giovedì 29 aprile 2010

Ancora disperse diverse vittime dell’imboscata a Copala

 

La Jornada – Giovedì 29 aprile 2010

Ancora disperse diverse vittime dell'imboscata a Copala. Il gruppo aggressore impedisce le operazioni di polizia nella zona.

Octavio Vélez Ascencio. Oaxaca, Oax., 28 aprile. L'Agenzia Statale di Investigazioni (AEI) ha raccolto i cadaveri del finlandese Tyri Antero Jaakkola e della messicana Beatriz Alberta Cariño Trujillo, membri della carovana civile internazionale che si dirigeva a San Juan Copala che è stata aggredita a colpi d'arma da fuoco da un gruppo di paramilitari appartenenti all'organizzazione priista Unión de Bienestar Social para la Región Triqui (Ubisort). Tuttavia, la polizia non è ancora riuscita a localizzare diverse persone scomparse, tra queste alcuni europei - si pensa si siano rifugiati sulla montagna per sfuggire agli spari - perché il gruppo paramilitare che controlla la zona ha permesso loro l'accesso solo per poche ore.

I poliziotti hanno riferito a Miguel Badillo, direttore della rivista Contralínea - chi si trova nelle vicinanze di San Juan Copala per cercare i due giornalisti di questa pubblicazione che sono scomparsi - che il gruppo paramilitare ha minacciato di "attaccarli" se non si ritiravano dal posto. Hanno promesso che questo giovedì, "con la luce del giorno", riprenderanno le incursioni in montagna, previo accordo di tregua col gruppo armato. Badillo ha chiesto l'intervento della Segreteria di Governo affinché le autorità riprendano il controllo della zona e si possano cercare i dispersi.

Alla carovana partecipavano 25 persone, tra attivisti e giornalisti. Solo cinque dei dispersi sono stati identificati: Érika Ramírez e David Cilia, giornalista e fotografo di Contralínea; Noé Bautista Jiménez e David Venegas Reyes, attivisti dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO), e Martín Sautan, un osservatore tedesco. I veicoli sono stati recuperati oggi dalla polizia statale. Il Dodge azzurro chiaro, con targa 4761 TMD dello stato di Quintana Roo su cui viaggiavano i reporter presenta 25 fori di pallottola. Anche una Suburban ed il resto delle auto sono danneggiati da decine di colpi d'arma da fuoco.

In un comunicato, il governo statale ha informato che il pubblico ministero di Santiago Juxtlahuaca, appoggiato da periti e poliziotti preventivi e della AEI, si sono recati nella località Los Pinos dove hanno trovato i cadaveri di due persone in un'auto bianca con l'insegna del Frente Nacional Indígena y Campesino AC, e presentavano ferite prodotte da proiettile di arma da fuoco.

Le persone uccise sono state identificate come Tyri Antero Jaakkola, finlandese membro dell'organizzazione Uusi Tuuli Ry, e Beatriz Alberta Cariño Trujillo, moglie di Omar Esparza Zárate, coordinatore del Centro de Apoyo Comunitario Trabajando Unidos. I corpi sono stati trasferiti a Huajuapan de León per l'autopsia di legge.

Mónica Citlalli Santiago Ortiz, studentesse Della Facoltà di Diritto e Scienze Sociali dell'Università Autonoma Benito Juárez de Oaxaca, è ricoverata presso l'Ospedale dell'IMSS di Santiago Juxtlahuaca, e le sue condizioni sono stabili.

La Ubisort si è dissociata dai fatti ed ha attribuito la sparatoria ad un "autoattentato". Ha precisato che "quelli del MULTI (Movimiento de Unificación y Lucha Triqui Independiente) hanno cercato il modo di passare per martiri per richiamare l'attenzione della società; loro uccidono e poi accusano noi".

Alberto Quezadas Jiménez, commissario di Pubblica Sicurezza dello stato, ha riferito alla stampa che la polizia non è entrata nella zona a ristabilire l'ordine perché non ci sono le condizioni favorevoli. "Non posso entrare ed affrontarli perché ci sarebbero molti morti", ha affermato.

