sabato 30 agosto 2008

Fw: EZLN 24 anni dopo - Seconda Parte

 
 

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La Jornada – Venerdì 29 agosto 2008

Jaime Martínez Veloz/ II Parte

EZLN: 24 anni dopo

Durante tutta la loro esistenza gli zapatisti hanno dovuto affrontare momenti e circostanze difficili. Fino ad ora ci sono riusciti grazie ad una serie di fattori legati principalmente alla loro disciplina e vocazione verso il lavoro di organizzazione interna ed analisi prospettive della realtà nazionale.

Un momento complicato che hanno dovuto superare, prima della creazione delle giunte di buon governo, è stato il mancato riconoscimento di fatto da parte del governo federale degli accordi di San Andrés Larráinzar, firmati dallo stesso e dall'EZLN. 

Eravno arrivati a questa tappa dopo aver affrontato un insieme di difficoltà e provocazioni promosse da alcune sfere governative o da settori del potere economico e politico del paese.

La situazione interna non era semplice dato che la dirigenza zapatista aveva percorso il sentiero della politica come la scommessa per ottenere le sue rivendicazioni, e questa aveva ceduto per la frivolezza, il miopismo o la meschinità del governo. 

L'anelito di speranza rappresentato dagli accordi di San Andrés fu cancellato dal rifiuto del governo di applicare quanto pattuito dai suoi rappresentanti.

Si misero in moto una serie di denigrazioni contro gli accordi pattuiti e l'iniziativa di legge derivata dagli stessi e si usarono tutti i mezzi a portata dello Stato messicano per generare tra la popolazione una percezione contraria allo spirito ed al contenuto di quanto concordato a San Andrés tra il governo federale e l'EZLN. 

Gli argomenti contro l'iniziativa di legge, elaborata dalla Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa), scadevano nel ridicolo, ma si sprecavano i pretesti per giustificare l'inadempimento governativo.

Tra le altre cose, dicevano che "la Cocopa si è prestata al gioco dell'EZLN per balcanizzare il paese" che gli zapatisti "vogliono creare un quarto livello di governo anticostituzionale" e "vogliono imporre a tutti gli usi e costumi indigeni, quando questi violano i diritti umani" che "l'iniziativa Cocopa non possiede tecnica giuridica"... La sequela di stupidità si ripeteva senza fine con tutti i mezzi a disposizione. Gli intellettuali di regime ripetevano continuamente il copione scritto dal Governo.

L'iniziativa Cocopa riporta testualmente i termini e le parole che danno forma ad ognuno degli impegni presi. Per esempio, gli accordi di San Andrés riconoscono che "le comunità indigene saranno riconosciute come entità di diritto pubblico" e la trasposizione letterale di questo testo al corpo dell'iniziativa di legge indigena, causò gravi e sciocchi reclami del governo federale. A forza di definizioni e distorsioni mediatiche il governo cercava di convincere di non aver firmato quello che invece aveva firmato. Parallelamente al suo comportamento irresponsabile, adottò e fomentò una strategia di contrainsurgencia per colpire le basi zapatiste.

Il disegno del processo di negoziato e l'agenda concordata tra le parti in conflitto contemplava le principali preoccupazioni nazionali. Era stato aperto il tavolo per una profonda riflessione nazionale sui temi che oggi gravitano nell'immaginario collettivo: risorse naturali, riforma politica, mezzi di comunicazione, diritti sociali, giustizia, benessere sociale, diritti della donna, tra altri, sono temi in attesa di discussione a San Andrés e che oggi sono parte sostanziale del dibattito nazionale. 

Di fronte ai fatti che si sono visti e che vive la società messicana, si conferma che gli zapatisti avevano ed hanno la percezione dello svolgimento degli eventi nazionali.

Per questo, con la discrezione che caratterizza l'EZLN, si è costruita una forma organizzativa che gli ha permesso, a partire dalla propria realtà, di mantenere la coesione interna e l'attenzione delle sue comunità, attraverso un esercizio di governo dal quale i messicani hanno molto da imparare. Con poche risorse e molto ingegno, hanno disegnato uno schema tattico che gli ha permesso di sopravvivere per tutto il tempo trascorso dopo il mancato riconoscimento degli accordi di San Andrés, ottenendo importanti successi in materia di salute, educazione e consolidamento interno. La sua presenza e solidità è stata un fattore essenziale in uno stato la cui storia contemporanea è legata allo zapatismo.

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo )

Fw: [Ezln-it] EZLN 24 anni dopo

 
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La Jornada – Venerdì 15 agosto 2008

 

Jaime Martínez Veloz/ I Parte

 

EZLN: 24 anni dopo

 

Dopo 24 anni di lavoro organizzativo, lotta sociale ed esperienze vissute, l'EZLN ha consolidato la sua presenza sul territorio chiapaneco. Con discrezione, ordine e disciplina gli zapatisti sono riusciti a costruire un nuovo modello di lavoro o, come dicono loro, un nuovo modo di fare le cose, dove a partire dalla pratica quotidiana dell'autogestione, la solidarietà, la creatività, la cooperazione ed organizzazione comunitaria hanno mantenuto la coesione delle loro comunità.

 

Per gli zapatisti niente è stato facile, né è stato regalato nulla. Quanto ottenuto è stato grazie ad un enorme sforzo e ad un alto grado di sacrificio dei propri membri. Tutto ciò assume maggiore significato quando i risultati sono stati ottenuti in mezzo a condizioni difficili e complicate.

 

Fin dai primi anni di sviluppo del loro lavoro, sia sul fronte delle masse sia nell'organizzazione clandestina, si formarono al consolidamento di una convinzione: "comandare obbedendo". Gli anni precedenti l'insurrezione permisero loro di consolidare una forte presenza nelle comunità, molte delle quali si dichiararono zapatiste. La strategia nella loro formazione guerrigliera pose le distanze dai metodi utilizzati da altre guerriglie per raccogliere fondi attraverso sequestri o azioni che ricadevano sul terreno criminale e che erano respinte dall'opinione pubblica.

 

La scommessa zapatista di costruire una base sociale organizzativa come sostentamento fondamentale dell'azione armata, finanziata con le modeste risorse dei propri membri, è stato il segno distintivo che ha allontanato lo zapatismo da qualunque azione che lo legasse ad azioni terroristiche che potessero giustificare l'azione repressiva dello Stato messicano. L'insurrezione zapatista fu definita dalla prima Cocopa "espressione di un'insurrezione comunitaria, prodotto di cause motivate che l'hanno originata".

 

L'irruzione zapatista sullo scenario nazionale portò sostanziali cambiamenti. Le riforme elettorali successive al primo gennaio 1994 furono realizzate su domanda della società messicana, ma anche per il tacito riconoscimento della giustezza delle istanze zapatiste. Forse questo non vuole essere ammesso dai partiti politici, ma la sollevazione armata contribuì alla creazione di un nuovo scenario elettorale e ad una ridistribuzione del potere politico. Oggi il modello elettorale messicano è molto lontano dall'essere il migliore e più adeguato per i messicani, ma è molto diverso da quello esistente prima del 1994.

 

Il dialogo tra l'EZLN ed il governo federale era protetto da una Legge per il Dialogo la cui forza si basa sull'espressione della volontà delle parti, soprattutto della società messicana che desidera una soluzione di fondo alla problematica esposta dagli zapatisti attraverso il negoziato. L'EZLN fece la sua parte, lo Stato Messicano non rispettò gli impegni presi a San Andrés. Benché lo status del dialogo coperto dalla legge vigente sia di "sospensione", non di "rottura", la ripresa di questa via dovrà passare per il compimento degli accordi di San Andrés il cui contenuto principale è stato fatto proprio dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

 

Dopo la sospensione del dialogo e fin da prima, con un doppio discorso il governo, mentre diceva di volere dialogare, appoggiava una strategia di contrainsurgencia ed accerchiamento delle forze zapatiste. Emissione di titoli agrari per trasformare contadini in ejidatarios di terre occupate dagli zapatisti, arresto di leader e basi di appoggio zapatiste, massacri indiscriminati, fomento delle diserzioni ed il paramilitarismo, offerta di aiuti statali in cambio di uscite pubbliche dall'EZLN, minimizzazione del conflitto, campagne mediatiche antizapatiste sono state, tra le altre, azioni che hanno dominato lo scenario chiapaneco durante il mandato del presidente Ernesto Zedillo ed i vari governatori ad interim che il Chiapas ha avuto durante quel sessennio.

