domenica 30 dicembre 2018

Fwd: 25 anni dell’EZLN: Lo zapatismo è vivo e può reagire ai megaprogetti di AMLO

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 30/dic/2018 14:56
Oggetto: 25 anni dell'EZLN: Lo zapatismo è vivo e può reagire ai megaprogetti di AMLO
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
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25 anni dell'EZLN: Lo zapatismo è vivo e può reagire ai megaprogetti di AMLO

A dispetto delle sue trasformazioni, l'EZLN che irruppe in Chiapas il 1° gennaio 1994, è un riferimento obbligato nelle analisi sociali, dice a Proceso lo storiografo Antonio García de León, facendo un bilancio degli ultimi 25 anni dello zapatismo. Lui che fu anche consulente degli zapatisti, ritiene che rispetto ai silenzi del governo di Andrés Manuel López Obrador sugli accordi di San Andrés e le sue iniziative come i megaprogetti del Treno Maya e dell'Istmo di Tehuantepec, l'EZLN può guadagnare più rilevanza di fronte all'eventuale crescita della resistenza indigena in questo contesto.

 JOSÉ GIL OLMOS29 Dicembre 2018, CIUDAD DE MÉXICO (Proceso).- El Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN) podría convertirse en una "caja de resonancia" de los movimientos indígenas contestatarios a los proyectos del gobierno federal, sostiene el historiador Antonio García de León Griego, antiguo asesor del grupo armado que hace 25 años irrumpió en Chiapas para reivindicar a las comunidades indígenas marginadas.

García de León, quien en 1996 participó en los diálogos de paz con el gobierno de Ernesto Zedillo en el pueblo de San Andrés Larráinzar, puntualiza que, a fin de cuentas, la herencia de los zapatistas es positiva, pues dieron preponderancia a las comunidades indígenas marginadas y pusieron a Chiapas en el horizonte del apoyo federal.

Frente a los proyectos ferroviarios y de infraestructura carretera del gobierno de Andrés Manuel López Obrador, es factible que la influencia del zapatismo en las comunidades indígenas se revitalice por los movimientos que actualmente hay en Chiapas, Yucatán, Quintana Roo y Oaxaca, dice el doctor en historia económica y social por la Universidad de la Sorbona al hacer un repaso de los 25 años del EZLN.

García de León, quien cursó su maestría en lingüística en la Escuela Nacional de Antropología e Historia, es uno de los principales conocedores de la vida indígena chiapaneca, de lo cual ha dejado constancia en sus libros Resistencia y utopía. Memorial de agravios y crónica de revueltas y profecías acaecidas en la provincia de Chiapas durante los últimos 500 años de historia, así como Fronteras interiores. Chiapas, una modernidad particular, en el que aborda la historia de esa entidad entre 1940 y el año 2000.

El EZLN, dice, tiene presencia nacional e internacional, y si bien ésta ha menguado y sufrido cambios en su dirigencia –el 14 de febrero de 2013 el subcomandante Marcos fue relevado por el comandante Moisés–, su lucha por los derechos y la cultura de los pueblos indígenas sigue vigente, comenta el historiador.

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giovedì 20 dicembre 2018

Fwd: Subcomandante Marcos: La storia delle domande

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 20/dic/2018 10:47
Oggetto: Subcomandante Marcos: La storia delle domande
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

........ mi ero ripromesso di rispondere a tutte le lettere e noi, cavalieri erranti, sappiamo mantenere fede alle promesse (a meno che non siano d'amore), e così ho pensato alla bontà che renderebbe più lieve la mia pesante colpa se tutti voi accettaste che vi rispondessi con un'unica e significativa missiva, nella quale voi sareste i particolari destinatari di una così irregolare corrispondenza..... proseguire la lettura del comunicato  https://chiapasbg.com/2018/12/18/marcos-la-storia-delle-domande/


La storia delle domande

Il freddo di queste montagne è opprimente. Ana María e Mario mi accompagnano in questa esplorazione, dieci anni prima di quell'alba di gennaio. I due si sono appena arruolati nella guerriglia e io, allora tenente di fanteria, devo insegnare loro ciò che altri mi hanno insegnato, cioè vivere sulle montagne. Ieri mi sono imbattuto per la prima volta nel vecchio Antonio. Entrambi abbiamo mentito. Lui dicendo che andava a vedere il suo campo di granturco, io dicendo che andavo a caccia. Entrambi sapevamo che l'altro mentiva e sapevamo di saperlo. Lascio che Ana María prosegua nell'esplorazione e torno indietro verso il fiume per vedere se posso ubicare col clisimetro sulla cartina un monte molto alto davanti a me, e se mi imbatto di nuovo nel vecchio Antonio. Lui deve avere pensato la stessa cosa perché ricompare nello stesso punto dell'incontro precedente.

Come ieri, il vecchio Antonio si siede in terra, si appoggia da un huapac di muschio verde e inizia a rollare una sigaretta. Io mi siedo di fronte e accendo la pipa. Il vecchio Antonio inizia:

"Non sei a caccia".

Io rispondo: "E voi non siete al vostro mais". Qualcosa mi spinge a dare del voi, per rispetto, a quell'uomo di età incerta e dal volto simile alla corteccia del cedro, che vedo per la seconda volta in vita mia..... proseguire la lettura del comunicato https://chiapasbg.com/2018/12/18/marcos-la-storia-delle-domande/

Testo originale: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/1994/12/13/la-historia-de-las-preguntas/?platform=hootsuite



lunedì 26 novembre 2018

Fwd: EZLN: Comunicato a Popolo Mapuche

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 26/nov/2018 09:38
Oggetto: EZLN: Comunicato a Popolo Mapuche
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

Comunicato al Popolo Mapuche

 

Comunicato:

 

Al popolo mapuche

Al popolo cileno

Ai popoli originari d'America

Alla Sexta Internazionale

 

Fratelli e sorelle del degno popolo mapuche,

Noi popoli, nazioni, tribù e quartieri che componiamo il Congresso Nazionale Indigeno, il Consiglio Indigeno di Governo e l'EZLN abbracciamo solidalmente la famiglia del compagno mapuche Camilo Catrillanca, che è stato assassinato durante un'operazione di un gruppo tattico di Carabineros del Cile, avvenuta il 14 novembre 2018 nella comunità di Temucuicui nella regione dell'Araucania. Conosciamo la lotta centenaria che il degno popolo mapuche ha condotto per difendere i suoi boschi e fiumi, così come la repressione e le montature che i corpi di polizia del malgoverno cileno effettuano sui territori mapuche per spegnere la difesa della vita.

