mercoledì 29 agosto 2007

Operativi militari alla ricerca di guerriglieri in tre stati: Chiapas, Oaxaca e Guerrero

La Jornada – Mercoledì 29 agosto 2007
 

ANGELES MARISCAL, OCTAVIO VELEZ E SERGIO OCAMPO

 
Effettivi dell'Esercito Messicano hanno fatto incursione nel municipio di Venustiano Carranza, Chiapas, alla ricerca di un campo di addestramento e di contadini accusati di appartenere all'Esercito Popolare Rivoluzionario (EPR).
 
Un operativo simile è stato effettuato nel municipio oaxaqueño di Santiago Pinotepa Nacional, vicino allo stato di Guerrero, dove hanno circondato la colonia popolare della Unión Cívica Democrática de Barrios, Agencias y Colonias (Ucidebac), con il pretesto che i suoi abitanti sarebbero legati a delinquenti e gruppi armati.
 
Nella sierra di Coyuca de Catalán, Guerrero, agenti della polizia investigativa ministeriale (PIM), in coordinamento con la segreteria di pubblica sicurezza e protezione civile locale, hanno fatto incursione nella zona della Tierra Caliente, allo scopo di catturare Omar Solís Guerrero, comandante Ramiro, dirigente in questa regione dell'Esercito Rivoluzionario del Popolo Insurgente (ERPI).
 
Alcuni contadini dell'28 de Junio, a Venustiano Carranza, hanno dichiarato che i soldati sono arrivati in questa comunità questo martedì, come nei villaggi di La Chuchilla e San José, per cercare elementi dell'EPR. Hanno raccontato che elicotteri militari sorvolavano la zona da due settimane e che le incursioni militari di domenica e lunedì scorsi sono arrivate fino ai confini del loro villaggio.
 
Hanno raccontato che martedì un convoglio composto da due camion con targhe 3272 e 3273; quattro blindati contrassegnati con numeri 3036, 3041, 3448, ed uno senza targa, hanno circondato la comunità mentre persone in divisa mimetica e passamontagna si appostavano nel centro del villaggio.
 
"Erano circa 100 militari che sono arrivati alle 9 circa del mattino. Quando le donne sono venute ad avvisarci nei campi, siamo tornati nella comunità per vedere che cosa cercavano", ha spiegato Maximino Pérez Rodríguez, commisario ejidale del villaggio formato da 56 famiglie tzotziles.
 
"Ci hanno chiesto direttamente dov'era il campo di addestramento militare e dov'era il compagno Chema (José Manuel Hernández Martínez) ". Riferisce che i soldati hanno trattenuto per un'ora gli abitanti nel centro del villaggio. "Dicevamo loro che in questo villaggio l'unico campo che esiste è un campo di calcio, che non siamo narcotrafficanti, che non siamo gente armata, non siamo delinquentie, perchè non cercassero di intimorirci".
 
Dichiara che anche se i militari non hanno aggreito fisicamente nessun abitante né sono entrati nelle abitazioni, insistevano nel fare domande su persone armate nella zona, sul presunto campo di addestramento e sul fatto che dicessero loro chi erano le autorità. 
 
Chema, la persona di cui hanno chiesto i militari, dirigente dell'Organizzazione Contadina Emiliano Zapata, ha affermato da parte sua che "da mesi" non può lasciare il villaggio, perché "accusano me ed il mio compagno Ricardo Magdaleno di essere dirigenti dell'EPR; noi gli abbiamo detto che lottiamo, certo, ma sempre per vie pacifiche, bloccando strade, recuperando poderi, installando presidi, mai per la via armata".
 
Nel frattempo, a Santiago Pinotepa Nacional, Oaxaca, soldati del 47 Battaglione di Fanteria circondavano la colonia popolare della Ucidebac la notte di lunedì. I militari "sono arrivati prepotentemente su quattro camion saltando giù da questi, armati, come stessero per entrare in azione", racconta Librado Baños Rodríguez, dirigente della Ucidebac.
 
Riferisce che i soldati hanno perquisito i vestiti dei ragazzini che giocavano a calcio per strada e sono perfino entrati in case private per controllare "se avevano armi". "Ci hanno detto che eravamo dei delinquenti e (membri) della guerriglia e che ci avrebbero portato via".
 
Aggiunge che gli abitanti della colonia hanno protestato per il comportamento dei soldati e li hanno affrontati verbalmente fino a costringerli a lasciare l'insediamento. Poi riferisce che la mattina di martedì, circa 15 camion del 47 Battaglione di Fanteria "con soldati con giubbotti antiproiettile e lanciagranate" sono tornati nella colonia "ed hanno gironzolato" per ore "come volendo entrare", ma poi si sono ritirati senza interloquire con le persone dell'Ucidebac.
 
Da parte sua, il direttore della PIM, Erit Montúfar Mendoza, ha confermato l'operativo a Coyuca de Catalán, con l'obiettivo di arrestare Omar Solís Guerrero, comandante Ramiro dell'ERPI. Intervistato telefonicamente si è rifiutato di precisare quanti dei suoi subordinati hanno partecipato a questa azione e di dire se hanno preso parte elementi dell'Esercito Messicano, perché "non spetta a noi dire questo". 
 
Tuttavia, fonti della Procura Generale di Giustizia dello Stato hanno confermato che almeno 100 soldati del 40 Battaglione di Fanteria sono partiti dal capoluogo municipale di Coyuca de Catalano in direzione della comunità Chamacua de Michilena, dove lo scorso 25 agosto è stato fermato il presunto membro dell'ERPI Arturo Duque Alvarado.
 
Secondo gli informatori, gli operativi sono costanti da settimane "nelle regioni della Costa Grande e la Montaña, con la finalità di arrestare Omar Solís ed altri capi accusati di omicidio e sequestro". 
 
Intanto, 50 elementi della Polizia Federale Preventiva, dell'Agenzia Federale di Investigazione e della polizia preventiva di Guerrero hanno trasferito Arturo Duque alla Sottoprocura di Investigazioni Speciali per la Criminalità Organizzata a Città del Messico. 
 
Questo sabato, il presunto erpista - originario del villaggio Cacahuananche, municipio di Ajuchitlán del Progreso - era stato fermato da agenti della PIM e preventivi, dopo avergli sequestrato, secondo informazioni ufficiali, armi di grosso calibro ed uniformi militari. 
Duca Alvarado è stato portato nella capitale via terra.
 
Su informazioni di La Jornada Guerrero
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

domenica 26 agosto 2007

Fw: [ez:] Azione di intimidazione contro la giornalista Gloria Munoz Ramirez - La Jornada 26ago07


 
----- Original Message -----
To: EZLN-IT
Sent: Sunday, August 26, 2007 2:07 PM
Subject: [ez:] Azione di intimidazione contro la giornalista Gloria Munoz Ramirez - La Jornada 26ago07

– domenica 26 agosto 2007
 
Azione con risvolti di intimidazione: Gloria Muñoz
 

IRRUZIONE NELL'ABITAZIONE DI UNA GIORNALISTA DI LA JORNADA

 
Dalla Redazione
 
Irruzione nella casa della giornalista Gloria Muñoz Ramírez nel corso di questa settimana. Gli autori dell'illecito si sono portati via documenti, libri, giornali e tutto il suo materiale di lavoro, con un'azione che viene interpretata come un tentativo di intimidazione per il lavoro che svolge in Chiapas, dove ha coperto il conflitto zapatista dal 1994.
 
Non è la prima volta che la giornalista, autrice della colonna Los de Abajo subisce questo tipo di aggressioni. Ha subito minacce e spionaggio telefonico, così ccome l'intercettazione della sua posta elettronica ed il controllo su tutte le sue attività. 
Giovedì scorso, dopo aver coperto in Chiapas il secondo Incontro tra i Popoli Zapatisti ed i Popoli del Mondo, la Muñoz, al suo ritorno a Città dal Messico, ha trovato il suo appartamento completamente sottosopra.
 
"C'era un disordine molto scenografico ed intimidatorio", ha precisato dopo aver denunciato che i ladri hanno portato via documenti del suo archivio sul movimento zapatista, una scatola di fotografie personali, una valigia di libri, giornali, riviste e tutti i suoi strumenti di lavoro: computer, registratore, videocamera ed uno videoproiettore. 
 
Gli assalitori non hanno preso nessun oggetto di valore - del computer si sono presi solo il disco fisso - ma solo cose che potessero contenere informazioni.
 
Secondo la testimonianza di uno dei suoi vicini, mercoledì due uomini con capelli di taglio militare, sono usciti dall'edificio con due valigie che corrispondono ai rilevamenti riscontrati nella casa. Avevano le chiavi dell'edificio e probabilmente anche dell'appartamento della giornalista, perché la porta non è stata forzata. 
 
Gloria Muñoz ha richiamato l'attenzione sul fatto che questa aggressione avviene nel contesto dell'attuale repressione contro i movimenti indigeni e contadini che ha documentato. Tra questi c'è il recente sgombero nei Montes Azules, Chiapas. 
 
La giornalista ha dichiarato che dell'accaduto è stata sporta denuncia alle autorità giudiziali chi ieri hanno eseguito una prima perizia.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)


