ZapatistiDobbiamo riconoscere con interezza la gravità della situazione. Non servono esagerazioni, ma neppure dissimulazioni che sottraggano importanza al male per farci scrollare discretamente le spalle e tornare senza preoccupazione alle attività quotidiane. È ora di agire. Solo con una mobilitazione concertata ed efficace possiamo evitare il disastro che ci minaccia. A novembre del 2007, Paz con Democracia, un gruppo di pensatori indipendenti che non può essere accusato di esaltazione dogmatica o di partito e che si distingue per la serenità e solidità dei suoi giudizi, avvertì che "il Messico si trova in situazione di emergenza". Presentò numerosi fatti ed argomenti su cui fondava il suo avvertimento. Il tono del suo nuovo appello, il mese scorso, rivela che la sua lettura dei segnali che scorgeva nella nostra realtà ha aggravato la sua preoccupazione. Per l'emergenza, denunciavano, "è necessaria ed improrogabile l'organizzazione di comunità autonome in tutto il paese; comunità i cui membri si autodefiniscano e si autogovernino democraticamente per la produzione-interscambio-difesa della loro alimentazione, i loro generi di prima necessità, la loro educazione e coscientizzazione, con bambini, donne, anziani ed uomini per la difesa della vita, del patrimonio pubblico, dei popoli e della nazione, per la preservazione dell'ambiente ed il rafforzamento degli spazi laici e degli spazi di dialogo, che uniscono in mezzo a differenze ideologiche e di valori condivisi". C'è un chiaro senso di urgenza nel loro appello. Non hanno lanciato il loro messaggio nel vuoto. Contiamo su forze sociali attive ed allerti che hanno dimostrato vitalità e capacità di agire in molte diverse occasioni. Ma queste forze mostrano segni di assopimento. Occupate nella lotta per la sopravvivenza di fronte a condizioni che fanno parte dell'emergenza nazionale, o distratte da dispute interne o polemiche irrilevanti, non stanno manifestando una coscienza chiara della situazione né la disposizione d'animo che si deve. Ancora una volta, come antenna sensibile di quello che succede in Messico e nel mondo, gli zapatisti diventano il punto di flessione. Questa volta non si tratta di una nuova iniziativa di mobilitazione, come quelle che dal primo gennaio 1994 stanno risvegliando il paese. Si tratta di un situazione limite: le aggressioni alle comunità zapatiste che non sono cessate dal 1994, stanno arrivando al punto in cui sembra non esserci più altra opzione che la resistenza armata. Paz con Democracia, insieme ad un numero significativo di organizzazioni sociali e politiche, ha appena presentato una denuncia puntuale di quello che sta succedendo in Chiapas ed ha formulato un appello urgente. Non possiamo lasciare che accada. Non è un altro appello nel deserto: è un'esigenza imperativa di agire. Dovrebbe essere chiaro, per tutti, che gli zapatisti non potranno essere cacciati dalle loro terre, dai loro territori, e che in nessuna circostanza si arrenderanno mai. isolamento degli zapatisti avrebbe creato l'opportunità di disfarsi di loro. Come disse Talleyrand in una situazione analoga, è un crimine ed anche un errore. Un errore di calcolo simile, quando Ulises Ruiz pensò che l'isolamento dei maestri gli avrebbe consentito di reprimerli senza conseguenze, provocò l'insurrezione popolare oaxaqueña. Riprodurre questo errore criminale nel caso degli zapatisti avrebbe conseguenze devastanti. Dobbiamo dimostrare chiaramente, senza riserve né sfumature, che gli zapatisti non sono soli. Hanno cominciato a farlo numerosi gruppi in una ventina di paesi. Dobbiamo farlo in maniera più evidente in Messico. Nello stesso tempo, è necessario concertarci per l'azione. Si moltiplicano le prove del fatto che la legge o i diritti umani non sono riferimenti importanti per chi occupa attualmente gli uffici di governo, e che non dimostra neppure competenza politica o sensatezza nella sua ossessione di consegnare il paese a chi spinge per la consegna della merce. A poco a poco, in lungo e in largo per il paese, emergono le comunità autonome alle quali faceva riferimento Paz con Democracia. Le si incontra ad ogni passo, in quartieri e villaggi, nel Messico profondo. Ma non basta. È necessario accelerare il passo e moltiplicare le iniziative pubbliche. C'è bisogno di dighe di contenimento efficaci davanti all'ondata irresponsabile di decisioni ed iniziative che hanno creato la situazione di emergenza e che oggi ci spingono sull'orlo del precipizio. La guerra che sta avvenendo non si concentra solamente sugli zapatisti. Ma una varietà di fattori e circostanze li collocano nuovamente al centro dello scontro ed associano il loro destino con quello del paese. Sarebbe suicida non tenerne conto. (Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo) |
lunedì 30 giugno 2008
Gustavo Esteva: ZAPATISTI - URGENTE -
domenica 29 giugno 2008
Fw: [Ezln-it] lettra degli avvocati presentata alle ambasciate
> Le incursioni militari violano la Legge per il Dialogo, la Conciliazione
> ed
> una Pace Degna in Chiapas
> Avvocati richiedono ai governi europei di raccomandare a Calderón che
> rispetti le comunità zapatiste - Gli abitanti dei villaggi indigeni
> vivono "in uno stato di tensione e di pressione psicologica molto forte"
> Hermann Bellinghausen
>
> Un gruppo di avvocati, appartenenti al gruppo Tierra y Libertad, ha
> consegnato alle ambasciate di Francia, Italia, Danimarca e Germania una
> lettera nella quale si sollecitano i rispettivi governi, membri
> dell'Unione
> Europea, a raccomandare al governo messicano di Felipe Calderón il
> "rispetto
> della legge" e che la smetta di aggredire e perseguitare con l'Esercito
> federale le comunità zapatiste del Chiapas.
