da  Medianoche 
  Mercoledì  28 agosto 2013 21:51 
  Il  massacro di Acteal nel 1997 ebbe come preludio una serie di provocazioni  identiche a quella di oggi nella colonia di Puebla, a Chenalhó, dove ci sono già  centinaia di persone sfollate.  I  responsabili delle provocazioni di oggi sono i figli dei paramilitari del   1997.
  San  Cristóbal de las Casas, Chiapas, 28 agosto 2013.- C'è  chi ancora ricorda che l'escalation  che portò al massacro di Acteal dove furono assassinate 45 persone, tra le quali  bambini, bambine e donne incinta, cominciò con provocazioni ed aggressioni come  quelle viste in questi giorni nella colonia di Puebla, a Chenalhó, dove già  centinaia di persone sono sfollate. Malgrado nella memoria collettiva rimangano  frasi come "Mai più Acteal", oggi chi lotta ed il pubblico in generale  reagiscono poco di fronte alla nuova escalation che può finire in un nuovo  massacro. Mentre alcune cronache sui media liberi in questi giorni raggiungono  livelli di lettura storici, le notizie sulla escalation delle aggressioni hanno  pochissime letture, e la raccolta di viveri a San Cristóbal del las Casas è  insignificante. Come società civile nazionale e internazionale e come persone  impegnate, permetteremo un altro Acteal a Chenalhó,  Chiapas?
  La  colonia Puebla a Chenalhó, Chiapas, è uno dei due luoghi da dove partirono i  paramilitari che eseguirono il massacro di Acteal, salvo un'autorità, il resto  degli autori materiali non andò mai in prigione, diversamente dai paramilitari  dell'altro luogo da dove partirono: Los Chorros, che furono processati ed   imprigionati e che poco tempo fa sono stati rilasciati dalla Corte Suprema di  Giustizia della Nazione. Dopo la liberazione di questi ultimi, e di fronte   all'impunità chiamata giustizia è iniziata l'escalation a Puebla, Chenalhó. Se  un gruppo può assassinare impunemente 45 persone, e la Corte Suprema di   Giustizia della Nazione lo libera, vuol dire che l'impunità si è fatta legge, la  massima legge della nazione. Le famiglie paramilitari della zona agiscono di  conseguenza e mandano i loro figli, molti dei quali bambini, a minacciare,   perseguitare e lapidare le famiglie non affiliate. Ripetutamente le autorità  municipali e statali hanno negato le misure cautelari chieste dalle  organizzazioni dei diritti umani in favore delle famiglie minacciate ed  aggredite, oggi molte di loro sfollate.
  I  pretesti per queste aggressioni sono stati diversi e puramente inventati. In  questi giorni diverse cronache e notizie riassumono la situazione, qui ne   indichiamo quattro:
  ·         Cronaca:  "Desplazamiento Forzado de Compañer@s de Ejido Puebla (Chenalvo'o, Chiapas) de la Sociedad Civil Las Abejas  de Acteal"
      Invitiamo  a vigilare e seguire le informazioni, a fare memoria storica, a non permettere un  altro Acteal, ad appoggiare con contributi e provviste e a non permettere che  l'impunità prenda il nome di Giustizia ancora una volta di fronte al silenzio  della società civile e di chi lotta.
  E  se volete fare memoria e ricordare i meccanismi di contrainsurgencia in Chiapas  ancora attuali, qui ci sono gli articoli di Bellinghausen con il racconto dei  precedenti ed il contesto del massacro di Acteal pubblicato nel 2007, poi   diventato un libro: A (quince) diez años de Acteal
  Fonte:  Centro  de Medios Libres