 

Agli inizi del 2001, in mezzo alla persecuzione, lo zapatismo ebbe la capacità di uscire allo scoperto e profilare una nuova iniziativa politica con la marcia di successo culminata con la presenza degli zapatisti nella tribuna del Congresso dell'Unione, dove il dibattito tra i legislatori oltrepassò le frontiere delle formalità parlamentari per collocarsi su un terreno in cui l'elemento principale introdotto dalla petizione zapatista per fare uso della tribuna di San Lázaro, non si fondava su una questione di normativa legislativa, ma su una questione molto più profonda che metteva in discussione l'attuale modello di democrazia messicana, la quale non include ancora tutti i messicani, in questo caso i popoli indigeni.

 

Nonostante il successo della marcia e le dichiarazioni pubbliche del presidente Fox, il culmine del processo legislativo che pronunciò l'iniziativa di legge indigena produsse un risultato molto lontano da quanto concordato a San Andrés Larráinzar, con una riforma costituzionale che mise da parte l'arduo processo di negoziazione tra le parti. Il nuovo scenario fece sì che ancora una volta gli zapatisti tirassero fuori la creatività che li ha caratterizzati con le giunte di buon governo come un nuovo modo di organizzazione che quest'anno compie un lustro di attività sostenute con un metodo di lavoro che ha permesso di elaborare differenze, definire schemi di lavoro e legame organizzativo tra i membri e che non lo è.

 

I membri delle giunte di buon governo ruotano tra i membri della comunità ed hanno compreso che il servizio che offrono non significa ottenere privilegi individuali, ma rafforza l'integrazione comunitaria che permette di mettere le basi per lo sviluppo dei popoli. Questa esperienza è un nuovo modello nella presa di decisioni dal quale c'è molto da imparare e molto da sapere.

 

….. segue

 


giovedì 28 agosto 2008

Una commissione speciale dell'ONU visita le carceri

 

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La Jornada – Giovedì 28 agosto 2008

Una commissione speciale dell'ONU visita le carceri

Invito a riprendere le proteste in tutte le prigioni dello stato

Hermann Bellinghausen (Inviato)

San Cristóbal de las Casas, Chis. 27 agosto. In occasione dell'arrivo in Chiapas questo giovedì di una commissione speciale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) che visiterà le prigioni del Chiapas , un numeroso gruppo di detenuti di diverse organizzazioni politiche hanno chiesto di relizzare proteste nelle prigioni dello stato. 

Chiedono "la revisione di tutti i processi dei detenuti in Chiapas , poiché la magistratura guidata da Sonia Simán e dal ministro di Giustizia Amador Rodríguez Lozano, nei mesi scorsi hanno rivisto i casi dei reclusi che hanno potuto pagare, violando così la Costituzione ed i nostri diritti di uguaglianza". 

I reclusi invitano tutti gli altri detenuti a realizzare digiuni a partire da giovedì 28 alle cinque del mattino nelle varie prigioni. Invitano ad una marcia per il 31 agosto nella città di Tuxtla Gutiérrez, dalla fontanda di Diana Cazadora al palazzo del governo, alle 10 del mattino, "per denunciare la richiesta di denaro da sborsare nelle prigioni per le visite coniugali, il traffico di droga, le operazioni di sequestro dei poliziotti dentro le prigioni con l'avallo del ministro di Giustizia e del segretario della Pubblica Sicurezza che di fronte a queste situazioni non fanno niente". 

Firmano l'appello dell'organizzazione Justicia en Chiapas : la Voz de Amate, MOCRI-CNPA-MN, "basi di appoggio dell'EZLN" e Antorcha Campesina.

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo )


Gli zapatisti denunciano invasioni negli Altos del Chiapas

 
 

La Jornada – Giovedì 28 agosto 2008

 

Comuneros di Santa Martha hanno seminato illegalmente 30 ettari non di loro proprietàs

Gli zapatisti denunciano che il Procede favorisce le invasioni negli Altos del Chiapas

Le mappe rielaborate dal programma sono causa del conflitto

Hermann Bellinghausen (Inviato)

 

San Cristóbal de las Casas, Chis. 27 agosto. Il consiglio municipale autonomo di Magdalena de la Paz e la giunta di buon governo (JBG) Corazón Céntrico de los Zapatistas Delante del Mundo, della zona Altos del Chiapas, denunciano che comuneros di Santa Martha (municipio di Chenalhó) vogliono occupare 30 ettari di terra appartenenti a famiglie basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e priístas, con la copertura del Programma di Certificazione di Diritti Ejidali e Titolazione di Casolari Urbani (Procede) "imposto" dal governo federale con la completa compiacenza del governo statale. Si tratta di un altro conflitto creato da azioni ufficiali a danno della convivenza tra i popoli.

 

Le autorità del municipio ribelle, che si trova tra San Andrés Sakamch'en de los Pobres e Chenalhó, ricordano che lo scorso 23 aprile circa 25 comuneros di Santa Martha sono entrati a lavorare un terreno di famiglie zapatiste che poi hanno seminato a mais. "Fino ad ora è invaso, la loro strategia è entrare a pulire la milpa nel pomeriggio perchè nessuno se ne accorga, perché sanno che stanno commettendo un reato grave nei confronti dei proprietari e delle autorità".

 

Il 29 giugno gli invasori si sono riuniti a Santa Martha, in località Saclum "per decidere di invadere e ridistribuire i 30 ettari che credono di loro diritto, poiché con l'imposizione del  Procede sono stati fatte nuove planimetrie dei beni comunali del municipio di Aldama (e del municipio autonomo Magdalena del la Paz) che sono attigui". A causa di ciò "ne è risultato un conflitto tra questi due villaggi indigeni per i 30 ettari che i fratelli di Aldama posseggono per diritto ancestrale e che ora, secondo i nuovi piani del Procede, ricadono nel perimetro di Santa Martha. Ma quel giorno l'invasione non è avvenuta".

 

Il comunicato zapatista sottolinea: Abbiamo sentito i discorsi degli stessi comuneros di Santa Martha con i loro commissari dei beni comunali ed autorità municipali ufficiali, secondo i quali il 16 settembre verranno ad invadere i 30 ettari; dicono che cacceranno quelli che vivono lì e ridistribuiranno le piantagioni di caffè".

 

Le autorità autonome affermano che quei 30 ettari "appartengono per diritto ancestrale ai 115 fratelli di Aldama, di cui 30 famiglie sono basi di appoggio dell'EZLN e 85 sono priiste. Noi popoli indigeni conosciamo perfettamente dove si trovano i nostri confini territoriali. Vogliamo chiarire che questo problema è colpa del malgoverno perché l'ha provocato attraverso la Procura Agraria e non ha rispettato i nostri accordi come popolo indigeno, poiché tra questi due villaggi esistono accordi firmati dal 1977 che sono stati rinnovati nel 1995; sono questi gli accordi che valgono e si mantengono definitivamente perché non si può tradire la parola sulla quale ci siamo impegnati".

 

Le basi zapatiste riaffermano che "non accettano né accetteranno nessuna delle condizioni imposte da quelli di Santa Martha, perché non ne hanno il diritto né la ragione, perché la terra non si vende né si negozia ma si difende perchè sappiamo che è nostra; secondo le legge 'caxlana' dopo 5 anni si ottengono i diritti di possesso, ma i nostri compagni e compagne hanno diritto di possesso da centinaia di anni ed attualmente vivono sul posto diverse famiglie". 