>
> Il documento, elaborato e sottoscritto da Humberto Oseguera, Santos
> García,
> Samuel Porras e Bárbara Zamora, tra gli altri, spiega ai rappresentanti
> diplomatici che l'11 marzo del 1995 si pubblicò sulla Gazzetta Ufficiale
> della Federazione la Legge per il Dialogo, la Conciliazione ed una Pace
> Degna
> in Chiapas, approvata dal Congresso dell'Unione, e che questa ha per
> oggetto
> di "assicurare la pace giusta, degna e duratura in Chiapas, nel pieno
> rispetto dello stato di diritto; di rispondere alle cause che originarono
> il
> conflitto e di promuovere soluzioni consensuali alle diverse
> rivendicazioni
> di carattere politico, sociale, culturale ed economico attraverso le vie
> istituzionali; di propiziare che i membri dell'Esercito Zapatista di
> Liberazione Nazionale partecipino all'esercizio della politica dentro gli
> alvei pacifici, nel rispetto assoluto della loro dignità e delle loro
> garanzie di cittadini messicani".
>
> Malgrado la legge continui ad essere vigente, gli specialisti sostengono
> che
> il governo messicano non adempie al suo mandato: "anzi, al contrario, la
> sta
> violando sistematicamente, con atti militari di persecuzione ed
> intimidazione
> nelle comunità indigene considerate basi di appoggio dell'EZLN".
>
> Questi atti "implicano la violazione della Costituzione federale e degli
> strumenti internazionali di diritti umani". In modo specifica, la lettera
> si
> riferisce a quanto successo lo scorso 4 giugno quando, senza mandato
> giudiziario, "un numeroso gruppo di militari e poliziotti entrarono in
> modo
> arbitrario, minaccioso ed aggressivo nella comunità di La Garrucha". Con
> "il
> pretesto di cercare coltivazioni di marijuana", causarono "terrore" nella
> popolazione e dissero che "sarebbero tornati" in 15 giorni. Ciò implica
> "uno
> stato di tensione e di pressione psicologica molto forte per bambini,
> donne
> ed adulti della comunità che si dedicano al lavoro lecito".
>
> Il gruppo Tierra y Libertad segnala: "La Costituzione stabilisce
> espressamente che l'investigazione e la persecuzione dei reati sia
> riservata
> all'autorità civile, tanto per il foro comune come per quello federale,
> per
> cui la presenza dei militari viola gli articoli 21, 102 e 129 della
> Costituzione federale, come pure gli articoli 3 e 12 della Dichiarazione
> Universale dei Diritti Umani che garantiscono ad ogni individuo il diritto
> alla vita, alla libertà ed alla sicurezza, dato che non deve essere
> oggetto
> di ingerenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia e nel
> suo
> domicilio".
>
> Considerando "che il rispetto universale ed effettivo dei diritti e delle
> libertà fondamentali è di interesse generale", gli avvocati richiedono ai
> governi europei di sollecitare quello messicano ad adempiere e rispettare
> i
> diritti umani "di tutti i membri di queste comunità indigene". Restano in
> attesa della risposta di questi governi.