Da parte sua, Gabriela Jiménez Rodríguez, consigliere della APPO e sopravvissuto all'attacco, ha detto che la carovana è stata attaccata martedì scorso intorno alle 14:50 da uomini incappucciati provvisti di armi lunghe nelle vicinanze di Los Pinos, a circa 10 chilometri da La Sabana, villaggio vicino a San Juan Copala.

"Uscendo da una curva - ha raccontato - abbiamo trovato la strada bloccata da alcuni massi; allora l'autista del furgone ha deciso di tornare indietro e in quel momento i paramilitari hanno iniziato a spararci addosso. In qualche modo siamo scesi dalle auto ed alcuni sono corsi verso la montagna, ma sfortunatamente due compagni sono stati raggiunti dalle pallottole. Le due vittime sono state colpite alla testa."

Ha spiegato che insieme ad altre persone è salito sulla montagna e poco dopo sono stati intercettati dagli uomini incappucciati che si sono identificati come membri dell'Ubisort, legata al PRI, e del MULT, base sociale del Partito Unità Popolare, partito locale, che li hanno riportati sul luogo dell'aggressione.

"Ci hanno detto che lì non succedeva niente, che era il loro territorio; uno ci ha perfino detto che ci avrebbero ammazzato ma un altro ci ha detto che ci lasciava in vita e che potevamo andarcene. Durante il tragitto un uomo ci ha portato fino a Santiago Juxtlahuaca".

Carlos Beas Torres, coordinatore della Unión de Comunidades Indígenas de la Zona Norte del Istmo, ha detto che Noé, l'autista del furgone su cui sono morti l'attivista finlandese e Cariño Trujillo, è arrivato all'alba a Santiago Juxtlahuaca ed ha confermato di aver visto i cadaveri di altri attivisti. Ha affermato che altri sopravvissuti arrivati a Juxtlahuaca hanno raccontato la stessa cosa e ritiene che forse i corpi siano stati fatti sparire dai paramilitari per la gravità dei fatti.

Ha precisato che i desaparecidos della APPO, David Venegas Reyes e Noé Bautista Jiménez, hanno comunicato via radio a Santiago Juxtlahuaca ma poi non si è più saputo niente. Alla carovana partecipavano attivisti di Italia, Belgio e Germania chi sono fuggiti sulla montagna e "fino ad ora" non abbiamo loro notizie, ha detto. 

Azael Santiago Chepi, segretario generale della sezione 22 del SNTE, ha accusato dell'attacco il governatore Ulises Ruiz per la sua "indifferenza" per fermare la violenza e per il "supporto" della sua amministrazione all'Ubisort. 

Alla sera diplomatici di Finlandia, Germania, Belgio e Italia si sono recati al palazzo di governo dello stato alla ricerca di informazioni sui loro connazionali. http://www.jornada.unam.mx/2010/04/29/index.php?section=politica&article=005n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

 

mercoledì 28 aprile 2010

PARAMILITARI ATTACCANO CAROVANA DI PACE IN OAXACA

 
----- Original Message -----
 

CONTRALINEA

 

27 aprile 2010

 

 

Poco dopo mezzogiorno del 27 aprile 2010 la carovana di pace che portava viveri alla comunità autonoma di San Juan Copala, municipio di Juxtlahuaca, Oaxaca, ha subito un'imboscata. Secondo informazione di organizzazioni civili, l'attacco è avvenuto nella località conosciuta come La Sabana, ubicata approssimativamente ad un chilometro dal municipio autonomo.

 

Funzionari del governo di Ulises Ruiz, consultati da Contralínea, affermano che nella zona non ci sono poliziotti (federali, statali né municipali) per la sua alta conflittualità. 

 

La carovana è formata da circa 40 difensori dei diritti umani, osservatori internazionali e giornalisti, tra questi due reporter di questo settimanale: Érika Ramírez e David Cilia.