 

Il consiglio autonomo e la JBG appoggiano "fino alle ultime conseguenze" i loro compagni "colpiti da questo atto del malgoverno". Esigono "il ritiro immediato degli invasori da Santa Martha che stanno lavorando lì illegalmente ed il rispetto e compimento degli accordi firmati più di 30 anni fa da questi due villaggi". Per il resto, ritengono responsabile "il malgoverno dei fatti che potranno succedere in queste terre".

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

lunedì 25 agosto 2008

Fw: informe gruppo 4 Morelia



Oggetto: informe gruppo 4 Morelia

Cari tutti e tutte innanzitutto scusate il ritardo con cui vi inviamo la nostra erelazione.
Noi, Massimo e Savina, facevamo parte del gruppo 4 del Caracol di Morelia insieme a 8 spagnoli e 4 francesi. Siamo stati inviati dalla giunta di Buon Governo al Municipio autonomo Primero de enero. Le autorita' del municipio nel corso di un incontro durato molte ore hanno risposto alle nostre domande. Quella che segue e' una sintesi dell'incontro.
Il territorio del primero de enero e' stato oggetto di tentativi di occupazione dal 94 ed e' stabilmente occupato dal 96. Nel 94 ci furono vari caduti durante scontri con la polizia e l'esercito. Il municipio si trova sulla ex proprieta' di un ranchero ed e' abitata da persone che prima vivevano su terreni montagnosi difficilmente coltivabili e scarsamente produttivi. Sullo stesso territorio operano l'organizzazione filogovernativa ORCAU e la paramilitare OPDIC che sia con minacce sia con "favori" hanno cercato e a volte ottenuto l'adesione di famiglie ex zapatiste. Il municipio e' organizzato nei collettivi di mais, fagioli e bestiame e nelle commissioni di salute, educazione, donne, tecnologia appropriata e onore e giustizia. Ogni due settimane si riuniscono in assemblee per discutere di queste tematiche e stabilire chi partecipa alle commissioni. Si sono dotati delle tubature per l'acqua grazie al denaro raccolto daloro stessi e agli aiuti internazionali. Hanno ricavato i soldi per l'elettricita' da una tassa imposta ad un'impresa che ha costruito una srada sul territoruio del municipio. Non pagano tasse al governo in quanto in rresistenza. La giustizia e' amministrata dalla commissione di onore e giustizia che dopo aver richiamato verbalmente per tre volte chi non osserva le norme di vita comunitaria assegna come punizione forme di lavoro collettivo. Dopo la creazione dei caracoles il malgoverno ha iniziato a offrire piu' crediti e ho formato la OPDIC, le minacce di sgombero sono continue. La pressione governativa di tipo propagandistico e' molto forte soprattutto tramite forme di credito chr si rivelano essere mentira o inganno.
Dicono di non poter rispondere ad una domanda che faceva riferimento alla preparazione di una risposta armata ad un eventuale attacco militare, comunque consisderano gli indigeni della OPDIC come fratelli dello stesso sangue e cercano in ogni modo di evitare uno scontro diretto em raggiungere una mediazione.
Rispetto al mov9imento di Oaxaca sottolineano una differenza fondamentale: gli zapatisti sono del tutto autonomi dal governo e in resistenza.
I giopvani rwestano in comunita' in quanto coinvolti nell'organizzazione ed educati nelle scuole autonome secondo il loro sistrema di valori, a differenza dei giovani di altre comunita' che tendono ad emigrare in altri stati o negli USA o iniziano ad abusare di alcol e droghe.
Riguardo alla salute hanno cominciato ad organizzarsi con i promotori di salute perche' le strutture governative non attendevano alle loro esigenze. I promotori condividono la loro esperienza e valorizzano la medicina tradizionale. Nella clinica autonoma che abbiamo visitato ci sono 15 promotori che fanno turni di 8 giorni in gruppi di 2-3. I casi piu' gravi li mandano alla Realida, che e' provvista anche di un ambulatorio chirurgico, in casi estremi agli ospedali del governo. Ricorrono a forme di pianificazione familiare tramite preservativi e pillolle anticoncezionali fornite dagli aiuti internazionali. Le principali malattie sono affezioni delle vie respiratorie e gastroenteriti, qualche tumore. Nonostante sia stato negato il permesso al municipio ufficiale di costruire canalizzazzioni per l'acqua spesso circolano nel loro territorio ingegneri a fare misurazioni, questa e' da loro considerata una forma di pressione.

Abbiamo poi visitato 2 comunita' che si trovano ad affrontare situazioni particolarmente conflittuali e di piu' grave tensione.
Comunita' 16 di febraio
Si tratta di una neocomunita' formata da ´poche famiglie che risiedono su terreni abbandonati nel 94 e rivenduti dal governo ad un nuovo finchero che non sapeva fossero occupate dagli zapatisti. Alcune famiglie sono passate all'ORCAU che ora rivendica il possesso di queste terre. Coltivano mais e caffe' che cercano di rivendere senza intermediari, parte del caffe' e' venduto tramite la cooperazione internazionale.

San Jose'
La comunita' e' formata da 13 famiglie ben disposte ad accoglierne altre che volessero unirsi a loro. I terreni sono stati occupati nel 94, tra il 96 e il 97 sono rimaste solo tre persone. Il finchero era membro di Paz y Justicia e presidente municipale, e' stato accusato di aver rubato i soldi con cui ha comprato queste terre. Il vicino accampamento militare e' stato avanzato nel maggio 2008 fino ad una sovrastante altura da cui cercano di controllare le attivita' della comunita'. Il presunto proprietario, che risiede nelle vicinanze pretende di recuperare ad ogni costo le terre occupate ma fin'ora non e' riuscito. Sono stati addirittura mandati degli ingegneri a raccontare che era pericoloso abitare quelle terre perche' sotto la minaccia di un vulcano. Non c'e' corrente elettrica e l'acqua di un torrente e' a 20 minuti di cammino. Era la prima volta che questa comunita' riceveve la visita di internazionali e i rappresentanti della carovana sono stati accolti con grande entusiasmo sottolineando quanto sia importante il sostegno di popoli lontani.

Alcune delle frasi che ci sono rimaste impresse durante la nostra permanenza sono:
"Le terre recuperate sono pagate dal sangue dei compagni"
"Antes o tarde vamos a lograr el futuro"
"No estamos seguros de como estas el futuro pero seguimos avanzando"

Massimo De Crescenzo
Savina Malancona


venerdì 22 agosto 2008

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Fw: [coordinamento-toscano-zapatista] resoconto carovana in chiapas

 

ciao a tutti e a tutte
vi scrivo alcune considerazioni sulla carovana in chiapas. e`finita da ormai una settimana, mi scuso per il ritardo. in questi giorni la delegazione del coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista e`stata impegnata a raggiungere il caracol di roberto barrios, il caracol di ovetnik e il municipio autonomo di San Juan de la Libertad per portare degli appoggi e per continuare a rafforzare le nostre relazioni instaurate con i compagni zapatisti.

la carovana "nazionale e internazionale di osservazione e di solidarieta`con le comunita`zapatiste del chiapas" si e`svolta dal 29 luglio al 12 agosto ed ha visto la partecipazione di circa 300 persone (tra cui 200 europei, tra i quali 70 italiani).
per leggere articoli sulla carovana
>> http://www.globalproject.info/art-16581.html
>> www.europazapatista.org (in spagnolo)
tutti i partecipanti ci siamo divisi in 4 gruppi per raggiungere 4 caracoles (oventik, garrucha, morelia, realidad). noi toscani siamo andati tutti nel gruppo del caracol di oventik.
>> http://www.globalproject.info/art-16660.html
giunti nei caracoles, dopo le cerimonie di benvenuto delle junta del buon governo, siamo stati mandati in differenti comunita` che negli ultimi tempi stanno subendo minacce od aggressioni da parte del governo o dei paramilitari.
il gruppo di oventik siamo stati mandati nella comunita`di Cruzton e al presidio sul Cerro de Huitepec.

