mercoledì 29 ottobre 2008

Fw: [Ezln-it] 7-8/11 CASALOCA: 3° FESTA DEL CAFE' REBELDE ZAPATISTA



L'Associazione Ya Basta! Milano presenta la

III° Festa del Café Rebelde Zapatista

Venerdì 7 e sabato 8 novembre, CasaLoca, Milano, Pianeta Terra

Libertà, democrazia, giustizia. Venticinque anni fa, in nome di questi ideali nasceva l'EZLN. Non la libertà della "libera volpe in libero pollaio", come diceva il Che parlando del liberismo, bensì quella dei popoli oppressi, dei popoli indigeni, del cuore pulsante della Terra. Non la democrazia a mano armata degli eserciti e dello sfruttamento capitalista, ma quella che si esercita in basso, nella condivisione e nel rispetto. Non la giustizia delle patrie galere e dei magistrati corrotti, ma quella che risuona nel grido della rabbia degna di chi si ribella. Dopo avere ricordato al mondo che gli zapatisti del Chiapas non sono soli, continuiamo insieme un percorso che ha dato un senso nuovo e combattivo alla parola solidarietà: il progetto Café Rebelde Zapatista. Giunti al sesto anno di un lavoro che coinvolge centinaia di compagne e di compagni in tutta Italia, festeggiamo con musica, sapori, immagini e parole la giusta lotta contro il nemico comune, il sistema capitalista. Lo facciamo partendo dai nostri territori in movimento, e dalle esperienze che ci provengono da diverse latitudini. Esperienze che si ritroveranno in Messico tra dicembre e gennaio nel Primo Festival Mondiale della Degna Rabbia, promosso dall'Altra Campagna e dagli zapatisti, e che vedrà la partecipazione del Movimento Sem Terra e di Via Campesina, ma anche di altre realtà internazionali, tra le quali la ormai adolescente Associazione Ya Basta! (se dodici anni vi sembran pochi…). Verso l'ennesima carovana dall'altra parte dell'oceano, perché i sogni non hanno confini: in difesa dei territori e dei beni comuni, due giorni di pura caffeina ribelle!

Non sarà oggi sarà domani, rapaci del capitale, ma attenti: una tazzina vi seppellirà!!

Venerdì 7 novembre

Ore 19.30 Cena Messicana di autofinanziamento dei progetti in Chiapas

Ormai un classico da leccarsi i baffi!

Menù completo (arroz con verduras a la mexicana - quezadillas - guacamole con nachos - frijoles refritos - submarino de piña colada con helado - café rebelde zapatista - vino rebelde) 15 euri, prenotatevi al più presto allo 02 87396844 o casaloca@gmail.com !

Ore 22.30 Mascarimirì in concerto

Presentazione del DVD Mascarimirì 10 anni - la storia

Live at CasaLoca: Ballati!

Sabato 8 novembre

Ore 14.30 L'altra economia ai tempi della crisi

Assemblea aperta con i distributori del café rebelde zapatista

Ore 17.30 La vostra crisi, la nostra Terra: racconti di resistenza globale

Introduce l'Associazione Ya Basta! Milano

Incontro pubblico su

Messico: Presentazione del Festival de la Digna Rabia (26 dicembre/4 gennaio)

e su Brasile (Sem terra e agrocombustibili), Argentina e Cile (Mapuche), Kurdistan, Palestina, India, Vicenza (No dal Molin), Chiaiano e Marano, No Expo

Ore 21.00 Cena a buffet e proiezioni video

Ore 23.30 I-TAL SOUND LS. Sound di Saronno

Reggae dancehall explosion !!!

featuring:

MR.ENTICS outta BN CREW

GAMBA "THE LENK" outta NEW GENERATION

SENOR outta DI SARONNO

Sabato 8 novembre, h 14.30: III° Assemblea Aperta dei Sostenitori del Café Rebelde Zapatista

L'Altra Economia ai tempi della crisi

La società che si organizza e costruisce da sé nuovi rapporti economici, su scala mondiale come nei singoli territori. Questo è il tema di un'assemblea che vedrà la partecipazione di molti singoli e realtà che negli anni hanno contribuito a costruire un modello diverso di economia e di solidarietà: i sostenitori del Café Rebelde Zapatista. Un modello progettuale, quello portato avanti in questi anni, che annullasse il predominio delle merci in nome del prevalere della dimensione politica e umana nei rapporti di scambio, una maniera di concepire la solidarietà nei termini (non assistenziali) dell'intercambio paritario e della fratellanza nella lotta. Partendo dall'esperienza italiana di Ya Basta! e dal portato di consapevolezza diffuso dai gruppi d'acquisto, dalle botteghe del mondo e dalle svariate soggettività locali, vogliamo continuare a immaginare la nostra globalizzazione dal basso, fatta di diritti e di rispetto tra i popoli. Con la suggestione che ci viene anche dalle altre realtà europee che in questi anni si sono impegnate in progetti simili in tutta Europa, contribuendo a fortificare l'autonomia economica promossa dalle cooperative zapatiste.

