venerdì 22 agosto 2008

Fw: [coordinamento-toscano-zapatista] resoconto carovana in chiapas

 

ciao a tutti e a tutte
vi scrivo alcune considerazioni sulla carovana in chiapas. e`finita da ormai una settimana, mi scuso per il ritardo. in questi giorni la delegazione del coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista e`stata impegnata a raggiungere il caracol di roberto barrios, il caracol di ovetnik e il municipio autonomo di San Juan de la Libertad per portare degli appoggi e per continuare a rafforzare le nostre relazioni instaurate con i compagni zapatisti.

la carovana "nazionale e internazionale di osservazione e di solidarieta`con le comunita`zapatiste del chiapas" si e`svolta dal 29 luglio al 12 agosto ed ha visto la partecipazione di circa 300 persone (tra cui 200 europei, tra i quali 70 italiani).
per leggere articoli sulla carovana
>> http://www.globalproject.info/art-16581.html
>> www.europazapatista.org (in spagnolo)
tutti i partecipanti ci siamo divisi in 4 gruppi per raggiungere 4 caracoles (oventik, garrucha, morelia, realidad). noi toscani siamo andati tutti nel gruppo del caracol di oventik.
>> http://www.globalproject.info/art-16660.html
giunti nei caracoles, dopo le cerimonie di benvenuto delle junta del buon governo, siamo stati mandati in differenti comunita` che negli ultimi tempi stanno subendo minacce od aggressioni da parte del governo o dei paramilitari.
il gruppo di oventik siamo stati mandati nella comunita`di Cruzton e al presidio sul Cerro de Huitepec.

Cruzton
E`una comunita`non zapatista (ci sono 2 famiglie zapatiste e 24 aderenti alla otra campaña), che dallo scorso anno ha recuperato (occupato) le terre che da piu`di dieci anni le erano state espropriate da persone provenienti dalla citta`ed appoggiate dal governo. dopo anni passati a cercare una soluzione con trattative col governo, dopo anni che il governo non li ha mai ascoltati ma solo ingannati, nel maggio 2007 si riprendono le terre che appartenevano loro. in questi anni la comunita`oltre ad autorganizzarsi ha iniziato ad instaurare rapporti con la junta del buon governo di Oventik. in pratica non si relaziona piu`al governo ufficiale (che li ha ingannati per anni) come riferimento per risolvere le questioni, ma si rivolge all'autorita`autonoma zapatista per ricevere consigli e appoggi sui loro problemi. E`una situazione molto interessante, e si puo`considerare come uno dei risultati della otra campaña: che le realta`che lottano, non solo zapatiste, cominciano ad unirsi e a coordinarsi tra loro.
la situazione del conflitto quando siamo passati da cruzton era ancora calda. ad aprile di quest'anno hanno subito la prima irruzione della polizia che voleva arrestare alcuni uomini, e che e`stata respinta dalla coraggiosa resistenza delle donne della comunita`. a giungo e`rientrata la polizia con gli invasori civili ed ha posto un accampamento intorno alla comunita`per impedirgli ad andare a lavorare i campi. il 22 luglio gli abitanti sono tornati ai loro campi (perche`il raccolto stava marcendo) e sono stati attaccati dalla polizia, hanno arrestato un compagno della otra jovel (la rete delle organizzazioni di san cristobal nella otra campaña). il compagno e`stato liberato due giorni dopo e la polizia se ne e`andata il giorno dopo. quindi quando siamo arrivati noi la comunita`era da poco che aveva recuperato i propri campi e stava lavorando duro per cercare di non perdere la maggior parte del raccolto (stimano sia andato perso il 90%). gli uomini a turno fanno la guardia 24 su 24 in alcuni punti strategici per avvistare eventuali incursioni della polizia nella loro valle. gli abitanti sono sempre all'erta, con la paura che suoni la campana della chiesa che significa che sta tornando la polizia. comunque la presenza della carovana e`un motivo di rassicurazione, perche`il governo non ha certo nessuna intenzione di compiere delle violenze proprio mentre ci sono cosi`tanti stranieri come testimoni.
anche qui l'accoglienza alla carovana e`stata molto calorosa, abbiamo fatto una lunga chiacchierata per spiegarci la loro storia, ci hanno fatto visitare i campi recuperati e l'ex accampamento della polizia. alcuni carovanieri hanno partecipato al lavoro nei campi con i contadini della comunita`.
fino ad adesso (21 agosto) la situazione sembra calma, nel senso che la polizia non si e`piu`fatta vedere nella comunita`.
per leggere articoli su cruzton li trovate su globalproject.info (la pagina della carovana)
vi segnalo due video in italiano su youtube
>>http://www.globalproject.info/art-16581.html  (gli abitanti raccontano la loro storia, il video e`girato il 5 luglio cioe`durante l'accampamento della polizia che impediva loro di accedere ai campi)
>> http://uk.youtube.com/watch?v=v8w839oFYhs  (aggressione della polizia del 22 luglio 2008)