Cruzton
E`una comunita`non zapatista (ci sono 2 famiglie zapatiste e 24 aderenti alla otra campaña), che dallo scorso anno ha recuperato (occupato) le terre che da piu`di dieci anni le erano state espropriate da persone provenienti dalla citta`ed appoggiate dal governo. dopo anni passati a cercare una soluzione con trattative col governo, dopo anni che il governo non li ha mai ascoltati ma solo ingannati, nel maggio 2007 si riprendono le terre che appartenevano loro. in questi anni la comunita`oltre ad autorganizzarsi ha iniziato ad instaurare rapporti con la junta del buon governo di Oventik. in pratica non si relaziona piu`al governo ufficiale (che li ha ingannati per anni) come riferimento per risolvere le questioni, ma si rivolge all'autorita`autonoma zapatista per ricevere consigli e appoggi sui loro problemi. E`una situazione molto interessante, e si puo`considerare come uno dei risultati della otra campaña: che le realta`che lottano, non solo zapatiste, cominciano ad unirsi e a coordinarsi tra loro.
la situazione del conflitto quando siamo passati da cruzton era ancora calda. ad aprile di quest'anno hanno subito la prima irruzione della polizia che voleva arrestare alcuni uomini, e che e`stata respinta dalla coraggiosa resistenza delle donne della comunita`. a giungo e`rientrata la polizia con gli invasori civili ed ha posto un accampamento intorno alla comunita`per impedirgli ad andare a lavorare i campi. il 22 luglio gli abitanti sono tornati ai loro campi (perche`il raccolto stava marcendo) e sono stati attaccati dalla polizia, hanno arrestato un compagno della otra jovel (la rete delle organizzazioni di san cristobal nella otra campaña). il compagno e`stato liberato due giorni dopo e la polizia se ne e`andata il giorno dopo. quindi quando siamo arrivati noi la comunita`era da poco che aveva recuperato i propri campi e stava lavorando duro per cercare di non perdere la maggior parte del raccolto (stimano sia andato perso il 90%). gli uomini a turno fanno la guardia 24 su 24 in alcuni punti strategici per avvistare eventuali incursioni della polizia nella loro valle. gli abitanti sono sempre all'erta, con la paura che suoni la campana della chiesa che significa che sta tornando la polizia. comunque la presenza della carovana e`un motivo di rassicurazione, perche`il governo non ha certo nessuna intenzione di compiere delle violenze proprio mentre ci sono cosi`tanti stranieri come testimoni.
anche qui l'accoglienza alla carovana e`stata molto calorosa, abbiamo fatto una lunga chiacchierata per spiegarci la loro storia, ci hanno fatto visitare i campi recuperati e l'ex accampamento della polizia. alcuni carovanieri hanno partecipato al lavoro nei campi con i contadini della comunita`.
fino ad adesso (21 agosto) la situazione sembra calma, nel senso che la polizia non si e`piu`fatta vedere nella comunita`.
per leggere articoli su cruzton li trovate su globalproject.info (la pagina della carovana)
vi segnalo due video in italiano su youtube
>>http://www.globalproject.info/art-16581.html  (gli abitanti raccontano la loro storia, il video e`girato il 5 luglio cioe`durante l'accampamento della polizia che impediva loro di accedere ai campi)
>> http://uk.youtube.com/watch?v=v8w839oFYhs  (aggressione della polizia del 22 luglio 2008)

Huitepec
E`una montagna vicino San Cristobal. sulla vetta, dal marzo dello scorso anno, c'e`un presidio di basi d'appoggio zapatiste. nella montagna vivono alcune famiglie zapatiste, ma non solo. negli ultimi anni il governo ha cominciato a privatizzare il bosco che fino ad adesso era protetto dalle comunita`indigene della zona. il governo e  i privati hanno interessi sulla montagna perche`li`vi si trovano: oltre a flora e fauna, piante medicinali, soprattutto tanti corsi di acqua, e delle rovine archeologiche maya ancora sommerse. quindi ci potrebbero fare un monte di soldi con tutte queste risorse. per fare un esempio, tra i privati che hanno comprato parti della riserva c'e`la coca cola. dallo scorso anno la junta di buon governo di oventik ha dichiarato "riserva ecologica comunitaria" una parte della montagna, con lo scopo che la riserva sia protetta dalle comunita`indigene e non venduta agli interessi di privati. gli zapatisti hanno posto cartelli di segnalazione intorno a tutto il territorio della riserva (mi sembra un centinaio di ettari) ed hanno istallato un presidio permanente sulla vetta della montagna, nel bosco. a questo presidio si turnano gruppi di basi di appoggio zapatiste provenienti da comunita`del caracol di oventik che si cambiano ogni settimana.
la permanenza dei carovanieri al presidio e`stata abbastanza dura dal punto di vista logistico. siamo a 2500 metri, pioveva tutti i giorni e si dormiva in delle canadesi sotto un telone di nylon. la mattina partecipavamo alla camminata di vigilanza attraverso tutta la riserva che le basi di appoggio zapatiste facevano per controllare che i cartelli, i corsi d'acqua e il bosco non fossero stati danneggiati. il resto delle lunghe giornate lo si passava intorno al fuoco a cucinare e a parlare con i compagni zapatisti, spesso molto curiosi di conoscere le lotte che ci sono in italia e in europa. al gruppo di noi italiani alcune basi di appoggio hanno concesso un'intervista per spiegare la situazione della riserva e del presidio. la potete leggere >>  http://www.globalproject.info/art-16671.html 
la garrucha
il gruppo che e`stato nel caracol de la Garrucha, il piu`numeroso, ha visitato tre comunita`nelle quali era entrato l'esercito nel giugno 2008. in quelle zone della selva lacandona gli indigeni, prima del 1994, vivevano come schiavi nei latifondi dei grandi proprietari terrieri. nel 1994 hanno cacciato i ricchi padroni ed hanno recuperato tantissimi ettari di terre che adesso stanno lavorando le comunita`in maniera collettiva. ai carovanieri, che hanno fatto lunghe camminate attraverso questi campi di mais, e`stata mostrata la dimensione (enorme) del fenomeno delle terre recuperate. le questioni delle terre recuperate sono in questi mesi centrali perche`sono il luogo principale in cui si dispiega la guerra di bassa intensita`( o controinsurgencia) del governo messicano. gli zapatisti hanno ribadito l'imporanza del territorio come base della costruzione dell'autonomia.

