persone con o senza affiliazione politica.
Che le istituzioni attuali non sono il luogo atto a dare risposte all'indignazione, le istituzioni sono proprio ciò che provoca indignazione.
Che il sistema non ha soluzioni al problema perché è esso stesso il problema.
Che, da tempo e in molti luoghi:
i governi non governano, simulano;
i rappresentanti non rappresentano, soppiantano;
i giudici non impartiscono giustizia, la vendono;
i politici non fanno politica, fanno affari;
le pubbliche forze dell'ordine non sono pubbliche e non impongono altro ordine che il terrore al servizio di chi paga di più;
la legalità è il travestimento dell'illegittimità;
gli analisti non analizzano, traslano le loro fobie e le loro preferenze sulla realtà;
i critici non criticano, assumono e diffondono dogmi;
gli informatori non informano, producono e distribuiscono parole d'ordine;
i pensatori non pensano, si bevono le fesserie di moda;
il crimine non si castiga, si premia;
l'ignoranza non si combatte, si esalta;
la povertà è la ricompensa per chi produce le ricchezze.
Perché risulta, amici e nemici, che il capitalismo si nutre della guerra e della distruzione.
Perché è finita l'epoca in cui i capitali avevano bisogno di pace e stabilità sociale.
   






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Sub Moises: Di Ayotzinapa, del Festival e dell’isteria come metodo di analisi e linea di condotta.



ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERZIONE NAZIONALE.
MESSICO.
Dicembre 2014
Alle compagne e ai compagni della Sexta nazionale e internazionale:
Al Congresso Nazionale Indigeno:
Ai familiari e compagni degli assassinati e desaparecidos di Ayotzinapa:
Sorelle e fratelli:
Ci sono molte cose che vorremmo dirvi. Non le diremo tutte perché sappiamo che ora ci sono questioni più urgenti e importanti per tutte, tutti e tuttei. Ma in ogni caso sono molte cose ed è lunga la nostra presa di parola. Pertanto vi chiediamo pazienza e una lettura attenta.
Noi, le e gli zapasti, qui stiamo. E da qui guardiamo, ascoltiamo, leggiamo che la parola di familiari e compagni degli assassini e scomparsi di Ayotzinapa inizia a restare alle spalle e che ora, per una parte di quelli di là, è più importante…
la parola di altri e altre dalle tribune;
la discussione se i cortei e le manifestazioni appartengano a quelli di buone maniere o ai maleducati;
la discussione su quale tema è più menzionato a maggior velocità nelle reti sociali;
la discussione sulla tattica e la strategia da seguire per "trascendere" il movimento.
E pensiamo che continuano a mancare i 43 di Ayotzinapa, i 49 dell'asilo ABC, le decine di migliaia di assassinate/i e scomparse/i nazionali e migranti, i prigionieri e gli scomparsi politici.
E pensiamo che continua a essere sequestrata la verità, continua a darsi per scomparsa la giustizia.
E pensiamo anche che bisogna rispettare la legittimità e autonomia del vostro movimento.
Le vostre voci, noi zapatisti le abbiamo ascoltate a tu per tu. Migliaia di basi d'appoggio zapatiste lo hanno fatto, e le vostre voci sono poi giunte a decine di migliaia di indigeni. La vostra voce ha quindi parlato in tzeltal, in chol, in tojolabal, in tzotzil, in zoque, in castigliano al nostro cuore collettivo.
Queste voci hanno giudizio, sanno di che parlano, ed è il vostro cuore come il nostro quando diviene dolore e rabbia. Conoscete la vostra strada e la percorrete.
Vi sapete voi. Ci sapete a noi nella rabbia e nel dolore. Non abbiamo nulla da insegnarvi, noi. Abbiamo tutto da imparare da voi.