Al tempo della crisi del modello neoliberista, pensiamo che il modello di Altra Economia portato avanti dagli zapatisti esca rafforzato nelle sue ragioni profonde, non come puro oggetto di studio dall'esterno, ma come esempio che, fatte salve le ovvie differenze, è possibile applicare a diversi livelli e a diverse latitudini.

Sabato 8 novembre, h 17.30: INCONTRO PUBBLICO

La vostra crisi, la nostra Terra: racconti di resistenza globale

Tempo di crisi, tempo di lotte. Mentre il capitalismo speculativo esplode in un'immensa bolla mondiale, ovunque nel mondo si afferma l'istanza di difesa dei territori e delle risorse da parte delle comunità in lotta. Dalla guerra globale permanente alla crisi globale persistente, la rapacità neoliberista sta sparando le solite cartucce, continuando a colpire vittime innocenti. Il crollo del muro di Wall Street pone fine a un'epoca iniziata nel 1989 tra le macerie di altri muri, senza che peraltro nulla lasci presagire un avvenire migliore per il nostro sfortunato pianeta. Così saranno i contribuenti occidentali a pagare le fantastiliardarie bancarotte delle banche; saranno i poveri del mondo a morire per il rialzo delle quotazioni delle materie prime, e continueranno a essere le vittime di guerra, sempre e ovunque, a pagare le colpe di chi vende democrazia taroccata e fetida di petrolio.

Crisi finanziaria che è insieme crisi energetica e crisi alimentare: il modello neoliberista della scuola di Chicago mostra tutte le sue aberrazioni in una volta, rendendo palese anche ai più distratti ciò che i movimenti dicono da un decennio: che la globalizzazione economica è una guerra di sterminio contro l'umanità. Il re è nudo, dunque, ma il problema non è questo: il problema è che lascia il popolo in mutande.

In Italia ci vogliono far pagare le loro guerre e speculazioni con i tagli alla scuola e alle amministrazioni locali. Incapaci di contenere la prima conseguenza sociale di ogni crisi europea (l'emergere del letame reazionario), i potenti fomentano i fascisti, scaricando sui migranti le accuse che andrebbero rivolte a un modello socio-economico che non funziona, che non ha mai funzionato. O qualcuno pensava che il dibattito sulla "sicurezza" fosse altro?

Occorre dirlo, come stanno facendo gli studenti in queste settimane: questa crisi non è la nostra crisi, è la loro crisi! Ci rifiutiamo di scontare la pena di altri colpevoli. Colpevoli sono la Federal Reserve, la Banca Mondiale, il FMI. Colpevoli sono i governi di mezzo pianeta, Bush e i suoi tirapiedi europei in testa. Colpevoli sono le banche, le agenzie di rating, le multinazionali: alzi la mano chi li vuole! Noi no.

Quello che vogliamo è difendere i nostri territori, non perché ne vogliamo fare una riserva indiana, ma perché, come dicono gli zapatisti, la terra è tutto. Senza terra non c'è cultura né diritto: chi è espropriato della propria terra è sempre in pericolo. Lo sanno i compagni di Atenco e quelli di Oaxaca; lo sanno, naturalmente, gli indigeni del Chiapas. Lo sanno i contadini asiatici, che lottano contro le multinazionali del transgenico e dell'inquinamento. Lo sanno i Sem Terra del Brasile, che recuperano le terre che spettano ai contadini. Lo sanno gli indigeni mapuche, la cui Mapu-terra sfama le greggi di un Benetton qualsiasi. Lo sanno i kurdi e i palestinesi, che non hanno diritto a vivere in pace nei loro stessi paesi. Lo sanno i cittadini di Vicenza, che non vogliono certo abitare in una caserma americana, bensì nella loro città, libera dalle basi militari. Lo sanno tutti quelli che lottano contro discariche camorriste, inceneritori e tutte le annesse ecoballe a Chiaiano, a Marano e in tutta la Campania. Lo sanno i siciliani e i calabresi che combattono le mafie e i loro appalti, i lombardi che ripudiano l'Expo e le colate di cemento (tangenziali incluse), i novaresi che non vogliono gli F35 sulla loro testa, i valsusini che respingono la Tav. Lo sa chi nelle metropoli sceglie di resistere e di liberare spazi. La terra non è una banca: le sue risorse sono reali, non immaginarie. Guai a chi le tocca passando sulla testa degli altri.

Dall'anno zero della crisi globale: è da qui che vogliamo cominciare. Non perché sia finita la nostra storia precedente, ma perché c'è un orizzonte di libertà che è tutto da conquistare. Conoscere le lotte degli altri, sentire le loro voci e le loro esperienze, è l'obiettivo di questo incontro. Siamo un esercito di sognatori, e sogniamo il futuro. Per concepire un sogno che sia un bene comune, che tutti possiamo difendere e costruire; un sogno che è la nostra Terra: libera, e percorsa da donne e uomini liberi.

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