 

Fino al momento si ignora il numero delle vittime - per l'irraggiungibilità della zona - ma si assicura che ci sono morti e feriti. Contralínea si rammarica per questa aggressione e manifesta la sua preoccupazione per la sicurezza dei suoi due giornalisti. 

 

La comunità autonoma di San Juan Copala, formata da più di 700 abitanti, affronta un accerchiamento paramilitare derivato dalla disputa tra organizzazioni come Unidad de Bienestar Social de la Región Triqui (di filiazione priista), iMovimiento de Unificación y Lucha Triqui ed il Movimiento de Unificación y Lucha Triqui Independiente (promotore del municipio autonomo).



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mercoledì 21 aprile 2010

trasformare un problema in opportunità



La Jornada – Martedì 20 aprile 2010

In Chiapas abbiamo imparato a convivere con il conflitto armato, dice il segretario del Turismo statale

Arturo Cruz Bárcenas

16 anni fa la sollevazione zapatista ha fatto conoscere una realtà che non poteva più essere nascosta e che ha fatto sì che il Chiapas sia uno degli stati con più aiuti economici federali, per questo il subcomandante Marcos dovrebbe essere premiato, ha dichiarato Juan Carlos Cal y Mayor Franco, segretario del Turismo dello stato del sudest messicano.

"Quello che la Federazione ha fatto dopo la sollevazione è stato investire e generare risorse e prendere sul serio il problema della povertà", ha aggiunto durante la conferenza stampa nella quale il cantante e compositore Reyli ha annunciato una serie di concerti in diverse località del paese per raccogliere fondi che serviranno per progetto della seconda Città Rurale Sostenibile Chiapaneca.

Il funzionario chiapaneco ha aggiunto "abbiamo imparato a convivere con questo - col movimento zapatista - e a rispettare il perché è accaduto. Perché, indirettamente, lo dico in tutta franchezza, siamo stati in qualche modo beneficiati, perché la gente ha guardato al Chiapas. Ha scoperto che c'erano problemi, effettivamente, ma anche uno stato con enormi risorse turistiche, culturali e naturali, e se in Europa 15 anni fa si sapeva di Marcos, ora si sa anche di Palenque, di San Cristóbal, dunque andiamo di pari passo. Non abbiamo nessun problema ed abbiamo imparato a convivere con questo. Abbiamo rispettato un movimento che attualmente non è violento e che ha mostrato quella realtà presente in tutto il paese, le condizioni di estrema di povertà in cui si trovavano in particolare le zone indigene. (…....)." http://www.jornada.unam.mx/2010/04/20/index.php?section=politica&article=016n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)



lunedì 12 aprile 2010

Messico e Chiapas: Esercito e ONU in azione...

 
 

La Jornada – Venerdì 9 aprile 2010

L'ONU presenta un piano per impedire conflitti in Chiapas

Si applicherà a Salto de Agua, Tila, Sabanilla, Tumbalá e Ocosingo

Elio Henríquez. San Cristóbal de Las Casas, Chis., 8 aprile. L'ufficio dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) in Messico ha comunicato che le sue quattro agenzie hanno presentato oggi il programma Prevenzione dei Conflitti e Costruzione della Pace in comunità con profughi interni in Chiapas, il cui obiettivo è la riduzione dei conflitti mediante il dialogo e la negoziazione permanenti tra gli sfollati, le comunità di accoglienza e le istituzioni di governo.

Il programma che si applicherà nei municipi di Salto de Agua, Tila, Sabanilla, Tumbalá e Ocosingo, situati nel nord del Chiapas, vuole anche "raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio, e si articola con la politica pubblica del governo statale contribuendo alla riduzione della povertà e delle disuguaglianze nelle comunità con profughi interni", aggiunge in un comunicato stampa.

