venerdì 29 luglio 2011

Una delegazione empolese in Chiapas

 

Una delegazione empolese in Chiapas


Ancora una volta in Chiapas, ancora una volta AL FIANCO DEGLI ZAPATISTI E DEI LORO MUNICIPI AUTONOMI

 

Una delegazione empolese in Chiapas


Ancora una volta in Chiapas, ancora una volta AL FIANCO DEGLI ZAPATISTI E DEI LORO MUNICIPI AUTONOMI

Dal1/al 15 agosto si recherà in Chiapas una carovana organizzata da Ya basta e dal coordinamento toscano. Alla carovana parteciperà una delegazione empolese composta da attivisti del coordinamento e dall'assessore del comune di Empoli alla cooperazione internazionale Niccolò Balducci.

il comune di Empoli dal 1998 ha sottoscritto un patto di amicizia con il municipio autonomo di san juan de la libertad, un patto di amicizia che anche dopo 12 anni, si è sempre rinnovato e rafforzato,grazie al lavoro , svolto dagli attivisti del coordinamento,che insieme ai piccoli contributi dell'amministrazione di Empoli e ai ricavati delle varie iniziative svolte al csa intifada/Comunità in resistenza, a Bucine (AR), e in altri territori toscani, hanno sviluppato anno dopo anno diversi progetti.

Il più importante dei progetti realizzati è la costruzione della scuola ad Oventic insieme alla biblioteca.

In questi ultimi anni, come coordinamento ci siamo soffermati sulla problematica della sanità, ed insieme ai rappresentanti del municipio autonomo di San juan stiamo sviluppando la costruzione di un dormitorio adiacente alla clinica.

Come coordinamento, siamo soddisfatti di questi 12 anni di relazioni con le comunità zapatiste, da cui abbiamo imparato, cosa vuol dire praticare la democrazia dal basso e l'autonomia, tutte le volte che andiamo in Chiapas torniamo più ricchi di esperienza e di umanità.

Per seguire la delegazione basta visitare i seguenti siti web http://dignidad-rebelde.blogspot.com/ blog del coordinamento toscano e http://www.globalproject.info/index-it.html dove saranno presenti aggiornamenti quotidiani.

SOSTIENI I MUNICIPI AUTONOMI ZAPATISTI

COORDINAMENTO TOSCANO DI SOSTEGNO ALLA LOTTA ZAPATISTA

COMUNITà IN RESISTENZA EMPOLI

http://dignidad-rebelde.blogspot.com/

lunedì 25 luglio 2011

LIBERATI GLI ULTIMI 4 CAMPESINOS DEI '5 DI BACHAJON"


La Jornada – Lunedì 25 luglio 2011

Liberati gli ultimi campesinos ancora in carcere dei "cinque di Bachajón"

 

Hermann Bellinghausen. Inviato San Cristóbal de las Casas, Chis. 24 luglio. Sabato scorso sono stati rilasciati gli ultimi quattro dei "cinque di Bachajón", campesinos aderenti all'Altra Campagna dell'ejido San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, in carcere da oltre cinque mesi nella prigione di Playas de Catazajá, accusati dell'omicidio di un ejidatario di Agua Azul (Tumbalá) e di presunti reati in relazione alle manifestazioni di protesta svolte sul luogo la prima settimana di febbraio.

Sebbene le accuse fossero risultate false, gli indigeni sono rimasti in prigione come "ostaggi" del governo, come ha ripetutamente sostenuto il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba).

Juan Aguilar Guzmán, Jerónimo Guzmán Méndez, Domingo García Gómez e Domingo Pérez Álvaro, che in diverse occasioni hanno denunciato maltrattamenti da parte delle autorità del Centro di Reinserimento Sociale No. 17, si trovano già nella loro comunità. Lo scorso 7 luglio era stato rilasciato Mariano Demeza Silvano, rinchiuso nel centro di reinserimento  minorile di Villa Crisol (Berriozábal).

Bisogna ricordare che questa persecuzione contro gli indigeni è avvenuta nel contesto di un conflitto a San Sebastián Bachajón per il possesso del botteghino di ingresso degli ejidatarios alle cascate di Agua Azul, importante attrazione turistica nella selva a nord dello stato. Il botteghino, installato dagli ejidatarios, era stato attaccato da militanti del PRI e del PVEM (Fondazione Colosio), che "hanno distrutto e rubato tutto quello che hanno trovato al loro passaggio", e si sono appropriti con violenza del sito agli inizi di febbraio, con il sostegno dell'Esercito federale e della polizia che da allora rimangono acquartierati lì.