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venerdì 17 agosto 2007

Glossario zapatista


Giunta di Buon Governo.
Le Juntas de Buen Gobierno (JBG) nascono nel 2003 in corrispondenza con la nascita dei Caracoles. La JBG e´ l’ autorita´civile che amministra l’ intera regione compresa nei municipi che compongono il Caracol. La Junta di Oventik ha detto: “La junta non e´una separazione dallo stato messicano, ma e´l’ esercizio dei diritti dei popoli indigeni, diritti sanciti dagli Accordi di San Andres firmati dal governo messicano e l’ EZLN nel febbraio del 1996”. Le funzioni della JBG sono: equilibrare gli aiuti che arrivano ai municipi autonomi, organizzare, animare, consigliare, ricevere i visitanti. Inoltre gestisce la risoluzione dei problemi, l’ amministrazione della giustizia, la coordinazione, la comunicazione, tra municipi autonomi e tra municipi autonomi e municipi non autonomi. La JBG non riceve solo zapatisti, ma anche persone provenienti da comunita´non zapatiste. Questi spesso si rivolgono alle autorita´autonome per risolvere i propri problemi perche´a differenza delle autorita´ufficiali non chiedono soldi ed inoltre parlano la loro stessa lingua indigena. Per un indigeno e´difficile rivolgersi alle autorita´e alla giustizia ufficiali perche´non hanno i soldi per pagare gli avvocati ed inoltre non parlano lo spagnolo e quindi sono piu´facilmente ingannabili. La JBG inoltre ha l’ impegno di fare denunce pubbliche quando si verificano problemi verso le comunita´. La Junta deve “governare proponendo e non imponendo”. La Junta della Realidad ha detto: “Noi non comandiamo, siamo solamente rappresentanti del popolo. Noi diamo proposte al popolo. Se il popolo decide una cosa noi guardiamo come poterla realizzare”.
La Junta si impegna nella gestione delle spese per le feste zapatiste e degli spostamenti delle autorita´autonome. Controlla e registra i veicoli zapatisti che circolano sul suo territorio, ai quali rilascia un documento (calcomania). Per esempio nel Caracol de La Realidad c’ e´un trasporto zapatista nella tragitto da Las Margaritas a San Quintin sul quale lavorano anche altre compagnie di trasporti. Da alcuni mesi la JBG ha autorizzato 14 mototaxi (una specie di apini) per il trasporto urbano a Las Margaritas. Questi mototaxi danno un servizio ad un prezzo minore degli altri e spesso sono perseguitati dalle autorita´ del governo. Ci sono dei mezzi zapatisti che fanno il servizio con la frontiera col Guatemala. Ci sono dei servizi di trasporti su barca (lancha) su fiumi e lagune nelle zone della Selva Lacandona dove non ci sono strade. La JBG de La Realidad ha anche un camion da 18 tonnellate chiamato “Chompiras” che viene utilizzato per portare merci alle comunita´. Il Chompiras nell’ ottobre 2005 ha portato gli aiuti alle comunita´della zona Costa danneggiate dal passaggio dell’ uragano Stan. Queste comunita´furono le prime che ricevettero gli aiuti; negli altri posti gli aiuti del governo messicano arrivarono in ritardo e in modo disomogeneo a causa dei clientelismi. Inoltre nella primavera del 2006 il Chompiras ha trasportato da La Realidad al porto di Veracruz alcuni quintali di mais e di benzina da donare a delle comunita´cubane nell’ ottica della solidarieta´tra popoli in resistenza sancita dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona.
Le JBG fanno pagare una tassa alle imprese che svolgono dei lavori per il governo, come strade o linee elettriche, nei loro territori. La tassa e’ pari al 10% del costo dei lavori. Nel Caracol de La Garrucha questa imposta viene fatta pagare dai consigli municipali.
I membri della Junta non ricevono nessuno stipendio. Sono scelti all’ interno dei consigli municipali dei municipi autonomi che compongono il Caracol. La Junta de La Garrucha e´composta anche da membri della commissione agraria dei municipi. Per fare alcuni esempi, la JBG di Oventik e´composta da 21 membri (3 per ogni municipio), divisi in gruppi di 3 che ruotano con turni di una settimana e stanno in carica per 3 anni. A La Garrucha si ruotano ogni 10 giorni. A La Realidad i membri della Juntas stanno in carica per 3 anni. La prima Junta (agosto 2003- agosto 2006) era composta da 5 membri: 4 uomini e una donna. La junta attualmente in carica e´composta da 12 membri: 6 uomini e 6 donne, che sono divisi in due gruppi che ruotano ogni 15 giorni.
Esiste in ogni Caracol una Commissione di Vigilanza che, oltre a ricevere le persone che giungono al Caracol, ha principalmente il compito di vigilare se i membri delle Junta stanno compiendo bene il loro dovere. La Commissione di Vigilanza ha anche il compito di portare ai villaggi notizie su quello che sta facendo la Junta. La Junta fa un resoconto (informe) annuale alle comunita´nel quale elenca tutte le attivita´che ha svolto e tutte le singole spese che ha avuto.
Alcuni esempi
- La Garrucha: Il mais che eccede dalla produzione dei terreni collettivi viene immagazzinato per poterlo dare alle comunita´piu´povere quando ne hanno la necessita´. Hanno fatto una legge contro i “polleros” (coyote) che trasportano attraverso la selva le persone senza documenti provenienti dall frontiera col Guatemala.
- Roberto Barrios: La JBG ha consegnato un computer ad ogni municipio autonomo.
- La Realidad: La JBG ha spiegato che nel loro Caracol ci sono comunita´non zapatiste che appartengono ad altre organizzazioni. Alcune di queste si stanno facendo manovrare dal governo e stanno cercando di creare problemi. Inoltre la Junta ha denunciato una vicenda che sta avvenendo in questi giorni contro la comunita´zapatista “24 de Diciembre” che si trova nel Municipio Autonomo “San Pedro de Michoacan”. Questa comunita´era dovuta fuggire per nascondersi nella montagna nel febbraio 1995 durante l’ avanzata dell’ esercito messicano nella selva. Il 24 dicembre del 2005 30 famiglie sono scese dalla montagna e si sono insediate sui terreni “recuperati” nel ’94 al latifondista Absalon Castellanos formando la nuova comunita´. Dopo sette mesi gli abitanti della vicina comunita´di Nuevo Momon, organizzati nella Union Ejidos de la Selva (UES) e manovrati dal governo, hanno cominciato a minacciare di cacciarli dalle loro terre. Il 17 liglio 2007 17 persone di Nuevo Momon si sono presentati armati alla comunita´24 de Diciembre per intimarli ad andarsene. Da quel giorni e´stato allestito un campamento civile per la pace nel quale ci sono basi di appoggio zapatiste di altre comunita´che vigilano.

Municipi Autonomi

I Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti (MAREZ) sono nati ufficialmente il 19 dicembre del 1994. Gia´da alcuni anni le comunita´appartenenti all’ organizzazione zapatista si stavano organizzando e avevano nominato le loro autorita´. L’ autonomia e l’ autogoverno era la piu´importante tra le richieste che gli zapatisti resero pubbliche il 1° gennaio del 1994. Il governo riconobbe questo diritto firmando nel 1996 gli accordi di San Andres, ma non ha mai rispettato questi accordi. Anche se a Oventik hanno detto chiaro: “L’ autonomia non dipende da una concessione del malgoverno, ma deve nascere nelle stesse comunita´”.
I municipi autonomi sono amministrati dai Consejos Municipales. I rappresentanti del Consiglio sono eletti dalle assemblee delle comunita´che compongono il Municipio Autonomo. A Oventik hanno detto: “Nessuno si candida per fare l’ autorita´come avviene nel malgoverno. E´l’ assemblea che decide chi va a far parte del Consiglio Municipale”. I rappresentanti non ricevono uno stipendio, ma sono le comunita´che si impegnano per il loro mantenimento mentre svolgono il lavoro di autorita´. I giovani a partire dai 18 anni possono ricevere incarichi di autorita´sia nei consigli municipali che in altri organi.
Le funzioni dei consigli municipali sono: governare e amministrare la propria zona, rappresentare e difendere i villaggi, decidere sulla costruzione di opere come strade, amministrare la giustizia tra zapatisti all’ interno del Municipio. Annualmente il Consiglio fa un giro per le comunita´per parlare, consigliare e ascoltare quali sono i problemi e le necessita´.
Alla Realidad hanno spiegato i 7 criteri etici con cui i Consigli Municipali devono svolgere il loro lavoro:
1 “obbidire e non comandare”: “perche´l’ autorita´ e´solo un rappresentante del popolo al quale deve obbedire”.
2 “rappresentare e non sostituirsi”: “perche´non possiamo decidere per il popolo. Noi portiamo proposte, ma e´il popolo (nelle assemblee) che discute e decide.
3 “abbassare e non salire”: “perche´non ci sentiamo piu´grandi, ma uguali agli altri”.
4 “servire e non servirsi”: “non dobbiamo approfittare della nostra posizione, come fa il malgoverno, che vive del popolo”.
5 “convincere e non vincere”: “dobbiamo essere responsabili per convincere il popolo”.
6 “costruire e non distruggere”: “se il popolo vede che distruggiamo ci toglie”.
7 “proporre e non imporre”: “noi proponiamo al popolo, mentre il malgoverno e il capitalismo impongono”.
I Consigli Municipali nominano vari Comite´(commissioni) o Comisariados che svolgono lavori in campi specifici. Ogni Municipio si organizza in modo autonomo e quindi non sempre uguale agli altri. Le commissioni piu´comuni che si incontrano in quasi tutti i Municipi sono:
- registro: una specie di anagrafe.
- elettricita´: gestisce i problemi tecnici legati all’ energia elettrica. Non ha nessuna relazione con la Comissione Federale di Elettricita´(CFE) del governo. Inoltre gli zapatisti non pagano la corrente perche´dicono che e´un diritto di tutti e loro che sono poveri non possono pagarla.
- onore e giustizia: amministra la giustizia.
- agraria: gestisce problemi legati alla terra e quando hanno recuperato le terre nel ’94 si e´impegnata nella spartizione di queste.
- educazione e salute: sono due commissioni che vigilano sul buon funzionamento del sistema educativo e del sistema sanitario a livello municipale. Si incaricano di organizzare il cibo per i promotori di educazione e di salute, per gli alunni e il materiale didattico. Vigilano se i promotori lavorano bene e se continuano nella loro formazione.
Il tempo di durata di ogni commissione varia, ma di solito e´di tre anni.

Comunita´
All’ interno di ogni comunita´l’ assemblea nomina delle autorita´. Anche in questo caso il modo di organizzare le comunita´, con le autorita´e le commissioni, varia da luogo a luogo. C’ e´una commissione che vigila sul buon funzionamento dell’ eventuale scuola primaria o del consultorio medico e si incarica di organizzare il mantenimento per i promotori. C’ e´una commissione che gestisce i problemi legati alla terra. Uno o piu´agenti chiamati “Agentes del Pueblo” che sono incaricati di risolvere piccoli problemi di giustizia. Un Comisario che ha l’ incarico di vigilare sulla comunita´e di convocare le riunioni. Le autorita´non ricevono nessuno stipendio per il loro lavoro e stanno in carica per periodi che variano da comunita´a comunita´, ma non piu´di tre anni.

