sabato 28 aprile 2012

nvasione di terre a La Garrucha


La Jornada – Venerdì 27aprile 2012
 
Hermann Bellinghausen. Inviato. Ocosingo, Chis., 26 aprile. La Giunta di Buon Governo (JBG) El camino del futuro, del caracol Resistencia hacia un nuevo amanecer con sede a La Garrucha, ha denunciato invasioni ed aggressioni in particolare contro il villaggio autonomo Nuevo Paraíso, dove abitanti di Pojkol, Guadalupe Victoria e Las Conchitas (dei municipi di Ocosingo e Chilón) si sono introdotti nelle terre recuperate dalla comunità ribelle "e stanno provocando danni ai nostri compagni".
I problemi a Nuevo Paraíso, secondo la JBG sono iniziati lo scorso 26 ottobre, "quando abitanti di Pojkol sono entrati nelle nostre piantagioni di caffè per tagliare le piante; erano armati ed hanno sparato diversi colpi di grosso calibro". Gli invasori hanno danneggiato 3 ettari e sottratto 1.800 chili di caffè. A novembre hanno rubato la milpa del collettivo, 4 ettari che rendono 100 zontes (circa 35 sacchi) di mais.
Il 9 gennaio gli invasori di Pojkol (Chilón) "hanno cominciato a tagliare gli alberi, e questo fino ad oggi", su terre recuperate "che sono state pagate col sangue dei nostri caduti". La JBG denuncia come responsabili i dirigenti di questo ejido, Miguel Gutiérrez Feliciano e Domingo Gutiérrez Ruiz.
Anche gli abitanti di Las Conchitas hanno sottratto a Nuevo Paraíso circa 16 ettari di milpa. Il mais rubato "l'hanno venduto in diversi posti". Il 31 dicembre "sono arrivati sparando ed hanno distrutto tre ettari di piantagione di caffè collettiva". Il 3 febbraio quelle stesse persone hanno tagliato la recinzione "e tutto il bestiame è scappato". Il 4 aprile hanno incendiato i pali e si sono portati via 8 rotoli di filo di ferro. "Hanno recintato la sorgente da dove prendiamo l'acqua. Dentro ci stanno mettendo animali morti e biancheria intima femminile. Hanno tagliato le canne ed abbattuto tutti i grandi alberi grandi e seminato milpa. Hanno fatto lo stesso in altre sorgenti".
Intanto "intrallazzano col governo per legalizzare le nostre terre recuperate. Le hanno invase perché ce le vogliono togliere".
Gli invasoti di Las Conchitas appartengono alla Asociación Rural de Interés Colectivo-Unión de Uniones (Aric) "storica", rappresentata da Marcos Gómez Morales, "conosciuto come difensore dei diritti umani", Plácido, Marcos e Fidelino Gómez Morales, Fidelino Gómez Lorenzo, Carmelino Ruiz Guillén e Reynaldo Morales González ("noto assassino con precedenti penali", dichiara la JBG).
I filo-governativi di Guadalupe Victoria hanno invaso piantagioni di caffè in novembre ed abbattuto tre ettari. Il 17 marzo hanno distrutto un altro ettaro che appartiene al municipio autonomo Francisco Villa e seminato a milpa. Il 27 marzo hanno invaso sei ettari di pascolo, fumigato con sostanze chimiche rubato la recinzione. Hanno inoltre fumigato un ettaro e mezzo di campo di foraggio. Quello stesso giorno sulla strada che conduce ai campi, cinque uomini armati hanno impedito il passaggio ai contadini zapatisti. 
Il 22 aprile, su 16 camion, 119 membri della Organización de Caficultores de Ocosingo (Orcao)  sono arrivati sul terreno recuperato, ora invaso e danneggiato, per programmare un'altra invasione, guidati dai dirigenti Antonio Juárez Cruz e José Pérez."Stanno registrando la terra recuperata che appartiene ai nostri compagni basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) e tra pochi giorni arriveranno i poliziotti a Guadalupe Victoria per provocare i compagni. I dirigenti dell'Aric "storica" sono Marcelo Jiménez Pérez presidente, Julio e Javier Toledo Córdova, sostengono gli invasori di Las Conchitas.
"Vogliamo che il governo ritiri la sua gente che ha organizzato apposta nelle località citate". Ed avvertono: "Non cerchiamo la morte, ma diciamo chiaro ai malgoverni che se non ci rispettano nemmeno noi lo faremo, cioè se vogliono che si torni a come abbiamo cominciato, dunque l'avranno. Basta di furto di terre, basta con le loro ruberie. Se i governanti non riescono a controllare le loro persone, sono affari loro e la smettano di rubare al nostro Messico. Ya basta". http://www.jornada.unam.mx/2012/04/27/politica/021n1pol

Comunicato della Giunta di Buon Governo

giovedì 26 aprile 2012

Uccisi due contadini della comunita' autonoma di Cheran

 