Huitepec
E`una montagna vicino San Cristobal. sulla vetta, dal marzo dello scorso anno, c'e`un presidio di basi d'appoggio zapatiste. nella montagna vivono alcune famiglie zapatiste, ma non solo. negli ultimi anni il governo ha cominciato a privatizzare il bosco che fino ad adesso era protetto dalle comunita`indigene della zona. il governo e  i privati hanno interessi sulla montagna perche`li`vi si trovano: oltre a flora e fauna, piante medicinali, soprattutto tanti corsi di acqua, e delle rovine archeologiche maya ancora sommerse. quindi ci potrebbero fare un monte di soldi con tutte queste risorse. per fare un esempio, tra i privati che hanno comprato parti della riserva c'e`la coca cola. dallo scorso anno la junta di buon governo di oventik ha dichiarato "riserva ecologica comunitaria" una parte della montagna, con lo scopo che la riserva sia protetta dalle comunita`indigene e non venduta agli interessi di privati. gli zapatisti hanno posto cartelli di segnalazione intorno a tutto il territorio della riserva (mi sembra un centinaio di ettari) ed hanno istallato un presidio permanente sulla vetta della montagna, nel bosco. a questo presidio si turnano gruppi di basi di appoggio zapatiste provenienti da comunita`del caracol di oventik che si cambiano ogni settimana.
la permanenza dei carovanieri al presidio e`stata abbastanza dura dal punto di vista logistico. siamo a 2500 metri, pioveva tutti i giorni e si dormiva in delle canadesi sotto un telone di nylon. la mattina partecipavamo alla camminata di vigilanza attraverso tutta la riserva che le basi di appoggio zapatiste facevano per controllare che i cartelli, i corsi d'acqua e il bosco non fossero stati danneggiati. il resto delle lunghe giornate lo si passava intorno al fuoco a cucinare e a parlare con i compagni zapatisti, spesso molto curiosi di conoscere le lotte che ci sono in italia e in europa. al gruppo di noi italiani alcune basi di appoggio hanno concesso un'intervista per spiegare la situazione della riserva e del presidio. la potete leggere >>  http://www.globalproject.info/art-16671.html 
la garrucha
il gruppo che e`stato nel caracol de la Garrucha, il piu`numeroso, ha visitato tre comunita`nelle quali era entrato l'esercito nel giugno 2008. in quelle zone della selva lacandona gli indigeni, prima del 1994, vivevano come schiavi nei latifondi dei grandi proprietari terrieri. nel 1994 hanno cacciato i ricchi padroni ed hanno recuperato tantissimi ettari di terre che adesso stanno lavorando le comunita`in maniera collettiva. ai carovanieri, che hanno fatto lunghe camminate attraverso questi campi di mais, e`stata mostrata la dimensione (enorme) del fenomeno delle terre recuperate. le questioni delle terre recuperate sono in questi mesi centrali perche`sono il luogo principale in cui si dispiega la guerra di bassa intensita`( o controinsurgencia) del governo messicano. gli zapatisti hanno ribadito l'imporanza del territorio come base della costruzione dell'autonomia.