riappare la comandancia zapatista
dal dicembre dello scorso anno il comando dell'esercito zapatista non era piu`apparso in pubblico e non erano piu`usciti comunicati firmati da esso. forse qualcuno ha sentito parlare del'ultimo intervento del sub comandante marcos, a meta`dicembre in cui diceva che loro zapatisti sentivano che stava tornando "l'odore della guerra". questa "guerra" nell'ultimo anno si e`sviluppata attraveso le numerose incursioni e minacce prodotte dai paramilitari, ma anche dall'esercito messicano, contro le comunita`di civili zapatisti. dai numerosi tentativi di espropriare le terre recuperate dalle comunita`. dai tentativi di danneggiare le esperienze di autonomia portate avanti dalle comunita`(nell'educazione, la salute, la produzione). ma anche dall'immissione di reparti speciali dell'esercito nelle caserme della selva con l'intento di annientare la struttura politico/militare dell'EZLN.
il 2 agosto, al caracol della Garrucha, sono apparsi alcuni dirigenti dell'EZLN. il subcomandante marcos e il tenente moyses hanno fatto due interventi davanti ai carovanieiri.
i testo e l'audio degli interventi (in spagnolo) si trovano>> 
http://enlacezapatista.ezln.org.mx/comision-sexta/978/
intervento di marcos in italiano>>
http://riot.ecn.org/pipermail/ezln-it/2008-August/000480.html
intervento di moyses in italiano>>
http://riot.ecn.org/pipermail/ezln-it/2008-August/000484.html
in quello di marcos, parla un po della loro storia prima del 94. da quando alcuni militanti che vengono dalla citta`con l'idea di instaurare una guerriglia secondo gli schemi classici dell'epoca, incontrano le comunita`indigene.
"...la mentalità di quel piccolo gruppo - sto parlando del 1983-1984, cioè 24 o 25 anni fa - era la mentalità tradizionale dei movimenti di liberazione in America Latina, cioè: un piccolo gruppo di illuminati che si solleva in armi contro il governo. Questo fa sì che molta gente li segua, si ribelli e faccia cadere il governo e si instauri un governo socialista. Sono molto schematico, ma essenzialmente è quello che si conosce come la teoria del "foco guerrigliero....Accadde che quel progetto fu sconfitto nel momento in cui ci confrontammo con le comunità e ci rendemmo conto non solo che non ci capivano, ma che la loro proposta era migliore.
Decenni prima, secoli prima era successo qualcosa. Ci stavamo confrontando con un movimento di vita che era riuscito a sopravvivere ai tentativi di conquista di Spagna, Francia, Inghilterra, Stati Uniti e di tutte le potenze europee, compresa la Germania nazista nel 1940-1945. Quello che aveva fatto resistere questa gente, questi nostri compagni e compagne di allora, e poi, i nostri capi e cape di adesso, era stato l'attaccamento alla vita che aveva molto a che vedere con il loro bagaglio culturale. La lingua, il linguaggio, il modo di rapportarsi con la natura rappresentava un'alternativa non solo di vita, ma di lotta. Non stavamo insegnando a resistere a nessuno. Ci stavamo trasformando in alunni di quella scuola di resistenza di gente che lo stava facendo da cinque secoli.
Quelli che venivano a salvare le comunità indigene, furono salvati da queste stesse...
Da un movimento che si proponeva di servirsi delle masse, dei proletari, degli operai, dei contadini, degli studenti per arrivare al potere e guidarli alla felicità suprema, ci stavamo trasformando, gradualmente, in un esercito che doveva servire alle comunità"
racconta poi di come dalle comunita`, e soprattutto dalle donne che vedevano morire i loro figli di denutrizione e malattie curabili, venne la richiesta che bisognava insorgere in armi.
poi il ragionamento di marcos si sposta su cose piu`attuali e che piu`ci riguardano. parla della loro scelta di cercare di costruire una nuova maniera di fare politica che parta dal "basso". di voler creare relazioni con coloro che si organizzano e lottano dal basso. del non nutrire piu`nessuna fiducia verso coloro che pensano che un cambiamento possa avvenire dall'alto, cioe`attraverso le vie istituzionali. si rivolge ai messicani dicendo che in molti paesi dell'europa (cita anche l'italia) ci siamo gia`resi conto che la sinistra al potere non produce nulla di buono, ma fa solo cose in funzione del potere. (forse e`un po' ottimista nel pensare che tanti italiani si siano resi conto di questa cosa). per quanto riguarda i partiti di sinistra che vanno al governo, dice: " ....Questo è quello che noi chiamiamo "l'effetto stomaco" del potere: o ti digerisce o ti trasforma in merda..."
Moyses invece cerca di spiegare un po come funziona la loro costruzione dell'autonomia e la maniera con cui vengono prese le decisioni collettive, dalle comunita`verso le autorita`municipali e le giunte del buon governo e viceversa.
e`significativo un passaggio in cui cerca di definire "l'autonomia": "...all'inizio ci siamo organizzati nei municipi autonomi. Così si chiamavano: "autonomi". Noi contadini, indigeni, tzeltales, tojolabales, choles, zoques, mames, non capivamo che cosa significava, che cosa voleva dire la parola "autonomia". 
A poco a poco capimmo che l'autonomia era proprio quello che stavamo facendo. Il domandarci quello che avremmo fatto. Discutere nelle riunioni e nelle assemblee e poi decidere tra noi...".

conclusioni
la carovana e`andata bene. ci sono stati un po di falle organizzative, ma siamo rimasti soddisfatti perche`era la prima volta che veniva organizzata una cosa del genere cosi`in grande. e non era facile gestire logisticamente 300 persone sparse per il chiapas.
per le comunita`visitate e`stato importante la nostra presenza, per tirare su di morale, perche`gli zapatisti si sono accorti che "non sono soli".
soprattutto dal punto di vista mediatico e`stata importante la carovana perche`ha raggiunto uno degli obbiettivi per cui era nata: quello di rompere il silenzio mediatico che negli ultimi tempi era calato intorno all'esperienza zapatista e soprattutto intorno agli attacchi ai progetti di autonomia delle comunita`indigene. oltre ad aver prodotto molto materiale che sta girando attraverso i mezzi di informazione indipendenti, il quotidiano messicano la jornada nei giorni della carovana scriveva quotidianamente un articolo sulla situazione delle comunita`zapatiste.

lunedì 11 agosto 2008

COMUNICATO DELLA CAROVANA DI SOLIDARIETA' IN CHIAPAS

 
 
 

Secondo Comunicato della Carovana Nazionale ed Internazionale di Osservazione e Solidarietà con le Comunità Zapatiste del Chiapas 

La Garrucha, 9 agosto 2008  

 

Ai Popoli del Messico e del Mondo  

All'Altra Campagna  

Alla Sesta Internazionale   

Ai Mezzi di Comunicazione

 

Tutti, 129 dei Membri della Carovana Nazionale ed Internazionale di Osservazione e Solidarietà con le Comunità Zapatiste del Chiapas, i giorni 5, 6 e 7 agosto 2008 abbiamo visitato le comunità zapatiste di Javier Hernández, Juan Diego e San Rafael. 

 

Primo. Abbamo visitato tre ex-proprietà: San Juan, Santa Rita ed El Zapote dove anziani ed anziane ci hanno raccontato com'era la loro vita quando erano sfruttati dai padroni. Questo sfruttamento consisteva nel costringerli a lavorare per più di 15 ore al giorno senza nessun salario, umiliarli, maltrattarli, e come se non bastasse, le aggressioni sessuali erano parte della condizione di schiavitú in cui vivevano. Inoltre non avevano terre né accesso all'acqua per sopravvivere, cosa che li rendeva completamente dipendenti dai padroni delle terre.

 

Secondo. Il governo non ha mai portato a termine la riforma agraria, ma metteva a tacere le loro proteste favorendo l'impunità dei padroni. Non potendo giungere ad accordi con questi ultimi, l'unica alternativa fu organizzarsi in ogni fattoria per liberarsi dal giogo al quale erano costretti. Si resero conto che era la stessa situazione in tutti i poderi, unirono quindi le loro lotte in tutta la zona e poi si unirono alla lotta Zapatista per ottenere Libertà, Giustizia e Democrazia.

 

Terzo. Con l'insurrezione del 1994 recuperarono le terre per coltivarle a beneficio di tutti, e con il lavoro comunitario, il sistema di educazione, salute e produzione, poterono migliorare le loro condizioni di vita.

 

Quarto. Noi, membri della Carovana, osserviamo che il recupero delle terre ha permesso la fine dello sfruttamento, lo sviluppo dell'autonomia e, di conseguenza, un miglioramento notevole delle condizioni di vita ed il recupero della vita comunitaria. Riprendiamo l'idea che la madre terra è di chi la lavora ed il diritto al territorio e l'autonomia è di tutti i popoli.

 

Quinto. Dichiariamo che saremo vigili e denunceremo qualsiasi tentativo dei tre livelli di Governo, federale, guidato da Felipe Calderón Hinojosa, statale, guidato da Juan Sabines Guerrero e municipale, guidato da Carlos Leonel Solórzano Arcia, di abuso ed aggressione contro le Comunità Zapatiste ed il loro diritto di continuare a vivere nelle terre recuperate. 

 

Rivendichiamo il diritto dei popoli di vivere nelle proprie terre e territori di forma autonoma. 

 

Ribadiamo inoltre a tutte le compagne e compagni zapatisti che anche se non saremo fisicamente in territorio Zapatista: NON SONO SOLI! 