Durante gli scontri perse la vita Marcos García Moreno, del gruppo aggressore, e furono accusati quelli dell'Altra Campagna, "quando in realtà 'l'ideologo" era il segretario generale del Governo", dissero questi, denunciando l'aggressione come "il prodotto delle riunioni private" tra funzionari ed ejidatarios filogovernativi.

L'arresto degli indigeni, per diversi mesi ha dato origine a decine di azioni di protesta presso Consolati ed Ambasciate del Messico in Europa, Stati Uniti, Sudafrica, Australia ed Argentina, oltre a mobilitazioni in Chiapas ed in altre parti del paese. Sulla costa del Chiapas le proteste dell'Altra Campagna sono state soffocate con nuovi arresti, anche se per pochi giorni.

Il Movimento per la Giustizia del Barrio, di New York, che ha animato e diffuso queste proteste solidali ed ha giocato un ruolo determinante nella loro organizzazione, ieri sera ha confermato la liberazione dei contadini tzeltales, ed oggi l'ha fatto il Frayba, incaricato della loro difesa legale.

Gli ejidatarios dell'Altra Campagna hanno dichiarato che manterranno la resistenza e opposizione ai progetti turistici privati, così come la difesa della loro terra e territorio. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/25/politica/016n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

Chiapas: anche le comunita' filogovernative protestano

 

La Jornada – Venerdì 22 luglio 2011

Le comunità del Chiapas lamentano gli impegni disattesi del governo

Hermann Bellingahusen. San Cristóbal de las Casas, Chis. 21 luglio. Nei giorni scorsi sono avvenuti, opuure si sono aggravati, una serie di episodi di repressione contro mobilitazioni e proteste indigene e contadine in diverse regioni della geografia chiapaneca che, nonostante le loro grandi differenze, hanno due cose in comune: sono gruppi che hanno negoziato col governo e partecipato ai suoi programmi sociali, e che ora reclamano (e vengono puniti per questo) gli inadempimenti degli impegni del governo. In altre parole, sono famiglie, comunità od organizzazioni che non sono in resistenza,ma piuttosto sono in stato di assistenza.

Si tratta di ricollocamenti concordati, alcuni consumati, che oggi naufragano. La Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (Limeddh), l'Osservatorio delle Prigioni (OPN) e Maderas del Pueblo del Sureste, presentando diversi casi che comprendono ormai un buon numero di arrestati, torturati e sfollati sia nel municipio di Ostuacán che a Frontera Comalapa, Salto de Agua, Jaltenango e Tecpatán, rilevano:

"Sono trascorsi più di tre anni dal disastro che ha cancellato la comunità Juan de Grijalva, e fino ad oggi, oltre ad offrire l'opportunità perfetta al governo di mettere in moto l'ambizioso progetto delle città rurali, più che risolvere i problemi della zona, si è creato lo scontro all'interno delle comunità colpite, la dispersione dei loro abitanti e la repressione dei movimenti sociali sorti in questo ambito, oltre a molte persone arrestate".

Nel caso della città rurale Nuevo Juan de Grijalva, molti hanno dovuto abbandonare le proprie case perché sono inabitabili, ma non possono più tornare al loro domicilio originale nell'area conosciuta come El Tapón dopo le inondazioni del fiume Grijalva del novembre 2007, quando furono colpite decine di comunità; il governo non ha rispettato gli impegni presi con gli abitanti di La Herradura (Rómulo Calzada), ma ha già dato in concessione le loro terre ad imprese di Giappone e Stati Uniti per allevare pesce. "Chi ci restituirà quello che abbiamo perso? Il governo si era impegnato ma non ha rispettato la parola", si lamenta il contadino Victorino González.

In questo tipo di casi si trovano alcune famiglie choles che sono stae sfollate sei volte, due dai Montes Azules, ed ora sono state sgomberare "da paramilitari", dicono, di Las Conchitas (Salto de Agua), dove anni fa le aveva ricollocate il governo con una serie di promesse non mantenute, ed ora non hanno più nemmeno la propria case. Sono state espulse e le autorità non sono intervenute per proteggerle. Oggi sono accampate davanti alla cattedrale di San Cristóbal, sostenute dal Fronte Nazionale di Lotta per il Socialismo (FNLS), per chiedere giustizia.

Balza all'attenzione che, oltre alle proteste delle vittime, sono state represse anche mobilitazioni di appoggio da parte di organizzazioni come MOCRI-CNPA-MLN. Qualche settimana fa, a Tecpatán e Frontera Comalapa, questo appoggio è costato la prigione ad oltre 20 di loro. La metà, di Tecpatán, sono ancora in carcere ed in cattive condizioni. Alcuni sono stati torturati dai poliziotti, come Santos Saas Vázquez, di 60 anni, al quale hanno ustionato col fuoco entrambe le braccia e non ha ricevuto assistenza.