riappare la comandancia zapatista
dal dicembre dello scorso anno il comando dell'esercito zapatista non era piu`apparso in pubblico e non erano piu`usciti comunicati firmati da esso. forse qualcuno ha sentito parlare del'ultimo intervento del sub comandante marcos, a meta`dicembre in cui diceva che loro zapatisti sentivano che stava tornando "l'odore della guerra". questa "guerra" nell'ultimo anno si e`sviluppata attraveso le numerose incursioni e minacce prodotte dai paramilitari, ma anche dall'esercito messicano, contro le comunita`di civili zapatisti. dai numerosi tentativi di espropriare le terre recuperate dalle comunita`. dai tentativi di danneggiare le esperienze di autonomia portate avanti dalle comunita`(nell'educazione, la salute, la produzione). ma anche dall'immissione di reparti speciali dell'esercito nelle caserme della selva con l'intento di annientare la struttura politico/militare dell'EZLN.
il 2 agosto, al caracol della Garrucha, sono apparsi alcuni dirigenti dell'EZLN. il subcomandante marcos e il tenente moyses hanno fatto due interventi davanti ai carovanieiri.
i testo e l'audio degli interventi (in spagnolo) si trovano>> 
http://enlacezapatista.ezln.org.mx/comision-sexta/978/
intervento di marcos in italiano>>
http://riot.ecn.org/pipermail/ezln-it/2008-August/000480.html
intervento di moyses in italiano>>
http://riot.ecn.org/pipermail/ezln-it/2008-August/000484.html
in quello di marcos, parla un po della loro storia prima del 94. da quando alcuni militanti che vengono dalla citta`con l'idea di instaurare una guerriglia secondo gli schemi classici dell'epoca, incontrano le comunita`indigene.
"...la mentalità di quel piccolo gruppo - sto parlando del 1983-1984, cioè 24 o 25 anni fa - era la mentalità tradizionale dei movimenti di liberazione in America Latina, cioè: un piccolo gruppo di illuminati che si solleva in armi contro il governo. Questo fa sì che molta gente li segua, si ribelli e faccia cadere il governo e si instauri un governo socialista. Sono molto schematico, ma essenzialmente è quello che si conosce come la teoria del "foco guerrigliero....Accadde che quel progetto fu sconfitto nel momento in cui ci confrontammo con le comunità e ci rendemmo conto non solo che non ci capivano, ma che la loro proposta era migliore.
Decenni prima, secoli prima era successo qualcosa. Ci stavamo confrontando con un movimento di vita che era riuscito a sopravvivere ai tentativi di conquista di Spagna, Francia, Inghilterra, Stati Uniti e di tutte le potenze europee, compresa la Germania nazista nel 1940-1945. Quello che aveva fatto resistere questa gente, questi nostri compagni e compagne di allora, e poi, i nostri capi e cape di adesso, era stato l'attaccamento alla vita che aveva molto a che vedere con il loro bagaglio culturale. La lingua, il linguaggio, il modo di rapportarsi con la natura rappresentava un'alternativa non solo di vita, ma di lotta. Non stavamo insegnando a resistere a nessuno. Ci stavamo trasformando in alunni di quella scuola di resistenza di gente che lo stava facendo da cinque secoli.
Quelli che venivano a salvare le comunità indigene, furono salvati da queste stesse...
Da un movimento che si proponeva di servirsi delle masse, dei proletari, degli operai, dei contadini, degli studenti per arrivare al potere e guidarli alla felicità suprema, ci stavamo trasformando, gradualmente, in un esercito che doveva servire alle comunità"
racconta poi di come dalle comunita`, e soprattutto dalle donne che vedevano morire i loro figli di denutrizione e malattie curabili, venne la richiesta che bisognava insorgere in armi.
poi il ragionamento di marcos si sposta su cose piu`attuali e che piu`ci riguardano. parla della loro scelta di cercare di costruire una nuova maniera di fare politica che parta dal "basso". di voler creare relazioni con coloro che si organizzano e lottano dal basso. del non nutrire piu`nessuna fiducia verso coloro che pensano che un cambiamento possa avvenire dall'alto, cioe`attraverso le vie istituzionali. si rivolge ai messicani dicendo che in molti paesi dell'europa (cita anche l'italia) ci siamo gia`resi conto che la sinistra al potere non produce nulla di buono, ma fa solo cose in funzione del potere. (forse e`un po' ottimista nel pensare che tanti italiani si siano resi conto di questa cosa). per quanto riguarda i partiti di sinistra che vanno al governo, dice: " ....Questo è quello che noi chiamiamo "l'effetto stomaco" del potere: o ti digerisce o ti trasforma in merda..."
Moyses invece cerca di spiegare un po come funziona la loro costruzione dell'autonomia e la maniera con cui vengono prese le decisioni collettive, dalle comunita`verso le autorita`municipali e le giunte del buon governo e viceversa.
e`significativo un passaggio in cui cerca di definire "l'autonomia": "...all'inizio ci siamo organizzati nei municipi autonomi. Così si chiamavano: "autonomi". Noi contadini, indigeni, tzeltales, tojolabales, choles, zoques, mames, non capivamo che cosa significava, che cosa voleva dire la parola "autonomia". 
A poco a poco capimmo che l'autonomia era proprio quello che stavamo facendo. Il domandarci quello che avremmo fatto. Discutere nelle riunioni e nelle assemblee e poi decidere tra noi...".

conclusioni
la carovana e`andata bene. ci sono stati un po di falle organizzative, ma siamo rimasti soddisfatti perche`era la prima volta che veniva organizzata una cosa del genere cosi`in grande. e non era facile gestire logisticamente 300 persone sparse per il chiapas.
per le comunita`visitate e`stato importante la nostra presenza, per tirare su di morale, perche`gli zapatisti si sono accorti che "non sono soli".
soprattutto dal punto di vista mediatico e`stata importante la carovana perche`ha raggiunto uno degli obbiettivi per cui era nata: quello di rompere il silenzio mediatico che negli ultimi tempi era calato intorno all'esperienza zapatista e soprattutto intorno agli attacchi ai progetti di autonomia delle comunita`indigene. oltre ad aver prodotto molto materiale che sta girando attraverso i mezzi di informazione indipendenti, il quotidiano messicano la jornada nei giorni della carovana scriveva quotidianamente un articolo sulla situazione delle comunita`zapatiste.

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