giovedì 29 ottobre 2009

] APPELLO DI AMNESTY INTERNATIONAL PER I DETENUTI DELLA OCEZ

 



AMNESTY INTERNATIONAL

27 ottobre 2009

URGENT ACTION

DUE UOMINI TORTURATI IN MESSICO

Due uomini, membri dell'organizzazione di contadini in Chiapas, sud del Messico, sono stati torturati in dopo essere stati arrestati senza un mandato. Un terzo uomo, anche lui membro della stessa organizzazione, è detenuto a 2.000 km di distanza dal suo avvocato e dai famigliari. Tutti e tre gli uomini sono accusati di aver occupato illegalmente delle terre nel 2005. 

 

Nelle prime ore del 24 ottobre le case di Venustiano Carranza, città caposaldo di molti membri dell'Organización Campesina Emiliano Zapata (OCEZ) sono state perquisite dalla polizia statale. Quando la polizia è entrata nella casa di Roselio de la Cruz González, hanno picchiato e minacciato uno dei suoi figli affinché rivelasse dove si trovava suo padre. Roselio de la Cruz si è subito consegnato. La sua famiglia ha assistito mentre lo colpivano allo stomaco prima di essere caricato su un furgone della polizia. Nella stessa notte, la polizia è entrata nella casa di José Manuel de la Torre Hernández. Hanno picchiato sia lui che i suoi tre bambini che cercavano di impedire che lo portassero via. La polizia non ha mostrato alcun mandato di cattura per gli uomini o di perquisizione. Sono state perquisite anche le abitazioni di altri membri della OCEZ, ma nessun altro è stato arrestato. Secondo un'organizzazione dei diritti umani locale, un centinaio di agenti di polizia e soldati sono rimasti nella zona per almeno due giorni.

Roselio de la Cruz e José Manuel de la Torre si trovano attualmente in stato di arresto. Il loro avvocato ha denunciato che durante l'interrogatorio sono stati bendati, legati e picchiati. Roselio de la Cruz è stato anche minacciato di morte, mentre gli agenti mettevano un sacchetto di plastica in testa a José Manuel de la Torre fino a quasi soffocarlo, poi è stato costretto ad inalare acqua fino a svenire. Entrambi gli uomini sono stati costretti a firmare documenti che non è stato però concesso loro di leggere. Un altro membro della OCEZ che vive nell'area, José Manuel Hernández Martínez, è stato arrestato il 30 settembre.  Sebbene dovesse essere giudicato dalle autorità dello stato del Chiapas, il 16 ottobre è stato trasferito in una prigione federale a 2.000 km di distanza dalla sua famiglia e troppo lontano per essere assistito dal suo avvocato, quindi è praticamente nell'impossibilità di comunicare.

 

CHIEDIAMO DI SCRIVERE IMMEDIATAMENTE in lingua spagnola o nella vostra lingua, chiedendo alle autorità messicane di:

            Garantire che Roselio de la Cruz e José Manuel de la Torre non vengano torturati o maltrattati;

            Avviare accurate indagini sulla loro tortura, consegnando i responsabili alla giustizia;

            Assicurare che i due uomini siano rilasciati immediatamente, o che vengano addebitate loro precise accuse e trattati secondo le leggi internazionali che ritengono inammissibile qualsiasi prova ottenuta sotto tortura;

            Assicurare che José Manuel Hernández Martínez possa vedere la sua famiglia ed il suo avvocato;

            Interrompere le perquisizioni illegali e le intimidazioni ne confronti dei sostenitori della OCEZ e degli abitanti di Venustiano Carranza, ed indagare sulla condotta dell'operazione di polizia.

 

SPEDIRE L'APPELLO PRIMA DELL'8 DICEMBRE 2009 A:

 

Governatore del Chiapas

Lic. Juan Sabines Guerrero

Palacio de Gobierno

Tuxtla Gutierrez, Chiapas, MEXICO

Fax:  +52 961 6188050 ext. 21122

Email: juansabines@chiapas.gob.mx

Intestazione: Spett. Governatore/Sig. Governatore

 

Procuratore Generale del Chiapas        

Mtro. Raciel Lopez Salazar

Procuraduria General de Justicia

Libramiento Norte no.201

Tuxtla Gutierrez, Chiapas, Mexico       

Fax: + 52 961 6165724

Intestazione: Spett. Procuratore Generale/ Sig. Procuratore

 

Procuratore Generale della Repubblica

Lic. Arturo Chávez Chávez      

Procuraduría General de la Republica

Av. Paseo de la Reforma no. 211.213, México D.F., C.P. 06500, MEXICO  

Fax:  + 52 55 53 460908

Intestazione:

Spett. Procuratore  General/ Sig. Procuratore

 

COPIA A "Fray Bartolomé" Human Rights centre Email: accionurgente@frayba.org.mx 

 

Spedire copia anche ai rappresentanti diplomatici del Messico accreditati nel vostro paese..