 

Noi popoli, nazioni, tribù e quartieri del CNI, del CIG e dell'EZLN condanniamo il vile attacco del malgoverno cileno e delle sue forze poliziesche. Esigiamo che cessi la repressione e criminalizzazione contro i villaggi mapuche che difendono i loro territori. Esigiamo anche che la morte del comune

Fwd: EZLN: Invito alle celebrazioni del 25 Anniversario dell'Insurrezione Zapatista

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 26/nov/2018 09:41
Oggetto: EZLN: Invito alle celebrazioni del 25 Anniversario dell'Insurrezione Zapatista
A:
Cc:

Invito alle celebrazioni del 25° Anniversario dell'Insurrezione Zapatista e ad un Incontro di Reti

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

 

17 novembre 2018

 

Alle/agli individui, gruppi, collettivi, e organizzazioni delle Reti di Appoggio al CIG:

Alle reti di Resistenza e Ribellione o come si chiamano:

Alla Sexta nazionale e internazionale:

 

Considerando che:

giovedì 18 ottobre 2018

Fwd: [Ezln-it] DICHIARAZIONE DELLA II ASSEMBLEA NAZIONALE DELCNI-CIG-EZLN

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 18/ott/2018 10:49
Oggetto: [Ezln-it] DICHIARAZIONE DELLA II ASSEMBLEA NAZIONALE DELCNI-CIG-EZLN
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> DICHIARAZIONE DELLA SECONDA ASSEMBLEA NAZIONALE DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO-CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO
> Alle Reti di Appoggio al Consiglio Indigeno di GovernoAlla Sexta Nazionale e InternazionaleAi popoli del Messico e del mondoSorelle, fratelli:
> Dalla Seconda Assemblea Plenaria del Congresso Nazionale Indigeno e Consiglio Indigeno di Governo, svoltasi dall'11 al 14 ottobre presso il CIDECI-UNITIERRA, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, ci rivolgiamo rispettosamente alle compagne e compagni che formano le Reti di Appoggio al CIG, alle comunità indigene di questo paese e del mondo per guardarci, consultarci ed intraprendere nuovi passi per la costruzione del nuovo mondo che necessitiamo.Lo diciamo con urgenza, perché noi che siamo popoli originari, nella nostra lotta contro la profonda malattia causata dal capitalismo, tessiamo la vita, perché è la consegna che abbiamo ricevuto dai nostri antenati. Questo, per noi, significa costruire la vita e farla crescere in ogni angolo con la speranza che investa sulla memoria e sui tempi a venire. Ci intessiamo collettivamente come popolo ed in questa azione ci intessiamo anche come persone.Siamo reti nei nostri luoghi in cui cerchiamo collettivamente di avere una sola parola che sia lo specchio della nostra madre terra, del suo battito e della sua vita. Siamo reti di reti nelle nostre comunità e regioni che sono collettivi di collettivi, dove troviamo un sola parola altra, che tra i nostri ascoltiamo con attenzione perché continua ad essere ciò che abbiamo deciso liberamente di essere, questa è la nostra lotta permanente e per questo la rispettiamo e onoriamo, rendendola il nostro governo, non solo adesso ma sempre, perché dalle nostre differenze sorge l'accordo collettivo. Ovvero, dal nostro essere differenti sorgiamo come uno solo, come i popoli che siamo ed è per questo che onoriamo anche le nostre differenze.Così, quando per accordo del Quinto Congresso Nazionale Indigeno abbiamo deciso di formare il Consiglio Indigeno di Governo, non è stato vacillando, né pretendendo che tutti fossero come noi, né volendo dire agli altri che cosa fare, ma per dire al mondo che non è vero che il governo debba esistere per distruggere, ma per costruire. Non è vero che il governo debba servirsi, ma servire. Deve essere lo specchio di quello che siamo quando sogniamo per decidere il nostro destino, e non la menzogna che ci soppianta per dire, in nome nostro, che vuole vedere morto tutto ciò che gli sta intorno.Ciò che tessiamo lo chiamiamo organizzazione ed è il territorio che difendiamo, è la lingua che parliamo e ci rifiutiamo di perdere, è l'identità che non dimentichiamo e che rendiamo grande con la lotta. Ma tutto questo è anche quello che i padroni del denaro vogliono distruggere e trasformare in altro denaro, trasformarlo in merci con lo sfruttamento, con la povertà, la malattia e con la morte di molti altri milioni di persone che non sono dei nostri popoli e che vivono nelle città e nelle campagne. Cioè, non è neppure vero che la morte, la repressione, la predazione e il disprezzo siano riservati solo a noi popoli originari.Per questo, esercitare l'autonomia con le nostre forme ancestrali di camminare domandando è l'unica porta per continuare a fare della vita la nostra strada irrinunciabile, perché al di fuori tutto si è regolato per appoggiare il terrore e il profitto dei potenti. In questo contesto, benché la nostra libera determinazione sia riconosciuta nelle sue leggi viziate, non c'è modo che si fermi, o almeno che si freni l'accumulazione capitalista basata sul nostro sterminio. Questo sarà possibile solo quando si smantellerà la proprietà, la finca, il campo di concentramento o il cimitero, tutto quello in cui hanno trasformato il nostro paese e il nostro mondo.Il Consiglio Indigeno di Governo è la forma di onorare le nostre differenze per trovare qui la parola nella quale ci rispecchiamo e che sia un governo vero. L'altro, quello che sopra chiamano Stato Messicano, è solo una menzogna per imporre, reprimere ed occultare la morte che oramai trabocca rendendo evidente l'inganno. Ovvero, non sono altro che una banda di ladri che finge di essere istituzione di d

