giovedì 29 agosto 2013

Permetteremo un altro massacro come ad Acteal?


Mercoledì 28 agosto 2013 21:51
 
Il massacro di Acteal nel 1997 ebbe come preludio una serie di provocazioni identiche a quella di oggi nella colonia di Puebla, a Chenalhó, dove ci sono già centinaia di persone sfollate.  I responsabili delle provocazioni di oggi sono i figli dei paramilitari del 1997.
 
San Cristóbal de las Casas, Chiapas, 28 agosto 2013.- C'è chi ancora ricorda che l'escalation che portò al massacro di Acteal dove furono assassinate 45 persone, tra le quali bambini, bambine e donne incinta, cominciò con provocazioni ed aggressioni come quelle viste in questi giorni nella colonia di Puebla, a Chenalhó, dove già centinaia di persone sono sfollate. Malgrado nella memoria collettiva rimangano frasi come "Mai più Acteal", oggi chi lotta ed il pubblico in generale reagiscono poco di fronte alla nuova escalation che può finire in un nuovo massacro. Mentre alcune cronache sui media liberi in questi giorni raggiungono livelli di lettura storici, le notizie sulla escalation delle aggressioni hanno pochissime letture, e la raccolta di viveri a San Cristóbal del las Casas è insignificante. Come società civile nazionale e internazionale e come persone impegnate, permetteremo un altro Acteal a Chenalhó, Chiapas?
La colonia Puebla a Chenalhó, Chiapas, è uno dei due luoghi da dove partirono i paramilitari che eseguirono il massacro di Acteal, salvo un'autorità, il resto degli autori materiali non andò mai in prigione, diversamente dai paramilitari dell'altro luogo da dove partirono: Los Chorros, che furono processati ed imprigionati e che poco tempo fa sono stati rilasciati dalla Corte Suprema di Giustizia della Nazione. Dopo la liberazione di questi ultimi, e di fronte all'impunità chiamata giustizia è iniziata l'escalation a Puebla, Chenalhó. Se un gruppo può assassinare impunemente 45 persone, e la Corte Suprema di Giustizia della Nazione lo libera, vuol dire che l'impunità si è fatta legge, la massima legge della nazione. Le famiglie paramilitari della zona agiscono di conseguenza e mandano i loro figli, molti dei quali bambini, a minacciare, perseguitare e lapidare le famiglie non affiliate. Ripetutamente le autorità municipali e statali hanno negato le misure cautelari chieste dalle organizzazioni dei diritti umani in favore delle famiglie minacciate ed aggredite, oggi molte di loro sfollate.
I pretesti per queste aggressioni sono stati diversi e puramente inventati. In questi giorni diverse cronache e notizie riassumono la situazione, qui ne indichiamo quattro:
 
·        Cronaca: "Desplazamiento Forzado de Compañer@s de Ejido Puebla (Chenalvo'o, Chiapas) de la Sociedad Civil Las Abejas de Acteal"
 
Invitiamo a vigilare e seguire le informazioni, a fare memoria storica, a non permettere un altro Acteal, ad appoggiare con contributi e provviste e a non permettere che l'impunità prenda il nome di Giustizia ancora una volta di fronte al silenzio della società civile e di chi lotta.
 
 
E se volete fare memoria e ricordare i meccanismi di contrainsurgencia in Chiapas ancora attuali, qui ci sono gli articoli di Bellinghausen con il racconto dei precedenti ed il contesto del massacro di Acteal pubblicato nel 2007, poi diventato un libro: A (quince) diez años de Acteal
 
 


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