La Jornada – Martedì 26 ottobre 2010 Denunciata nuova aggressione con armi da fuoco contro basi di appoggio zapatiste La giunta di buon governo (JBG) Corazón del arcoiris de la esperanza, di Morelia, Chiapas, ha denunciato un'aggressione a colpi d'arma da fuoco contro basi di appoggio zapatiste nello stabilimento balneare El Salvador, municipio autonomo Comandanta Ramona, vicino all'ejido Agua Clara (Salto de Agua). Uno degli aggressori è stato catturato, è Manuel Pérez Gómez, latitante per la giustizia autonoma accusato di precedenti aggressioni ed assalti sulla strada Ocosingo-Palenque. I fatti sono avvenuti venerdì 22, mentre alcuni contadini zapatisti stavano svolgendo lavori di pulizia. Due persone li hanno insultati e poi "hanno brandito i machete e minacciato i compagni di morte", dice la JBG. Gli aggrediti hanno affrontato il sopraccitato Pérez Gómez e Manuel Gómez Vázquez, e "hanno deciso di catturarli". Il secondo è riuscito a fuggire e da distanza ha sparato "più di 50 colpi calibro"22". Dopo la cattura, "il pericoloso delinquente" Pérez Gómez è stato portato "in un luogo sicuro per affrontare la giustizia autonoma". Non è la prima volta che commettono reati. "Molte volte aggrediscono la popolazione e minacciano la tranquillità dei nostri compagni". Il 17 agosto, a circa 300 metri dal crocevia di Agua Clara, "hanno assaltato un autobus derubando i passeggeri", ed il 20 agosto hanno assaltato un bus di turisti nello stesso tratto di strada. Secondo la JBG, "questi delinquenti sono assistiti dall'ex militare Carlos Jiménez López, originario dell'ejido Alan Sac Jun (Chilón)". L'ex militare, prosegue la denuncia, "vive attualmente nella capitale Tuxtla Gutiérrez, nel colonia Satélite". Gli zapatisti riferiscono di averlo visto ad Agua Clara "parlare con i due delinquenti e a bordo di diverse auto". La JBG afferma di tenere sotto custodia Pérez Gómez, originario di Flor de Cacao (municipio Benemérito de las Américas). Ricorda che il 17 aprile 2009 co fu un operativo ad Agua Azul, "quando il governo di Juan Sabines Guerrero mandò 800 elementi della forza pubblica per reprimere i compagni aderenti all'Altra Campagna che esercitavano il loro diritto di manifestazione", accusando i contadini tzeltales di essere i colpevoli degli assalti in strada, mentre "i veri colpevoli hanno goduto della libertà". Il 18 aprile 2009 la polizia fermò Miguel Vásquez Moreno, basi di appoggio zapatiste e sei aderenti dell'Altra Campagna. Li rinchiuse nella prigione di El Amate ma furono rilasciati per mancanza di prove. La JBG comunica che a maggio dell'anno scorso questi stessi aggressori sono stati catturati dalla giustizia autonoma, "ma mentre stavano scontando la pena per i reati commessi, sono riusciti a fuggire". Queste aggressioni contro le basi di appoggio e la popolazione in generale "sono sostenute dalle autorità ufficiali". Il comunicato aggiunge: "Si vede chiaramente che i tre livelli del malgoverno non fanno niente davanti a questi eventi che intimoriscono la popolazione. I governi bugiardi ingannano dicendo che combatteranno la delinquenza organizzata ma è proprio il contrario; loro coprono, proteggono ed organizzano ex militari, compreso giovani nelle comunità col fine di distruggere le nostre radici e seminare l'incertezza nella nostra organizzazione di popoli indigeni".
Comunicato completo della JBG
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Venerdi 8 ottobre, al centro sociale Intifada di Empoli, si svolgerà un incontro con gli attivisti del Coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista di ritorno dal Messico dove hanno partecipato alla carovana dell'associazione Ya Basta Italia, per visitare alcune esperienze di resistenza e di autonomia di quel paese.
Il Messico in questi anni è un paese scosso da una devastante ondata di violenza da parte dei cartelli del narcotraffico. Lo stato ed i politici spesso collusi con uno o l'altro cartello, hanno risposto a questa situazione con la militarizzazione del territorio, provocando ancora più morti, anche tra innocenti. Il Messico è un paese in crisi, un paese con trentamila morti ammazzati negli ultimi cinque anni, un paese in cui l'omicidio e la sparizione è ancora un modo per reprimere chi dissente, il paese con il maggior numero di omicidi di giornalisti, il paese in cui si svolgerà la prossima conferenza sul clima dell'ONU nonostante i centinaia di progetti che stanno devastando i territori e distruggendo la possibilità di vita per le popolazioni che li abitano.
Ma il Messico non è solo questo. All'ombra dei riflettori, in questo scenario di violenza e di repressione, ci sono centinaia di comunità indigene, contadine ed anche urbane che ogni giorno lottano nei loro territori, e costruiscono dal basso delle alternative di vita dignitose e ribelli. L'esperienza più conosciuta è quella delle comunità zapatiste del Chiapas, che dal 1994 stanno costruendo nei loro territori un progetto integrale di autonomia che si basa su forme democratiche e partecipative nelle gestione del governo, della giustizia, l'educazione e la salute. Oltre a questa abbiamo visitato altre esperienze, come le comunità in Guerrero che stanno praticando progetti autonomi nel campo della sicurezza e della giustizia, o le radio comunitarie indigene, o le esperienze di autonomia urbana nella metropoli di Città del Messico. Inoltre, alla vigilia del vertice sul clima dell'ONU, che si svolgerà a Cancun a novembre, la carovana è stata un occasione per conoscere alcune delle decine di comunità che lottano per la difesa dei beni comuni contro progetti di multinazionali che stanno devastando l'ambiente e la vita.
Gli attivisti del Coordinamento toscano in Chiapas hanno visitato il municipio autonomo di San Juan de la Libertad, da più di 10 anni gemellato con il comune di Empoli. E' stato un occasione per consegnare il sostegno economico inviato dal nostro comune e per seguire il progetto per la costruzione del dormitorio della clinica di San Juan de la Libertad.
Di questo e di altro vi racconteremo, insieme alla proiezione di foto, venerdi 8 ottobre, dalle ore 22 al centro sociale Intifada di Ponte a Elsa, Empoli.