Sostiene che "la costruzione della pace nelle società in conflitto è più complessa, particolarmente in quelle comunità che presentano un alto grado di emarginazione e povertà. Questo programma spinge lo sviluppo delle potenzialità locali per costruire consensi ed adattare esperienze di successo di altri conflitti a località in Chiapas, dove le contraddizioni si sono risolte nell'intimidazione e l'aggressione fisica e, in alcuni casi, sono sfociate in violenza".

Spiega che nell'immediato i responsabili del programma completeranno una diagnosi che permetta di ottenere informazioni dettagliate e precise sul numero di sfollati, la loro ubicazione e situazione in questo momento; così come identificare la fattibilità ed il desiderio di ritornare ai propri luoghi di origine.

Poco prima, diplomatici e membri del gabinetto statale avevano partecipato all'inaugurazione ufficiale dei nuovi uffici delle Nazioni Unite a San Cristóbal de Las Casas. http://www.jornada.unam.mx/2010/04/09/index.php?section=politica&article=007n2pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

 

 

La Jornada – Giovedì 8 aprile 2010

Il titolare della Sedena incontra i deputati membri della Commissione della Difesa

L'Esercito resterà nelle strade altri 5 o 10 anni, prevede Galván

E' necessario approvare una "legislazione d'emergenza" che dia più facoltà alle forze armate

Il segretario della Difesa Nazionale, generale Guillermo Galván Galván, ha dichiarato ieri davanti ai deputati che per combattere la criminalità organizzata l'Esercito rimarrà per le strade ancora tra 5 e 10 anni, salvo ordine contrario del Presidente della Repubblica o l'approvazione di un decreto del Congresso dell'Unione. 

In una riunione ieri con almeno 24 dei 30 membri della Commissione di Difesa Nazionale della Camera dei Deputati, Galván ha chiesto ai legislatori l'approvazione di una "legislazione d'emergenza" che conceda più facoltà alle forze armate nella lotta al narcotraffico perché, ha ammesso, in questo momento i militari svolgono un compito che legalmente non compete loro.

Per tre ore il segretario della Difesa ha spiegato ai deputati che l'Esercito richiede un diverso ambito giuridico che ampli le sue facoltà nella lotta al narco. Tra queste, ha citato l'ingresso dei soldati nelle case private quando si persegua un delitto in flagranza o si sospetti che potrebbe essere commesso; interrogare detenuti e mantenerli in stato di fermo per 24 ore prima di consegnarli ad un'autorità civile e prenderle perfino le impronte digitali, così come intervenire nel settore delle comunicazioni e sospendere spettacoli o il transito di veicoli.

"Praticamente ci ha chiesto di approvare uno stato di eccezionalità che è inaccettabile per il Congresso", denunciano i deputati consultati dopo la riunione tenutasi nella sede della Difesa Nazionale. (….) http://www.jornada.unam.mx/2010/04/08/index.php?section=politica&article=005n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


sabato 10 aprile 2010

Pronunciamento della Solidarieta' Italana: Gli ZapatistiNon Sono Soli!

 
 

Ai media nazionali e internazionali
Ai media altrnativi
Agli aderenti all'Altra Campagna
Alla Sexta Internacional
Al Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas

Alle Giunte di Buon Govrno dei cinque Caracoles

Ai compagni e alle compagne dell'EZLN

Italia, 9 aprile 2010

Denunciamo il rozzo tentativo di criminalizzare l'EZLN ed il movimento zapatista, così come coloro che sostengono la lotta delle comunità indigene in resistenza del Chiapas, orchestrato attraverso il quotidiano messicano Reforma con la pubblicazione di una notizia palesemente falsa e costruita.


Questo altro non è che un'ulteriore aggressione nell'escalation di attacchi, persecuzioni, abusi e violenze scatenata negli ultimi mesi contro le comunità indigene in resistenza del Chiapas e contro gli attivisti dei diritti umani. E non ci stupisce l'azione codarda di criminalizzare, diffamare e isolare il movimento zapatista colpendo la solidarietà internazionale.