Uccisi due contadini della comunita' autonoma di Cheran:
http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2172


Due abitanti della comunita' indigena purhepecha di Cheran hanno subito un'imboscata e sono stati assassinati da un gruppo di tagliaboschi mentre stavano recintando con un filo spinato la zona denominata El Puerto o Urupan, come parte del programma di riforestazione della spianata Purhepecha. Per questo motivo gli abitanti del villaggio si dichiarano in allerta massima, con tutti gli accessi al paese chiusi e con la vigilanza raddoppiata in tutte le barricate montate dal 15 aprile 2011, data in cui decisero praticare l'autodifesa attiva dato che "dal 2008 i tagliaboschi, con la complicita' del crimine organizzato e del governo locale, hanno devastato l'80% dei nostri boschi".

Salvador Campanur, contadino di Cheran, conferma alla rivista Desinformemonos la morte dei due suoi compagni e l'esistenza di alcuni feriti durante l'imboscata che ha avuto luogo attorno alle 10:30 di oggi, mercoledi' 18 aprile.

Radio Fogata, la radio comunitaria di Cheran, informa che i tagliaboschi sono di "El Cerecito, Rancho Seco y Tanaco" e che la comunita' in questo momento "e' costernata per questi terribili fatti, ragion per cui fa responsabili il governo statale e federale per questo indignante avvenimento".

Le vittime, segnala il quotidiano Cambio de Michoacan, "sono state identificate come Pedro Juarez Urbina, 45 anni, e Armando Hernandez Estrad, anche lui 45 anni, entrambi originari e abitanti di Cheran".

Giusto questo fine settimana la popolazione di Cheran ha festeggiato il primo anniversario di quella che definiscono "la sollevazione", attraverso la quale hanno deciso di difendere i loro boschi e la vita, perche' oltre che dai tagliboschi venivano sterminati da bande di sequestratori e ricattatori senza che il governo statale facesse niente per evitarlo.

Oggi sono tornati a esplodere i razzi di segnalazione e si respira tensione nella comunita', dicono da Cheran.

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Altre info sulla lotta di Cheran:

Dalla Comune di Parigi alla Comune di Cherán
http://www.autistici.org/nodosolidale/uploads/materiali/comune_cheran_ita_2011.pdf

La traduzione di un articolo di Salvador Diaz Sanchez dove si presenta un parallelo fra l'esperienza della Comune di Parigi e l'autorganizzazione popolare del paese di Cheran (Michoacan, Messico) i cui abitanti da mesi hanno installato un sistema di autodifesa e autogoverno sostenuto da 189 "falò", barricate gestite dalla gente per impedire l'accesso della mafia.

Nel testo viene inserito anche un breve articolo di Gloria Muñoz Ramirez de La Jornada sugli inizi di questo movimento.


(tradotto da Nodo Solidale)

Appoggio a Cheran


Intellettuali e organizzazioni mondiali chiedono lo "Smantellamento dei gruppi paramilitari ed il riconoscimento del diritto all'autodifesa di Cherán"

Noam Chomsky, Luis Villoro, Pablo González Casanova, Raúl Zibechi, Javier Sicilia, Adolfo Gilly, John Holloway e James Petras, tra altri, chiedono "la fine della persecuzione contro la comunità"


México DF. Intellettuali, organizzazioni, collettivi e centri dei diritti umani nazionali ed internazionali, insieme a centinaia di persone della società civile, chiedono al governo federale e statale la punizione dei colpevole di omicidi, sequestri, sparizioni ed estorsioni commessi a Cherán, Michoacán, "come conseguenza della legittima difesa del territorio e  dellerisorse naturali da parte della comunità."

Video:

venerdì 13 aprile 2012

ROLA LA LUCHA ZAPATISTA

77 canzoni in solidarietà con la lotta zapatista



Dopo l'appello daperte della campagna internazionale "Mille rabbie un cuore: Viva le comunità zapatiste", a realizzare canzoni di ogni genere per diffondere il senso di ribellione e di dignità delle comunità autonome del Chiapas, 77 gruppi musicali del Messico e di altri paesi del mondo hanno risposto inviando dei loro brani.

L'appello della campagna invitava a raccontare con la musica i successi che quotidianamente stanno realizzando le comunità zapatiste nella salute, l'eduacione, l'autogoverno e la difesa della terra. Un modo per diffondere il virus della ribellione che ci viene da migliaia di uomini e donne che da 15 anni stanno costruendo di vita alternativo e di dignità. Ma soprattutto, una campagna per ricordare agli indigeni ribelli del Chiapas che non sono soli, e che in questi mesi in cui molte comunità subiscono attacchi da parte dei paramilitari e delle forze del governo, ancora in tanti in tutto il mondo volgono lo sguardo alla loro esperienza ribelle e la riconoscono come un punto di riferimento fondamentale nella lotta per la costruzione di un mondo migliore.

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