domenica 30 settembre 2018

Via Di Battista dal Chiapas

DA SEMPRE AL FIANCO DEGLI ZAPATISTI E DEI MUNICIPI AUTONOMI
Come attivise/i dei centri sociali, associazioni e dei movimenti, 
da sempre siamo stati vicini alle comunità indigene e zapatiste in Chiapas, partecipando a numerosi progetti e carovane organizzate dall'Associazione Ya Basta e dal Coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista..Partecipando con delle delegazioni empolesi composte da attiviste/i del Coordinamento e da assessori del Comune di Empoli con progetti di cooperazione internazionale. 
il Comune di Empoli dal 1998 ha sottoscritto un patto di amicizia con il municipio autonomo di san juan de la libertad, un patto di amicizia che anche dopo 12 anni, si è sempre rinnovato e rafforzato,grazie al lavoro, svolto dagli attivisti del coordinamento,che insieme ai piccoli contributi dell’amministrazione di Empoli e ai ricavati delle varie iniziative svolte al Csa Intifada/Comunitàinresistenza Empoli resistenza, a Bucine (AR), e in altri territori toscani, hanno sviluppato anno dopo anno diversi progetti.
Il più importante dei progetti realizzati è la costruzione della scuola ad Oventik insieme alla biblioteca.
In questi ultimi anni, come Coordinamento ci siamo soffermati sulla problematica della sanità, ed insieme ai rappresentanti del municipio autonomo di San Juan de la Libertad sviluppando la costruzione di un dormitorio adiacente alla clinica.
Come Coordinamento, siamo soddisfatti di questi 12 anni di relazioni con le comunità zapatiste, da cui abbiamo imparato, cosa vuol dire praticare la democrazia dal basso e l’autonomia, tutte le volte che andiamo in Chiapas torniamo più ricchi di esperienza e di umanità.
Quindi non accetteremo mai che personaggi squallidi come 
Di Battista e del suo partito che governa con la lega razzista e xenofoba, vadano in Chiapas per fare falsi reportage.
Non sanno nemmeno dov’è il Chiapas, né conoscono 25 anni di resistenza dell’EZLN. #DiBattistaFueraYa
Coordinamento toscano in sostegno alla lotta zapatista.
Comunità in resistenza/CSA intifada

giovedì 16 agosto 2018

Fwd: [Ezln-it] SupGaleano: programmi di AMO contro i popoli

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 16/ago/2018 08:45
Oggetto: [Ezln-it] SupGaleano: programmi di AMO contro i popoli
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

Il governo ha scelto tra i quattro candidati quello più a destra, ha dichiarato il  subcomandante Galeano dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), considerando che i programmi che il presidente eletto Andrés Manuel López Obrador intende attuare, come la piantumazione di migliaia di ettari di alberi, la costruzione del Treno Maya e il corridoio sull'istmo di Tehuantepec, non faranno altro che distruggere i territori delle popolazioni indigene.

Dopo l'incontro delle Reti di Appoggio del Consiglio Indigeno di Governo (CIG), in cui è stata  proposta la creazione di una Rete di Resistenza e Ribellione Internazionale, il subcomandante insurgente ha affermato, il 5 agosto nel caracol di Morelia, che la quarta trasformazione promessa da López Obrador è in realtà la quarta trasformazione del PRI. I governi possono cambiare, ma se il sistema di dominio viene mantenuto, succederanno le stesse cose, ha criticato. 

A questo  proposito, Galeano ha fatto allusione alla società che fornirà gli esemplari per il progetto dei mille ettari di alberi da frutto e legname, il cui proprietario, ha detto, è Alfonso Romo, capo di gabinetto durante il prossimo governo.

Ha anche parlato del muro proposto da Donald Trump, che, dice, non è quello sul confine settentrionale, ma quello a sud, il fiume Suchiate, con la negazione dell'ingresso dei centroamericani in Messico. "Ecco perché Trump ha salutato Juanito Trump per aver vinto le elezioni", ha detto.

Allo  stesso modo, ha condanato l'oblio subito dai popoli indigeni, sottolineando che erano già stati mandati sulle montagne in passato, quando furono privati delle loro terre; ora si scopre che queste montagne hanno una grande ricchezza e le vogliono per la nazione. Dobbiamo difenderle fino alla morte, perché temo che il governo si difenderà con violenza, sostiene. 

Galeano ha esposto la proposta di consolidare una Rete di Resistenza e Ribellione Internazionale. Ritiene che il Consiglio Nazionale Indigeno cesserà di essere un movimento  esclusivo di gruppi nativi, poiché si cercherà di aggiungere qualsiasi gruppo o individuo esterno a questo processo governativo che ha qualificato "di addomesticamento".

Inoltre, questa Rete si espanderà anche ad altre nazioni, cercando in qualsiasi angolo del mondo coloro che resistono al proprio sistema di governo.

Oltre a questa azione principale, il subcomandante insurgente ha riferito su altre sette, tra cui l'integrazione di uomini dalle campagne e gruppi di combattimento storici nella rete di supporto al CIG; la discussione di ciascuno dei comitati formati ha lo scopo di coordinare gli sforzi tra le reti, così come un incontro internazionale in uno dei cinque caracoles zapatisti a dicembre. 


Articolo di Sandra Gayou / La Jornada Maya. Mercoledì 15 agosto 2018, p. 6
Traduzione Rebecca Rovoletto  Foto di Ojo de Alma su Semillitas Zapatista 
Qui l'intervento completo delle proposto dell'EZLN https://www.facebook.com/regeneracionradio/videos/224511961740144/ 

venerdì 20 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] Ezln smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato dell’EZLN

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 20/lug/2018 08:44
Oggetto: [Ezln-it] Ezln smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato dell'EZLN
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato del CCRI-CG dell'EZLN


https://20zln.noblogs.org/lesercito-zapatista-di-liberazione-nazionale-smentisce-ogni-contatto-con-amlo-comunicato-del-ccri-cg-dellezln/

martedì 10 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] Daniele Di Stefano: Chi ha vinto le elezioni messicane?

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 10/lug/2018 14:02
Oggetto: [Ezln-it] Daniele Di Stefano: Chi ha vinto le elezioni messicane?
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