Consolato Generale del Messico a Milano

Amb. Benito Andión Sancho
Console Generale

Via dei Cappuccini, 4
20122 Milano
http://portal.sre.gob.mx/milan/index.php

Tel 02.7602.0541; Fax 02.7602.1949

e-mail: info@mexico.it

(Traduzione "Maribel" - Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

 


lunedì 26 ottobre 2009

INDIRIZZI COMPLETI PER APPELLO PER ARRESTI DELLA OCEZ

 

Di seguito, il modello di appello da inviare agli indirizzi elencati per chiedere il rispetto dei diritti umani e civili dei compas arrestati della OCEZ, completo dell'indirizzo del Segretario di Governo del Chiapas. (Grazie Luca per la segnalazione).

Annamaria

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Lic. Felipe de Jesús Calderón Hinojosa

Presidente de la República

felipe.calderon@presidencia.gob.mx

Lic. Fernando Gómez Mont

Secretario de Gobernación

secretario@segob.gob.mx

Lic. Juan José Sabines Guerrero

Gobernador Constitucional del Estado de Chiapas

secparticular@chiapas.gob.mx

Dr. Noé Castañon León

Secretario General de Gobierno del Estado de Chiapas

secretario@secgobierno.chiapas.gob.mx

Lic. Raciel López Salazar

Procurador General de Justicia

raciel.lopez@pgje.chiapas.gob.mx

Copia a:

Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, AC.

accionurgente@frayba.org.mx

Los abajo firmantes condenamos cualquier forma de criminalizar a las organizaciones sociales y a sus representantes y exigimos se garanticen los derechos humanos, la seguridad y integridad personal de hombres, mujeres y niños de las comunidades de Laguna Verde y 28 de Junio, y de los integrantes de la OCEZ-Región Carranza, Roselio de la Cruz González y José Manuel de la Torre Hernández, detenidos en el Centro Estatal para la Reinserción Social de Sentenciados No. 14, El Amate, municipio de Cintalapa, así como de José Manuel Hernández Martínez, Don Chema, detenido en el Centro Federal de Rehabilitación Social No. 04 (CEFERESO No. 4) en el estado de Nayarit.

Exigimos:

- Se garanticen a cabalidad los derechos humanos de los detenidos particularmente el derecho a la presunción de inocencia, de protección judicial y garantías judiciales, así como el respeto del debido proceso.

- Respetar el derecho a la honra y dignidad de los detenidos evitando de prejuzgarlos públicamente como delincuentes, lo que es una tendencia de tratar como "criminales" a integrantes de organizaciones sociales y campesinas.

- S evite el uso desproporcionado e indebido de la fuerza pública, en la comunidad de 28 de Junio y Laguna Verde, pertenecientes a la OCEZ-Región Carranza, garantizando en todo momento el respeto a la integridad y seguridad personal de los pobladores y de los integrantes de la OCEZ-Región Carranza.

Atentamente.


Arresti e perquisizioni senza mandati

 
 

La Jornada – Domenica 25 ottobre 2009

Militari e poliziotti arrestano due dirigenti della OCEZ in Chiapas

Ángeles Mariscal e Elio Henríquez - Corrispondenti

 

Villaggio 28 de Junio, Venustiano Carranza, Chis., 24 ottobre. I dirigenti dell'Organizzazione Campesina Emiliano Zapata (OCEZ), José Manuel de la Torre Hernández e Roselio de la Cruz González, sono stati arrestati durante un operativo poliziesco e militare effettuato all'alba di sabato.

Rappresentanti del gruppo hanno riferito che altri due leader sono sfuggiti alla cattura perché non si trovavano nelle proprie abitazioni al momento dell'irruzione degli agenti senza mandato giudiziario. 

Aggiungono che ore dopo gli arresti, centinaia di soldati dell'Esercito Messicano e poliziotti federali e statali sono arrivati fino alle comunità di Laguna Verde e 28 de Junio, principali bastioni della OCEZ, con l'intenzione di effettuare perquisizioni nelle case o di arrestare altri dirigenti.