La nostra solidarietà non è occulta e da sempre è aperta e alla luce pubblica.


Noi, come molti altri nel mondo sosteniamo, e continueremo a farlo, le comunità zapatiste nello sviluppo del loro Sistema Autonomo di Educazione, di Salute, di Formazione, di Produzione. E così come denunciamo questa nuova aggressione, continueremo a denunciare ogni violazione dei diritti dei popoli ed ogni attacco al movimento zapatista.


Oggi più che mai proclamiamo apertamente la nostra solidarietà e appoggio all'EZLN, alle sue comunità ed alle vittime della repressione dei malgoverni e dei loro alleati.


Oggi più che mai, gli zapatisti non sono soli!

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Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo.

Consolato Ribelle del Messico di Brescia.

Progetto Dignidad Rebelde.

Associazione Villaggio Terra Roma.

Comitato Chiapas di Torino.

Comitato Chiapas di Brescia.

Associazione Ya Basta Italia.

Coordinamento Toscano in Sostegno alla Lotta Zapatista.

Fondazione Neno Zanchetta.

Gruppo Mani Tese di Lucca.

Statunitensi Contro la Guerra Firenze.

Dna Alto Milanese.

Comitato Chiapas Castellana.

Le Case degli Angeli di Daniele ONLUS.

Un Ponte Per comitato di Bologna.

Associazione Aniep Bologna.

PRC Circolo Aziendale Ferrovieri Spartaco Lavagnini di Firenze.

Centro Sociale 28 Maggio Rovato BS.

CICA Collettivo Italia Centro America.

Associazione 'dalla parte degli ultimi' di Campobasso.

Coordinamento Comasco per la Pace.

Comitato Piazza Carlo Giuliani.

Coordinamento Associazione Italia-Nicaragua.

Gruppo musicale Chichimeca.

Cooperativa Morelia Campobasso.

Versione tradotta:

A los medios de comunicación nacional e internacional
A los medios alternativos
A los adherentes a la Otra Campaña
A la Sexta Internacional
Al Centro de los Derechos Humanos Fray Bartolomé de las Casas

A las Juntas de Buen Gobierno de los cinco Caracoles

A l@s comp@s del EZLN

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Italia, 9 de Abril de 2010

Denunciamos el torpe intento de criminalizar al EZLN y el movimiento zapatista, así como a quienes apoyan la lucha de las comunidades indígenas en resistencia de Chiapas, orquestado por el periódico mexicano Reforma con la publicación de una nota abiertamente falsa y fabricada.

Todo esto no es que una agresión más en la escalada de ataques, persecuciones, hostigamientos y violencia desatada desde meses contra las comunidades indígenas en resistencia de Chiapas y contra los defensores de los derechos humanos. Y no nos extraña la cobarde actitud de criminalizar, calumniar y aislar el movimiento zapatista golpeando la solidaridad internacional que lo sostiene.

Nuestra solidaridad no es oculta y siempre es abierta y a la luz pública.

Nosotros, así como muchos en el mundo apoyamos, y seguiremos apoyando, las comunidades zapatistas en el desarrollo de su Sistema Autónomo de Educación, de Salud, de Capacitación, de Producción. Y así como denunciamos esta nueva agresión, seguiremos denunciando cada violación de los derechos de los pueblos y cada ataque contra el movimiento zapatista.

Hoy más que nunca proclamamos abiertamente nuestra solidaridad y apoyo incondicional al EZLN, a sus comunidades y a cada victima de la represión de los malos gobiernos y sus aliados.

Hoy más que nunca, ¡los zapatistas no están solos!

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Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo.

Consolato Ribelle del Messico di Brescia.

Progetto Dignidad Rebelde.

Associazione Villaggio Terra Roma.

Comitato Chiapas di Torino.

Comitato Chiapas di Brescia.

Associazione Ya Basta Italia.

Coordinamento Toscano in Sostegno alla Lotta Zapatista.

