martedì 6 ottobre 2009

Fw: [Ezln-it] Altri assassini di Acteal fuori dal carcere

 

La Jornada – Martedì 6 ottobre 2009

Potrebbero lasciare il carcere altri 31 condannati peri l massacro di Acteal

Il 12 agosto scorso la Corte Suprema ne rilasciò 20

Hermann Bellingahusen

Prossimamente potrebbero uscire dal carcere altri 31 paramilitari condannati per aver partecipato al massacro di Acteal, Chiapas, il 22 dicembre 1997. Cinque di loro sono rei confessi. La notizia è stata appresa recentemente da la Società Civile Las Abejas di Chenalhó e dal Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC).

Quest ultimo ha detto di essere stato informato che il prossimo 14 ottobre la Corte Suprema di Giustizia della Nazione (SCJN) delibererà sulla situazione legale di 31 condannati come responsabili del massacro che "vittime e sopravvissuti hanno identificato come gli autori materiali".

A su vez, integrantes de Las Abejas tuvieron conocimiento de que las autoridades municipales de Chenalhó informan a los agentes municipales "que los ahora liberados emprenderán acciones contra los sobrevivientes y testigos de cargo" en los procesos donde la SCJN concedió amparo a quienes llevan más de 11 años en prisión.

Di fronte a questa possibilità, il CDHFBC esprime preoccupazione, "poiché già c'è il precedente del 12 agosto scorso", quando la SCJN ha deciso di rilasciare 20 condannati, anche loro partecipanti al massacro, "concedendo loro tutte le tutele, il che significa un'ulteriore negazione della giustizia in questo crimine di lesa umanità".

L'eventuale delibera della SCJN potrebbe andare nello stesso senso, cioè, "incentrarsi sulle negligenze commesse dagli agenti della Procura Generale di Giustizia dello Stato", avallate allora da giudici e magistrati federali". La liberazione dei 20 paramilitari precedenti "ha generato un clima di paura ed insicurezza negli Altos del Chiapas, in particolare nelle comunità dove vivono i membri di Las Abejas". Questa volta potrebbero uscire cinque assassini confessi del massacro, ritenuti penalmente responsabili di omicidio aggravato, lesioni aggravate e detenzione di armi di uso esclusivo dell'Esercito.

Le decisioni della SCJN nell'agosto scorso hanno messo in evidenza, sostiene il CDHFBC, "che lo Stato messicano non ha compiuto il suo dovere di garantire l'accesso alla giustizia alle vittime e sopravvissuti", e non ha svolto "un'indagine seria ed efficace, al fine di punire i responsabili materiali ed intellettuali ed evitare l'impunità".

Benché il governo de Chiapas assicuri che le persone rilasciate non ritorneranno nei loro luoghi di origine, bisogna considerare che i loro famigliari e gli altri membri del loro gruppo paramilitare rimangono lì, "esattamente dove si trovano le armi, poiché fino ad ora lo Stato non ha disarticolato né disarmato i paramilitari nel municipio di Chenalhó".

Per quello che si capisce, questa situazione non è stata considerata dallo Stato che oltre a non indagare adeguatamente, omette qualsiasi misura per ricostituire il tessuto sociale delle comunità indigene ed impedire la violenza. Lo dimostra il fatto che i membri di Las Abejas che vivono ancora nel campo profughi conosciuto come Acteal, continuano a rimanere fuori dalle loro comunità originarie. Lo stesso si può dire delle migliaia di profughi zapatisti del municipio autonomo di Polhó.

Inoltre, la presenza dell'Esercito Messicano ha contribuito alla rottura del tessuto sociale". Esiste così "un pericolo imminente" per i sopravvissuti. A giudizio del CDHFBC, non liberare queste 31 persone "sarebbe l'unica misura per salvaguardare i diritti delle vittime".

Bisogna ricordare che la Corte Interamericana dei Diritti Umani ha stabilito che lo Stato ha l'obbligo di combattere l'impunità con tutti gli strumenti legali, poiché questa favorisce la ripetizione cronica delle violazioni dei diritti umani e la totale mancanza di difesa delle vittime e dei loro famigliari. http://www.jornada.unam.mx/2009/10/06/index.php?section=politica&article=010n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )

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