lunedì 30 giugno 2008

Gustavo Esteva: ZAPATISTI - URGENTE -

 
 

La Jornada – Lunedì 30 giugno 2008

 

Gustavo Esteva
gustavoesteva@mail.com

 

Zapatisti

Dobbiamo riconoscere con interezza la gravità della situazione. Non servono

esagerazioni, ma neppure dissimulazioni che sottraggano importanza al male per farci

scrollare discretamente le spalle e tornare senza preoccupazione alle attività quotidiane.

È ora di agire. Solo con una mobilitazione concertata ed efficace possiamo evitare il

disastro che ci minaccia.

A novembre del 2007, Paz con Democracia, un gruppo di pensatori indipendenti  

che non può essere accusato di esaltazione dogmatica o di partito e che si distingue per

la serenità e solidità dei suoi giudizi, avvertì che "il Messico si trova in situazione di  

emergenza". Presentò numerosi fatti ed argomenti su cui fondava il suo avvertimento.

 

Il tono del suo nuovo appello, il mese scorso, rivela che la sua lettura dei segnali che  

scorgeva nella nostra realtà ha aggravato la sua preoccupazione. Per l'emergenza,

denunciavano, "è necessaria ed improrogabile l'organizzazione di comunità autonome in

tutto il paese; comunità i cui membri si autodefiniscano e si autogovernino

democraticamente per la produzione-interscambio-difesa della loro alimentazione, i loro

generi di prima necessità, la loro educazione e coscientizzazione, con bambini, donne,

anziani ed uomini per la difesa della vita, del patrimonio pubblico, dei popoli e della

nazione, per la preservazione dell'ambiente ed il rafforzamento degli spazi laici e degli 

spazi di dialogo, che uniscono in mezzo a differenze ideologiche e di valori  

condivisi". C'è un chiaro senso di urgenza nel loro appello.

Non hanno lanciato il loro messaggio nel vuoto. Contiamo su forze sociali attive ed

allerti che hanno dimostrato vitalità e capacità di agire in molte diverse occasioni. Ma  

queste forze mostrano segni di assopimento. Occupate nella lotta per  la

sopravvivenza di fronte a condizioni che fanno parte dell'emergenza nazionale, o  

distratte da dispute interne o polemiche irrilevanti, non stanno manifestando una  

coscienza chiara della situazione né la disposizione d'animo che si deve.

 

Ancora una volta, come antenna sensibile di quello che succede in Messico e nel

mondo, gli zapatisti diventano il punto di flessione. Questa volta non si tratta di una

nuova iniziativa di mobilitazione, come quelle che dal primo gennaio 1994 stanno  

risvegliando il paese. Si tratta di un situazione limite: le aggressioni alle comunità  

zapatiste che non sono cessate dal 1994, stanno arrivando al punto in cui sembra  

non esserci più altra opzione che la resistenza armata.

 

Paz con Democracia, insieme ad un numero significativo di organizzazioni sociali e  

politiche, ha appena presentato una denuncia puntuale di quello che sta succedendo in

Chiapas ed ha formulato un appello urgente. Non possiamo lasciare che accada. Non è

un altro appello nel deserto: è un'esigenza imperativa di agire.  

 

Dovrebbe essere chiaro, per tutti, che gli zapatisti non potranno essere cacciati dalle loro

terre, dai loro territori, e che in nessuna circostanza si arrenderanno mai.
Ma non è così. Autorità locali e federali possono aver dato l'illusione che il relativo

isolamento degli zapatisti avrebbe creato l'opportunità di disfarsi di loro. Come disse

Talleyrand in una situazione analoga, è un crimine ed anche un errore. Un errore di

calcolo simile, quando Ulises Ruiz pensò che l'isolamento dei maestri gli avrebbe

consentito di reprimerli senza conseguenze, provocò l'insurrezione popolare  

oaxaqueña. Riprodurre questo errore criminale nel caso degli zapatisti avrebbe  

conseguenze devastanti. Dobbiamo dimostrare chiaramente, senza riserve né sfumature,  

che gli zapatisti non sono soli. Hanno cominciato a farlo numerosi gruppi in una  

ventina di paesi. Dobbiamo farlo in maniera più evidente in Messico.

Nello stesso tempo, è necessario concertarci per l'azione. Si moltiplicano le prove del fatto che la legge o i diritti umani non sono riferimenti importanti per chi occupa  

attualmente gli uffici di governo, e che non dimostra neppure competenza politica o  

sensatezza nella sua ossessione di consegnare il paese a chi spinge per la consegna della

merce.

 

A poco a poco, in lungo e in largo per il paese, emergono le comunità autonome alle

quali faceva riferimento Paz con Democracia. Le si incontra ad ogni passo, in quartieri e

villaggi, nel Messico profondo. Ma non basta. È necessario accelerare il passo e

moltiplicare le iniziative pubbliche. C'è bisogno di dighe di contenimento efficaci

davanti all'ondata irresponsabile di decisioni ed iniziative che hanno creato la situazione

di emergenza e che oggi ci spingono sull'orlo del precipizio.

 

La guerra che sta avvenendo non si concentra solamente sugli zapatisti. Ma una varietà di fattori e circostanze li collocano nuovamente al centro dello scontro ed associano il loro destino con quello del paese. Sarebbe suicida non tenerne conto.

 

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)


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