>
>
> Chi ha vinto leelezioni messicane?Daniele DiStefano - Lunedì 9 luglio2018Andrés Manuel López Obrador, detto AMLO, dopo vani tentativi inficiati dafrodi elettorali a suo danno, stavolta ha vinto le elezioni in Messico. Ilfatto ha causato un'ondata di interesse anche dalle nostre parti, con articolipiù asciutti e osservatori e altri che vanno dall'esaltato al possibilista: lasinistra latinoamericana rialza la testa. Come già titolano i giornali dilingua spagnola, solo l'EZLN (http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2018/07/09/convocazione-a-un-incontro-di-reti-dappoggio-al-cig-al-comparte-2018-per-la-vita-e-la-liberta-e-al-15-anniversario-dei-caracoles-zapatisti-dipingi-chioccio/)resiste e tiene le distanze dal partito-movimento Morena e dal suo fondatoreneopresidente. E' peraltro noto anche in Italia il tentativo, fallito, diconseguire le numerose firme necessarie alla candidatura di Marichuy a nome delConsiglio Indigeno di Governo, sorto a partire dal Congresso NazionaleIndigeno. L'EZLN starebbe quindi all'angolo, recalcitrante e isolato da unasinistra in trionfo. Il fatto che le firme per Marichuy fossero le sole percentualmenteveritiere e autentiche in un consueto panorama di brogli, non cancella l'amaraconstatazione che il suo risultato, al di sotto delle trecentomila firme e conla conseguente esclusione della candidatura, è stato modesto rispettoall'ambizione di mobilitare i popoli indigeni messicani, che contano milioni diindividui. Il tentativo, del resto, si scontrava con difficoltà logistiche chesono costate anche un grave incidente alla carovana di Marichuy, e non aveva alcunapretesa di competere effettivamente per la presa del potere: è stato utilizzatocome strumento per fare uscire i popoli indigeni dall'isolamento e dalleaggressioni cui sono sottoposti, accendendo su di essi i riflettori. Non sodire, da questo tragicomico paesino mediterraneo che è l'Italia, quanto talerisultato sia stato ottenuto, ma ritengo che non si tratti di un obiettivomisurabile sul breve periodo. Deve comunque aver pesato il posizionamento versoi partiti di molte realtà di base, specialmente cittadine, orientate verso AMLOanche in base a una tendenza di allontanamento delle proprie simpatiedall'EZLN. Frattura che risale alle elezioni del 2006, con l'Altra Campagnalanciata dalle e dagli zapatisti, che per molti messicani di centrosinistra significava"remare contro" AMLO e il PRD e in favore del PRI, ragione per laquale l'intellighenzia simpatizzante con lo zapatismo gli voltò le spalle. Lafrattura continua, con ricorrenti attacchi via social network alla figura delSubcomandante Galeano, chiamato ancora Marcos, senza alcun rispetto per quelmaestro zapatista che rivive nel suo nome: fantoccio, attore, servo del PRI,fratello di una deputata del PRI, burattinaio o burattino, eccetera.Curiosamente, il fatto si ripete ora che esce un comunicato a firma sia diGaleano che di Moisés, come se Moisés stesso, cui fa capo la responsabilitàsull'EZLN, non facesse testo perché lo stile è chiaramente quello di Galeano,che dunque starebbe parlando per sé, strumentalizzando i poveri indigenizapatisti. Un'ennesima prova del razzismo latente in questi attacchi edell'incomprensione delle posizioni che le zapatiste e gli zapatisti hannoripetuto fino alla nausea, e che nuovamente vengono attribuite al soloMarcos-Galeano. Cerchiamo di entrare nel merito del comunicato zapatista. Cosa dice? Sottometafora, nota un fatto strano: la squadra avversaria di Morena, il PRI, si èritirata prima del fischio finale, e ora esulta con i vincitori. Ma nondovevano essere le bestie sconfitte? Come è possibile che nel chiasso generalesiano tutti vincitori? E perché si sono affrettati a riconoscere la vittoriadell'avversario ben prima che essa fosse certa? Perché a un certo punto sonosparite le bandierine degli avversari ed è stato lasciato campo libero aivincitori designati? Perché, aggiungiamo, le felicitazioni di Trump, notoamante dei messicani, che ha così cortesemente permesso il libero procederedella democrazia nel cortile di casa? Ricordo un intervento del Sup Galeano in aprile, che alcuni giorni fa mifece pensare che stavolta gli z

mercoledì 4 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] L.H. Navarro: Il bacio del diavolo

La Jornada, Luis Hernández Navarro, 3 luglio 2018. Nel calendario del potere emerge una data: 20 dicembre 2012. Quel giorno, nel Castello di Chapultepec, raggiante, dopo aver firmato il Patto per il Messico, si fecero fotografare i firmatari: il presidente Enrique Peña Nieto; Gustavo Madero, leader del Partito Azione Nazionale; Cristina Díaz, dirigente ad interim del Partito Rivoluzionario Istituzionale, e Jesús Zambrano, alla guida del Partito della Rivoluzione Democratica.
Cinque anni e mezzo dopo, le cose sono cambiate. Quelle figure politiche ed i loro partiti che allora credevano di avere il futuro nelle proprie mani, sono ridotti quasi in macerie. L'uragano elettorale del primo luglio li ha travolti, in grande parte come risultato di quel patto.
Il patto, in essenza un accordo copulare ed autoritario per intraprendere un nuovo ciclo di riforme neoliberali, quel giorno fu annunciato con grande clamore come il potente strumento per smuovere il Messico e modernizzarlo. La realtà sarebbe stata un'altra. In quell'occasione, oltre alle intenzioni dei suoi promotori, come è successo in ogni occasione in cui una élite ha voluto riformare radicalmente dall'alto il paese contro quelli che stanno in basso, il paese reale ha presentato il conto ai modernizzatori sbaragliando le loro riforme.
Così accadde quando il Messico era ancora la Nuova Spagna, con le riforme borboniche che sfociarono nella Rivoluzione di Indipendenza; così è successo con la modernizzazione e la pax sociale porfirista, deragliata nella Rivoluzione Messicana, e così è avvenuto con la riforma dell'articolo 27 della Costituzione e la firma del Trattato di Libero Commercio dell'America del Nord durante l'amministrazione di Carlos Salinas de Gortari, severamente contestato dalla sollevazione zapatista del primo gennaio del 1994.
L'implementazione del Patto per il Messico ha lasciato sul suo passaggio una sequela di devastazione sociale e distruzione del tessuto comunitario. Lungi dal potenziare la crescita ed il benessere economico, le nuove norme hanno inaugurato un nuovo ciclo di depredazione ed acutizzazione delle disuguaglianze.
Invece di restare a braccia conserte, i disastrati dalle riforme hanno protestato. Tuttavia, invece di rispondere ai loro reclami, il governo federale e la classe politica li hanno insultati. Hanno seguito la massimo salinista del non li vedo né li sento. Fingendo di non sapere. Di fronte ad ogni nuova protesta, assicuravano che la situazione era sotto controllo. Invece di ascoltare la tempesta che si avvicinava i firmatari del patto ed i loro successori alla guida dei partiti si sono ostinati a continuare a sorridere per le foto.
Per cinque anni e mezzo le vittime delle controriforme del Patto per il Messico hanno resistito. In ondate successive di indignazione organizzata, centinaia di migliaia di insegnanti hanno contestato la riforma della scuola. All'inizio del 2017 moltitudini iraconde hanno saccheggiato i grandi magazzini e bloccato le strade per esprimere il loro scontento col gasolinazo, eredità diretta della riforma energetica. Industriali indignati dalla riforma fiscale hanno fatto tintinnare i gioielli e sventolato portafogli per fare sentire la loro disapprovazione verso le nuove norme. Lungi dall'interrompere il monopolio delle grandi società di telecomunicazione, la riforma del settore ha riunito nelle proteste grandi consorzi.
Nella fotografia del Patto per il Messico di quel 20 dicembre 2012 non c'è Andrés Manuel López Obrador. Non è un piccolo dettaglio. Solo qualche mese prima era arrivato secondo alle elezioni per la presidenza della Repubblica con quasi 16 milioni di voti. A loro non importava. Credevano che lasciandolo fuori dall'accordo e cancellandolo dall'immagine lo avrebbero escluso dalla scena politica nazionale. Se non appare nella foto del potere - si sono detti - non esiste. In realtà, gli hanno fatto un favore.
López Obrador criticò l'accordo. In realtà, il Patto per il Messico – dichiarò in molte occasioni - un Patto contro il Messico. Si tratta - spiegava - di una mera manovra per privatizzare l'industria petrolifera. Si è opposto pubblicamente alla maggioranza delle riforme che l'accompagnavano. Le ha denunciate come parte degli affari della mafia al potere. Tuttavia, salvo nel caso della riforma energetica (e molti anni dopo essere stata approvata, in un'occasione, quella della scuola) non ha mai invitato a mobilitarsi contro di esse. Benché parte dei suoi simpatizzanti si siano inseriti direttamente nella lotta contro quelle riforme, lui non l'ha fatto ed ha concentrato le sue forze ad organizzare il suo partito, Morena, a partecipare alle elezioni e costruire la sua candidatura. È stato un leader politico di partito e non un dirigente sociale.
Ha vinto la scommessa. Senza partecipare direttamente in Morena, e senza che i suoi dirigenti siano stati candidati nelle sue liste, una parte di chi ha organizzato la contestazione nell'ultima fase delle riforme neoliberali si è unita all'onda lopezobradorista. Hanno votato contro i partiti del Patto per il Messico e premiato elettoralmente chi ha preso le distanze criticamente da una modernizzazione verticale, autoritaria ed escludente. Per i suoi firmatari, il Patto per il Messico è risultato essere il bacio del diavolo. http://www.jornada.com.mx/2018/07/03/opinion/019a1pol
Twitter: @lhan55