>
> (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
>
>
Fw: [Ezln-it] Tentativo di incursione nella riserva di Huitepec
La Jornada – Mercoledì 18 giugno 2008 Un gruppo filogovernativo ha tentato di "piantare alberi" nella riserva ecologica zapatista Centinaia di basi di appoggio hanno teso una barriera umana sul monte Huitepec Hermann Bellinghausen (Inviato) Huitepec Ocotal, Chis., 17 giugno. Contro tutti gli agguati, la riserva ecologica zapatista sulle alture del monte Huitepec continua ad essere attivamente protetta dalle basi di appoggio. Da marzo del 2007 portano avanti una mobilitazione continua e a rotazione, a cura della giunta di buon governo della zona Altos, Corazón céntrico de los zapatistas delante del mundo. Come questa aveva previsto già venerdì 13, un gruppo filogovernativo del vicino villaggio di Alcanfores domenica scorsa ha cercato di entrare all'area protetta con l'intenzione di "piantare alberi". Centinaia di basi di appoggio dei municipi autonomi degli Altos questo fine settimana si sono mobilitati ed hanno teso una barriera umana ai confini della riserva con Alcanfores, ai piedi del monte Huitepec in direzione della valle di Jovel. Ricorrendo alle abituali tattiche di arruolamento sotto minaccia, l'agente rurale di San Cristóbal, Javier Alejandro Cabrera Cano, ha messo semi di ocote e cipresso nelle mani di alcune decine di abitanti di Alcanfores che, nel loro tentativo di entrare nell'area protetta, si sono scontrati verbalmente con gli zapatisti. Questa mattina, la guardia della riserva Huitepec Ocotal è tornata alla normalità. Alcune decine di indigeni vanno e vengono intorno all'accampamento. I portavoce autonomi, molto schiettamente, riferiscono che "il problema è stato messo sotto controllo" con la presenza massiccia di "compagni" incappucciati. Il "tentativo di rimboschimento", come l'hanno definito i media locali, ha incontrato la decisa resistenza dei guardiani tzotziles. L'incidente costruito è la più recente "provocazione", come la chiamano gli zapatisti, del governo municipale di San Cristóbal. Il sindaco Mariano Díaz Ochoa, "vero coleto" (discendete dai conquistadores spagnoli – n.d.t.) e priista, guida la seconda generazione della famiglia che ha dominato la febbre edilizia nel municipio. L'attuale giunta sta cercando di avanzare sulle paludi, boschi e prati della valle e delle montagne limitrofe. Residenze esclusive Tra i diversi problemi ambientali del governo coleto, recentemente si è gridato allo scandalo per la distruzione delle paludi di Jovel, uniche al mondo, per costruirci sopra residenze "esclusive" che avrebbero coperto i ricchi manti idrici della città, circondati inoltre da sorgenti di montagna. Alcune delle più ricche nascono dal monte Huitepec. La preoccupazione "ecologista" della giunta comunale è un tantino sorprendente, perché è noto che Díaz Ochoa (che è già stato sindaco, e prima ancora assessore alle Opere), rappresenta una minaccia per il fragile equilibrio ambientale. In anni recenti le sue imprese costruttrici hanno cancellato dalla mappa, letteralmente, intere montagne per estrarre la ghiaia. (Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo) |
mercoledì 11 giugno 2008
Messico: La Nuova Colombia - Gianni Proiettis
lunedì 9 giugno 2008
Fw: [Ezln-it] Cresce l'ostilita' dell'Esercito nei villaggi autonomi
venerdì 6 giugno 2008
INCURSIONE MILITARE A LA GARRUCHA
mercoledì 4 giugno 2008
APPELLO CAROVANA EUROPEA IN CHIAPAS
IN SOLIDARIETÀ CON L'AUTONOMIA ZAPATISTA
E L'ALTRA CAMPAGNA DEL MESSICO
Un ponte di solidarietà...
Un cammino per condividere resistenze e ribellioni,
per alimentare sogni e speranze comuni,
dall'Altra Europa anticapitalista
all'Altro Messico in basso e a sinistra,
con lo stesso cuore pulsante,
per un mondo nuovo, migliore e possibile.
27 Luglio - 12 Agosto 2008
Sono già passati 14 anni da che le/gli zapatist@ rispondono, giorno dopo giorno, alla domanda: "Possiamo vivere e costruire la ribellione in tempi di guerra permanente, senza che questa ribellione si trasformi in terrore e guerra?". Durante tutto questo tempo hanno inventato nella pratica la loro risposta, avanzando nella costruzione della propria autonomia in Chiapas, costruendo l'alternativa, proponendo al Messico e al mondo le iniziative/progetti di "un altro modo di fare politica".