Fondazione Neno Zanchetta.

Gruppo Mani Tese di Lucca.

Statunitensi Contro la Guerra Firenze.

Dna Alto Milanese.

Comitato Chiapas Castellana.

Le Case degli Angeli di Daniele ONLUS.

Un Ponte Per comitato di Bologna.

Associazione Aniep Bologna.

PRC Circolo Aziendale Ferrovieri Spartaco Lavagnini di Firenze.

Centro Sociale 28 Maggio Rovato BS.

CICA Collettivo Italia Centro America.

Associazione 'dalla parte degli ultimi' di Campobasso.

Coordinamento Comasco per la Pace.

Comitato Piazza Carlo Giuliani.

Coordinamento Associazione Italia-Nicaragua.

Gruppo musicale Chichimeca.

Cooperativa Morelia Campobasso.


martedì 6 aprile 2010

"Quello è il Subcomandate Marcos?" "No, è Leuccio Rizzo, di Galatina"

"Quello è il Subcomandate Marcos?" "No, è Leuccio Rizzo, di Galatina"

Noi Leuccio lo conosciamo. L'abbiamo conosciuto nel dicembre del 2007, in un Campamento Civil por la Paz del Centro Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas. Poco dopo l'abbiamo rincontrato a San Cristobal, abbiamo cenato con lui, discusso di politica, parlato di zapatisti e di Italia. Lui ci ha spiegato la sua scelta, la sua decisione di trasferirsi in Chiapas e collaborare con quelle Associazioni e ONG che lottano per i diritti degli ultimi e degli emarginati, che spesso in Chiapas coincidono con gli indigeni. Quegli indigeni, quei campesinos, che, come nel caso dell'esperienza zapatista, hanno deciso di dire "basta!" all'emarginazione e allo sfruttamento; che hanno trasformato il margine da linea di confine a spazio di ribellione e autorganizzazione.

Abbiamo incontrato nuovamente Leuccio quest'inverno, sempre in Chiapas, a San Cristobal, durante il Seminario internacional de reflexión y análisis che si è tenuto al Cideci-UniTierra dal 30 dicembre al 2 gennaio. Ci siamo salutati, abbiamo parlato, gli abbiamo chiesto consigli e informazioni.

Adesso vediamo la foto di Leuccio sulle pagine di tutti i quotidiani, affiancata a quella del Subcomandante Marcos, e sotto leggiamo che quello (Leuccio) è il Sub senza passamontagna. Tutti oramai sappiamo il contesto in cui è stata pubblicata la foto: il quotidiano massicano Riforma pubblica un articolo dove si dice che un disertore dell'EZLN ha consegnato un dossier di 83 pagine contenente informazioni sull'organizzazione zapatista e foto di alcuni dirigenti (tra cui Marcos) senza passamontagna. All'articolo allega alcune di queste foto, tra cui quella del "SubLeuccio".

La notizia del presunto dossier del presunto disertore ha fatto il giro del mondo, e così le foto. Noi, causa la folta barba e il cappello, non abbiamo riconosciuto immediatamente che il presunto Marcos era in realtà Leuccio, ma, come a tutti coloro che conoscano minimamente l'attuale situazione nei territori zapatisti, l'articolo con la storia del "dossier" e del "disertore" e la foto del presunto Marcos è apparso preoccupante. Quando poi nella foto abbiamo riconosciuto Leuccio, il tutto, oltre che preoccupante, ci è sembrato di una gran cialtroneria.