An Jaltenango, decine di famiglie da ricollocare spettano un alloggio e vivono da due anni in un accampamento di rifugiati in condizioni di insalubrità ed abbandono. La Villa Rural (variante delle città reclamizzate) Emiliano Zapata, concordata tra la OPEZ-MLN a Tecpatán ed il governo statale, e che è quasi conclusa, è abbandonata da quasi due anni perché mancano le condizioni di sicurezza, mentre i suoi potenziali abitanti vivono in condizioni insalubri. Nel frattempo la loro organizzazione si è rotta, ci sono dirigenti in prigione ed è in soseso il futuro dei quartieri Rubén Jaramillo, Genaro Vázquez, Nuevo Limoncito, Ricardo Flores Magón e Los Guayabos. Nelle loro proteste hanno occupato le sedi dell'ONU, a motivo "degli Obiettivi del Millennio".

Tuttavia, tutti loro continuano ad aspettare che il governo "paghi il giusto", mantenga le promesse e smetta di perseguirli penalmente. http://www.jornada.unam.mx/texto/020n1pol.htm

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

domenica 24 luglio 2011

Proteste contro la crescente paramilitarizzazione


La Jornada – Giovedì 21 luglio 2011

L'Altra Campagna chiede la fine delle minacce e dei saccheggi e denuncia la "crescente paramilitarizzazione" nei villaggi zapatisti

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 20 luglio. La minoranza filogovernativa di Jotolá, municipio di Chilón, ora sembra si sia affiliata all'Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (Orcao), una novità. Le costanti aggressioni nella comunità tzeltal contro gli aderenti dell'Altra Campagna hanno  solo cambiato nome.

Visto nell'insieme dei fatti recenti nella regione, che colpiscono le comunità zapatiste, dell'Altra Campagna o perfino di altre organizzazioni, tutto indica che ci troviamo di fronte alla paramilitarizzazione (almeno di una strumentalizzazione contrainsurgente) dell'organizzazione dei coltivatori di caffè col pretesto di presunte dispute per le terre recuperate dagli zapatisti, cosa che annuncia anche l'imminenza della stagione elettorale in Chiapas.

Da parte sua, facendo eco alle nuove denunce delle giunte di buon governo (JBG) di Oventic, Morelia e La Garrucha, la Rete contro la Repressione e per la Solidarietà si è pronunciata contro fatti come quelli accaduti a Nuevo Paraíso, municipio autonomo Francisco Villa, "dove membri della Orcao hanno occupato violentemente le terre delle basi di appoggio zapatiste". Come denunciato dalla JBG El Camino del futuro "l'azione della Orcao è dettata dai suoi legami con i tre livelli di governo".

Non sono fatti isolati. Recentemente la JBG di Oventic ha denunciato che le basi di appoggio dell'EZLN a San Marcos Avilés (Sitalá) "vivono una situazione di forte tensione e paura per le aggressioni e le minacce della gente dei partiti e per la presenza di pattuglie di polizia".

Questo, mentre la JBG di Morelia ha denunciato che elementi della Orcao "hanno sequestrato e torturato basi zapatiste del municipio autonomo Lucio Cabañas".

Questo modo di "camuffare il saccheggio del territorio" da parte del governo, "utilizzando l'intervento di gruppi di stampo paramilitare o di scontro, è una strategia di contrainsurgencia elaborata da istanze governative. E' chiaro che l'esproprio della terra è l'attuale arma che dà accesso ai loro piani economici, ma non solo, è anche il modo attraverso il quale vogliono lacerare un popolo in resistenza, annichilire la sua cultura e distruggerne l'autonomia".

Citando la JBG di Oventic (primo luglio), la Rete avverte: "Che non pensino di fermare con le provocazioni, le minacce, le aggressioni e le persecuzioni la lotta dei popoli zapatisti per la costruzione della propria autonomia e per la liberazione nazionale. Costi quel che ci costi, succeda quel che succeda, noi andremo avanti perché è nostro diritto".

Ricorda che tutte queste "terre sono state recuperate nel 1994 nel contesto della sollevazione dell'EZLN, e riassegnate alle famiglie originarie; né i politici corrotti ed i loro gruppi armati, né gli interessi finanziari ed i loro eserciti industriali hanno nessun diritto su di esse, la libertà in territorio zapatista non è quella del libero commercio, ma quella che costruiscono in forma comunitaria partendo dalla loro autonomia".