Con i due arresti di sabato, salgono a tre i dirigenti del gruppo arrestati in meno di un mese, poiché lo scorso 30 settembre è stato catturato nella colonia 28 de Junio, José Manuel Hernández Martínez (Chema), uno dei principali leader della OCEZ, che la settimana scorsa è stato trasferito nella prigione di massima sicurezza di Nayarit. I due arrestati di sabato facevano parte della commissione della OCEZ che stava trattando col sottosegretario di Governo del Chiapas, Nemesio Ponce, la liberazione di Chema, accusato di reati legati alla lotta per la terra. "La persecuzione del governo contro di noi si deve al recupero delle terre che storicamente ci appartengono", afferma Uverlaín Aguilar de la Cruz, uno dei coloni di Laguna Verde.

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapaswordpress.com )




mercoledì 21 ottobre 2009

da la Jornada :Campesinos destruirán sembradíos de maíz transgénico en Chihuahua

Investigadores experimentan con variedades criollas e híbridas en el estado de México

Campesinos destruirán sembradíos de maíz transgénico en Chihuahua

Advierten que se contaminarán especies de la Tarahumara

Exigen a Baeza frenar proyecto

Foto
Campesinos procedentes de varios municipios protestaron ayer en el palacio de gobierno de Chihuahua para demandar a las autoridades estatales que frenen la introducción de maíz transgénico en la entidad. La imagen corresponde a una protesta similar efectuada en noviembre de 2008Foto Miroslava Breach
Miroslava Breach Velducea
Corresponsal

Chihuahua, Chih., 20 de octubre. Organizaciones campesinas del estado irrumpirán en parcelas donde se siembre maíz transgénico y las destruirán para evitar que las especies nativas de la sierra Tarahumara se contaminen con variedades de laboratorio introducidas por empresas trasnacionales que pretenden monopolizar la producción de granos básicos por medio de patentes.

El Frente Democrático Campesino, El Barzón y agrupaciones ecologistas de la entidad advirtieron que frustrarán todo intento de cosechar granos que no sean rigurosamente naturales y condenaron el aval concedido para su siembra por las secretarías de Agricultura, Ganadería, Desarrollo Rural, Pesca y Alimentación (Sagarpa) y de Medio Ambiente y Recursos Naturales (Semarnat) el 15 de octubre.

Decenas de campesinos procedentes de varios municipios bloquearon hoy la avenida Aldama de la capital de Chihuahua, frente al palacio de gobierno, e instalaron un plantón dentro del edificio en protesta por la autorización para el cultivo experimental de maíz transgénico, que, dijeron, amenaza la soberanía alimentaria.

Demandaron la intervención del gobernador José Reyes Baeza Terrazas para desalentar la siembra de transgénicos y frenar los trámites iniciados por menonitas y mormones en Cuauhtémoc, Namiquipa, Bachíniva, Galeana y Nuevo Casas Grandes, que promueven los productos genéticamente modificados.

Víctor Quintana Silveyra, diputado local del Partido de la Revolución Democrática (PRD), anunció que las acciones contra el nuevo modelo agrícola irán más allá de Chihuahua y se radicalizarán, pues la autorización inicial de Sagarpa y Semarnat a dos de 35 proyectos presagia la introducción de siembras transgénicas en otras entidades.

Colonos menonitas del valle agrícola de Cuauhtémoc solicitaron en 2008 autorización para medir el arrastre de polen en dos parcelas donde usaron semillas de la trasnacional Monsanto, a fin de avanzar en la introducción de variedades transgénicas.

Participan el Departamento de Agricultura de EU, la UAEM, empresas y el gobierno federal

 

Texcoco, Méx., 20 de octubre. Investigadores de diversas instituciones y autoridades federales analizan dos tipos criollos y 210 híbridos de maíz a fin de crear semillas que ofrezcan mayores rendimientos a los productores.

Andrés Morales, investigador de la Universidad Autónoma del Estado de México (UAEM), dio a conocer que el proyecto consiste en experimentar con semillas mejoradas en 12 parcelas ubicadas en el valle de Toluca y ocho en el valle de México, a más de 2 mil 400 metros sobre el nivel del mar.

En la investigación participan el Departamento de Agricultura de Estados Unidos, la Secretaría de Agricultura, Ganadería, Desarrollo Rural, Pesca y Alimentación (Sagarpa), el Centro de Investigación y Mejoramiento del Maíz y el Trigo (Cimmyt), la UAEM y el Instituto de Investigación y Capacitación Agropecuaria, Acuícola y Forestal del Estado de México (Icamex), además de varias empresas.

El académico expuso que tras la primera evaluación, de los 210 híbridos (maíces trasplantados de otras latitudes), 19 tuvieron un rendimiento más alto que los criollos, aunque la evaluación continúa, y la parcela experimental de la Facultad de Ciencias Agrícolas de la UAEM –donde anteriormente se sembraban tomate, brócoli, calabacita y betabel– fue la que obtuvo el más alto rendimiento, con unas nueve toneladas del grano.