Perchè preoccupante: noi riteniamo che l'articolo vada inserito all'interno di quell'intensificazione della repressione scatenata (ma ben mascherata) dal governo  contro la struttura zapatista. L'articolo riporta delle parti del "dossier": si parla di un finanziamento all'EZLN da parte di ETA; poco tempo fa ETA era data per morente, e adesso, sempre dalle stesse fonti, sembra che ETA sia al centro di perversi rapporti internazionali: da Chavez alle Farc, all'EZLN. Qualcosa non quadra. Si fa poi un elenco delle armi in possesso dell'EZLN. E sono quelle armi di cui può disporre qualunque movimento armato dell'America Latina. Si fanno poi i nomi di alcuni membri della Junta de La Garrucha (pubblici e facilmente reperibili su Internet!), si indica la targa dell'auto con la quale si muove il Sub, e altre informazioni note ai più. In sostanza: l'articolo (e forse anche l'intero dossier) non dice niente di più di quello che chiunque sia stato almeno due volte in Chiapas può sapere. Aggiunge solo la fandonia di ETA.

Perchè cialtrone: sembra che abbiano fotografato il primo cooperante con la barba che gli è capitato sotto obbiettivo e hanno detto al mondo intero "quello è Marcos". Ma Leuccio arriva a malapena a 40 anni ( e dalla foto si vede) ed è magro come un chiodo (e dalla foto si percepisce), e Marcos ha più di 50 anni e, considerate le ultime apparizioni pubbliche, magro magro non dovrebbe essere, anzi. Con questa grossolana cialtroneria nello scegliere "Marcos" senza passamontagna, hanno in realtà smascherato del tutto lo scopo di questa operazione mediatica: attacare gli zapatisti costruendo  subdolamente provocazioni e falsità.

Vogliamo condannare l'ennesimo attacco, basso e vile, contro l'esperienza zapatista. Quell'esperienza zapatista che noi sosteniamo e condividiamo da sempre, e che in questi anni ha ridato dignità e speranza a migliaia di uomini e donne. Esperienza zapatista che viene continuamente attaccata dai Mal Governi attraverso bande paramilitari armate e finanziate, provocazioni, diffamazioni, e altri mezzi subdoli e vergognosi.

Vogliamo esprimere pubblicamente solidarietà a Leuccio, amico e compagno, per la spiacevole situazione nella quale si è trovato coinvolto.

E infine ci chiediamo: e se non fosse cialtroneria? Qui ci fermiamo e riflettiamo. Retroscena ancor più sordidi potrebbero svelarsi.

Saluti a tutte e tutti.

Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista.

Colline Toscane, 05 aprile 2010.

domenica 4 aprile 2010

Replica del presunto Subcomandante Marcos

Dal Messico

Replica del presunto Subcomandante Marcos.

Comunicato del Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas. Lettera di Leuccio a Reforma, il giornale messicano autore del falso "scoop"

2 / 4 / 2010

Condividiamo la dichiarazione e replica di Leuccio Rizzo, che è stato mostrato in una foto come il presunto Subcomandante Marcos senza passamontagna sul giornale Reforma, lo scorso sabato 27 marzo, con una notizia dal titolo "Desencapuchan al Sub Marcos".

Questo Centro dei Diritti Umani conosce Leuccio Rizzo como persona solidale con le comunità e ci preoccupa che il giornale Reforma directo da C. Alejandro Junco de la Vega, si presti a pubblicare información prive di fondamento, che violano le norme Della Convenzione Americana dei Diritti Umani agli articoli 11 e 14, e come strumento di contrainsurgencia dello Stato messicano per segnalare e criminalizzare i difensori dei diritti umani.

 Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas A.C., Calle Brasil #14, Barrio Mexicanos, San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México, Código Postal: 29240 – Tel +52 (967) 6787395, 6787396, 6783548; Fax +52 (967) 6783551 -medios@frayba.org.mxwww.frayba.org.mx

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C. Alejandro Junco de la Vega. 

Direttore del giornaliera Reforma.  

San Cristóbal de las Casas, Chiapas, Messico; 31 marzo 2010  

Sulla base del diritto di replica, la sollecito a pubblicare il presente testo nel suo giornale in base alle seguenti considerazioni:    

Lo scorso 27 marzo è stata pubblicata sul vostro giornale la notizia dal titolo "Desencapuchan al Sub Marcos", nella quale si danno informazioni e si esibiscono fotografie della mia persona assicurando che sia il Subcomandante Insurgente Marcos dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, cosa che causa danno alla mia persona dato a si tratta di un'informazione falsa e calunniosa.    