 

Delegazione della Carovana Nazionale ed Internazionale di Osservazione e Solidarietà con le Comunità Zapatiste del Chiapas

 

 

Abbiamo potuto ved ere quanto si può costruire

> La Jornada - 10 agosto 2008
> Carovana di Solidarietà e persecuzione militare contro gli zapatisti
> "Abbiamo potuto vedere quanto si può costruire"
> Impressiona l'umiltà così degna
> Hermann Bellinghausen - Inviato
>
> La Realidad, Chis, 9 agosto - La giunta di buon governo (JBG) Verso la
> speranza ha compiuto il suo quinto anniversario cambiando. Gli indigeni
> sono
> stati molto contenti, perché sono stati tre i giorni di festa. E si sa che
> per le feste qua sono pure delle riunioni di basi d'appoggio dell'EZLN ed
> anche le più festive, sono atti politici.
>
> Gli zapatisti hanno ideato un sistema di governo che organizza i suoi
> membri
> in turni sostenuti: rimane la metà di una giunta e le comunità designano
> la
> nuova seconda metà. Nella JBG di La Realidad, la metà che continua insegna
> all'altra, in un dinamico processo di esperienze ed apprendistato che
> coinvolge tutti mentre sono governo. Nell'idea che un qualsiasi cittadino
> può
> governare e deve farlo "per servire e non per servirsene", i suoi
> componenti
> non ricevono un salario, ma sono sostenuti collettivamente dalle comunità.
> Qui, l'azione "appoderarsi" non ha nessun senso.
>
> La brigata della Carovana Nazionale ed Internazionale di Solidarietà con
> le
> comunità zapatiste che è arrivata a La Realidad ha visitato solo due
> comunità
> del municipio di San Pedro de Michoacán: Santa Rosa Copán e 24 de
> Diciembre.
> Questo è bastato affinché conoscesse due situazioni molto distinte
> all'interno dello stesso processo di autonomia.
>
> Un brigatista europeo si esprime così: "in Santa Rosa siamo riusciti a
> vedere
> tutto quello che si può costruire per bene, senza interruzioni, senza le
> persecuzioni che ha sofferto e soffre ancora 24 de Diciembre".
>
> La brigata, composta da una ventina di persone, ha trascorso il suo
> periodo
> nelle comunità e non è arrivata in tempo per la celebrazione della JBG. A
> quelli della carovana "sembra che sia toccato loro conoscere" - commenta
> con
> un po' di ironia, quando li vede arrivare, un indigeno della commissione
> di
> vigilanza, fuori dal caracol Madre de los caracoles del mar de nuestros
> sueños.
>
> Un altro caravanero sottolinea che "il livello di partecipazione e di
> organizzazione è piuttosto forte. Impressiona l'umiltà così degna. Ci
> hanno
> permesso di vedere quella che è la loro vita reale e dalle loro parole
> esce
> una vera convinzione".
>
> Un altro che aveva già partecipato ad accampamenti civili ed appartiene
> all'altra campagna, commenta riguardo a Santa Rosa Copán: "gli osservatori
> vanno sempre nelle comunità con problemi. Ora invece abbiamo avuto la
> possibilità di vedere anche un processo di autonomia in marcia".
>
> Dopo queste visite ed aver conversato per sei ore con la JBG e le sue
> commissioni, la brigata, secondo un altro membro ancora, di provenienza
> spagnola, "è rimasta molto colpita dalla cura con cui svolgono il loro
> lavoro; fanno bilanci costanti, correggono. Sanno che non tutto riesce
> bene e
> si preoccupano di adempiere ai loro compiti di fare le cose 'proprio per
> bene'".
>
> La situazione in 24 de Diciembre è differente. La comunità ha da un lato
> un'importante base di operazioni dell'Esercito federale, che oltre ad
> essere
> ostile agli indigeni, s'impadronisce la sorgente. "Ora gli zapatisti hanno
> acqua perché piove molto e stanno immagazzinandola come possono. Però
> sanno
> che la prossima 'stagione secca' sarà molto dura".
>
> I militari hanno detto che permettono agli indigeni di "bere" l'acqua di
> un
> stagno. Sì, dove si bagna la truppa e, pertanto, inutilizzabile. "Inoltre,
> non è vero" - aggiunge un caravanero. "I contadini non hanno accesso a
> quell'acqua, è dopo un posto di controllo dei soldati".
>
> Praticamente assediata, 24 de Diciembre non solo resiste, è riuscito a
> costruire una piccola scuola. Tutte le famiglie hanno già la casa.
> Lavorano i
> campi e gli orti. La comunità è stata 12 anni in esilio. Espulsa da Nuevo
> Momón, spogliata e perseguitata, solo nel 2006 si è potuta stabilire nelle
> terre del rancho El Momón, recuperate dall'EZLN nel 1994. L'Esercito
> federale
> si è impadronito della proprietà nel 1995. Con l'aiuto di un gruppo di
> basi
> d'appoggio dell'EZLN da più di un anno, la comunità ha esorcizzato la
> minaccia di sgombero fatta da un gruppo dell'Unione degli Ejidos della
> Selva,
> appoggiato dall'Esercito che continua a restare lì.
>
> Un caravanero statunitense descrive le installazioni militari osservate
> dalla
> comunità e dice: "per noi è importante vedere in che cosa spende il denaro
> il
> governo messicano, perché sappiamo che riceve gli aiuti militari degli
> Stati
> Uniti. Noi lottiamo da dentro l'impero contro l'imperialismo. In 24 de
> Diciembre riconosciamo la stessa minaccia".
>
> Aggiunge che "le azioni dello zapatismo possono far parte della nostra
> lotta
> negli Stati Uniti a favore dei poveri come noi e degli immigrati. In 24 de
> Diciembre abbiamo visto che sì si può".
>
> Un altro caravanero conclude: "i programmi ufficiali fanno parte di una
> guerra economica".
>
> Julio César Pérez, ex "prigioniero politico" di La Voz del Amate appena
> liberato ed ora membro del collettivo Voci Innocenti, ha partecipato alla
> carovana, e dichiara: "abbiamo visto con i nostri stessi occhi che esiste
> la
> persecuzione federale e statale contro i compagni".
>
> (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
>
>

Si conclude la Carovana in Chiapas

 

La Jornada – Sabato 9 agosto 2008

 

La Carovana di Solidarietà termina il suo giro nelle zone indigene autonome

Le comunità zapatiste celebrano 5 anni dell'esperienza viva dell'autonomia

Hermann Bellinghausen (Inviato)

 

Ejido Morelia, Chis., 8 agosto. Il quinto anniversario delle giunte di buon governo (JBG), celebrato nei cinque caracol zapatisti, coincide con la fine del giro della Carovana Nazionale ed Internazionale di Solidarietà con le comunità zapatiste in una ventina di queste. Da giovedì sono iniziati i festeggiamenti nelle sedi zapatiste installate nell'agosto del 2003 nei vecchi Aguascalientes.

Un lustro di esperienza di governi autonomi regionali in più di 40 municipi ribelli in tutto il Chiapas indigeno. Qui, nel caracol Torbellino de Nuestras Palabras, la JBG riceve di continuo commissioni, individui e rappresentanti di alcuni dei sette municipi e tre regioni che abbraccia la regione Tzotz Choj. Dal giorno precedente sono cominciate ad arrivare qui moltissime famiglie, in maggioranza tzeltales e tojolabales.  

Con la musica delle feste ballabile e rivoluzionaria in sottofondo, i caravaneros della delegazione venuti a Morelia formano un cerchio nel prato e condividono le loro esperienze della settimana iniziata il 31 luglio. Balza agli occhi la loro giovane età e più del 90% di loro calpesta per la prima volta i territori zapatisti, tuttavia partecipano già alla Zesta Internazionale o all'Altra Campagna in Messico.