Giustizia
Prima del ’94, quando succedevano dei problemi legati alla giustizia, le autorita´delle comunita´portavano le due parti davanti alle autorita´del governo, presso il capoluogo del municipio (cabecera municipal). La giustizia era amministrata con clientelismo e la ragione la prendeva chi aveva piu´soldi per corrompere i giudici.
Gli zapatisti ribadiscono che la giustizia non deve essere una questione di soldi. Chi si rivolge alle autorita´autonome non deve pagare niente.
Nelle comunita´ci sono gli Agentes del Pueblo che sono incaricati di risolvere piccoli reati che avvengono nelle comunita´.
Per reati che coinvolgono comunita´diverse, per reati gravi come l’ omicidio o per reati che non riesce a risolvere l’ Agente del Pueblo, si passa il caso in mano alla Commisione di Onore e Giustizia del Municipio Autonomo composta da Agentes Municipales e un Juez (giudice).
Per casi che il Juez non riesce a risolvere, per casi che coinvolgono due Municipi Autonomi o per casi che riguardano zapatisti e non zapatisti, la giustizia e´amministrata dall Junta del Buon Governo. La Junta puo´avere relazioni con autorita´ufficiali quando un caso riguarda zapatisti con non zapatisti, ma mai lascia gestire nessun caso a queste autorita´.
Il metodo con cui viene amministrata la giustizia e´molto interessante. Cosi’ lo spiega un Agente del Pueblo di una comunita´appartenente al Caracol di Morelia: “Ci chiamano autorita, ma non siamo quelli che risolvono la giustizia. Sono le due parti che devono risolvere il problema. Noi siamo intermediari che mettono in comunicazione le due parti per farle parlare. Abbiamo un regolamento interno, ma non lo utilizziamo se le due parti si trovano d’ accordo tra loro”. Nel caso le due parti non trovano un accordo il caso passa alla Commissione di Onore e Giustizia a livello municipale che indaga e cerca testimoni per poter risolvere il problema. La Commissione, con a capo il Juez, deve risolvere i problemi secondo gli usi e i costumi della popolazione, senza discriminazioni di nessun tipo e senza ricevere soldi. A qualsiasi livello, dalle autorita´della comunita´, a quelle del municipio, alla Junta, sempre la prima cosa da fare e´cercare di mettere in relazione le due parti e fargli trovare un accordo. Se questo accordo non si trova allora si indaga e poi si da una punizione a chi e´stato considerato colpevole. La pena da scontare non ha uno scopo punitivo. Nel Caracol di Oventik hanno detto che a volte fanno pagare una piccola multa, ma negli altri Caracol non si punisce mai nessuno con una multa perche´i contadini indigeni sono poveri e non avrebbero i soldi per pagare. Nei Caracol ci sono delle stanze adibite a carcere, ma non sono utilizzate per far scontare la pena, ci vengono tenuti i colpevoli di reati gravi per qualche ora nell’ attesa che si decida la loro condanna. Quasi sempre chi e´ritenuto colpevole e´condannato ad espiare la propria pena lavorando nei lavori collettivi delle comunita´, per periodi che variano a seconda della gravita´del reato. I colpevoli di omicidio sono costretti a lavorare la terra della famiglia alla quale hanno apportato il danno. Gli zapatisti che non scontano la propria pena sono inizialmente “richiamati” e invitati a farlo. Se per una seconda volta si rifiutano vengono cacciati dall’ organizzazione.
Le autorita´zapatiste della zona Selva stanno riforestando i boschi che negli ultimi decenni erano stati distrutti dalle aziende che vendevano il legname e dai latifondi che avevano fatto pascoli per i propri allevamenti. Si e´proibito la distruzione dei boschi, gli incendi e il taglio degli alberi vecchi. E´vietato il traffico di legno pregiato. Sono proibite le coltivazione di OGM. E´vietata la semina di Mariuana, sia perche´ne e´vietato il consumo nelle comunita´, ma soprattutto perche´l’ esercito potrebbe sfruttare questa cosa come scusa per irrompere nelle comunita´.

Terra
La terra per gli indigeni ha un valore estremamente importante. Non e´solo il luogo materiale che da´ loro i prodotti agricoli per poter vivere. Nella loro cosmovisione gli indigeni Maya si considerano fatti di mais. Come ha detto un compagno di Morelia: “Il mais e´la nostra carne, le nostre ossa, la nostra vita. E´colui che ci muove, che ci fa stare in piedi, che ci rallegra, che ci fa sorridere”. Per questo la terra, dal quale nasce il mais, e´vista come la Madre: “I nostri antenati ci hanno lasciato in eredita´il modo con cui dobbiamo trattare la terra. La dobbiamo trattare come nostra madre. Per questo la trattiamo con rispetto e per questo dobbiamo difenderla”. Gli indigeni non concepiscono il concetto di proprieta´privata della terra. La terra appartiene a tutta la comunita´. Le terre di una comunita´sono lavorate una parte da ogni singola famiglia e un altra parte e´ lavorata collettivamente. Pero la proprieta´di tutte queste terre e´sempre della comunita´e tutte le decisioni che riguardano la gestione delle terre sono prese dall’ assemblea della comunita´.
Negli ultimi anni il governo messicano sta attuando delle politiche neoliberiste (riforma articolo 27 della costituzione, PROCEDE) che mirano a privatizzare le terre comunitarie, con l’ intento di indebolire le comunita´. Cosi´da parte dei grandi proprietari e delle multinazionali e´piu´facile comprare la terra al singolo contadino che dover convincere un intera comunita´. Un compagno di Roberto Barrios ha detto: “Dopo la riforma dell’ articolo 27 il governo ci voleva convincere a ripartire la terra e ci diceva che cosi’ saremmo stati i veri padroni di essa. Ma noi non la pensiamo cosi´, perche´ per noi indigeni la terra e´della comunita´e non di una sola persona”. Contro queste manovre dei governi che cercano di privatizzare le terre ai contadini per poterle piu´facilmente comprare un compagno di Morelia e´stato chiaro: “Non possiamo vendere la santa terra, come non possiamo vendere la madre. Chi vende la madre non ha spirito di vita”.
Gli zapatisti nel ’94 hanno recuperato molte terre ai latifondisti, soprattutto nella selva. Queste terre sono lavorate collettivamente.

Donne

La situazione delle donne nelle comunita´indigene e´sempre stata molto difficile a causa della miseria e della cultura maschilista che alberga in esse. La lotta zapatista ha sicuramente provocato una grossa rivoluzione dei costumi ed ora molte donne partecipano attivamente alla vita politica e sociale delle comunita´, anche se la strada da fare e´ancora lunga.
Le donne che hanno parlato hanno raccontato che prima di entrare nell’ organizzazione zapatista non contavano niente nelle comunita´. Erano considerate utili solo per le faccende di casa e per fare figli. Erano picchiate da padri e fratelli, erano sposate a forza anche a 12 o 13 anni. Nelle poche comunita´che avevano una scuola si lasciavano studiare solo i ragazzi e quasi mai le ragazze. La vita era molto dura (e lo e´tuttora), con la sveglia prima dell’ alba per preparare le tortillas e il cibo per il marito, aiutavano il marito nel lavoro nei campi, caricavano acqua e legna, sempre con i figli piccoli sulle spalle. Non avevano il tempo, ne´il permesso, di dedicarsi al riposo o al divertimento. Quelle che lavoravano nei latifondi raccontano che non venivano pagate con soldi, ma con un po di cibo. Le donne non potevano partecipare alle assemblee ne´tantomeno ricevere degli incarichi nelle comunita´.
Con l’ ingresso dell’ organizzazione zapatista nelle comunita´la situazione per loro e´cominciata lentamente a migliorare. Anche se questo processo si e´scontrato con la cultura maschilista che ancora non e´del tutto estirpata. Alune hanno raccontato che all’ inizio le donne che andavano a fare riunioni e uscivano sole dalla comunita´erano viste male e cosiderate di cattivi costumi. Con l’ organizzazione molte hanno imparato a leggere e a scrivere e a conoscere meglio la loro situazione e quella delle loro comunita´. Impararono a fare i lavori in collettivo e iniziarono a organizzarsi tra donne e a fare riunioni.
Il 1° gennaio del ’94 i loro mariti e fratelli scesero nelle citta´per dichiarare guerra al malgoverno. Alcune donne basi di appoggio andarono con loro. Ma la maggior parte rimasero a custodire le comunita´e si dedicarono alla protezione e all’ utilizzo degli apparati di radiocomunicazione.
Nei mesi seguenti l’ esercito messicano comincio´ad avanzare verso le comunita´distruggendo campi coltivati e progetti di lavori collettivi. Furono le donne che avanzarono questa avanzata in prima persona. Dopo il tradimento del governo di Zedillo nel febbraio del ’95 furono le donne che scesero in strada per protestare, fare blocchi, e affrontarono l’ esercito che entrava nelle loro comunita´con la scusa di portare aiuti, aiuti che le comunita´zapatiste non hanno mai accettato.
Dopo 14 anni di lotta la situazione delle donne nelle comunita´zapatiste e´cambiata molto. In questo ha influito molto anche l’ approvazione nel ’93 della legge rivoluzionaria delle donne. Adesso partecipano alle assemblee e c’ e´la presenza femminile in tutti i livelli delle autorita´, dalle commissioni, ai consigli municipali, alle JBG; ci sono donne promotrici della salute e dell’ educazione. Soprattutto hanno cominciato a prendere coscienza dei loro diritti. Nelle comunita´zapatiste e´vietato il consumo di alcool, si racconta che e´stato su richiesta delle donne; quindi ora gli uomini non si ubriacano piu´come facevano prima e grazie a questo sono diminuiti di molto i maltrattamenti nei confronti delle donne. Molte si sono unite in collettivi dove svolgono lavori di gruppo in progetti come la coltivazione di ortaggi, la produzione di pane, la tessitura e il ricamo. Negli altos sono sorte delle cooperative di donne tessitrici. Ha raccontato una compagna di Morelia sui collettivi di donne che “le nostre riunioni non sono solamente delle chiacchierate, altrimenti ci annoiamo, ma giochiamo a basket o cantiamo o inventiamo canzoni”.
Ci sono alcuni uomini che quando la moglie va fuori per dei lavori per l’organizzazione, hanno cominciato ad accudire i figli o a fare le faccende di casa. Diceva una compagna di Oventik che molti uomini, ma anche delle donne, le guardano male quando escono per fare dei lavori. “Ma noi non ci facciamo caso perche´sappiamo che siamo nella lotta”. Alcuni uomini hanno cominciato ad aiutare le mogli nelle faccende domestiche, anche se “gli costa molto fare i lavori di casa perche´non sono abituati”. Pero’ “per fare le tortillas glielo diciamo chiaramente, che sono pochissimi gli uomini che le sanno fare”. Pero’ la situazione non e’ cosi’ bella in tutte le famiglia zapatiste. In molti casi ancora gli uomini non permettono alle mogli di parteciapre alle riunioni e ai lavori per l’ organizzazione. In questo caso le donne del villaggio vanno a parlare col marito per convincerlo a lasciare libera la moglie. Quando una donna sta fuori dei giorni le donne del suo villaggio aiutano il marito nell’ accudire i figli, nel lavare i vestiti etc… Ha detto una compagna di Morelia che se quando una donna sta fuori e suo marito non e´d’accordo o non vuole accudire i figli: “noi donne del villaggio andiamo a badare i figli e a badare suo marito…”.