martedì 3 luglio 2018

La vittoria di Andrés Manuel Lopez

La vittoria di Andrés Manuel Lopez Obrador (Amlo) in Messico è sicuramente una buona notizia.
in un Messico sempre più NarcoStato  dove la violenza l'uccisione di giornalisti è entrata prepotentemente nella quotidianità, dove la corruzione è prassi nelle istituzioni, un presidente storicamente progressista, va a rompere gli schemi politici che fino ad oggi  hanno tenuto imbrigliato qualsiasi ipotesi alternativa ai vecchi partiti (PRI,PRD,PAN).
Questo non vuol dire che le storiche istanze della sinistra messicana, comprese quelle degli zapatisti, rientrino nel progetto del movimento di Obrador "MORENA".
è giusto ricordare che le relazioni tra gli zapatisti e Obrador non sono mai stati rosee, fin dal 1994 anno dell'insurrezione zapatista, rivolta contro il trattato economico nafta, per arrivare alla candidatura della rappresentante indigena Marichuy  vista come un elemento di disturbo e osteggiata da Obrador,
Bisognerà vedere se nell'agenda politica del nuovo presidente messicano entrerà l'autonomia indigena e  il rispetto degli accordi di Sant Andres, se avrà il coraggio di mettere in discussione il Nafta se alla fine farà gli interessi dei milioni di messicani che gli hanno dato il voto sperando in una vita migliore!
comunque almeno con AMLO la speranza ha ritrovato il suo cammino!
QUE VIVA MEXICO QUE VIVA ZAPATA

lunedì 2 luglio 2018

Fwd: [Ezln-it] C. Peverieri, C. Camilli: Messico,il trionfo della speranza

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Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 02/lug/2018 13:17
Oggetto: [Ezln-it] C. Peverieri, C. Camilli: Messico,il trionfo della speranza
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> Messico,il trionfo della speranza
>
> Christian Peverieri, Camilla Camilli, 2/7/2018. AMLO, come è comunemente chiamato,a spoglio ancora in corso, ha ottenuto oltreil 53% delle preferenze, staccando di quasi trenta punti il successivo candidato,Ricardo Anaya della coalizione PAN-PRD. Ancora più indietro José Antonio Meade,il candidato del PRI, il partito della rivoluzione istituzionale e dell'attualepresidente Enrique Peña Nieto.
>
> Il vantaggio è talmente esagerato che nemmeno i temuti brogli elettorali potrannoeventualmente ribaltare e ha costretto gli avversari a riconoscere la sconfittae ad augurare al nuovo presidente un buon lavoro. A riprova del successo, ancheil presidente degli Stati Uniti, Trump, ha riconosciuto la vittoria di AMLO e siè detto pronto a lavorare con lui in sintonia. A lui si sono aggiunte le congratulazionidel presidente canadese Justin Trudeau, soprattutto in riferimento alla volontàdi lavorare insieme al mantenimento del NAFTA (North American Free Trade Agreement),punto chiave sostenuto anche da AMLO durante la sua campagna elettorale.
>
> In uno Zocalo gremito come solo nelle grandi occasioni, il presidente elettoha festeggiato assieme ai suoi tantissimi sostenitori tutta la notte questa che,comunque la si veda, è una giornata storica per il paese. È la prima volta infattiche il Messico avrà un presidente che non proviene dal PRI o dal PAN dopo oltre70 anni. È una sconfitta storica per il sistema politico e criminale messicano,che negli ultimi dodici anni (dalla vittoria di Felipe Calderón nel 2006 grazieai brogli elettorali proprio su AMLO), ha visto crescere una spirale di violenzainarrestabile che ha prodotto oltre 250 mila morti, 35 mila desaparecidos, 360 milarifugiati interni. In quella che è stata definita da molti come la campagna elettoralepiù violenta della storia, con oltre un centinaio di candidati (o familiari deicandidati) morti ammazzati, anche la giornata di ieri si è caratterizzata per laviolenza che solitamente avvolge la quotidianità messicana. Alcune tensioni si sonoregistrate già la mattina presto quando la gente in coda da alcune ore è stata informatadella mancanza di schede elettorali per tutti, vedendosi così privati della possibilitàdi votare. In altri casi si sono registrati casi di compravendita di voti a favoresoprattutto dei partiti del PRI e del PAN.
>
> In Michoacán è stata uccisa a colpi di pistola fuori dalla porta di casa l'attivistadel Partito del Lavoro (PT) Flora Resendiz, mentre un'altra donna, Jeny Torres,è stata uccisa nello stato di Tabasco mentre si trovava in coda al seggio in attesadi votare da due uomini a bordo di una moto. In totale sembrano essere nove le personeassassinate nella giornata di ieri, tra cui anche un militante del partito di Morena.In altri seggi gruppi di uomini dal volto coperto e armati di bastoni, pietre e,in alcuni casi, anche da armi da fuoco hanno aggredito le persone presenti. Alcunigiornalisti e osservatori denunciano di essere stati detenuti illegalmente da gruppiarmati o da forze di polizia.
>
> Le prime parole dal palco e su twitter del nuovo presidente sono state: «Nonvi tradirò, sarà un governo del popolo, con il popolo, per il popolo».
>
> Nel suo primo discorso di ringraziamento AMLO ha inoltre dichiarato che la missioneprincipale del suo mandato sarà «sradicare la corruzione e l'impunità. La corruzionenon è un fenomeno culturale ma il risultato di un regime politico decadente».
>
> Nella giornata di lunedì si conosceranno i risultati definitivi non so