Perciò ora, quando la vostra voce vuol essere coperta, zittita, dimenticata o distorta, vi mandiamo la nostra parola per abbracciarvi.
Perciò diciamo che la prima cosa, la più importante e urgente, è ascoltare i familiari e compagni dei desaparecidos e assassinati di Ayotzinapa. Sono queste voci ad aver toccato il cuore di milioni di persone in Messico e nel mondo.
Sono queste voci che ci hanno indicato il dolore e la rabbia, che hanno denunciato il crimine e mostrato il criminale.
L'importanza di queste voci è riconosciuta tanto dal governo, che cerca di delegittimarle, quanto dagli avvoltoi, che cercano di distorcerle.
Cerchiamo di restituire il loro luogo e la loro direzione a queste voci.
Queste voci hanno resistito alla calunnia, hanno resistito al ricatto, hanno resistito alla corruzione. Queste voci non si sono vendute, non si sono arrese, non hanno zoppicato.
Queste voci sono solidali. Abbiamo saputo, ad esempio, che quando si accumulavano giovani nelle carceri, e quelli"di buone maniere" consigliavano a quelle voci di non soffermarsi sugli arrestati, che la loro liberazione non era importante perché tanto il governo stava "infiltrando" le mobilitazioni, le voci degne e ferme dei familiari e compagni dei 43 hanno detto, parola più parola meno, che per loro la questione della libertà dei detenuti era parte della lotta per la ricomparsa dei desaparecidos. Ovvero, come si dice, queste voci non si sono fatte ricattare né hanno acquistato la paccottiglia a buon mercato degli "infiltrati".
Certo, queste voci hanno avuto la fortuna di trovare una popolazione ricettiva nella sua coppia di base: la sazietà e l'empatia. La sazietà di fronte alle forme "classiche" del Potere, e l'empatia tra chi soffre i suoi abusi e costumi.
Però questo si poteva ritrovare già in calendari e geografie diverse. Ciò che pone Ayotzinapa sulla mappa mondiale è la dignità dei familiari e compagni dei giovani assassinati e desaparecidos. La loro tenace e intransigente insistenza nella ricerca di verità e giustizia.
E nella vostra voce si sono riconosciuti molte e molti in tutto il pianeta. Nelle vostre parole hanno parlato altri dolori e altre rabbie.
E le vostre parole ci sono giunte a ricordare molte cose. Ad esempio:
Che la polizia non indaga su furti; la polizia sequestra, tortura, fa sparire e assassina persone con o senza affiliazione politica.
Che le istituzioni attuali non sono il luogo atto a dare risposte all'indignazione, le istituzioni sono proprio ciò che provoca indignazione.
Che il sistema non ha soluzioni al problema perché è esso stesso il problema.
Che, da tempo e in molti luoghi:
i governi non governano, simulano;
i rappresentanti non rappresentano, soppiantano;
i giudici non impartiscono giustizia, la vendono;
i politici non fanno politica, fanno affari;
le pubbliche forze dell'ordine non sono pubbliche e non impongono altro ordine che il terrore al servizio di chi paga di più;
la legalità è il travestimento dell'illegittimità;
gli analisti non analizzano, traslano le loro fobie e le loro preferenze sulla realtà;
i critici non criticano, assumono e diffondono dogmi;
gli informatori non informano, producono e distribuiscono parole d'ordine;
i pensatori non pensano, si bevono le fesserie di moda;
il crimine non si castiga, si premia;
l'ignoranza non si combatte, si esalta;
la povertà è la ricompensa per chi produce le ricchezze.
Perché risulta, amici e nemici, che il capitalismo si nutre della guerra e della distruzione.
Perché è finita l'epoca in cui i capitali avevano bisogno di pace e stabilità sociale.
   