Rendimiento hasta más de tres veces superior

El proyecto Evaluación para el uso de semilla mejorada de maíz analiza aspectos de madurez, textura y productividad, a fin de ofrecer una opción de siembra para valles altos y garantizar menor costo, más alta rentabilidad e inocuidad ambiental, explicó.

Según el académico, los agricultores del valle de Toluca siguen usando maíces criollos, de los cuales obtienen sólo tres toneladas por hectárea, mientras la semilla mejorada permite cosechar entre nueve y 10 toneladas por hectárea.

Javier Salinas Cesáreo Corresponsal

giovedì 15 ottobre 2009

Nuove aggressioni contro comunità chiapaneche


La Jornada – Giovedì 15 Ottobre 2009

 

Nuova ondata di aggressioni governative contro le comunità chiapaneche

Hermann Bellingahusen

 

La campagna ufficiale contro le organizzazioni e le comunità del Chiapas è iniziata a settembre con l'arresto irregolare di José Manuel Hernández Martínez, Chema, leader dell'Organizzazione Campesina Emiliano Zapata (OCEZ) a Venustiano Carranza (interrogato dalla Procura Generale di Giustizia dello stato circa i suoi colpevoli "contatti" col vescovo Samuel Ruiz, col Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, col parroco di Carranza, con l'Esercito Popolare Rivoluzionario e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale).

 

La strategia è proseguita con altre "filtrazioni di notizie" dopo la cattura di un indigeno di Chenalhó che possedeva un arsenale, si presume per "la difesa di Las Abejas". Su diversi giornali, catechisti e parroci sono stati segnalati come promotori di azioni violente. Questa settimana il governo ha informato dell'arresto a Frontera Comalapa di presunti criminali in possesso di un altro arsenale, "raccomandati" da catechisti della diocesi.

 

Osservatori e giornalisti consultati da La Jornada concordano sull'ipotesi che il governo starebbe preparando "qualche scenario, forse con l'uscita di altri paramilitari detenuti per il massacro di Acteal". Nelle comunità e tra le organizzazioni c'è preoccupazione. Non destano meno preoccupazione le insistenti dichiarazioni del segretario di Governo, Noé Castañón León, secondo il quale si teme "un'esplosione sociale" nel 2010.

 

Nel caso del dirigente della OCEZ-Carranza, il giorno della sua detenzione il governo statale aveva negato la sua partecipazione all'arresto, adducendo (attraverso Castañón León) che era di competenza federale. Tuttavia, la Procura Generale della Repubblica (PGR) si è dissociata attraverso il suo portavoce, che ha comunicato ai giornalisti che l'ente non aveva fermato il contadino. La procura statale ha poi ammesso l'arresto (durante un presunto "operativo congiunto" con la PGR).

 

Nella sua prima dichiarazione, Chema ha denunciato il tipo di interrogatorio a cui è stato sottoposto, al quale ha partecipato lo stesso agente del Pubblico Ministero competente del al caso, registrato con numero 253/2005, l'unico che è stato avviato, per "esproprio" di una proprietà privata a Carranza. Un reato statale. In maniera ufficiosa, operatori governativi volevano imporre ai giornalisti la versione che il detenuto e la sua organizzazione preparavano attacchi armati. Siccome non ha avuto eco, l'hanno diffusa con un'inserzione a pagamento su alcuni giornali.

 

Altre versioni governative consegnate alla stampa citano presunte "azioni violente che includono l'occupazione di strutture pubbliche, commerciali ed attentati contro banche". Questi sarebbero "piani di parroci della diocesi di San Cristóbal" che, a detta di "un gruppo di cattolico degli Altos" (sic), sono spinti dal parroco di Altamirano (che non si trova negli Altos) Juan Hurtado López". Sono stati pubblicati nomi di catechisti che starebbero "esortando" alla violenza, indicando che "la data è il 2010, ma le azioni si potrebbero anticipare.

 

Benché il vescovo Felipe Arizmendi abbia smentito queste informazioni, ciò è stato minimizzato, sottolineando invece sulla stampa ufficiale dichiarazioni di "abitanti di Nueva Galicia" secondo i quali, istigati dai preti, "il primo gennaio faremo azioni violente in tutto il paese, occuperemo edifici pubblici, strade federali e qui nello stato saccheggeremo banche, negozi, distributori di benzina, tutto quello che potremo. E non chiedono se vogliamo farlo. Abbiamo paura".

Secondo un'altra versione ufficiale, citando Juan Rodríguez Sánchez, "leader" della OCEZ, Chema avrebbe commentato "in un'occasione" i suoi piani per "irrompere con azioni violente nei municipi di Acalá, Chiapa de Corzo, Chicomuselo e Venustiano Carranza, in occasione del prossimo Bicentenario dell'Indipendenza".