venerdì 8 giugno 2018

Fwd: [Ezln-it] Andrea Cegna. messico al voto. Obrador favorito ma l'ombra del 2006 è ancora presente

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 08/giu/2018 13:33
Oggetto: [Ezln-it] Andrea Cegna. messico al voto. Obrador favorito ma l'ombra del 2006 è ancora presente
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> IL MESSICOAL VOTO
>
> OBRADORFAVORITO, MA L'OMBRA DEL 2006 È ANCORA PRESENTE
>
> di Andrea Cegna
>
> 8 giugno2018. Il 1 luglio prossimo si vota in Messicoper il presidente della Repubblica. Enrique Pena Nieto, uscirà di scena con il tristetitolo di presidente meno gradito della storia del paese. Andres Manuel Lopez Obrador,dopo i conclamati brogli del 2006, è dato come grande favorito.
>
> Se dodici anni fa era il candidato delPartido de la Revolución Democrática (PRD), ora è leaderdi MoReNa, Movimento de Regenation National,che dalla sua nascita ad oggi ha coinvolto nelle sue fila parti della società civilemessicana e soprattutto pezzi del mondo del partito tradizionale.
>
> Dal 1988 in poi, il 1 luglio ogni seianni è una data che non ha nulla di scontato. Per la prima volta 30 anni fa la vittoriadel Partido Revolucionario Institucional (PRI) non è più elemento scontato, tanto che nel 2000 enel 2006 il presidente è stato del Partido Acción Nacional(PAN). E la veridicità dei risultati è sempre elemento didiscussione.
>
> Cosa accadrà? Sappiamo cos'è già accaduto.
>
> DICIASSETTECOMUNITÀ INDIGENE HANNO DECISO CHE IL 1 LUGLIO NEI LORO TERRITORI NON SIVOTERÀ, FARANNO TUTTO QUELLO CHE POSSONO PER NON FAR INSTALLARE I COLLEGIELETTORALI.
>
> Nella comunità ribelle di Cheran, inMichoacan, sarà la terza volta che l'autogoverno territoriale rifiuta elezioni epartiti e non permette che ci siano votazioni. A Cheran, dal 2011, si vota secondogli usi e costumi originari, e i partiti sono scomparsi.
>
> Il Congresso National Indigenoha deciso che la proposta di AMLO di unirsi, con la portavoce Maria De Jesus Patricio(Marichuy), alla coalizione elettorale Juntos Haremos Historiafosse irricevibile, perché Obrador, Morena, e la coalizione sono parte del sistemacapitalista che è messo a critica.
>
> L'EZLN NONHA PRESO PAROLA, MA È CHIARO CHE LA POSIZIONE ZAPATISTA RESTA QUELLA DI NONVEDERE NEI CANDIDATI IN CAMPO UNO SPAZIO D'ALTERNATIVA.
>
> D'altra parte il percorso iniziato conil CNI e con Marichuy è quello della costruzione dal basso di una rete nazionalecapace di andare oltre alla politica tradizionale. In altri termini costruire contro-poterepartendo dall'autonomia di governo dei territori indigeni.
>
> MARGHERITAZAVALA, SI È RITIRATA DALLA CORSA A PRESIDENTESSA DEL MESSICO.
>
> E' quindi già certo che non ci sarà laprima donna presidente nel 2018. A dire il vero le possibilità di Margherita eranopari allo zero, in un paese dove il sessismo l'ha definita solo ed esclusivamentecome la moglie dell'ex Presidente Calderon, la Zavala aveva raccolto le firme necessariea candidarsi come indipendente alla corsa alla presidenza del paese, ma i sondaggimolto negativi le han fatto cambiare ide

giovedì 29 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Frayba #FirmaEnSolidaridad: Bases de Apoyo Zapatistas en riesgo de desplazamiento forzado

Da: Comunicacion Frayba <comunicacion@frayba.org.mx>


Inviato: Mercoledì 28 Marzo 2018 3:56

Media liberi, comunitari, autonomi, indipendenti
Stampa nazionale e internazionale
Società civile

Gruppi armati di Chenalhó provocano lo sfollamento forzato di due comunità ad Aldama e minacciano la vita, la sicurezza e l'integrità della popolazione, tra cui, a rischio famiglie Basi di Appoggio Zapatiste.
Chiediamo di inviare appelli allo Stato messicano per garantire la vita, la sicurezza e l'integrità delle comunità a rischio nel municipio di Aldama, Chiapas; fornire assistenza integrale urgente alla popolazione sfollata in applicazione immediata dei Principi Rettori dei Profughi Interni delle Nazioni Unite; e per un cessate il fuoco nella regione.
--   Comunicación Social    Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas, A.C.  Calle Brasil No. 14  Barrio de Mexicanos  CP 29240 San Cristóbal de Las Casas  Chiapas  México    tel: (+52)967 678 73-95/-96    mail: medios@frayba.org.mx  web: frayba.org.mx    chiapasdenuncia.blogspot.mx    Facebook: Frayba Derechos Humanos  Twitter: @Cdhfrayba
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domenica 18 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Chispas, Incontro delle Donne. Le immagini di Simona Granati

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Ezln-it mailing list
Ezln-it@lists.ecn.org
http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/ezln-it




Più delle parole, la forza delle immagini di Simona Granati.

PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO.
Migliaia di donne provenienti da tutto il mondo si incontrano dall'8 al 10 Marzo 2018 nel Caracol di Morelia con dibattiti e workshops. L'incontro è organizzato dalle donne zapatiste dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. https://simonagranati.photoshelter.com/gallery/PRIMO-INCONTRO-INTERNAZIONALE-POLITICO-ARTISTICO-SPORTIVO-E-CULTURALE-DELLE-DONNE-CHE-LOTTANO/G0000rYfFEyi2.Sw#.Wqo6RjrP1Iw.facebook

 


Mail priva di virus. www.avast.com

venerdì 16 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] SubMarcos: 12 Donne nell'Anno 12 (il secondo della guerra)

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 16/mar/2018 16:38
Oggetto: [Ezln-it] SubMarcos: 12 Donne nell'Anno 12 (il secondo della guerra)
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> A Renza.
>
>
> 12 Donnenell'Anno 12 (il secondo della guerra)11 marzo 1996Nell'anno 12 dell'EZLN, lontano, amigliaia di chilometri da Pechino, 12 donne arrivano all'8 marzo 1996 con iloro volti cancellati…1.              Ieri…Dal volto fasciato di nero si vedonosolo gli occhi e qualche ciocca di capelli. Nello sguardo la lucentezza di chicerca. Una carabina M-1 al petto, in posizione "d'assalto", ed unapistola in vita. Sul petto, a sinistra, luogo di speranze e convinzioni, portai gradi di Maggiore di Fanteria di un esercito insorto che, da quell'albagelida del primo gennaio 1994, si chiama Esercito Zapatista di LiberazioneNazionale. Sotto il suo comando c'è la colonna ribelle che prende d'assaltol'antica capitale dello stato sudorientale messicano del Chiapas, San Cristóbalde Lasas Casas. Il parco centrale di San Cristóbal è deserto. Solo gli uomini ele donne indigene che comanda sono testimoni del momento in cui il Maggiore,donna, indigena tzotzil e ribelle, raccoglie la bandiera nazionale e laconsegna ai capi della ribellione, il "Comitato Clandestino RivoluzionarioIndigeno". Via radio, il Maggiore comunica: "Abbiamo preso labandiera. 10-23 passo". Le ore 02:00, ora sudorientale del primo gennaio1994. Le ore 01:00 dell'anno nuovo per il resto del mondo. Ha atteso dieci anniper dire quelle sette parole. Era arrivata sulle montagne dalla Selva Lacandonanel dicembre del 1984, a meno di venti anni e con in corpo tutta la storia diumiliazioni degli indigeni. A dicembre del 1984 questa donna dalla pelle brunadice "Basta!", ma lo dice così piano che solo lei lo sente. A gennaiodel 1994 questa donna ed altre decine di migliaia di indigeni non dicono più,ma gridano "Basta!", lo dicono tanto forte che tutto il mondo li sente…Alla periferia di San Cristóbalun'altra colonna ribelle comandata da un uomo, l'unico di pelle chiara e nasogrande tra gli indigeni che assaltano la città, ha appena occupato la stazionedi polizia. Liberano dalle prigioni clandestine gli indigeni che trascorrevanol'anno nuovo rinchiusi per il reato più grave che esista nel sudest chiapaneco:essere povero. Il nome del Capitano Insurgente è Eugenio Asparuk, indigenotzeltal e ribelle che, con quel naso enorme, guida la presa della stazione dipolizia. Quando arriva il messaggio della Maggiore, il Capitano InsurgentePedro, indigeno chol e ribelle, ha appena completato la presa del quartieredella Polizia Federale Stradale ed assicurato la strada che comunica SanCristóbal con Tuxtla Gutiérrez; il Capitano Insurgente Ubilio, indigeno tzeltale ribelle, ha controllato gli accessi dal nord della città e preso il simbolodelle elemosine del governo agli indigeni, l'Istituto Nazionale Indigenista; ilCapitano Insurgente Guglielmo, indigeno chol e ribelle, ha preso l'altura piùimportante della città, da lì domina a vista il silenzio stupefatto che siaffaccia dalle finestre di case ed edifici; i capitani insurgentes Gilberto eNoé, indigeni tzotzil e tzeltal rispettivamente, ribelli allo stesso modo,prendono il quartiere della polizia giudiziaria statale, lo incendiano e vannoa mettere al sicuro la parte estrema della città che corrisponde al quartieredella 31a zona militare di Rancho Nuevo.Alle 02:00, ora sudorientale delprimo gennaio 1994, cinque ufficiali insurgentes, maschi, indigeni e ribelli,ascoltano via radio la voce del loro comandante, donna, indigena e ribelle, chedice "Abbiamo preso la bandiera, 10-23 passo". Lo ripetono alle lorotruppe, uomini e donne, tutti indigeni e ribelli, e traducono. "Cominciamo…"Nel palazzo municipale, la Maggioreorganizza la difesa della posizione e la protezione degli uomini e delle donneche in quel momento controllano la città, tutti sono indigeni e ribelli. Unadonna in armi li protegge.Tra i capi indigeni della ribellionec'è una donna piccola, la più piccola tra le piccole. Del viso fasciato di nerosi vedono gli occhi e qualche ciocca di capelli. Nello sguardo la lucentezza dichi cerca. Un fucile corto calibro 12 a tracolla s

giovedì 15 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Chiapas: Parole e Immagini Primo Incontro Internazione delle Donne che Lottano

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 15/mar/2018 13:25
Oggetto: [Ezln-it] Chiapas: Parole e Immagini Primo Incontro Internazione delle Donne che Lottano
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

PAROLE A NOME DELLE DONNE ZAPATISTE ALL'INIZIO DEL PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO. https://chiapasbg.com/2018/03/15/apertura-incontro-internazionale-donne/

PAROLE DELLE DONNE ZAPATISTE IN CHIUSURA DEL PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO NEL CARACOL ZAPATISTA DELLA ZONA TZOTZ CHOJ: 


Q Code Magazine: Le donne che lottano tornano nei loro angoli di mondo con una promessa e un patto: incontrarsi di nuovo il prossimo 8 marzo e continuare a lottare per restare vive e perché nessuna donna abbia più paura. http://www.qcodemag.it/2018/03/15/chiapas-donne-che-lottano/

giovedì 8 marzo 2018

Fwd: [Ezln-it] Juan Villoro: Proibito votare per un'indigena

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 07/mar/2018 09:46
Oggetto: [Ezln-it] Juan Villoro: Proibito votare per un'indigena
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