mercoledì 3 dicembre 2014

: Messico, Peña Nieto promette riforme (e reprime la protesta)




03 dicembre @ 09.26
Federico Mastrogiovanni
 
Nell'anniversario dell'insediamento, il presidente illustra un piano poco credibile per rimettere ordine nei rapporti tra polizia e istituzioni corrotte e criminalità organizzata. Continuano ovunque le proteste per chiedere verità sulla sparizione e strage dei 43 studenti
A più di due mesi dalla sparizione forzata di 43 studenti della scuola di Ayotzinapa e l'uccisione di altri sei, non si placa la protesta della società civile messicana. Il primo dicembre era una data importante, il giorno in cui, due anni fa, ha prestato giuramento il presidente della Repubblica, Enrique Peña Nieto e già allora, nel 2012 il primo dicembre si è caratterizzato per proteste di massa dirette al neopresidente e al suo Partito della Rivoluzione Istituzionale (PRI), tornato al potere dopo 12 anni lontano dal governo.
In molti, dalla sparizione degli studenti in poi chiedono che Peña Nieto rinunci, e che si vada a elezioni anticipate. In molti lo hanno fatto di nuovo il primo dicembre con una grande manifestazione pacifica finita male dopo che il corpo di polizia dei granaderos, l'ha dispersa con la violenza. Molte persone sono state ferite dalle manganellate delle forze dell'ordine, tra queste anche alcune donne e ragazzi, colpiti alla testa e al volto.
Il 27 novembre scorso, a due mesi esatti dalla desaparición forzada dei 43 studenti di Ayotzinapa, il presidente Peña Nieto, in un discorso di 46 minuti definito "conferenza stampa" ma che non ha previsto alcuna domanda, ha presentato un piano in 10 punti per risolvere il grave problema della sicurezza in Messico. Nel suo discorso ha menzionato due volte l'espressione "desaparición forzada", che implica la partecipazione in un sequestro di forze appartenenti allo Stato, sia militari che civili, per azione o per omissione, ma non l'ha mai applicata alla sparizione forzata dei 43 studenti di Ayotzinapa. Nel loro caso ha parlato di semplice privazione illegale della libertà, benché siano stati sequestrati da agenti della polizia municipale di Iguala, con l'appoggio del presidente municipale e con la colpevole distrazione dell'esercito a cui i ragazzi braccati si erano rivolti per chiedere aiuto. Parlando del caso di Iguala Peña Nieto ha parlato di "debolezza istituzionale" invece che di responsabilità diretta delle istituzioni municipali, statali, federali e militari.
I dieci punti di riforma annunciati dal presidente si caratterizzano per la genericità degli interventi. Si parte dalla proposta, al primo punto, di commissariare i municipi in cui ci siano infiltrazioni del crimine organizzato. Una misura potenzialmente positiva, ma sono molti i municipi che, proprio per espellere i rappresentanti dei partiti politici, collusi e legati a doppio filo al crimine organizzato, stanno percorrendo la strada dell'autonomia, prevista dalla Costituzione messicana, alternativa a quella di un controllo rafforzato dei poteri federali che spesso sono collusi o indifferenti verso il crimine locale.

Si parla inoltre di chiarire ruoli istituzionali nelle investigazioni, la costituzione di polizie statali uniche (con enormi costi da parte della Federazione), una blanda riforma del sistema giudiziario, senza specificare in che modo dovrebbe funzionare meglio, la creazione di un pubblico ministero speciale anticorruzione.
Il punto che più ha suscitato proteste e ilarità sui social network è il quarto: la creazione di un numero di telefono federale per le emergenze (già esiste lo 066), che sia, come negli Stati Uniti d'America, il 911, a causa della familiarità dei messicani con i film e le serie statunitensi (sic). In generale le misure presentate sono le stesse già proposte nei governi precedenti, alcune (come la polizia statale) non sono state mai approvate. Ciò che appare chiaro è che di fronte all'opposizione e alle proteste generate dall'impunità, Peña Nieto ha deciso di attribuire la responsabilità ai governi municipali, reiterando l'estraneità del governo federale alle infiltrazioni mafiose e alle collusioni con i gruppi criminali.
Alla fine del suo discorso Peña Nieto ha ripreso il motto di questi ultimi mesi: "Todos somos Ayotzinapa" (Siamo tutti Ayotzinapa). In risposta a quella che molti hanno percepito come una provocazione, uno degli studenti della Normale di Ayotzinapa, al termine della manifestazione del 1 dicembre ha risposto alle parole del presidente: "Vogliamo dire a Peña Nieto che lui non è Ayotzinapa. Ayotzinapa siamo noi e tutta la gente che ci ha appoggiato ovunque siamo andati e che ci ha offerto solidarietà. Come Ayotzinapa abbiamo dignità. Ayotzinapa sono i contadini di origine indigena e non i politici ipocriti collusi con la delinquenza organizzata".
 
La protesta si mantiene per lo più pacifica. Ad ogni manifestazione vengono arrestate e picchiate decine di giovani, come i 31 ragazzi arrestati il 20 novembre scorso. Sono per lo più accusati di terrorismo, portati in carceri federali per poi essere generalmente rilasciati per mancanza di prove. Venerdì 28 novembre Sandino Bucio, uno studente di filosofia dell'Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) è stato caricato su un'auto senza insegne da un gruppo di uomini armati con armi da assalto e portato via in pieno giorno in una delle uscite dell'università a Città del Messico. Si trattava di agenti federali in borghese. Il giovane dopo essere stato picchiato, minacciato e torturato è stato rilasciato, anche grazie all'intervento di amici, colleghi e società civile. Sandino, rilasciato poche ore dopo, è accusato di aver fatto parte di un gruppo di incappucciati che durante la manifestazione del 20 novembre lanciava molotov alla polizia.
In appoggio ai familiari dei 43 desaparecidos si aggiungono sempre più voci di gruppi della società civile, messicani e stranieri. Il 30 novembre la dirigente storica delle Abuelas de Plaza de Mayo, Estela de Carlotto ha raggiunto alcune madri dei normalistas di Ayotzinapa nella sede del Centro Miguel Agustín Pro Juárez, uno dei centri di difesa di diritti umani più importanti del Messico, che accompagna i familiari delle vittime. La "abuela" argentina, che dopo 36 anni ha ritrovato suo nipote, nato da sua figlia desaparecida in un campo di concentramento durante la dittatura, ha esortato il popolo messicano a far fronte comune in appoggio alle famiglie di Ayotzinapa "Se questi crimini passeranno impuni c'è il pericolo che continuino ad accadere".
L'incontro è stato molto forte emotivamente per le madri dei normalistas presenti: "Quello che ci ha detto è che dobbiamo essere forti. E lo saremo. Ci ha raccontato come è stato passare per quello che stiamo vivendo noi e per questo motivo sentiamo che ci capisce" ha affermato Hilda Hernández Rivera, madre di César Manuel González, uno dei 43 di Ayotzinapa. "All'inizio non parlavamo a causa di tanto dolore" ha dichiarato Cristina, madre di Benjamín, un altro dei 43 "ma adesso cominciamo a parlare e non ci azzittiranno. Al governo diciamo: non veniteci a dire che i nostri figli sono nelle fosse quando sappiamo che non li state nemmeno cercando!".
@Fedemast