E ciò che ha reso possibile questa realtà duratura è senza dubbio la DIGNITÀ e la RESISTENZA quotidiana delle donne e degli uomini zapatisti, insieme alla SOLIDARIETÀ condivisa. L'enorme forza di questa dignità, resistenza e solidarietà ha conseguito la costruzione della VITA al posto della morte e della RIBELLIONE pacifica al posto della guerra che l'alleanza tra i poteri politici e quelli economici del Messico pretende imporre da sempre. E questa stessa forza zapatista e solidale ha reso possibile la costruzione della SPERANZA di un'alternativa dei modi/pratiche e della parola/discorso dei movimenti e delle resistenze del pianeta Terra, che allo stesso modo subiscono la barbarie del capitalismo e del suo modello neoliberista.
Ma la minaccia e la barbarie persistono latenti, e per questo -oggi, come ieri - è nostro dovere ancora una volta condividere la SOLIDARIETÀ come spazio e cammino comune, difendendo la DIGNITÀ RIBELLE che vive e resiste sulle montagne del sudest messicano, allo stesso tempo che alimenta le nostre stesse lotte, speranze forme e pratiche per conquistare - uniti ed unite - un Altro mondo nuovo, migliore e possibile.
In Messico ci troviamo di fronte ad uno scenario molto pericoloso. Il governo messicano, smascherato della sua menzogna in democrazia e rispetto dei diritti umani, sceglie la strada della forza e della repressione brutale di ogni dissidenza, protesta e resistenza sociale nel paese. La persecuzione delle comunità indigene zapatiste non si è mai arrestata in questi 14 anni, ma negli ultimi tempi la situazione è più che allarmante. Si è rinforzato un assedio costante, asfissiante e criminale contro le comunità e i loro abitanti, con ogni tipo di pratica poliziesca, giudiziara, militare e paramilitare in totale impunità: aggressioni, sgomberi, sparizioni, omicidi, arresti, attacchi alle cooperative autonome, disinformazione/assedio informativo, molteplici provocazioni con l'obiettivo di istigare scontri tra indigeni...
"Chi ha fatto la guerra sa riconoscere i sentieri attraverso cui si prepara e si avvicina. I segni di guerra all'orizzonte sono chiari. Anche la guerra, come la paura, ha un suo odore. Ed ora, nelle nostre terre, si comincia a respirare il suo fetido odore", avvisava il Subcomandante Marcos nel dicembre del 2007.
La responsabilità di evitare il disatro e non permettere al governo messicano di imporre i suoi progetti di morte è anche nelle nostre mani. Bisogna agire subito! La solidarietà è la nostra arma. Bisogna rinnovare la sua forza e la sua immaginazione. Bisogna far conoscere agli stessi zapatisti, alla società, al mondo e ai governi, che lo zapatismo continua ad essere ispirazione, speranza, vita e SOLIDARIETÀ. Far sapere e dimostrare che LE/GLI ZAPATIST@ NON SONO SOL@ / L@S ZAPATISTAS NO ESTÁN SOL@S. Che anche noi non siamo soli, non siamo sole.
Per questo e secondo quanto accordato nell'Incontro Europeo per la Difesa e la Lotta dei Popoli Zapatisti e dell'Altra Campagna in Messico, svoltosi ad Atene dal 9 all'11 maggio scorsi, lanciamo un appello alla società civile internazionale ,in basso a sinistra e anticapitalista, per percorrere insieme, tutte e tutti, la "Campagna Europea di Solidarietà con l'Autonomia Zapatista e contro la Guerra in Chiapas", unirsi alle iniziative che verrano realizzate a partire dalla stessa organizzando, potenziando e partecipando alla "CAROVANA in APPOGGIO dell'AUTONOMIA ZAPATISTA e dell'ALTRA CAMPAGNA Messicana", che inizierà il suo cammino il prossimo 27 luglio da Città del Messico, inoltre con la possibilità di aggiungersi il 3 agosto in un punto del tragitto da decidere, e che si concluderà il 12 agosto in territorio zapatista. Per partecipare e iscriversi bisogna mettersi in contatto con i collettivi dei rispettivi paesi o località.
LE/GLI ZAPATIST@ NON SONO SOL@
Siamo tutti parte delle molteplici lotte che in tutto il mondo aprono sentieri di autonomia per costruire un futuro diverso per l'umanità.
www.europazapatista.org
(Traduzione Radio Silvanetti)
Inviato dal mio telefono Huawei
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Ni una más L'autrice di questa frase è stata assassinata. Si chiamava Susana Chávez e, oltre a...
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---------- Messaggio inoltrato ---------- Da: Andrea Cegna < andrea.cegna@inventati.org > Data: 22/giu/2016 00:19 Oggetto: [Ezln-it] E...
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Presenz/Attiva in Chiapas_luglio 2009 Testimonianze dai caracoles di Oventik e Roberto Barrios La Presenz/Attiva prosegue nel mese di ago...