Salute

Prima che organizzassero il sistema sanitario autonomo le condizioni della salute nelle comunita’ indigene erano molto critiche. Non esisteva quasi nessuna struttura del governo che attendesse i malati nelle zone rurali. Agli ospedali gli indigeni non andavano perche’ non avevano i soldi per pagare il servizio oppure vivevano distanti ore di cammino e spesso morivano nel tragitto. La gente moriva per malattie curabili come parassiti, bronchiti e per denutrizione. Molte donne morivano nel parto. Alcuni morivano per piccole ferite che non sapevano curare. Le uniche medicine utilizzate erano le erbe.
I promotori del Caracol de La Realidad hanno raccontato che i loro nonni che lavoravano nei latifondi erano costretti a pagare con giornate di lavoro le medicine comprate nel negozio del padrone. Quando sono scappati dai latifondi e sono migrati nella selva hanno incontrato nuove malattie che non sapevano come curare. Ci sono state delle epidemie e i piu’ colpiti erano i bambini che morivano numerosi.
Dopo il ’94 le comunita’ hanno cominciato a scegliere delle persone al loro interno che si dedicassero al servizio della salute ed hanno cominciato a riscattare le conoscenze che avevano gli anziani su questo tema.
Nella tradizione indigena ci sono tre tipi di persone che si dedicano ad attivita’ mediche: coloro che curano con le erbe, gli hueseros (curano le fratture), e le parteras (che attendono i parti). La medicina tradizionale e’ praticata con l’ utilizzo delle erbe, ma e’ intesa molto sul piano religioso, percio’ per curare una persona si praticano preghiere, si usano candele e incenso. Nelle comunita’ ancora si utilizza molto la medicina tradizionale, anche se i promotori di salute hanno appreso e stanno praticatndo un tipo di medicina di stampo occidentale. Un contributo molto importante per la formazione dei promotori e’ venuto da medici solidali.
I promotori della salute sono quindi le persone che hanno ricevuto un minimo di formazione in materia di salute. Il loro compito e’ quello di attendere e curare i malati ed anche quello di girare nelle comunita´per coscientizzare la gente sulla prevenzione e sull’ igiene. Un promotore di Morelia ha detto: “non siamo dottori, siamo i responsabili di insegnare e promuovere come si deve prevenire le malattie”. Il promotore non riceve uno stipendio per il proprio lavoro, ma sono le comunita´dove svolge il servizio che pensano al suo sostentamento.
Tutti hanno detto che il modo migliore per combattere le malattie e´la prevenzione. In molte comunita´i promotori stanno girando casa per casa per spiegare alle famiglie l’ importanza dell’ igiene. Come ha detto un promotore di Morelia: “la nostra arma principale di slaute e’ la prevenzione”.
Il lavoro di coscientizzare la gente sull’ igiene avviene su tre livelli:
- igiene personale: lavarsi tutti i giorni, lavarsi le mani prima di mangiare e dopo essere stati al bagno.
- igiene familiare: conservare gli alimenti in contenitori chiusi, cuocere bene gli alimenti, bollire l’ acqua da bere.
- igiene comunitaria: non accumulare immondizia nella comunita’, tenere gli animali fuori della comunita’.
Inoltre i promotori insegnano come variare la dieta con verdure che contengono sostanze nutritive, perche’ la povera e poco varia dieta degli indigeni provoca spesso casi di denutrizione, soprattutto nei bambini.
I promotori in molti luoghi stanno facendo campagne di vaccinazione rivolte ai bambini e alle ragazze incinta.
Un nuovo aspetto del sistema sanitario, che prima non esisteva, e’ l’ attenzione alla salute sessuale delle donne. Le promotrici che lavorano in questo ambito stanno dando consulenze alle donne su questi temi, gli parlano dei metodi contraccettivi, fanno controlli prenatali, ricoverano le donne che non stanno bene prima del parto.
Sono stati costruiti vari ebolari, cioe’ delle farmacie dove si producono e si vendono medicine fatte con le erbe. Per questi lavori molti promotori hanno girato per le comunita’ per parlare con gli anziani e farsi insegnare le loro conoscenze in materia. Le medicine con le erbe sono molto usate soprattutto perche’ le medicine normali sono care e gli indigeni non hanno i soldi per comprarle. Mentre le erbe, come ha detto un promotore di Roberto Barrios: “ce le regala la nostra madre terra”.
Le conoscenze e i mezzi che hanno a disposizione i promotori non sono sufficienti per curare tutte le malattie. In questi casi il promotore accompagna il malato in un ospedale ufficiale. Qua gli indigeni sono spesso discriminati e male attesi perche’ non hanno soldi, non parlano lo spagnolo e per il razzismo che c’ e’ spesso nei loro confronti. La presenza del promotore aiuta il paziente perche’ lui conosce la lingua per parlare con i dottori e ha un minimo di conoscenza per poter spiegare la malattia e capire se il dottore la sta curando seriamente.
Alcuni promotori che lavorano nella clinica di Oventik e di San jose’ del Rio si stanno capacitando per fare operazioni semplici di chirurgia. Alcuni sono gia’ in grado di fare piccole operazioni come ad esempio le appendiciti. In queste cliniche funzionano gia’ laboratori di analisi, dentistici ed ottici.
Il servizio sanitario autonomo attende chiunque, non solo gli zapatisti. Le medicine, se sono state donate alla clinica non le fanno pagare al paziente, altrimenti gli fanno pagare il prezzo a cui le hanno comprate.
Ci sono delle ambulanze nel Caracol di Oventik, La Realidad e La Garrucha, anche in questo caso si chiede ai pazienti di dare dei soldi per la benzina.
Il servizio sanitario autonomo e’ gratuito per quanto riguarda il servizio e la manodopera data dai promotori, ma sono costretti a fa pagare le medicine e i materiali perche’ non hanno soldi per poter dare questi servizi gratuiti.
- Oventik
Nel Caracol ogni municipio ha una clinica. Nella maggior parte delle comunita´ci sono casas de salud (consultori) e microcliniche.
Nella sede del Caracol si incontra la clinica “La Guadalupana” che e´la piu´attrezzata di tutto il territorio zapatista. C’ e´un laboratorio di analisi cliniche. Un laboratorio di ottica dove si producono anche lenti per occhiali. Un erbolario dove si producono e distribuiscono medicine fatte con le erbe. Un reparto dedicato alla salute sessuale delle donne dove si fanno consulenze, si attendono le partorienti e le donne incinta, si distribuiscono pillole e preservativi. C’ e´ anche un reparto di chirurgia dove si fanno piccole operazioni, soprattutto su ferite provocate da incidenti. Due volte a settimana si fanno operazioni di “media” chirurgia con l’ aiuto di un medico professionista.
Le malattie maggiormente riscontrate nel Caracol sono: denutrizione, diarrea, malattie respiratori, della pelle, postparto (molte donne muoiono dopo il parto perche´sono denutrite), tubercolosi.
Stanno portando avanti un sistema di vaccinazioni che fino ad ora ha coinvolto il 60% della popolazione.
Ci sono alcuni promotores “avanzados” (con una formazione maggiore), ma hanno detto che nel Caracol avrebbero bisogno di una vera scuola per promotori.
- Morelia
Nel Caracol di Morelia i promotori stanno facendo un lavoro soprattutto di prevenzione. Oltre a parlare alle famiglie sull’ importanza dell’ igiene, danno una consulenza su come costruire latrine per ogni famiglia e stufe (focolari) con la canna fumaria. Perche´nelle comunita´indigene non ci sono latrine, la gente di solito fa i propri bisogni nel bosco e questo crea dei problemi igienici. Inoltre le capanne non hanno canna fumaria e le donne respirano per tutto il giorno il fumo del focolare, provocando gravi danni alle vie respiratorie, come bronchiti croniche.
Si sta portando avanti una campagna di vaccinazioni su bambini e ragazze in eta´fertile.
I promotori distribuiscono nelle comunita´due volte all’ anno delle cure antiparasitarie ed una volta all’ anno vitamine.
Si stanno specializzando su dentista, ginecologia ed ottica.
- La Garrucha
Dopo il ’94 cominciarono ad arrivare delle ONG e dei medici solidali che portarono medicine, vaccini e cominciarono a dare un po di formazione ai primi promotori che erano stati scelti dalle comunita´. Le ONG portarono anche i primi finanziamenti utilizzati per la cotruzione della clinica situata nel Caracol.
Nella clinica si registrano mediamente 260 consulte al mese, tra cui 2 hanno bisogno di essere portati all’ ospedale. Nella clinica si trovano reparti di ginecologia, dentista, farmacia, laboratorio di analisi, consultorio e una stanza per ricoveri.
Nei Municipi si stanno costruendo delle cliniche.
Nel Caracol funzionano 3 mezzi di trasporto che danno servizio di ambulanza. Questi riescono a coprire solo 1/4 dela zona, perche´il territorio e´molto grande, le strade sono quasi impraticabili e molte comunita´ non sono raggiunte dalla strada. I mezzi zapatisti sono gli unici che danno servizio in questa zona della selva perche´non c’ é nessun mezzo del governo per trasportare i malati agli ospedali.
Le malattie maggiormente riscontrate sono: parassiti, vie respiratorie, tubercolosi polmonari, infezioni urinarie, infezioni della pelle, anemie, denutrizione, complicazioni di parto, ferite da taglio e incidenti di lavoro, problemi muscolari, paludismo.
La struttura del sistema sanitario autonomo e´composta da: promotori, capacitadores (promotori avanzati che fromano i nuovi promotori), Consejo de Salud municipal (vigila sul funzionamento del sistema sanitario nel municipio e decide e gestisce la costruzione di nuove cliniche), Coordinadora de salud de Zona.
I dati:
172 comunita´che partecipano al progetto della salute autonoma
245 promotori
47 promotrici della salute riproduttiva (ostetriche)
8 formatori di promotori
7 formatrici della salute riproduttiva
103 casas de salud (consultori)
1120 consulte al mese
13440 consulte all’ anno
3 centri di refrigerazione per vaccini
Ci sono promotrici di salute riproduttiva per le donne che attendono i parti, parlano alle donne di pianificazione familiare, danno anticoncezionali ormonali. Queste promotrici hanno appreso molto dalle parteras delle comunita´.
Ci sono medici e infermieri solidali che aiutano.
Hanno detto infine che il sistema sanitario autonomo ha bisogno di soldi per formare le promotrici della salute riproduttiva, per medicine, per comprare mezzi di comunicazione per tenere in contatto le cliniche (in questa zona non funziona il telefono), per magazzini dove accatastare medicine per le comunita´isolate, per mantenere le ambulanze.
- Roberto Barrios
Nel Caracol funzionano:
4 cliniche
10 commissioni di salute
18 formatori
188 promotori.
Il 90% dei casi e´risolto dai promotori. Il 10% ha bisogno dell’ intervento di formatori o dottori. Per i casi piu´gravi si portano i pazienti alla clinica di Oventik o alla clinica di San Carlos delle suore di Altamirano.
Nella clinica del Caracol c’ e´un laboratorio dentistico dove si fanno protesi dentali, anche ai non zapatisti.
Si tiene ancora molto in considerazione i metodi di cura dei curanderos (medici tradizionali).
Ci sono 13 promotori esperti nella cura con le erbe.
Alcuni formatori da due anni stanno prendendo una capacitazione da una psicologa per un lavoro di salute mentale. Questo progetto e´rivolto alle comunita´che in questi anni hanno ricevuto minacce e attacchi da parte dei paramilitari, e per questo vi si incontrano persone con traumi psicologici.
- La Realidad
Nel Caracol lavorano 110 promotori di cui 51 sono a un livello piu´avanzato e 59 sono nuovi promotori. La maggioranza sono uomini.
Nella comunita´di San Jose´del Rio (Municipio di San Pedro de Michoacan) si incontra la piu´grande clinica del Caracol, la seconda in tutto il territorio zapatista. Si e´iniziata a costruire nel ’97 con finanziamenti di ONG e la manodopera delle basi di appoggio. Oltre al consultorio vi si trova un laboratoriuo dentistico che ancora non funziona perche´non c’ e´personale capacitato, un laboratorio di analisi per cui si e´iniziato a preparare dei promotori dal 2000 e adesso vi si fanno 62 tipi di analisi. C’ e´una sala di chirurgia dove lavorano promotori che dal 2004 si sono formati in infermeria chirurgica. Fino ad ora sono stati operati piu´di 50 pazienti di chirurgia inferiore. 2 promotori si stanno capacitando sugli ultrasuoni.
Dal 2002 si e´iniziata la capacitazione di hueseros e parteras con l’ aiuto degli anziani delle comunita´.
Nella comunita´de La Realidad e´stato costruito nel 2005 un erbolario: dal 2000 al 2002 sono stati capacitati 17 promotori nella cura con le erbe, e dal 2002 al 2004 altri 70, la maggior parte donne.
Nel Municipio Autonomo Libertad de los Pueblos Mayas c’ e´una clinica nella comunita´di Santa Rosa.
Nel Municipio Autonomo Tierra y Libertad ci sono due cliniche, a Jerusalem e a Vergel che pero´ancora non sono equipaggiate per poter funzionare.
Nel Municipio General Emiliano Zapata si e´costruita una clinica, ma ancora non e´equipaggiata.
Si vorrebbe costruire una clinica nella zona Costa, ma non ci sono i soldi.