 

Il fatto è stato ripreso da un discorso del governatore Juan Sabines Guerrero davanti ai rappresentanti di un importante organizzazione civile, e che è stato trasmesso a La Jornada. Il mandatario si è dichiarato pronto a mantenere la pace e "tirare fuori il Chiapas dall'agenda militare" nell'offensiva militare che si sta preparando per l'anno prossimo su scala nazionale. http://www.jornada.unam.mx/texto/019n1pol.htm

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )


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sabato 10 ottobre 2009

Mercoledì 14 ottobre,lL MOVIMENTO SEM TERRA a Empoli

C.S.A. INTIFADA/COMUNITA' IN RESISTENZA

Mercoledì 14 ottobre, ore 21.30, Ponte a Elsa, Empoli (FI)

 

 

Il GRUPPO DI ACQUISTO della Comunità in Resistenza incontra il MOVIMENTO SEM TERRA.


I produttori e i co-produttori del Gruppo di Acquisto della Comunità in Resistenza incontrano SIMONE SILVA PEREIRA, dirigente dello stato del Maranhão del Movimento SEM TERRA brasiliano.

 

Esperienze lontane  ma vicine,

  • nel costruire alternative dal basso, libere e indipendenti;
  • nella difesa dell'ambiente e della biodiversità;
  • nel (ri)conferire dignità a chi la Terra la vive e la lavora;

 

Esperienze  che suggeriscono una domanda: che venga dalla Terra  una delle possibili risposte alla crisi globale?

giovedì 8 ottobre 2009

Fw: [Ezln-it] Deciso l'arresto per Chema, il leader della OCEZ

 

La Jornada – Giovedì 8 ottobre 2009

 

Decretato l'arresto per il leader della OCEZ. Si annunciano proteste

Ángeles Mariscal e Elio Henríquez

 

Tuxtla Gutiérrez, Chis., 7 ottobre. José Manuel Hernández Martínez, dirigente della Organizzazione Campesina Emiliano Zapata (OCEZ), ha ricevuto oggi in carcere il mandato di arresto, una settimana dopo essere stato fermato per esproprio e danni, reati presumibilmente commessi nel 2003 durante il recupero di un podere.

Il giudice ha dichiarato che i reati imputati al dirigente e ad altri 14 campesinos sono "gravi".

Parte del procedimento 253/2005, avviato due anni dopo la presunta invasione della proprietà El Desencanto, nel municipio di Venustiano Carranza, contiene le testimonianze di un gruppo di proprietari di terre del municipio di Comitán presunti proprietari del podere. Le testimonianze, tutte uguali tra loro, non spiegano perché quelli che dicono di essere i proprietari hanno aspettato più di due anni a chiedere la restituzione del podere.

In conferenza stampa, dirigenti della OCEZ hanno detto che il vero motivo dell'arresto è frenare le proteste che il dirigente portava avanti perché le autorità non hanno mantenuto la promessa di regolarizzare a loro favore 115 ettari di terra, tra altre istanze presentate a luglio, quando Hernández Martínez guidò uno sciopero della fame.

A San Cristóbal de las Casas, organización sociali, collettivi ed attivisti hanno fatto sapere di aver inviato una lettera agli ambasciatori che questo fine settimana visiteranno il Chiapas, e cercheranno di parlare con loro per fargli sapere che in Chiapas "si violano i diritti umani".

Nel frattempo l'avvocato Marcos Gómez Pérez ha detto che esistono due possibilità: l'appello o il ricorso.

"Vogliamo il ritiro dell'azione penale affinché José Manuel Hernández esca di prigione", ha affermato. 

La OCEZ ed anche organizzazioni solidali hanno consegnato una lettera indirizzata a Magdy Martínez Solimán, rappresentante in Messico del Programma dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, nella quale chiedono un'udienza e lo invitano a visitare la comunità 28 de Junio.

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

martedì 6 ottobre 2009

Empoli VENERDI 9 OTTOBRE RACCONTI E IMMAGINI DAL MESSICO RIBELLE

Fw: [Ezln-it] Altri assassini di Acteal fuori dal carcere

 

La Jornada – Martedì 6 ottobre 2009

Potrebbero lasciare il carcere altri 31 condannati peri l massacro di Acteal

Il 12 agosto scorso la Corte Suprema ne rilasciò 20

Hermann Bellingahusen

Prossimamente potrebbero uscire dal carcere altri 31 paramilitari condannati per aver partecipato al massacro di Acteal, Chiapas, il 22 dicembre 1997. Cinque di loro sono rei confessi. La notizia è stata appresa recentemente da la Società Civile Las Abejas di Chenalhó e dal Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC).

