lunedì 11 agosto 2008

Abbiamo potuto ved ere quanto si può costruire

> La Jornada - 10 agosto 2008
> Carovana di Solidarietà e persecuzione militare contro gli zapatisti
> "Abbiamo potuto vedere quanto si può costruire"
> Impressiona l'umiltà così degna
> Hermann Bellinghausen - Inviato
>
> La Realidad, Chis, 9 agosto - La giunta di buon governo (JBG) Verso la
> speranza ha compiuto il suo quinto anniversario cambiando. Gli indigeni
> sono
> stati molto contenti, perché sono stati tre i giorni di festa. E si sa che
> per le feste qua sono pure delle riunioni di basi d'appoggio dell'EZLN ed
> anche le più festive, sono atti politici.
>
> Gli zapatisti hanno ideato un sistema di governo che organizza i suoi
> membri
> in turni sostenuti: rimane la metà di una giunta e le comunità designano
> la
> nuova seconda metà. Nella JBG di La Realidad, la metà che continua insegna
> all'altra, in un dinamico processo di esperienze ed apprendistato che
> coinvolge tutti mentre sono governo. Nell'idea che un qualsiasi cittadino
> può
> governare e deve farlo "per servire e non per servirsene", i suoi
> componenti
> non ricevono un salario, ma sono sostenuti collettivamente dalle comunità.
> Qui, l'azione "appoderarsi" non ha nessun senso.
>
> La brigata della Carovana Nazionale ed Internazionale di Solidarietà con
> le
> comunità zapatiste che è arrivata a La Realidad ha visitato solo due
> comunità
> del municipio di San Pedro de Michoacán: Santa Rosa Copán e 24 de
> Diciembre.
> Questo è bastato affinché conoscesse due situazioni molto distinte
> all'interno dello stesso processo di autonomia.
>
> Un brigatista europeo si esprime così: "in Santa Rosa siamo riusciti a
> vedere
> tutto quello che si può costruire per bene, senza interruzioni, senza le
> persecuzioni che ha sofferto e soffre ancora 24 de Diciembre".
>
> La brigata, composta da una ventina di persone, ha trascorso il suo
> periodo
> nelle comunità e non è arrivata in tempo per la celebrazione della JBG. A
> quelli della carovana "sembra che sia toccato loro conoscere" - commenta
> con
> un po' di ironia, quando li vede arrivare, un indigeno della commissione
> di
> vigilanza, fuori dal caracol Madre de los caracoles del mar de nuestros
> sueños.
>
> Un altro caravanero sottolinea che "il livello di partecipazione e di
> organizzazione è piuttosto forte. Impressiona l'umiltà così degna. Ci
> hanno
> permesso di vedere quella che è la loro vita reale e dalle loro parole
> esce
> una vera convinzione".
>
> Un altro che aveva già partecipato ad accampamenti civili ed appartiene
> all'altra campagna, commenta riguardo a Santa Rosa Copán: "gli osservatori
> vanno sempre nelle comunità con problemi. Ora invece abbiamo avuto la
> possibilità di vedere anche un processo di autonomia in marcia".
>
> Dopo queste visite ed aver conversato per sei ore con la JBG e le sue
> commissioni, la brigata, secondo un altro membro ancora, di provenienza
> spagnola, "è rimasta molto colpita dalla cura con cui svolgono il loro
> lavoro; fanno bilanci costanti, correggono. Sanno che non tutto riesce
> bene e
> si preoccupano di adempiere ai loro compiti di fare le cose 'proprio per
> bene'".
>
> La situazione in 24 de Diciembre è differente. La comunità ha da un lato
> un'importante base di operazioni dell'Esercito federale, che oltre ad
> essere
> ostile agli indigeni, s'impadronisce la sorgente. "Ora gli zapatisti hanno
> acqua perché piove molto e stanno immagazzinandola come possono. Però
> sanno
> che la prossima 'stagione secca' sarà molto dura".
>
> I militari hanno detto che permettono agli indigeni di "bere" l'acqua di
> un
> stagno. Sì, dove si bagna la truppa e, pertanto, inutilizzabile. "Inoltre,
> non è vero" - aggiunge un caravanero. "I contadini non hanno accesso a
> quell'acqua, è dopo un posto di controllo dei soldati".
>
> Praticamente assediata, 24 de Diciembre non solo resiste, è riuscito a
> costruire una piccola scuola. Tutte le famiglie hanno già la casa.
> Lavorano i
> campi e gli orti. La comunità è stata 12 anni in esilio. Espulsa da Nuevo
> Momón, spogliata e perseguitata, solo nel 2006 si è potuta stabilire nelle
> terre del rancho El Momón, recuperate dall'EZLN nel 1994. L'Esercito
> federale
> si è impadronito della proprietà nel 1995. Con l'aiuto di un gruppo di
> basi
> d'appoggio dell'EZLN da più di un anno, la comunità ha esorcizzato la
> minaccia di sgombero fatta da un gruppo dell'Unione degli Ejidos della
> Selva,
> appoggiato dall'Esercito che continua a restare lì.
>
> Un caravanero statunitense descrive le installazioni militari osservate
> dalla
> comunità e dice: "per noi è importante vedere in che cosa spende il denaro
> il
> governo messicano, perché sappiamo che riceve gli aiuti militari degli
> Stati
> Uniti. Noi lottiamo da dentro l'impero contro l'imperialismo. In 24 de
> Diciembre riconosciamo la stessa minaccia".
>
> Aggiunge che "le azioni dello zapatismo possono far parte della nostra
> lotta
> negli Stati Uniti a favore dei poveri come noi e degli immigrati. In 24 de
> Diciembre abbiamo visto che sì si può".
>
> Un altro caravanero conclude: "i programmi ufficiali fanno parte di una
> guerra economica".
>
> Julio César Pérez, ex "prigioniero politico" di La Voz del Amate appena
> liberato ed ora membro del collettivo Voci Innocenti, ha partecipato alla
> carovana, e dichiara: "abbiamo visto con i nostri stessi occhi che esiste
> la
> persecuzione federale e statale contro i compagni".
>
> (tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
>
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