Educazione

Prima del ’94 nelle zone rurali del Chiapas c’ erano poche scuole del governo. Non tutti i bambini indigeni potevano accedere all’ educazione, e molti erano costretti a camminare anche ore per raggiungere la scuola piu´vicina. Le lezioni erano in lingua spagnola, mentre la maggior parte dei bambini parla solo la linguia indigena. I programmi ministeriali non tenevano in nessuna considerazione la cultura e la cosmovisione indigena, e molte delle cose insegnate non avevano nessuna utilita´per la vita degli indigeni. Come ha detto un promotore de La Garrucha: “La scuola del governo cancella la nostra lingua e ci fa vergognare della nostra cultura. La scuola del governo ci prepara solo per andare a essere sfruttati nelle fabbriche delle citta´”.
Per gli indigeni che andavano a studiare nell scuole delle citta´il trauma era ancora maggiore perche´dovevano vestirsi con l’ uniforme della scuola: le ragazze oltre a non poter indossare i vestiti tradizionali dovevano mettersi delle gonne corte, alle quali non erano abituate.
I maestri che venivano mandati nelle scuole rurali spesso erano poco preparati. Molti promotori hanno raccontato che dei maestri maltrattavano i bambini e li picchiavano per punirli. I maestri riscuotevano in base al numero di alunni che avevano nelle classi e in base a quanti ne passavano. Cosi’ facevano classi numerose dove mettevano anche bambini piccoli e alla fine dell’ anno passavano tutti: molti bambini che non parlavano lo spagnolo finivano l’ anno senza aver capito nemmeno una parola di quello che aveva detto il maestro. Capitava che il maestro facesse lezioni solo per 2 o 3 giorni a settimana, a volte faceva l’ appello e se ne andava, a volte arrivava ubriaco. Un promotore di Morelia in riferimento al sistema educativo del governo ha detto: “a loro conviene che noi indigeni restiamo ignoranti”.
Il 1° gennaio del ’94 gli zapatisti dichiararono guerra al malgoverno e tra le varie necessita´che richiedevano c’ era il diritto all’ educazione. Un promotore di Morelia ha risposto con una battuta: “invece di mandarci i maestri il governo invio´i soldati nelle nostre comunita´”.
Dal ’94 in poi in ogni zona del territorio zapatista si cominciano a nominare delle persone nelle comunita´che si preparassero per essere i futuri maestri. Questo processo e´avvenuto in ogni zona con tempi e modi differenti: e´stato molto utile il contributo di studenti universitari messicani, alcune ONG e le conoscenze degli anziani delle comunita´. Alcuni promotori hanno parlato del contributo degli studenti messicani, ringraziandoli ed evidenziando la grande importanza della loro partecipazione, pero´hanno fatto notare che anche i loro insegnamenti non tenevano conto della cultura indigena.
In questi ultimi anni sono gia´uscite delle generazioni di promotori che adesso sono formatori che preparano nuovi promotori; quindi a tutti i livelli dell’ educazione autonoma i programmi e i metodi di insegnamento sono decisi dagli indigeni e si basano sulla loro cosmovisione e sulle loro tradizioni.
Il sistema educativo autonomo deve rispondere alle necessita´dei popoli indigeni. “Non e´importante imparare a mente i nomi delle piante o delle capitali, ci vuole una conoscenza pratica che rifletta sul mondo”. “L’ educazione deve servire a sviluppare il ragionamento dei bambini per capire quello che succede nella comunita´e nel mondo”. “Vogliamo insegnare la storia vera, che rafforzi la nostra cultura; insegnamo a lavorare in collettivo, la disciplina, qualche tecnica di lavoro, l’ uguaglianza tra l’ uomo e la donna. Insegnamo ad amare il lavoro e non il denaro. Ad amare la vita e la nostra madre natura”. Nell’ insegnamento non si separa il lavoro manuale da quello intellettuale.
“I bambini devono divertirsi mentre imparano”. Si insegna ai bambini a fare le attivita´in gruppo: “insegnamo loro a condividere e non a competere”.
Cosi´un promotore di Roberto Barrios racconta i primi tempi del progetto educativo: “Inizialmente facevamo le lezioni in case prestate o sotto gli alberi. Poi i genitori hanno capito l’ importanza dell’ educazione ed hanno cominciato a costruire le scuole nelle comunita´. I bambini erano allegri e non avevano paura perche´i promotori erano delle loro stesse comunita´. Diamo loro l’ opportunita´di inventare giochi, canzoni, disegni. Insegnamo i balli regionali, facciamo escursioni, interviste con gli anziani. “Il bambino deve essere un soggetto e non un robot come nei programmi ufficiali”.
All’ educazione partecipano anche i familiari dei bambini, ad esempio fanno dei piccoli orti dove spiegano ai bambini come lavorare la terra oppure gli anziani raccontano la storia della comunita´o le leggende della tradizione. “La cultura non e´solo quella dei libri. Anche la danza, le feste, il pensare la madre natura, organizzarsi, sorridere, il modo di curarsi, lo sport sono cultura”.
I promotori svolgono le lezioni ponendosi sullo stesso piano degli alunni. Il loro motto e´: “Insegnare apprendendo” “Educare producendo”. Un promotore di Oventik ha detto che: “Il promotore non deve insegnare ad avere paura”. Alla domanda su cosa significhi questa affermazione ha risposto: “Non bisogna mai dire bugie ai bambini. Bisogna ascoltare i loro sentimenti. Il promotore non deve avere una cattedra. Non bisogna far credere ai bambini che il maestro e´quello che sa tutto”.
A differenza delle scuole ufficiali, in quelle autonome non sono giudicati solo gli alunni, ma anche i promotori. I genitori fanno delle riunioni con i promotori e la commissione dell’ educazione dove si parla del funzionamento della scuola e dell’ andamento delle lezioni. Se i genitori ritengono che un promotore non svolga bene il suo lavoro possono chiedere di cambiarlo.
I promotori non ricevono uno stipendio per il loro servizio, ma sono mantenuti dalle comunita´nelle quali lavorano. In ogni comunita´e per ogni municipio ci sono delle commissioni dell’ educazione che hanno il compito di vigilare sul lavoro dei promotori e di gestire le spese e la logistica per mantenere i promotori, per costruire scuole o per il materiale didatttico.
Ogni Caracol ha propri piani di studio, comunque in generale sono 4 le aree di insegnamento comuni a tutti: lingua, storia, matematica, vita nell’ ambiente.
- Lingua: Si insegna a leggere e a scrivere, sia la lingua indigena che lo spagnolo. In alcuni posti come a La Realidad si sta recuperando la lingua indigena che negli ultimi anni stava scomparendo ed era parlata solo dagli anziani. Si insegnano l’ ortografia, racconti e leggende.
- Storia: L’ insegnamento della storia e´ considerato molto importante e non deve essere estraneo alla lotta per migliorare le condizioni di vita. Nei programmi ufficiali si comincia a raccontare la storia a partire dalla Conquista e non si parla dei popoli indigeni. Nell’ educazione autonoma si insegna quella che loro chiamano la “vera storia”. Si invitano gli anziani a raccontare la storia della comunita´, di quando erano sfruttati nei latifondi, delle lotte dei villaggi. Si studiano i piu´famosi lottatori sociali del mondo e le lotte che ci sono nel mondo. “Si studia la dominazione che subiamo dall’ alto, per capire chi sono gli sfruttati e chi sono gli sfruttatori”. Si studia la situazione sociale, economica, politica e culturale del Messico, ma anche delle comunita´o dei Municipi Autonomi.
- Matematica: si insegna a fare le 4 operazioni. E’ utile per non essere ingannati durante le compra-vendite. Per questo si insegna anche quali sono i prezzi medi dei vari prodotti che si trovano a vendere. Si insegnano i modi con cui contavano o misuravano gli anziani e gli antenati (ad esempio braccia, piedi etc..).
- Vita nell’ ambiente: Si insegna la pratica dell’ agricoltura (mentre il governo insegna solo la teoria) e si valorizza il lavoro dei campi. Si insegna l’ utilizzo e la conservazione della natura. Con la collaborazione dei promotori di salute si insegna l’ igiene personale.
I metodi di valutazione degli alunni variano in ogni Caracol (in alcuni non si valutano i ragazzi con i voti).
In alcuni Caracol vengono rilasciati dei titoli (attestati). A Morelia hanno fatto degli attestati, disegnati da loro, per rispondere simbolicamente al governo che non riconosce il sistema educativo autonomo. Un promotore di Oventik a cui e´stato fatto notare che gli attestati conseguiti nelle scuole zapatiste non sono riconosciuti dal governo ha risposto un po’ irritato: “Non c’ e´bisogno che riconoscano i nostri attestati, per essere degli uomini intelligenti!”.
A La Realidad hanno raccontato che in alcuni casi dei genitori non zapatisti hanno chiesto di iscrivere i loro figli nella scuola autonoma. In questo caso si fa un’ assemblea tra tutti i genitori per decidere e si spiega alla famiglia non zapatista degli accordi che ci sono per mantenere il promotore.
- Oventik
Si inizio´la formazione dei primi promotori nel centro di Pohlo´dal quale ne uscirono prima 7 e poi 40. Nel ’98 inizia un corso per formare i promotori della secondaria che dura 1 anno e 8 mesi.
Il 10 aprile 2000 apre la scuola ESRAZ (Escuela Secundaria Rebelde Autonoma Zapatista) situata nella sede del Caracol. Nei primi tre mesi si cerca di portare tutti gli alunni allo stesso livello. Il 4 settembre 2000 iniziano ufficialmente le lezioni, con 100 alunni. Dopo 3 anni (nel 2003) esce la prima generazione di diplomati. I temi trattati nella scuola sono: lingua, matematica, scienze sociali, educazione politica (ne manca uno). Le lezioni si svolgono dal lunedi al venerdi dalle 9 alle 14, dai primi di settembre al 15 luglio. I ragazzi vivono nella scuola e tornano a casa periodicamente, soprattutto in base al calendario agricolo, per aiutare la famiglia nel lavoro nei campi e per condividere con la comunita´le cose imparate.
Nell’ agosto del 2003 dopo la nascita della JBG si e´deciso di unificare i programmi delle scuole del Caracol.
Nel Caracol si incontrano:
62 scuole primarie
1 scuola secondaria
243 promotori
3392 alunni dai 6 ai 17 anni.
- Morelia
Dopo il ’94 le comunita´cominciarono a nominare delle persone per fare i promotori. Nel ’99 si fanno degli incontri per preparare dei materiali didattici e si decide su come formare i promotori. Nascono le commissioni dell’ educazione a livello locale e di zona. In questo periodo il governo comincia a dare borse di studio e le colazioni agli alunni delle scuole ufficiali. Nel novembre ’99 c’ e´un incontro tra promotori e studenti dell’ UNAM. Il 19 e 20 dicembre del ’99 c’ e´un incontro tra promotori di 3 aguascalientes e studenti messicani. Nel 2000 delle commissioni cominciano a fare il giro delle comunita´per spiegare l’ importanza dell’ educazione. Alcune di queste commissioni sono sequestrate dai paramilitari. A meta´del 2000 si fanno degli incontri con gli anziani che raccontano le loro storie e le loro conoscenze. Vengono registrati in audio e poi con questo materiale e´stato scritto un libro di storia.
Scuole primarie: Fanno lezioni 3 volte a settimana. Ci sono 3 livelli: chi deve imparare a leggere e a scrivere (verde), chi ha qualche conoscenza (bianco), chi sa leggere e scrivere (rosso). Le valutazioni che danno sono: (MB) molto buono, (B) buono, (R) regolare, (M) male. Anche se hanno precisato che loro non danno mai l’ ultimo voto. Alla fine dell’ anno fanno un esame che e´pubblico, con la presenza delle persone della comunita´.
Scuole secondarie: Nel 2003 si fece un corso di un anno rivolto a persone scelte in ogni Municipio. L’ anno dopo fu fatta una scuola secondaria in ogni Municipio. Si fanno lezioni per 30 giorni senza interruzioni e poi ci si ferma per 15 giorni, nei quali gli alunni tornano nelle loro comunita´. Si insegnano 11 materie tra cui: lingua, matematica, politica, storia, sport, salute, geografia, arte, cultura. Ogni anno, il 30 settembre, ci sono degli incontri tra le scuole per condividere le esperienze. Ogni mese si fa un esame, meta´scritto e meta´orale. Nelle scuole i ragazzi svolgono dei lavori collettivi che servono per comprare il cibo e il materiale didattico: semina di mais e fagioli, allevamenti di galline o ovini, apicoltura, silvicoltura, produzione di pane, ricamo. Quelli usciti dalla secondaria nella prima e seconda generazione di studi adesso lavorano come autorita´. Nel Caracol ora ci sono 10 scuole secondarie e 1 scuola secondaria tecnica.
- La Garrucha
Nella comunita´de La Culebra (Municipio autonomo Ricardo Flores Magon) c’ e´un centro di formazione per promotori. I promotori ci vanno 4 volte l’ anno per periodi di 15 giorni. Nel sistema educativo del Caracol non si danno valutazioni.
- Roberto Barrios
I corsi ´per promotori durano 6 mesi nei quali si studia per 20 giorni e ci si riposa per 10. Nei primi tempi i promotori subivano le angherie della policia judicial che li fermava ai posti di blocco e sequestrava i loro appunti. Per questo erano cotretti a spostarsi passando per i sentieri nei boschi.
Nel Caracol c’ e´un Centro C ultural de Educacion Tecnologica Autonomo Zapatista (CCETAZ). Gli obbiettivi della scuola sono: “lo studente deve saper utilizzare le risorse naturali del territorio. Deve portare avanti la lotta. Non si deve separare il lavoro manuale da quello intellettuale”.
- La Realidad
Nel ’96 inizia la prima formazione di promotori. Ci sono 2 centri di capacitazione, uno di questi, nella zona Costa, e´stato pero’ distrutto nel 2005 dal passaggio dell’ uragano Stan.
Nella struttura del sistema educativo autonomo ci sono i promotori, i comitati locali, e i coordinatori municipali. Ci sono:
4 coordinatori municipali (uno per ogni Municipio)
23 formatori
81 promotori
1802 alunni
Nel sistema educativo di questi Caracol non si rilasciano attestati.