Riferendo informazioni presumibilmente rivelate da "un autodefinito ex miliziano zapatista" che si presume vi abbia consegnato "un documento di 83 pagine", dove si assicura che: "… nelle numerose foto che accompagnano il documento elaborato dal disertore si vedono diversi comandanti dell'EZLN, collegamenti e stranieri si presumibilmente membri di ETA. Sono fotografie di volti e corpi interi e nella maggioranza dei casi, le didascalie li descrivono con soprannomi e con i numeri dei telefoni cellulari."   

Bene, perché risulta che sia la foto che appare sulla prima pagina del suo giornale della persona col volto scoperto, vicino a quella del Subcomandante Insurgente Marcos dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale coperto con il passamontagna, sia le due delle foto che appaiono a pagina 7, con le didascalie nelle quali si legge testualmente:  "Rafael Sebastián Guillen Vicente, meglio conosciuto come il Subcomandante Marcos…", sono le foto del volto di chi sottoscrive la presente lettera.   

Riconosco la mia solidarietà ed ammirazione incondizionata all'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale per la difesa che compie dei diritti dei Popoli Indigeni, al Subcomandante Insurgente Marcos come Rivoluzionario, così come alle comunità zapatiste per il loro coraggio e resistenza nel processo autonomistico come Popoli Indigeni.  

Per quanto detto sopra chiedo che si pubblichi il presente chiarimento e che da ora in avanti si astenga dal diffondere informazioni non comprovate come esige l'etica secondo la quale deve agire chi esercita il mestiere di giornalista. La informo, inoltre, che ho avviato i provvedimenti legali per i danni che la notizia citata mi ha causato e mi causerà da ora in avanti. 

Leuccio Rizzo.

venerdì 2 aprile 2010

Il Frayba smentisce che sia di Marcos la foto pubblicata

 
 

La Jornada – Venerdì 2 aprile 2010

 

- Azione contrainsurgente del governo, che viola il diritto, dice il Frayba

Il Frayba smentisce che sia di Marcos la foto pubblicata; è Leuccio Rizzo, segnala

 

Ángeles Mariscal. Tuxtla Gutiérrez, Chis, 1º aprile. La foto che un giornale a tiratura nazionale sabato scorso ha attribuito al subcomandante Marcos corrisponde a Leuccio Rizzo, un italiano "solidale con le comunità indigene", e non del dirigente dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), organizzazione che lo stesso giornale accusa di ricevere risorse dal gruppo basco ETA, ha comunicato il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé del las Casas. 

L'organismo ha affermato che questa accusa non "ha fondamento, è uno strumento di contrainsurgencia dello Stato messicano per segnalare e criminalizzare i difensori dei diritti umani e viola gli articoli 11 e 14 della Convenzione Americana dei Diritti Umani. 

"Questo centro dei diritti umani conosce Leuccio Rizzo come una persona solidale con le comunità" ed "è preoccupante che si dia informazioni carenti di fondamento", denuncia il Frayba. 

Il pronunciamento è accompagnato da una lettera di Leuccio Rizzo, nella quale dice di essere la persona della fotografia, ma che secondo il diario è del subcomandante Marcos. Ciò "causa danno alla mia persona, dato che questa informazione è falsa e calunniosa", segnala l'italiano. 

Aggiunge che l'unica cosa che ammette è la sua "solidarietà e ammirazione incondizionata all'EZLN per la difesa che fa dei diritti dei popoli indigeni, al subcomandante insurgente Marcos rivoluzionario, così come alle comunità zapatiste per il loro coraggio e resistenza nel processo autonomistico come popoli indigeni". 

L'attivista ha annunciato che come sue facoltà "avvierò provvedimenti legali per i danni che la notizia citata mi ha causato e mi causerà da ora in avanti."

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )




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