Quest ultimo ha detto di essere stato informato che il prossimo 14 ottobre la Corte Suprema di Giustizia della Nazione (SCJN) delibererà sulla situazione legale di 31 condannati come responsabili del massacro che "vittime e sopravvissuti hanno identificato come gli autori materiali".

A su vez, integrantes de Las Abejas tuvieron conocimiento de que las autoridades municipales de Chenalhó informan a los agentes municipales "que los ahora liberados emprenderán acciones contra los sobrevivientes y testigos de cargo" en los procesos donde la SCJN concedió amparo a quienes llevan más de 11 años en prisión.

Di fronte a questa possibilità, il CDHFBC esprime preoccupazione, "poiché già c'è il precedente del 12 agosto scorso", quando la SCJN ha deciso di rilasciare 20 condannati, anche loro partecipanti al massacro, "concedendo loro tutte le tutele, il che significa un'ulteriore negazione della giustizia in questo crimine di lesa umanità".

L'eventuale delibera della SCJN potrebbe andare nello stesso senso, cioè, "incentrarsi sulle negligenze commesse dagli agenti della Procura Generale di Giustizia dello Stato", avallate allora da giudici e magistrati federali". La liberazione dei 20 paramilitari precedenti "ha generato un clima di paura ed insicurezza negli Altos del Chiapas, in particolare nelle comunità dove vivono i membri di Las Abejas". Questa volta potrebbero uscire cinque assassini confessi del massacro, ritenuti penalmente responsabili di omicidio aggravato, lesioni aggravate e detenzione di armi di uso esclusivo dell'Esercito.

Le decisioni della SCJN nell'agosto scorso hanno messo in evidenza, sostiene il CDHFBC, "che lo Stato messicano non ha compiuto il suo dovere di garantire l'accesso alla giustizia alle vittime e sopravvissuti", e non ha svolto "un'indagine seria ed efficace, al fine di punire i responsabili materiali ed intellettuali ed evitare l'impunità".

Benché il governo de Chiapas assicuri che le persone rilasciate non ritorneranno nei loro luoghi di origine, bisogna considerare che i loro famigliari e gli altri membri del loro gruppo paramilitare rimangono lì, "esattamente dove si trovano le armi, poiché fino ad ora lo Stato non ha disarticolato né disarmato i paramilitari nel municipio di Chenalhó".

Per quello che si capisce, questa situazione non è stata considerata dallo Stato che oltre a non indagare adeguatamente, omette qualsiasi misura per ricostituire il tessuto sociale delle comunità indigene ed impedire la violenza. Lo dimostra il fatto che i membri di Las Abejas che vivono ancora nel campo profughi conosciuto come Acteal, continuano a rimanere fuori dalle loro comunità originarie. Lo stesso si può dire delle migliaia di profughi zapatisti del municipio autonomo di Polhó.

Inoltre, la presenza dell'Esercito Messicano ha contribuito alla rottura del tessuto sociale". Esiste così "un pericolo imminente" per i sopravvissuti. A giudizio del CDHFBC, non liberare queste 31 persone "sarebbe l'unica misura per salvaguardare i diritti delle vittime".

Bisogna ricordare che la Corte Interamericana dei Diritti Umani ha stabilito che lo Stato ha l'obbligo di combattere l'impunità con tutti gli strumenti legali, poiché questa favorisce la ripetizione cronica delle violazioni dei diritti umani e la totale mancanza di difesa delle vittime e dei loro famigliari. http://www.jornada.unam.mx/2009/10/06/index.php?section=politica&article=010n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

lunedì 5 ottobre 2009

] Centinaia di poliziotti ad Agua Azul

 

La Jornada – Sabato 3 ottobre 2009

Il governo del Chiapas invia centinaia di poliziotti al crocevia di Agua Azul

Hermann Bellinghausen - Inviato

 San Sebastián Jotolá Mitzitón, 2 ottobre. La persecuzione contro le comunità dell'Altra Campagna in Chiapas che si oppone all'autostrada San Cristóbal de las Casas-Palenque si è trasformata in questione "politica" delle autorità statali e federali, in particolare per le prime.

In pochi giorni si sono susseguiti fatti violenti ed aggressioni a Jotolá e in diverse località dell'ejido San Sebastián Bachajón, fomentati da funzionari pubblici, come il delegato a Chilón della segreteria generale di Governo, Carlos César Santiago Ángel, che davanti ai rappresentanti della filogovernativa Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) ha detto che i fondi del programma Oportunidad non arriveranno a nessuno di Alan Sacum a causa dei membri dell'Altra Campagna.