La carovana è venuta a verificare le condizioni in molti dei territori colpiti dalla "guerra di bassa intensità" che qui si svolge in relativo silenzio, almeno mediatico. Ma ha potuto anche incontrare l'esperienza viva dell'autonomia nella quotidianità. E questo venerdì è stata testimone della matura espressione delle forme di governo proprio nelle comunità ribelli, nonostante tanta contrainsurgencia e le pressioni contrarie.

In questa regione la delegazione si è divise a sua volta in brigate che hanno percorso i municipi 17 de Noviembre, Che Guevara, Primero de Enero y Vicente Guerrero. Nelle loro relazioni riportano di aver sostenuto lunghi colloqui con i consigli autonomi, i collettivi delle donne e le commissioni di educazione e salute. 

Hanno percorso comunità e poderi minacciati, ed anche comunità dove l'autonomia funziona senza particolari conflitti con organizzazioni filogovernative. Cioè, non tutto è stato denuncia né gridi di allarme. Hanno anche trovat esperienze e risultati da festeggiare, come le terre recuperate agli allevatori dopo l'insurrezione dell'EZLN nel 1994.

Visitando la comunità 8 de Marzo, nel municipio 17 de Noviembre, la brigata ha conosciuto il lavoro delle donne ed ha visto l'antica casa del finquero trasformata in scuola; anche la minaccia di un progetto turistico, perché nelle vicinanze si trova una zona archeologica ed il governo cerca di promuovere lo "sviluppo turistico" respinto non solo dagli zapatisti ma anche dagli abitanti di altre organizzazioni. 

Anche la comunità Francisco Villa, dello stesso municipio, si trova in pericolo per una diga che, se fosse costruita, inonderebbe questo ed altri villaggi. La carovana ha inoltre conosciuto la clinica autonoma e le scuole, la storia della costruzione di Nueva Revolución su terre recuperate. Ha visitato la cooperativa di caffè Tatawelo ed il centro ricreativo autonomo Tzaconejá, una località amena tra due fiumi.

Nel municipio Vicente Guerrero, i caravaneros hanno visitato San Miguel Chiptic, Nueva Esperanza e la sede municipale. A 21 de Abril hanno visto i poderi recuperati e le frazioni occupate dai membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic); inoltre, gli zapatisti ricevono minacce di morte e sgombero; apparentemente la tensione è calata. 

L'ex "detenuta politica" María Delia Pérez Arizmendi, del collettivo Voces Inocentes, rilasciata dalla prigione El Amate nel luglio scorso, e che oggi partecipa alla carovana, rivela di aver ricevuto una lettera di solidarietà ed incoraggiamente per i detenuti de la Voz del Amate, firmata dalla comunità zapatista Nueva Revolución. 

Un'altra rilevante conclusione alla quale è giunta la carovana ascoltando le testimonianze indigene, è che "qui i partiti politici sono usati dal governo per dividere le comunità come strategia di contrainsurgencia".

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)



Fw: carta di denuncia- caso Cruzton

Carta di denuncia
Caso Cruzton

Al governo dello stato del Chiapas
Al governo municipale di Venustiano Carranza
Alla Societa`Civile nazionale e internazionale
Agli organismi di Diritti Umani Indipendenti, nazionali e internazionali
Ai mezzi di comunicazione nazionali e internazionali
Ai Caracoles e alle Giunte del Buon Governo zapatiste

Noi, membri della Carovana Nazionale e Internazionale di Osservazione e di
Solidarieta`con le comunita`zapatiste del Chiapas, provenienti da diverse
regioni e stati del Messico e paesi dell'Europa, America, Oceania e Asia,
aderenti e simpatizzanti della Otra Campaña Nazionale e Internazionale,
presenti nella comunita`di Cruzton, Venustiano Carranza, Chiapas, dopo aver
constatato le diverse violazioni ai diritti umani e ai diritti dei popoli
indigeni che sono avvenuti in questo luogo,

Denunciamo:

1--Le incursioni violente attuate dalla polizia statale preventiva (PEP) del
Chiapas in differenti occasioni; la prima delle quali avvenuta il 27 di
aprile, la seconda il 18 di giugno e la piu`recente il 22 di luglio di
questo anno. Come risultato di queste incursioni ci sono state detenzioni
illegali, irruzioni violente nei domicili senza mandato, membri della
comunita`ed accompagnanti solidali feriti, cosi' come minacce a donne e
bambini della comunita
2--Il tentativo di esproprio e di aggressione attuato principalmente dal 18
di giugno quando la polizia statale istallo`un accampamento permanente di
vigilanza nel loro terreno, impedendo il lavoro della comunita`nei suoi
campi per un mese, che ha avuto ocme conseguenza una perdita importante del
raccolto di mais e fagioli che sono la base della sussistenza delle famiglie
di Cruzton.
3--Durante tutto il tempo che ha durato il conflitto a Cruzton, il governo
del Chiapas ha promesso di aiutare a risolverlo attraverso il dialogo. In
contrasto a questo discorso ingannevole, le differenti istanze del governo
dello stato coinvolte hanno contribuito ad aggravarlo inviando la polizia a
reprimere la comunita`di Cruzton.

Di fronte ad i fatti narrati i partecipanti della Carovana Nazionale ed
Internazionale

Chiediamo:

1--Che si fermi l'aggressione poliziesca contro la comunita`di Cruzton. Che
si ritiri definitivamente qualsiasi accampamento della polizia o di invasori
civili dal suo terreno e che non se ne istallino altri.
2--La cancellazione di tutti i mandati di arresto che pendono sulla
comunita`di Cruzton per portare avanti la loro giusta lotta.
3--Il termine della complicita`dei funzionari del governo del Chiapas
implicati nell'esproprio delle terre e nell'aggressione poliziesca nei
confronti della comunita`di Cruzton, tra i quali si incontrano: Lindberg de
Jesus Capito Juarez, delegato del governo dello stato del Chiapas in
Venustiano Carranza, e il suo segretario Rafael Mendez Cautiño, cosi come
Omar Autin Cautiño Villanueva, presidente municipale di Venustiano Carranza.

Contro l'esproprio e la repressione, la solidarieta!
Soluzione alle richieste di Cruzton!
I contadini di Cruzton non sono soli!
Viva l'EZLN!
Viva la Otra Campaña!

Carovana Nazionale e Internazionale di Osservazione e Solidarieta`con le
comunita`zapatiste del Chiapas
Comunita`di Cruzton, Venustiano Carranza, Chiapas, Mexico. 5 di agosto 2008

domenica 10 agosto 2008

entrevista a las bases de apoyo en huitepec (7 de agosto) (italiano_español)

Intervista alle basi di appoggio zapatiste del presidio per la difesa della Riserva Ecologica Comunitaria "El Huitepec"

Huitepec, 7 agosto 2008

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Il Cerro de Huitepec e´una delle montagne che circonda la citta´di San Cristobal, a nord. E´ricoperta di boschi e di corsi d'acqua. Dal marzo del 2007 la Giunta di Buon Governo della zona Altos, di Oventik, ha istallao un riserva ecologica comunitaria, per difendere una parte della montagna dal tentativo del governo e di privati di sfruttare a fini di lucro le ricchezze che vi si trovano. La riserva comunitaria, di 102 ettari, e´vigilata da un presidio di basi di appoggio zapatiste provenienti dalle comunita´della zona Altos. Le basi d'appoggio permangono al presidio con turni di una settimana.

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Domanda: Cos'e´il Cerro di Huitepec e quali risorse vi si trovano?

Risposta: Huitepec e´il nome della montagna. Qui si incontrano sorgenti e ruscelli che forniscono l'acqua alle comunita´circostanti e ad alcuni quartieri della citta´di San Cristobal. Ci sono molte specie di piante medicinali, molti alberi, alcuni dei quali hanno 300 o 400 anni. Sono risorse di grande valore. Sulla montagna sembra che ci siano anche dei resti archeologici Maya, ancora sotterrati.

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D: Quali interessi ha il governo sulla riserva di Huitepec?