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giovedì 27 novembre 2014

ISCRIZIONI/PROGRAMMA FESTIVAL MONDIALE DELLE RESISTENZE E DELLE RIBELLIONI




PRIMO FESTIVAL MONDIALE DELLE RESISTENZE E DELLE RIBELLIONI CONTRO IL CAPITALISMO
PROGRAMMA GENERALE
INAUGURAZIONE. COMUNITA' DI SAN FRANCISCO XOCHICUAUTLA, MUNICIPIO DI LERMA, ESTADO DE MÉXICO.
Sabato 20 dicembre 2014:
  • Ore 16:00 Inizio delle registrazioni e ricevimento dei delegati.
Domenica 21 dicembre 2014:
  • Ore 8:00 Proseguimento delle registrazioni e colazione.
  • Ore 13:00-14:00 Pranzo.
  • Ore 14:00-16:00 Inaugurazione del Primo Festival Mondiale delle Resistenze e delle Ribellioni Contro il Capitalismo.
  • Ore 16:00-21:00 Evento culturale.
Nota:
  • Ore 18:00 partenza di delegati e delegate per Amilcingo.
  • Ore 21:00 arrivo ad Amilcingo ed inizio delle iscrizioni de@ delegat@ per questa sede della condivisione.
PRIME CONDIVISIONI A SAN FRANCISCO XOCHICUAUTLA E AMILCINGO.
San Francisco Xochicuautla, Municipio di Lerma, Estado de México.
Lunedì 22 dicembre 2014:
  • Ore 8:00 Colazione.
  • Ore 9:00 Inizio dei lavori della Condivisione.
  • Ore 14:00-15:00 Pranzo.
  • Ore 15:00 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 19:00 Cena.
Martedì 23 dicembre 2014:
  • Ore 8:00 Colazione.
  • Ore 9:00 Inizio dei lavori della Condivisione.
  • Ore 14:00-15:00 Pranzo.
  • Ore 15:00 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 19:00 Chiusura dei lavori della Condivisione.
  • Ore 19:30 Cena.
Amilcingo, Municipio di Temoac, Morelos.
Lunedì 22 dicembre 2014:
  • Ore 8:00 Colazione.
  • Ore 9:00 Benvenuto da parte dei compagni di Amilcingo.
  • Ore 9:30 Inizio dei lavori della Condivisione.
  • Ore 14:00-15:00 Pranzo.
  • Ore 15:00 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 19:00 Cena.
Martedì 23 dicembre 2014:
  • Ore 8:00 Colazione.
  • Ore 9:00 Inizio dei lavori della Condivisione.
  • Ore 14:00-15:00 Pranzo.
  • Ore 15:00 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 19:00 Chiusura dei lavori della Condivisione.
  • Ore 19:30 Cena.
GRANDE FESTIVAL CULTURALE A CITTA'DEL MESSICO 24, 25 E 26 DICEMBRE 2014. Lienzo Charro, Cabeza de Juárez. Av. Guelatao, No 50, Colonia Álvaro Obregón. Delegación Iztapalapa
Nota:
  • 27 dicembre 2014. Partenza dei delegati e delegate del CNI e della Sexta per la sede di Candelaria, Campeche.
TERZA CONDIVISIONE. MONCLOVA, MUNICIPIO DI CANDELARIA, CAMPECHE.
Sabato 27 dicembre 2014:
  • Ore 16:00 Inizio iscrizioni delle e dei delegati a Monclova.
Domenica 28 dicembre 2014:
  • Ore 7:00 Colazione.
  • Ore 9:00 Benvenuto da parte dei compagni della Península.
  • Ore 9:30 Inizio dei lavori della Condivisione.
  • Ore 12:00 Pausa e pozol.
  • Ore 12:30 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 16:00-17:00 Pranzo.
  • Ore 17:00 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 20:00 Chiusura.
Lunedì 29 dicembre 2014:
  • Ore 7:00 Colazione.
  • Ore 9:00 Inizio dei lavori della Condivisione.
  • Ore 12:00 Pausa e pozol.
  • Ore 12:30 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 16:00-17:00 Pranzo.
  • Ore 17:00 Continuazione dei lavori della Condivisione.