Questo ha scatenato la persecuzione contro il responsabile di Alan Sacum, Antonio Gómez Álvaro, ed il consigliere di vigilanza, Juan García, entrambi ejidatarios di San Sebastián. Quelli della Opddic vogliono "consegnarli" alla polizia ed espellerli. Il primo è il padre di Jerónimo ed Antonio Gómez Saragos, i due aderenti dell'Altra Campagna in carcere a El Amate dall'aprile scorso.

Questa "politica" è manifestata anche dai 250 agenti della Polizia Statale Preventiva (PEP) che domenica scorsa si sono piazzati al crocevia di Agua Azul e nella comunità vicina di Xhanil, su cinque camion Torton e 12 pattuglie, oltre ad agenti della Polizia Ministeriale (PM). Quello stesso giorno, gli aderenti dell'Altra Campagna avevano recuperato pacificamente la cabina di riscossione che ad aprile la polizia statale e quelli della Opddic avevano occupato, all'ingresso delle cascate di Agua Azul. Da allora si teme un operativo contro l'ejido che difende i suoi diritti territoriali.

Sulla stessa linea si trova la reiterata presenza a Jotolá della pattuglia 025 della PEP che continua a riunirsi con i membri della Opddic che a settembre hanno aggredito a spari e bastoni gli ejidatarios dell'Altra Campagna ed un avvocato del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas.

 Lo scorso fine settimana, dopo la nuova visita della polizia, quelli della Opddic si sono raccolti in atteggiamento minaccioso muniti di machete, bastoni ed armi. Quelli dell'Altra Campagna da allora temono un possibile nuovo attacco, poiché in ripetute occasioni di notte si sentono spari esplosi vicino alle loro case. Questa volta, i poliziotti di pattuglia si sono uniti con quelli della Oppdic di fronte alla casa della famiglia Cruz Méndez, una delle più aggressive della comunità, alla quale appartengono i principali istigatori degli attacchi.

D'altra parte, sono arrivati a Mitzitón, San Cristóbal de las Casas (un altro ejido i cui coloni si oppongono all'autostrada e sono anche aderenti all'Altra Campagna), rappresentanti della Segreteria delle Comunicazioni e Trasporti, "volevano ingannarci per farci firmare una bozza di verbale - denunciano gli indigeni - dove si dice che in presenza delle autorità, il malgoverno ha soddisfatto le nostre richieste."

Gli ejidatarios negano che sia così. L'ingegnere della SCT ha detto che non si vuole fare nessuna autostrada, solo un'ampliamento della strada per Comitán. Secondo i progetti della stessa SCT, a Mitzitón si troverebbero il chilometro zero ed i primi 10 della progettata autostrada.

Non ci faremo ingannare dal malgoverno; difenderemo la nostra terra costi quel che costi, fino a che il malgoverno rispetterà il nostro diritto all'autonomia e alla libera determinazione, sostengono. Inoltre, denunciano che martedì 29 settembre la SCT ha consegnato loro un documento datato febbraio che parla del progetto della strada.  

Abbiamo visto la menzogna del malgoverno quando ha negato che esisteva il progetto. Ma ora confermiamo che esiste e prosegue. Denunciano che i paramilitari e i criminali dell'Ejército de Dios-Alas de Águila continuano a sparare e ad aggirarsi nel villaggio con le loro mimetiche militari protetti dal malgoverno. Sono guidati - dicono - da Esdras Alonso González, Carmen Díaz López e Refugio Diaz Ruiz, che continuano a godere dell'impunità.

http://www.jornada.unam.mx/2009/10/03/index.php?section=politica&article=012n1pol

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

G.M. Ramirez - Minaccia poliziesca

 

La Jornada – Sabato 3 ottobre 2009

 

Los de Abajo

Minaccia poliziesca

Gloria Muñoz Ramírez

La settimana scorsa la popolazione tzeltal di San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, Chiapas, ha recuperato pacificamente il controllo della cabina di riscossione delle cascate di Agua Azul, esercitando il loro legittimo diritto di salvaguardare ed amministrare le risorse naturali del loro territorio. La risposta del governo guidato da Juan Sabines è stata il minaccioso invio di circa 250 poliziotti.

Gli indigeni di Bachajón sono aderenti all'Altra Campagna convocata dall'EZLN e fanno parte della resistenza ai megaprogetti turistici che il governo del Chiapas impone alle comunità della regione, motivo per cui sono stati repressi e sbattuti in carcere in diverse occasioni, senza però ottenerne la resa.