mercoledì 15 agosto 2007

Nella notte del 13 agosto finalmente liberi i quattro compagni catalani detenuti a Oaxaca


*En la noche de este lunes día 13 de agosto han sido puestos en libertad Ariadna, Laia, Nuria y Ramón por parte del Instituto Nacional de Migración. Se encuentran muy bien y animados y satisfechos de todas muestras de apoyo y solidaridad que han recibido. Sigue pendiente la denuncia presentada contra el Secretario de Gobernación y la Comisionada del Instituto Nacional de Migración por abuso de autoridad que presentaron en México.*

*
Hasta pronto. Saludos y suerte.
*

*EFE 3 - 14/08/2007 3:05:00 - MÉXICO-ESPAÑA(ampliación)*

*Autoridades ponen en libertad a cuatro españoles detenidos en México*

México, 13 ago (EFE).- Las autoridades mexicanas liberaron hoy a los cuatro españoles detenidos hace ocho días en el estado de Oaxaca, en el sur del país y que permanecían arrestados en Ciudad de México, según fuentes oficiales.

El Instituto Nacional de Migración (INM) informó en un comunicado de la puesta en libertad de los españoles, originarios de Cataluña (noreste de España) y que salieron de la estación migratoria de Iztapalapa, en el oriente de la capital mexicana, donde estaban bajo custodia.

Los catalanes fueron detenidos el pasado día 5 de agosto por la policía de Oaxaca por acusados de haber cometido supuestamente una falta administrativa de escadalizar con gritos en la vía pública y de insultar a los agfentes uniformados.

En su nota informativa, el INM dijo que había "actuado en todo momento con estricto apego a derecho, de acuerdo a las atribuciones que le confiere la Ley General de Población y con pleno respeto a los derechos humanos de los españoles".

Agrega que los arrestados, identificados como Laia Serna Perelló, de 30 años; Ramón Sesén Marquina (31), Núria Morelló Calafell (26) y Ariadna Nieto Espinet (26), "recibieron un buen trato durante su estancia en la Estación Migratoria de Iztapalapa".

Al justificar la liberación de los cuatro españoles, el INM explicó que "pudo comprobar su ingreso legal a territorio nacional, a través del Sistema Integral de Operación Migratoria (SIOM), de los expedientes migratorios que obran con motivo de la emisión de las FM3 y de la verificación de las FMT que les fueron proporcionadas".

La FM3 es una visa de trabajo y la FMT es una fórmula migratoria de turista, lo que significa que su situación en el país es totalmente legal y descarta su posible expulsión.

La detención de Serna, Sesén, Morelló y Nieto estuvo rodeada de polémica porque los catalanes sostienen que la policía oaxaqueña los detuvo sin motivo y que en el momento del arresto les quitaron sus pasaportes, los incomunicaron y los golpearon y vejaron físicamente.

La senadora mexicana Rosario Ibarra, una de las personas que denunció el supuesto abuso de autoridad, señaló hoy que la detención pudo ser "una especie de venganza" de las autoridades por el análisis crítico del conflicto en Oaxaca que en 2006 hizo una ONG a la que pertenece una de ellos.

Serra es abogada de la Comisión Civil Internacional de Observación por los Derechos Humanos (CCIODH), ONG que en diciembre criticó en México la actuación de las autoridades estatales y federales durante la crisis político-social desatada en Oaxaca.

Entonces, una heterogénea plataforma civil conocida como la Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca (APPO), exigió con manifestaciones callejeras la renuncia del gobernador Ulises Ruiz.

El conflicto, que en sus meses más duros exigió la participación del Ejército y de la policía federal, dejó al menos una veintena de muertos y la detención de destacados miembros de la APPO.

Los cuatro españoles denunciaron abusos físicos y psicológicos por parte de los policías que los detuvieron en un primer momento y que les infirieron "manoseos, improperios y procacidades" durante su cautiverio.

El pasado viernes, personal del consulado de España constató que los cuatro retenidos estaban en perfectas condiciones de salud e informó de que se les había repuesto la documentación. EFE

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Col.lectiu de Solidaritat amb la Rebel.lio Zapatista
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tel: 34-93-4422101 y 3290643
fax: 34-93-3290858
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http://chiapas.pangea.org

giovedì 9 agosto 2007

Dichiarazione Politica dell'Incontro per la Difesa del Bosco e della Vita Comunitaria, San Isidro Aloapam, Oaxaca.


 Noi: uomini e donne membri di organizzazioni, collettivi e movimenti di Paraguay,  Brasile, Spagna, Paesi Baschi, Stati Uniti, Inghilterra, Italia, Germania, così come degli Stati Messicani della Bassa California del Nord, Tabasco, Veracruz, Oaxaca, Jalisco, Chiapas e Distretto Federale, riuniti vicino alla comunità di San Isidro Aloapam integrante del Consiglio Indigeno Popolare di Oaxaca - Ricardo Flores Magón, durante il Primo Incontro per la Difesa del Bosco e della Vita Comunitaria svoltosi nei giorni 3, 4 e 5 di Agosto del 2007, dichiariamo: 

 

Le nostre comunità, paesi e nazioni, quartieri ed organizzazioni vivono lo spoglio della terra, del territorio e delle risorse naturali. Insieme, condividendo le nostre esperienze abbiamo potuto vedere che lo spoglio, la depredazione, e l'avarizia dei mal governi attraverso la mano degli impresari avanzano sugli ultimi boschi, fiumi e mari; risorse naturali che si vendono come merci distruggendo il pianeta, così come le nostre culture e le nostre comunità. 

 

Di fronte a tutto ciò, sorgono innumerevoli resistenze e movimenti in difesa della nostra madre terra, patrimonio ancestrale dell'umanità; lotte caratterizzate dall'affermazione del legame tra l'essere umano e la natura ma che si scontrano sempre di più con la violenza, la repressione, la persecuzione e la morte offerte dai mal governi e dai signori del denaro. 