R: Il governo vuole fare affari sulla riserva. Sta espropriando le terre alle comunita´e alle famiglie contadine per venderle ai ricchi. I ricchi, molti dei quali stranieri, hanno cominciato a costruire case di villeggiatura sulle pendici della montagna. Il governo espropria le terre ai contadini senza pagarle il loro vero valore, ma dando solo elemosine. Il governo municipale di San Cristobal ha dato queste elemosine alle famiglie priiste (affiliate al partito del PRI, n.d.t.), per farle tacere dell'espropriazione. Le famiglie zapatiste non accettano questi soldi ma vogliono difendere la riserva.

Il governo sta pensando di scavare i resti archeologici perche´vengano i turisti, vuole costruire strade sulla montagna.

Il governo vende l'acqua a delle imprese. La coca cola sta prendendo l'acqua da alcuni ruscelli perche´vuole costruire una fabbrica di imbottigliamento. Questi ruscelli fino ad ora rifornivano alcune comunita´ e alcuni quartieri poveri di San Cristobal. Noi sappiamo che l'acqua e´di dio, quindi di tutti. Non e´del governo ne´di un'impresa privata.

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D: Perche´avete creato la Riserva Ecologica Comunitaria "El Huitepec" e il Campamento Civil por la Paz (presidio).

R: La riserva Ecologica Comunitaria "El Huitepec", di 102 ettari, la stiamo difendendo perche´per noi ha un immenso valore. Ci sono tante painte e animali, c'e´ossigeno. Per noi la vegetazione e´vita. La stiamo difendendo non solo per noi ma per tutti. Sulla montagna di Huitepec vivono alcune comunita´indigene che da molti anni sanno proteggendo la riserva. Abbiamo istallato il Campamento Civil por la Paz (presidio) perche´vogliamo difenderla in modo pacifico. Sappiamo che la riserva e´di noi indigeni, come da sempre e´stata dei nostri antenati.

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D: Vivono famiglie zapatiste sulla montagna di Huitepec? Quale e´il rapporto con le altre famiglie?

R: Sulla montagna di Huitepec ci sono alcune famiglie basi di appoggio zapatiste, ma non ci sono comunita´interamente zapatiste. Nei primi mesi del presidio le famiglie priiste ci volevano cacciare perche´il governo municipale di San Cristobal li pagava per crearci problemi. Adesso la maggior parte delle famiglie non zapatiste si e´resa conto che e´importante la difesa della riserva. Anche se non partecipano alla lotta non si oppongono piu´al presidio. Solo le autorita´di alcune comunita´sono contro il presidio, ma non piu´la gente. Queste autorita´si comportano cosi´perche´sono pagate dal partito (PRI, n.d.t.) e dal governo municipale di San cristobal.

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Saluti alla carovana: Ringraziamo i compagni e le compagne che siete venuti nellle nostre comunita´a portare la loro solidarieta´, alcuni da luoghi molto lontani. Ci da´molto coraggio la vostra presenza. Ci da´molto coraggio conoscere che in altre parti del mondo ci sono presidi per la difesa dei territori e ci sono molte lotte che, come la nostra, si battono per costruire un mondo migliore. Dobbiamo organizzarci nei nostri luoghi e dobbiamo unire le nostre lotte.

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Entrevista a las bases de apoyo zapatistas en el Campamento Civil por la Paz en defensa de la Reserva Ecologica Comunitaria "El Huitepec".

Huitepec, 7 agosto 2008

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Huitepec es uno de los cerros que rodean la ciudad de San Cristobal, al norte. Esta´cubierto de bosques y arroyos. Desde el marzo del 2007 la Junta de Buen Gobierno de la zona Altos, de Oventik ha instalado una Reserv Ecologica Comunitaria para proteger una parte del cerro en contra del intento del gobierno y de privados de hacer negocios con los recursos que ahi´se encuentran. La reserva comunitaria, de 102 hectareas, esta´vigilada da un Campamento Civil por la Paz de bases de apoyo zapatistas provenientes desde comunidades de la zona Altos. Las bases de apoyo se quedan en el campamento con turnos de una semana.

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Pregunta: ¿Que es el cerro de Huitepec y quales recursos se encuentran?

Respeuesta: Huitepec es el nombre de este cerro. Aqui se encuentran manantiales y arroyos que abastecen el agua a las comunidades alrededores y a unos barrios de San Cristobal. Hay muchas calidades de plantas medicinales, muchos arboles, unos de los cuales de 300 o 400 años de edad. Son recursos de gran valor. En el cerro parec que estan tambien unos restos aqueologicos Maya, todavia enterrados.

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P: ¿Que interes tiene el gobierno sobre el cerro de Huitepec?

R: El gobierno quiere hacer negocios sobre la reserva. Esta´despojando las tierras a las comunidades y las familias campesinas para venderlas a los ricos. Los ricos, la mayoria extranjeros, han empezado a cotruir casas de vacaciones alrededor del cerro. El gobierno despoja las tierras a los campesinos sin pagarlas su verdadero valor, pero dando limosnas. El gobierno municipal de San Cristobal dio´estas limosnas a las familias priistas (afiliadas al partido del PRI, n.d.t.), para callar de las expropriaciones. Las familias zapatistas no aceptan este dinero, pero quieren defender la reserva.

El gobierno esta pensando de desenterrar los restos arqueologicos para que lleguen los turistas, quiere construir carreteras en el cerro.

El gobierno vende agua a unas empresas privadas. La coca cola esta tomando el agua de unos arroyos porque quiere construir una fabrica de envase. Estos arroyos hasta ahora abastecian unas comunidades y unos barrios pobres de San Cristobal. Nosotros sabemos que el agua es de dios, pues de todos. No es del gobierno, ni´de una empresa privada.

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P: ¿Porque´han creado la Reserva Ecologica Comunitaria "El Huitepec" y el Cmpamento Civil por la Paz?

R: La reserva ecologica, de 102 hectareas, la defendemos porque para nosotros tiene un gran valor. Hay muchas plantas y animales, hay oxigeno. Para nosotros la vegetacion es vida. La defendemos no solo para nosotros, sino para todos. En el cerro de Huitepec viven unas comunidades indigenas que desde hace muchos años estan cuidando la reserva. Hemos puesto el campamento porque queremos defenderla en manera pacifica. Sabemos que la reserva es de nosotros los indigenas, como desde siempre ha pertenecido a nuestros antepasados.

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P: ¿Viven zapatistas en el cerro de Huitepec? ¿Como se encuentran con las familias no zapatistas?

R: En el cerro de huitepec viven familias bases de apoyo zapatistas, pero no hay comunidades totalmente zapatista. En los primeros meses del campamento las familias priistas nos querian correr porque el gobierno municipal de San Cristobal les pagaba para crearnos problemas. Ahora la mayoria de las familias no zapatistas se han dado cuenta que es importante la defensa de la reserva. Aunque no participan a la lucha, ya no se oponen al campamento. Solamente las autoridades de unas comunidades estan todavia en contra del campamento, pero ya no la gente. Estas autoridades se portan asi´porque estan pagado por el partido (PRI, n.d.t.) y el gobierno municipal de san Cristobal.

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Saludos a la caravana: Agradecemos mucho a los compañeros y las compañeras de la caravana que han venido en nuestras comunidades para llevar su solidaridad, unos desde lugares muy lejos. Nos da mucho animo su presencia. Nos da mucho animo conocer que tambien en otras partes del mundo hay campamentos para la defensa de los territorios y hay muchas luchas que, como la nuestra, quieren construir un mundo mejor. Hay que organizarnos en nuestros lugares y debemos unir nuestras luchas.

SALUDO y FELICITACIÓN

en el 5º Aniversario de los Caracoles zapatistas


equipo-web | Sábado 9 de agosto de 2008

SALUDO y FELICITACIÓN

A los Caracoles Zapatistas y sus Juntas de Buen Gobierno,
sus Municipios Autónomos y Comunidades en Rebeldía,
sus Bases de Apoyo y su Organización (EZLN)

en el 5º Aniversario de sus 5 Caracoles

Inviato dal mio telefono Huawei