> PROIBITOVOTARE PER UN'INDIGENA
>
> María de Jesús Patricio non ha ottenutola registrazione come candidata indipendente alle elezioni per la presidenza delMessico. Tuttavia, la causa a favore delle minoranze e contro la discriminazionecontinuerà con l'obiettivo di cambiare il paese.
>
> Articolo di Juan Villoro, tratto e tradottodal New York Times https://www.nytimes.com/es/2018/02/24/opinion-villoro-marichuy/
>
> CITTÀ DEL MESSICO – Il 14febbraio un furgone attraversava il deserto di Vizcaíno a Sud della Bassa California.Erano le 15.30 del pomeriggio, dopo pranzo, faceva un caldo terribile sull'AutostradaFederale 1 che non ha curve e intorpidisce pericolosamente. Tutto pareva cospirarea favore del rischio, ma la carovana non poteva fermarsi.
>
> Nell'ottobre del 2017, l'indigenaMaría de Jesús Patricio, conosciuta come Marichuy, ha iniziato la sua campagna perdiventare candidata indipendente alla presidenza, sostenuta dal Consiglio Indigenodi Governo. Per quattro mesi ha visitato gli angoli più diversi del paese per ascoltaresessanta gruppi etnici che non sono rappresentati nella politica messicana. Si pensaspesso che gli indigeni rappresentino un blocco monolitico, con costumi e credenzeidentiche; in realtà, si tratta di un mosaico multiculturale che risponde a realtàe progetti diversi. Per ottenere la candidatura, Marichuy doveva prima realizzarequalcosa di ben più complicato: unire le comunità in obiettivi comuni.
>
> Giovedì 14 procedevanelle stesse condizioni precarie che l'hanno accompagnata ovunque. Se i politiciviaggiano su aerei e furgoni blindati, Marichuy affrontava viaggi estenuanti e siaddentrava in regioni inospitali (il 20 gennaio l'auto della stampa che l'accompagnavaèstata aggredita in Michoacan da una banda appartenente alla criminalità organizzata).A cinque giorni dalla scadenza del termine per la registrazione come candidata indipendente,la portavoce faceva proselitismo in una delle regioni meno popolate del paese. Nonscommetteva sul pragmatismo elettorale, ma sulla vicinanza con i più isolati.
>
> Sotto il denso sole pomeridiano,il veicolo è uscito di strada e si è rovesciato sulla terra in cui crescono glihuizaches. Nell'incidente èmorta Eloísa Vega Castro, della rete di supporto per le popolazioni indigene.Diversi membri dell'equipaggio sono rimasti feriti e Marichuy si è rotta un braccioe ha dovuto sottoporsi ad un intervento chirurgico. Sono trascorse circa dodiciore prima che i feriti arrivassero all'ospedale Juan María de Salvatierra, a LaPaz.
>
> Il 15 febbraio, la candidata indigenaha monopolizzato le prime pagine di tutti i giornali. L'impatto della morte ha ricevutol'attenzione che non era stata prestata alle sue idee.
>
> L'assenza è presente
>
> La storia di María de Jesús PatricioMartínez è scritta come una serie di rotture. Nata nella regione Nahuatl di Tuxpan,Jalisco, 54 anni fa, Marichuy ha lavorato la terra fin da bambina in condizionida sfruttamento medievale. All'età di 12 anni, ha esortato suo padre a protestare.Ricevettero più mais, ma l'anno seguente furono lasciati senza terra.
>
> Suo padre spese i pochi soldi a disposizionenell'alcol e la madre l

lunedì 19 febbraio 2018

Fwd: [Ezln-it] Andrea Cegna. Chiapas: una storia di soldi, paramilitari,politica.

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Annamaria <maribel_1994@yahoo.it>
Data: 19/feb/2018 10:06
Oggetto: [Ezln-it] Andrea Cegna. Chiapas: una storia di soldi, paramilitari,politica.
A: EZLN-IT <ezln-it@lists.ecn.org>
Cc:

MESSICO, CHIAPAS: UNA STORIA DI SOLDI, PARAMILITARI, POLITICA. LA VIOLENZA COME SISTEMA DI CONTROLLO E DI POTERE

Andrea Cegna: In Messico 'non esiste un narcostato. Esiste uno stato criminale'



Messico e crimine. «La violenza aumenta per lo stato di eccezione non per i trafficanti: è tanto grande quanto è grande la presenza massiccia della polizia»
Andrea Cegna, il Manifesto 18 febbraio 2018
 
Il Messico viene descritto da anni con il termine «narcodemocrazia». Una narrazione imposta dai governi Calderon e Nieto. Non tutto però si riesce a spiegare in questa chiave di lettura, e voci critiche dimostrano come i margini tra stato, economie legali e illegali siano inesistenti. Il caso della sparizione dei 43 di Ayotzinapa è stato emblematico. Tra chi osserva il paese senza fermarsi al punto di vista maggioritario è Oswaldo Zavala, messicano di Ciudad Juarez, docente di storia latinoamericana all'Università pubblica di New York e giornalista, che sta per pubblicare un libro intitolato I cartelli non esistono. L'abbiamo incontrato e intervistato.
È corretto quindi parlare di narcodemocrazia in Messico?
Parlare di narcodemocrazia in Messico o di narcostato è il risultato di una pratica discorsiva alimentata dello stato. L'imposizione del problema del narcotraffico in Messico, in realtà, è un qualcosa che stava nell'agenda ufficiale delle istituzioni da anni. Il fine è la definizione di uno spazio di criminalità a cui dare la colpa del presunto fallimento del paese. Non credo, quindi, esista davvero un narcostato messicano, credo esista uno stato criminale, uno stato cooptato da gruppi di gangster. Oggi la priorità del capitalismo è l'appropriazione di risorse naturali. Gli stati messicani dove c'è grande ricchezza di risorse naturali vedono una forte presenza di movimenti a difesa del territorio. Sono anche gli stessi stati che si dice siano governati dai narcos. In quei territori viene così imposto uno stato d'eccezione e inizia anche l'espropriazione delle risorse.
Esiste un rapporto tra il fenomeno del paramilitarismo e quello che oggi viene chiamato il narcotraffico?
Senza
dubbi. Troppo spesso si confondono i termini paramilitari e narcotrafficanti. E troppo spesso si fa confusione tra gruppi. Ad esempio gli Zetas a volte si dice siano paramilitari a volte un cartello.
... proseguira la lettura dell'intervista http://chiapasbg.com/2018/02/19/cegna-manifesto/





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