giovedì 28 agosto 2008

Gli zapatisti denunciano invasioni negli Altos del Chiapas

 
 

La Jornada – Giovedì 28 agosto 2008

 

Comuneros di Santa Martha hanno seminato illegalmente 30 ettari non di loro proprietàs

Gli zapatisti denunciano che il Procede favorisce le invasioni negli Altos del Chiapas

Le mappe rielaborate dal programma sono causa del conflitto

Hermann Bellinghausen (Inviato)

 

San Cristóbal de las Casas, Chis. 27 agosto. Il consiglio municipale autonomo di Magdalena de la Paz e la giunta di buon governo (JBG) Corazón Céntrico de los Zapatistas Delante del Mundo, della zona Altos del Chiapas, denunciano che comuneros di Santa Martha (municipio di Chenalhó) vogliono occupare 30 ettari di terra appartenenti a famiglie basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e priístas, con la copertura del Programma di Certificazione di Diritti Ejidali e Titolazione di Casolari Urbani (Procede) "imposto" dal governo federale con la completa compiacenza del governo statale. Si tratta di un altro conflitto creato da azioni ufficiali a danno della convivenza tra i popoli.

 

Le autorità del municipio ribelle, che si trova tra San Andrés Sakamch'en de los Pobres e Chenalhó, ricordano che lo scorso 23 aprile circa 25 comuneros di Santa Martha sono entrati a lavorare un terreno di famiglie zapatiste che poi hanno seminato a mais. "Fino ad ora è invaso, la loro strategia è entrare a pulire la milpa nel pomeriggio perchè nessuno se ne accorga, perché sanno che stanno commettendo un reato grave nei confronti dei proprietari e delle autorità".

 

Il 29 giugno gli invasori si sono riuniti a Santa Martha, in località Saclum "per decidere di invadere e ridistribuire i 30 ettari che credono di loro diritto, poiché con l'imposizione del  Procede sono stati fatte nuove planimetrie dei beni comunali del municipio di Aldama (e del municipio autonomo Magdalena del la Paz) che sono attigui". A causa di ciò "ne è risultato un conflitto tra questi due villaggi indigeni per i 30 ettari che i fratelli di Aldama posseggono per diritto ancestrale e che ora, secondo i nuovi piani del Procede, ricadono nel perimetro di Santa Martha. Ma quel giorno l'invasione non è avvenuta".

 

Il comunicato zapatista sottolinea: Abbiamo sentito i discorsi degli stessi comuneros di Santa Martha con i loro commissari dei beni comunali ed autorità municipali ufficiali, secondo i quali il 16 settembre verranno ad invadere i 30 ettari; dicono che cacceranno quelli che vivono lì e ridistribuiranno le piantagioni di caffè".

 

Le autorità autonome affermano che quei 30 ettari "appartengono per diritto ancestrale ai 115 fratelli di Aldama, di cui 30 famiglie sono basi di appoggio dell'EZLN e 85 sono priiste. Noi popoli indigeni conosciamo perfettamente dove si trovano i nostri confini territoriali. Vogliamo chiarire che questo problema è colpa del malgoverno perché l'ha provocato attraverso la Procura Agraria e non ha rispettato i nostri accordi come popolo indigeno, poiché tra questi due villaggi esistono accordi firmati dal 1977 che sono stati rinnovati nel 1995; sono questi gli accordi che valgono e si mantengono definitivamente perché non si può tradire la parola sulla quale ci siamo impegnati".

 

Le basi zapatiste riaffermano che "non accettano né accetteranno nessuna delle condizioni imposte da quelli di Santa Martha, perché non ne hanno il diritto né la ragione, perché la terra non si vende né si negozia ma si difende perchè sappiamo che è nostra; secondo le legge 'caxlana' dopo 5 anni si ottengono i diritti di possesso, ma i nostri compagni e compagne hanno diritto di possesso da centinaia di anni ed attualmente vivono sul posto diverse famiglie". 

 

Il consiglio autonomo e la JBG appoggiano "fino alle ultime conseguenze" i loro compagni "colpiti da questo atto del malgoverno". Esigono "il ritiro immediato degli invasori da Santa Martha che stanno lavorando lì illegalmente ed il rispetto e compimento degli accordi firmati più di 30 anni fa da questi due villaggi". Per il resto, ritengono responsabile "il malgoverno dei fatti che potranno succedere in queste terre".

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

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