 

San Isidro Aloapam è un degno esempio di queste lotte in difesa del bosco e della costruzione dell'autonomía indigena. La resistenza è sorta in questa piccola comunità della catena montuosa Juárez di Oaxaca, difendendo il bosco dal taglio e dalla depredazione promossi dagli interessi di un gruppo di caciques e paramilitari del villaggio confinante di San Miguel Aloapam, sotto la protezione del Governo Statale e Federale. 

 

La lotta di San Isidro Aloapam e le nostre esperienze in distinti continenti, paesi e regioni ci insegnano che la difesa della terra e del territorio richiede l'unione delle nostre resistenze e la ricostituzione dei nostri paesi e comunità ed il rinvigorimento delle organizzazioni a livello locale, nazionale e mondiale. Ma richiede anche la ferma volontà di non permettere l'avanzamento del progetto di distruzione e morte del Capitalismo, e soprattutto richiede mutuo appoggio, solidarietà e cooperazione tra le nostra resistenze: "se toccano un@  toccano tutt@." 

 

Pertanto, in solidarietà ed appoggio alla lotta di San Isidro Aloapam e del CIPO RFM, abbiamo concordato le seguenti azioni: 

 

    *Promuovere azioni simultanee di protesta nei nostri paesi e città contro il governo messicano e le istituzioni che permettono la depredazione del bosco. 

    *Preparare un incontro nazionale ed internazionale per la difesa della terra, del territorio e delle risorse naturali. 

   *Diffondere e denunciare gli atti di violenza e repressione contro gli abitanti di San Isidro Aloapam, così come il disboscamento illegale, attraverso vari mezzi. 

 

 Noi, i e le presenti al Primo Incontro per la Difesa del Bosco e della Vita Comunitaria, esigiamo: 

 

    *Libertà per i e le detenut@ politic@ di San Isidrio Aloapam, incarcerat@ ingiustamente il 18 giugno di 2007 

    *Cancellazione immediata degli ordini di cattura emessi contro i e le compagn@ della comunità. 

    *Stop alla fustigazione e alla persecuzione degli abitanti di San Isidro Aloapam e del CIPO RFM. 

    *Rispetto e riconoscimento dell'autonomia della comunità di San Isidro Aloapam. 

  *Fermare il disboscamento e la depredazione delle risorse naturali, così come la revoca dei permessi di sfruttamento e risanamento forestale di San Miguel Aloapam. 

    *Compimento della sentenza che riconosce i comuneros di San Isidro Aloapam come depositari del territorio. 

    *Condanna per i colpevoli delle aggressioni contro la comunità.  

 

 

Jóvenes en Resistencia Alternativa, UNIOS-COPAI, Movimiento por la Paz con justicia y dignidad, Colectivo Anarquista Acción Libertaria, Comité Popular Ciudadano-la otra campaña, la otra tabasco, Guaytalpa Nacajuca, pueblo Chontal, tabasco, Colectivo solidaridad con la Rebelión Zapatista, Barcelona, La olla móvil de Barcelona, kolectivo tod@s somos pres@s, Independientes; Mael Vizcarra Magallanes, Maria Elena Martínez, Gavioes Dafiel, TAIFA, REDMYCZ,  Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista (Italia),  Ya Basta (Italia), C.C .AREA.(Italia), UK  Indymedia –Londres, Periódico Apatía, ENHA D.F colectivo de la otra campaña, Individu@s (Oaxaca), Rafael Moreno González Madrid España, Colectivo de Resistencia Expresión Artística CREA (Oaxaca), Tlacoyos si hamburguesas no, Olga Durante Gómez de Barcelona, Brujula Roja, Red Zapatista, Compositor Música de Propuesta, Roadblock Earthfirst, Colectivo de Resistencia Artística CREA, No Mas Muertes, Andres Contreras (compositor de música de protesta), Askapena, País Vasco. CIPO RFM. Autoridades de San Isidro Aloapam.

lunedì 6 agosto 2007

Sabato 4 agosto 2007 14:25 Comunità zapatiste: un'esperienza unica di autogoverno


Sabato 4 agosto 2007 14:25 Comunità zapatiste: un'esperienza unica di autogoverno

Valutazioni sul Secondo Incontro Internazionale dei popoli zapatisti con i popoli del mondo

 
Il Secondo Incontro Internazionale dei popoli zapatisti con i popoli del mondo si è concluso, con una forte presenza internazionale, nel caracol de "La Realidad".
"Un incontro" - dice Vilma Mazza dell'Ass.ne Ya Basta - "con cui gli zapatisti hanno voluto mostrare, con una voce multipla, la forza e l'estensione di un processo di autonomia, di costruzione di autogoverno che rappresenta, anche per noi, un laboratorio molto concreto e valido di elaborazione politica".
"In un breve incontro con il SubComandante Marcos", continua Vilma, "è stata sottolineata la necessità di collegare le mobilitazioni che vengono fatte in questa parte del mondo con le lotte come quella di Vicenza per la difesa della terra e contro la guerra".
In Chiapas è in corso un tentativo da parte del governo sia statale che federale, di costruire piccole e grandi provocazioni nei confronti dell'esperienza zapatista. Un esempio è quello di El Momón, dove alcune famiglie zapatiste sono assediate dall'esercito e minacciate di sgombero dalle terre che avevano occupato nel 1994.
La carovana "Construir autonomia" che ha partecipato all'incontro ora si è divisa in diversi gruppi che si trovano a Oaxaca, Città del Messico e al nord del Messico.
La corrispondenza dalla capitale messicana.

domenica 5 agosto 2007

Sabato 28 luglio 2007 00:00 Incontro tra i popoli zapatisti e i popoli del mondo -

Sabato 28 luglio 2007 00:00 Incontro tra i popoli zapatisti e i popoli del mondo - Dia 9

Carovana "Construir Autonomia", Caracol La Realidad

Nel corso della mattinata si sono svolte le ultime plenarie del II Incontro tra i Popoli Zapatisti e i Popoli del Mondo con il saluto della Giunta del Buon Governo e del Comandante Brusli.
Uno dei tavoli più partecipati della giornata è stato ancora una volta quelle delle donne, del loro lavoro all'interno delle comunità e di come la loro condizione sia totalmente cambiata in meglio dopo il levantamiento del '94.
Le donne zapatiste partecipano attivamente a qualsiasi processo politico e sociale della comunità: a La Realidad sono attivi numerosi progetti che le vedono protagoniste.

Nel pomeriggio una delegazione delle tifoserie del "futbol rebelde" ha affisso una targa nell'erbolario, una struttura che è nata grazie al contributo economico all'interno del progetto "El estadio del Bae".
L'erbolario è un edificio composto da tre stanze: nella prima si raccolgono le piante e si studiano le proprietà medicinali; nella seconda è situato il laboratorio nel quale si fanno bollire le piante; nella terza è posta la farmacia omeopatica dove si svolgono consulte mediche e si possono acquistare i medicinali naturali.
Il progetto erbolario nasce dalla volontà di recuperare le cure tradizionali degli antenati, infatti il lavoro più importante è stato quello di catalogare una cinquantina di piante e di studiarne gli usi terapeutici.

 

In serata i saluti e la conclusione ufficiale dell'incontro con le parole del Comandante Tacho che ricordava l'importanza di diffondere e condividere l'esperienza dell'incontro una volta ritornati nel proprio paese.
Ha continuato poi il sub Comandante Marcos ricordando la Comandanta Ramona e il sub Comandante Pedro, infine è intervenuto il Tenente Colonnello Moises indicando la candidata alla Comandancia dell'EZLN.
Everilda ha lanciato l'invito al III Incontro Internazionale tra i Popoli Zapatisti e i Popoli del Mondo che sarà dedicato interamente alle donne e porterà il nome della Comandanta Ramona, avrà luogo nel Caracol de La Garrucha dal 28 dicembre 2007 al 1 gennaio 2008.

Contributo sull'assemblea tra EZLN e Via Campesina

Contributo sull'assemblea tra EZLN e Via Campesina

Carovana "Construir Autonomia", Caracol Morelia

 Mercoledì 25 luglio 2007
 

Thailandia Erano presenti un rappresentante dell' Assemblea dei Poveri e un indigeno appartenente alla Rete Contadina del Nord (membro dell' Assemblea dei Poveri). L' assemblea è composta dalle popolazioni che sono state danneggiate dalle politiche neoliberali del governo. E' divisa in cinque raggruppamenti: contadini, popolazioni dei boschi, sfollati dalla costruzione di dighe , poveri della città e pescatori. Il suo obiettivo è costruire un potere popolare che risolva i problemi dei poveri. In questi anni l' assemblea dei poveri ha praticato varie forme di lotta, come ad esempio delle marce durate anche un mese e durante una di queste ha ragiunto il palazzo presidenziale occupandolo per 99 giorni. L' assemblea ha costruito delle alleanze col movimento studentesco. Ha ricevuto l' appoggio di alcuni avvocati, mezzi di comunicazione, artisti e scrittori. E' indipendente dai partiti politici in tutti i livelli dell' organizzazione. Il contadino indigeno del nord del paese ha raccontato la sua esperienza: il suo popolo da generazioni vive nei boschi, praticando un modo di coltivare tradizionale e le terre vengono lavorate collettivamente.Il governo thailandese in questi anni ha sgomberato molti contadini dalle loro terre per affittarle ad una multinazionale che pianta eucalipto. Il governo chiama queste operazioni "progetti di sviluppo". Il primo contadino raccontava che per espropriare le terre le forze del governo sono arrivate al suo villaggio e hanno bruciato le coltivazioni e violentato alcune donne. L' educazione ufficiale del governo insegna ai ragazzi che il modo di coltivare degli indigeni non è produttivo ed anzi li accusa di distruggere la natura. Il contadino pero faceva notare che questi metodi di coltivazione vengono praticati da tempi immemorabili e fino ad oggi hanno sempre preservato la natura. Spiegava come nelle scuole gli insegnanti del governo vogliano far dimenticare agli indigeni le loro tradizioni e vogliano solo prepararli ad essere bravi lavoratori per le fabbriche delle città. Molti ragazzi al termine della scuola abbandonano la comunità per andare a lavorare come operai o camerieri sottopagati. Il contadino ha abbandonato la scuola perchè sentiva che, pensando nel modo in cui volevano i maestri, stava tradendo il proprio popolo. I contadini non somno più competitivi di fronte ai prodotti delle multinazionali e il governo li sta incentivando a piantare delle monoculture con metodi occidentali con la scusa di essere più produttivi. Molti contadini si stanno indebitando a causa delle spese che hanno per i fertilixzzandi e tantissimi sono costretti ad abbandonare le loro terre. Per spegare la dipendenza del potere politico da quello economico ha detto: "molti imprenditori si mascherano da politici e utilizzano il discorso dello sviluppo solo per tutelare i propri interessi". Ha concluso il suo intervento con la frase: "non abbiamo armi, abbiamo le mani vuote e i piedi scalzi, ma siamo pronti a marciare fino a dove ci porterà il destino, fino alla vittoria finale".