L'organizzazione dell'Altra Campagna chiede la sospensione immediata delle minacce e degli espropri contro le basi zapatiste da parte dei tre livelli di governo e della Orcao.

Ma anche a Nuevo Jerusalén (Ocosingo) i coloni, questo martedì, hanno chiesto l'intervento delle autorità governative affinché "cessino le provocazioni" di elementi dellaOrcao, guidati da José Pérez Gómez e Nicolás Bautista Huet, "che hanno tentato di cacciarci dalle nostre case armati di machete, bastoni ed asce". Precisano che delle 150 famiglie di Nuevo Jerusalén, vicino al sito archeologico di Toniná, solo 8 appartengono alla Orcao. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/21/politica/023n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

martedì 19 luglio 2011

JBG ripristinano le insegne zapatiste a Tonina'


La Jornada – Martedì 19 luglio 2011

I Consigli Autonomi Zapatisti ripristinano i cartelloni che segnalano Toniná come zona ribelle

Funzionari statali le avevano rimosse a giugno prima di una visita di Juan Sabines al sito archeologico

Ribadiscono che i proprietari del podere vicino alla piramide sono basi di appoggio dell'EZLN

 

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 18 luglio. I consigli municipali autonomi zapatisti di Francisco Gómez e San Manuel hanno ripristinato le insegne che identificano Toniná come territorio ribelle e terre recuperate dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Queste segnaletiche erano state rimosse da funzionari statali e dal presidente municipale di Ocosingo, Arturo Zúñiga Urbina, il 20 giugno scorso, alla vigilia di una visita del governatore dello stato al sito archeologico.

Con una semplice cerimonia alla quale hanno partecipato decine di basi di appoggio dell'EZLN delle comunità autonome circostanti: Javier López, San Juan la Palma, Maya Tzeltal e La Libertad, i rappresentanti autonomi questa domenica hanno ribadito che i proprietari dei poderi attigui alla piramide di Toniná sono le basi di appoggio ribelli e che i loro territori sono organizzati con la giunta di buon governo (JBG) di La Garrucha.

Prima dell'evento ufficiale che si sarebbe svolto il 21 giugno, a Toniná era arrivato Horacio Schroeder Bejarano quale inviato del governatore Juan Sabines Guerrero, insieme al sopracitato presidente municipale di Ocosingo. Volevano convincere Alfonso Cruz Espinosa e Benjamín Martínez Ruiz, basi zapatiste, a rimuovere le insegne che indicavano che si tratta di terreni autonomi. "Non le abbiamo messe noi, è stata la JBG, parlate con loro", risposero.

Inoltre, gli zapatisti insistettero per il rispetto di un verbale di accordo firmato dallo stesso Schroeder e da altri funzionari tempo addietro, e di altri impegni presi dal governo.

Gli impegni, per il resto, riguardano solo il rispetto verso gli zapatisti, la loro legittimità ed i loro diritti (e non, come d'abitudine, promesse economiche, "aiuti" o regalie). Il sindaco Zúñiga si era impegnato a restituire una delle insegne del municipio autonomo Francisco Gómez, che si erano portati via gli impiegati municipali. Ma questo non è avvenuto.

L'azione dei consigli autonomi zapatisti avviene inoltre nel contesto di un presunto conflitto familiare, indotto dallo stesso governo statale, che ha messo Cruz Espinosa contro due sue sorelle che non risiedono nella proprietà ma se ne vogliono appropriare per consegnarlo al governo, il quale, per il resto, ha già cercato di appropriarsi di queste terre con diversi pretesti. Sono interessati a queste terre l'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH), la Segreteria del Turismo e lo stesso presidente municipale di Ocosingo.

Ciò nonostante, nel 2009 le autorità governative finirono per riconoscere Cruz Espinosa proprietario legittimo.

La contabile Julissa Camacho Ramírez, direttrice del museo del sito, è stata molto attiva nell'alimentare il conflitto familiare, secondo gli zapatisti. "Ci ha sempre mancato di rispetto", sottolineavano alcuni giorni fa.

Con questo argomento continuano a chiedere la destituzione di Camacho Ramírez, uno dei punti nell'incompiuto verbale di accordo firmato dai funzionari mesi fa.

Il sito di Toniná recentemente è balzato agli onori della cronaca quando lo scorso 6 luglio c'è stato il ritrovamento di due pezzi maya molto importanti del periodo Classico da parte dell'archeologo Juan Yadeum Ángulo e del sindaco di Ocosingo. http://www.jornada.unam.mx/2011/07/19/politica/018n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

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