  • Ore 20:00 Chiusura.
Nota:
  • Martedì 30 dicembre 2014. Partenza di delegati e delegate del CNI e della Sexta per Oventic.
FESTA DELLA RIBELLIONE E DELLA RESISTENZA ANTICAPITALISTA NEL CARACOL DI OVENTIC, CHIAPAS.31 dicembre 2014 e Primo gennaio 2015.
PLENARIA CONCLUSIVA, ACCORDI E DICHIARAZIONI. CIDECI, SAN CRISTÓBAL DE LAS CASAS, CHIAPAS.
2 gennaio 2015:
  • Riassunti delle relazioni di ogni Condivisione.
  • Proposte risultanti.
3 gennaio 2015:
  • Accordi e compiti.
  • Dichiarazioni.
CHIUSURA.
_______________________________________________________________
REGISTRAZIONE ED ISCRIZIONE DEI DELEGAT@.
Potranno registrarsi ed iscriversi per partecipare come delegat@:
  1. Popoli, comunità ed organizzazioni membri del CNI.
  2. Gli aderenti alla Sexta Nazionale ed Internazionale.
  3. Popoli, comunità ed organizzazioni indigene local e regionali invitati direttamente dalle sedi delle condivisioni in accordo con la Coordinación Provisional del CNI.
  4. Le organizzazioni social in resistenza invitate dal Congresso nazionale Indigeno e dall'Esercito Zapatista di Liberazione nazionale.
Potranno registrarsi come stampa:
  1. I media liberi e alternativi aderenti alla Sexta.
Per la registrazione ed iscrizione de@ delegat@ viene costituita una COMISIÓN ÚNICA DE REGISTRO formata dalla Coordinación Provisional del CNI, delegat@ di ognuna delle sedi delle condivisioni ed una commissione della Sexta Nazionale.
  • La registrazione de@ delegat@ del Congresso Nazionale Indigeno avverrà tramite l'indirizzo di posta elettronica catedratatajuan@gmail.com fino a prima del 15 dicembre 2014 specificando chiaramente nella mail il nome de@ delegat@, il popolo di appartenenza (lingua), comunità o organizzazione, municipio e stato. SI DOVRA' INOLTRE INDICARE A QUALE TAPPA DEL FESTIVAL SI INTENDE PARTECIPARE O SE SI INTENDE PARTECIPARE A TUTTO IL FESTIVAL.
  • La registrazione de@ delegat@ della Sexta Nazionale ed Internazionale e dei media liberi ed alternativi avverrà tramite l'indirizzo di posta elettronica comparticionsexta@gmail.com fino a prima del 15 dicembre 2014 specificando chiaramente nella mail il nome de@ delegat@, organizzazione e/o collettivo o se in forma individuale, stato e paese. SI DOVRA' INOLTRE INDICARE A QUALE TAPPA DEL FESTIVAL SI INTENDE PARTECIPARE O SE SI INTENDE PARTECIPARE A TUTTO IL FESTIVAL.
  • La registrazione de@ delegat@ direttamente invitati avverrà tramite l'indirizzo di posta elettronica catedratatajuan@gmail.com o direttamente presso le sedi delle condivisioni secondo i tempi definiti nel programma del Festival.
I popoli, comunità ed organizzazioni membri del CNI e della Sexta che desiderino presentare un evento culturale o vendere prodotti durante il GRANDE FESTIVAL CULTURALE A CITTA' DEL MESSICO dovranno rivolgersi all'indirizzo di posta elettronica comparticioncultural@gmail.com fornendo tutte le informazioni necessarie.
Messico, novembre 2014
DISTINTAMENTE
PER LA RICOSTRUZIONE INTEGRALE DEI NOSTRI POPOLI
MAI PIU' UN MESSICO SENZA DI NOI
CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
 





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