Indonesia Ha parlato il segretario della Federazione dei Sindacati Contadini dell' Indonesia che raggruppa contadini di 12 dei 32 stati che compongono questo paese. La Federazione nasce nel 1998 e fino ad ora ha recuperato più di un milione di terre coltivate a palma dalle multinazionali. L' Indonesia è abitata da 220000 persone di cui il 60% sono contadini, ogni famiglia ha in media un quarto di ettaro di terra da coltivare. Fino a qualche anno fa i contadni coltivavano riso e numerosi altri alimenti, in modo organico e con metodi tradizionali. Il governo da alcuni anni sta mettendo però in atto un programma chiamato "rivoluzione verde": ha venduto molte terre alle multinazionali che hanno imposto la monocoltura del riso e della palma da olio africana. Prima in Indonesia si incontravano 3500 varietà di riso, adesso ce ne sono solo 10 e i contadini sono costretti a comprare i semi e i fertilizzanti alle compagnie multinazionali. Nell' isola di Sumatra i contadini stanno cominciando a recuperare le terre attraverso le occupazioni. Le terre recuperate sono divise in parti di utilizzo familiare e parti di uilizzo comunitario e vi si pratica l' agricoltura organica. Nel 2005 i contadini dell' isola di Alboc hanno intrapreso una lotta contro il governo che vuole espropriare loro le terre per costruire un aereoporto per turisti. In questa lotta alcuni sono stati arrestati e tuttora si trovano in carcere, ma l' aereoporto non è stato fatto.

Canada Ha parlato una ragazza in rappresentanza dell'Unione Nazionale degli Agricoltori. Dagli anni '60 in Canada è cominciata l'industrializzazione della produzione agricola che ha portato anche l'utilizzo di fertilizzanti e ha messo in competizione i contadini per poter accedere al mercato. Sono state introdotte le monocolture che hanno portato alla sparizione di molti prodotti. Questo insieme di cose ha prodotto una forte migrazione di contadini verso la città. Ora solo il 2% della popolazione lavora nei campi. Negli ultimi anni sono stati introdotti gli ogm che hanno causato la dipendenza dei contadini dalle multinazionali che vendono loro i semi.

Brasile Come rappresentante del Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST) brasiliano era presente Soraia Soriano, membro della Direzione Nazionale. Ha iniziato l'intervento evidenziando come oggi il Brasile sia uno dei maggior produttori di colture estensive: primo produttore mondiale si soia, primo produttore mondiale di etanolo (un estratto della canna da zucchero utilizzato per la produzione di bio-combustibili), uno dei maggior produttori di cellulosa. Tutti questi prodotti destinati all'esportazione hanno reso molto forte l'agro-industria che il governo Lula appoggia e alla quale destina ingenti risorse economiche.Tale politica ha attirato in Brasile molte multinazionali: tutto questo a descapito di piccoli e medi produttori.

India Ha parlato Yudhvir Singh dirigente dell' Unione Contadina Bhartiya Kissan (BKU) . L'india ha 1 miliardo e 100 milioni di abitanti, di cui 700 milioni lavorano nel settore agricolo. BKU ha una grandísima importanza perche' raggruppa ben 300 milioni di lavoratori agricoli. Yudhvir ha subito chiarito che il loro movimento non ha nessun rapporto con i partiti politici e si rifa' agli ideali gandhiani praticando la disobbedienza civile e l'azione diretta; ha organizzato in questi anni alcune marce portando decine di migliaia di contadini a Bombay e Nuova Delhi. Nel 2002 ha organizzato una protesta nella quale i contadini hanno bruciato una estesa coltivazione nella quale la multinazionale Monsanto aveva piantato cotone OGM; nel 2006 in un altra azione i contadini hanno bruciato una coltivazione di riso OGM, sempre di proprieta' della Monsanto. Il governo ha venduto molte terre alle multinazionali, sfollando milioni di contadini in modo violento, e per attuare questi espropri si sta addirittura servendo di una legge risalente al 1894, in pieno periodo coloniale. Il governo giustifica questa usurpazione con il falso obbiettivo dello sviluppo: per esempio nello stato di Punjibal ha espropriato 125 mila ettari, espellendo diverse migliaia di famiglie tanto che si calcola che le persone danneggiate siano state piu' di 1 milione. In questa area il governo vuole creare delle zone economiche speciali, dove sta costruendo degli impianti industriali nei quali lavoreranno operai con un salario inferiore ad 1 euro al giorno. I contadini che vivono ancora sulle loro terre sono in grave difficolta' di fronte ai prodotti a basso costo provenienti dalle monocolture, e il governo li aiuta solamente dandogli dei crediti che dovrebbero servire loro ad aumentare la produzione ed essere piu' competitivi sul mercato; ma poi nei fatti dopo poco tempo si indebitano profondamente ed hanno come unica soluzione quella di vendere le proprie terre. Ci sono 2 dati molto significativi che fanno capire la difficile situazione degli abitanti delle campagne indiane: il primo e' che una famiglia guadagna mediamente meno di 35 euro al mese, l'altro e' che dal 92 al 2007 ci sono stati 150 mila contadini che si sono suicidati.L' India e' un paese molto grande e quotidianamente, a livello locale, sono numerose le proteste di contadini che lottano per rivendicare i loro diritti di fronte alla violenza e agli sgomberi di un governo che tutela solamente gli interessi dei padroni e delle multinazionali.

Corea del Sud Ha parlato Dong Uk Min coordinatore delle relazioni internazionali della Lega Campesina di Corea (KPL), un'organizzazione nata a seguito delle proteste contadine degli anni 80 che chiedevano la democrazia di fronte ad un governo dittatoriale suddito dell'imperialismo americano. Inizialmente le sollevazioni erano a livello locale e il governo riusciva a reprimerle con l'intervento militare, ma poi le rivolte si estesero e in certe zone nacquero delle milizie popolari che riuscirono anche a liberare una citta'; l'esercito intervenne di nuovo e furono uccisi numerosi civili. A quel punto molta gente si rese conto che il nemico non era solo il governo, ma anche gli Stati Uniti, e comincio' un forte boicottaggio nei confronti dei prodotti americani. Inoltre si resero conto che per ottenere qualcosa si dovevano unire le lotte a livello nazionale. I contadini si unirono con gli studenti e i professori. Dopo l'uccisione da parte della polizia di 2 studenti nell'87 la lotta si radicalizzo' e ne segui' un mese di grandi sollevazioni, durante il quale il governo non pote' far intervenire l'esercito perche' le rivolte si erano sviluppate in ogni angolo del paese; il presidente fu quindi costretto ad assecondare le richieste della popolazione. L'anno dopo nacque la Lega Campesina di Corea del Sud che non lottava solamente per i diritti dei contadini ma anche per favorire un processo di democratizzazione del paese. Nel '96 si verifico' una crisi economica che porto' il governo coreano ad entrare nel WTO e ad attuare politiche neoliberali. Come conseguenza, in pochi anni, i contadini si indebitarono poiche' i prezzi dei prodotti agricoli diminuirono sensibilmente. In molti furono costretti ad abbandonare le campagne per andare verso le citta': nel '94 il numero dei lavoratori agricoli era di dieci milioni di unita', adesso sono solamente tre milioni. Attualmente la Lega Campesina riunisce 50 mila famiglie e pratica la sua lotta in forme molto combattive: il piu' delle volte bloccando le strade del paese, altre utilizando i loro mezzi agricoli per bloccare la via ferroviaria. Nel 2002 100 mila persone hanno manifestato per le vie della capitale contro il governo, e nel 2003 la Lega ha partecipato a delle contestazioni contro il WTO a Cancún. Nel 2005 la protesta si svolse a Hong Kong dove in seguito al tentativo di violare la cosiddetta zona rossa la polizia ha arrestato ben 700 manifestanti della Lega su 800 che parteccipavano. In questi mesi il governo coreano ha intavolato accordi con gli USA per stipulare un trattato di libero commercio tra i due paesi; in conseguenza di cio' si sta sviluppando un'alleanza tra contadini, operai e studenti. Il rappresentante ha concluso l'intervento dicendo che i nemici dei contadini coreani al giorno d'oggi sono gli Stati Uniti e il neoliberalismo.

Stati Uniti Ha parlato George Naylor presidente della Coalizione Nazionale degli Agricoltori Familiari statunitensi (FSPI), un sindacato nato negli anni 80 e composto da contadini possessori di aziende agricole a gestione familiare. Questa organizzazione si e' impegnata nel denunciare il neoliberalismo come causa di poverta' dei contadini sia nei paesi ricchi che in quelli piu' arretrati. Alcuni dei meccanismi che impoveriscono i contadini dei paesi poveri hanno iniziato a verificarsi anche in grandi paesi come gli Stati Uniti a partire da 50 anni fa. I bassi prezzi dei prodotti hanno causato la migrazione dei lavoratori agricoli verso le citta' ed hanno distrutto la biodiversita' con l'introduzione della monocoltura. Dopo la crisi del '29 il governo degli Stati Uniti aveva intrapreso delle politiche per tutelare i contadini e le loro produzioni: per esempio aveva creato delle riserve pubbliche per la sicurezza alimentare dove il governo comprava a buon prezzo i prodotti in caso di sovrapproduzione. Dal 1953 queste politiche furono soppresse. Addirittura durante la guerra fredda molte organizzazioni contadine furono represse con l'accusa di essere filocomuniste. Il governo disse ai contadini che le aziende familiari non potevano competere sul mercato e per poterlo fare dovevano investire, ad esempio comprando piu' terra e immettendo monocolture. Molti di coloro che hanno seguito questi consigli si sono indebitati e sono stati costretti a vendere le loro terre ai grandi proprietari e alle multinazionali e a trasferirsi nelle citta'. Il rappresentante ha fatto notare che le manovre subite da questi contadini anni fa sono le stesse che subiscono ora i contadini dei paesi poveri. A dimostrazione di cio' lui e tutti i coltivatori della sua regione producono solo soia e mais, mentre prima seminavano vari prodotti ed allevavano anche qualche animale. Infine ha ribadito con decisione che l'azienda agrícola a livello familiare e' l'alternativa democratica al latifondo dove i contadini sono sfruttati. In questi anni la Coalizione si sta impegnando nella lotta per il recupero di politiche rivolte ai contadini, contro i trattati di libero commercio e contro gli OGM. Ha inoltre denunciato che i media ed anche alcune organizzazioni mascherate da organizzazioni contadine mentono al fine di tutelare le multinazionali diffondendo l'idea che la monocoltura e il latifondo siano il modo di produzione agrícola migliore.

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