Il Centro dei Diritti Umani San Bartolomé de las Casas, che ha assistito la comunità e denunciato la costante persecuzione, ha documentato la presenza minacciosa di circa 250 effettivi statali chi si trovano al crocevia di Agua Azul e nel villaggio di Xhanil, su cinque camion tipo Torton e 12 pattuglie, oltre ad agenti della Polizia Ministeriale.

L'organizzazione dei di diritti umani spiega che il recupero della cabina di riscossione è stato deciso dopo un "processo di consultazione in assemblee realizzate nei tre centri dell'ejido: Ch'ich, Centro Alan Sacjun e Centro Bachajón". Con questa azione i coloni tzeltales rivendicano l'esercizio dell'uso delle loro risorse naturali riconosciuto dal Trattato 169 della OIT (Organizzazione Internazionale del lavoro) che il governo messicano si è impegnato a rispettare. 

Al governo del Chiapas poco importano gli accordi internazionali che non contemplino gli investimenti stranieri ed il saccheggio delle risorse naturali. Sono innumerevoli gli esempi che lo dimostrano: proprio in questa comunità, il passato 17 aprile, la cabina di riscossione era stata smantellata con un operativo al quale hanno partecipato poliziotti statali e federali, violando il diritto al territorio dei popoli indigeni, attaccando la loro integrità personale e torturando ed imprigionando arbitrariamente i fratelli Antonio e Jerónimo Gómez Saragos.

Ora, davanti al possibile sgombero degli ejidatarios e a causa della pressione e del chiaro atto di persecuzione, in Internet circola una lettera di protesta nella quale si esige il rispetto dei diritti del popolo tzeltal di San Sebastián Bachajón, il ritiro della polizia e la liberazione di Jerónimo ed Antonio Gómez Saragos.

losylasdeabajo@yahoo.com.mx

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com)

giovedì 1 ottobre 2009

ARRESTATO "CHEMA", LEADER DELLA OCEZ

 

La Jornada – Giovedì 1 ottobre 2009

Uno dei suoi compagni è morto inseguendo gli agenti; altri tre sono rimasti feriti

La Procura Generale Della Repubblica e la Procura del Chiapas catturano un leader campesino dellaOCEZ

ÁNGELES MARISCAL e ELIO HENRÍQUEZ

Tuxtla Gutiérrez, Chis., 30 settembre. La Procura Generale di Giustizia dello Stato (PGJE) ha comunicato che questa notte, in un'operazione congiunta con la Procura Generale della Repubblica (PGR), nel municipio di Venustiano Carranza ha fermato José Manuel Hernández Martínez, dirigente dell'Organizzazione Campesina Emiliano Zapata (OCEZ), indagato, tra altri reati, per associazione a delinquere, occupazione aggravata e danneggiamento.

In un comunicato spiega: "Questa persona è stata messa a disposizione del giudice istruttore e rinchiusa nel Centro di Reinserimento Sociale numero 14, El Amate, nel municipio di Cintalapa". 

Secondo la procura, l'indagato è accusato di danni a proprietà altrui, furto aggravato e saccheggio, reati per lui quali nel 1999 erano stati emessi sei mandati di cattura contro di lui. Inoltre, ha "precedenti" per tento omicidio ed omicidio aggravato, ed è accusato di essersi impadronito di terreni occupati.

Secondo i suoi compagni, Hernández è stato catturato la mattina nella sua abitazione, nel municipio di Venustiano Carranza, da sconosciuti che indossavano divise dei lavoratori della Commissione Federale di Elettricità (CFE).

José Manuel de la Torre Hernández, un altro dirigente della OCEZ, ha informato che a mezzogiorno circa, diverse persone sono giunte nella comunità 28 de Junio su due camioncini e si sono portate via il contadino. Quindi, alcuni dei suoi compagni sono saliti su un'auto per seguire i veicoli ma sono stati intercettati da un'altra automobile i cui occupanti hanno sparato e li hanno fatti andare fuori strada. Nell'incidente è morto Jordán López Aguilar, di 27 anni, e sono rimasti feriti José Santos López Aguilar, Juan Jiménez Zepeda e Ballardo Hernández de la Cruz, che sono stati ricoverati nell'ospedale da campo dell'Istituto Messicano della Previdenza Sociale.

Noé Castañón León, segretario di Governo del Chiapas, ha dichiarato che la "cattura" di Chema, nome con il quale è conosciuto il dirigente della OCEZ, "è di competenza federale, non nostra".

I compagni di Chema ricordano che Chema "è già stato più volte segnalato dai servizi di intelligenza del governo federale come leader dell'Esercito Popolare Rivoluzionario, ma questa è una menzogna". http://www.jornada.unam.mx/texto/031n1est.htm

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

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