APPRENDERE AD APPRENDERE
  Gustavo Esteva
  E' arrivato il momento di apprendere. Questa  settimana nei caracoles si effettuerà l'inaugurazione e nella prossima avrà inizio il  primo corso per apprendere la libertà con gli zapatisti. Giungeranno, da molte  parti del Messico e del mondo, quanti sono stati espressamente invitati al   soggiorno di apprendimento nelle comunità zapatiste. Le feste nei caracoles,  dall'8 al 10 di agosto, e gli atti della cattedra Tata Juan Chavez1, il 17 e il 18, saranno aperti a quanti desiderino  avvicinarsi a noi.
  I lettori de La Jornada hanno potuto seguire, a partire dal 21 dicembre  scorso, la serie di comunicati che hanno portato a questi eventi2. E' anche possibili assistervi in collegamento  diretto.
  Non sarà facile partecipare. Si esige di  ri-apprendere ad apprendere, particolarmente quando si informa che i maestri non  saranno professori certificati e mancheranno pedagogisti esperti. Non si  svolgerà alcuno dei requisiti formali di un corso scolastico o di un ambiente  accademico. E non si tratterà di apprendere sul mondo, ma dal mondo, e di  apprendere da coloro che stanno costruendo il mondo nuovo. Vi è stato un tempo  in cui si diceva che cambiare il mondo era molto difficile, forse impossibile;  però ciò che invece era possibile era costruire un mondo nuovo. Saranno maestri  coloro che stanno facendo questo. Per questo è necessario ri-apprendere ad  apprendere.
  Ma la parte più difficile sarà il contenuto: si  tratta della libertà.
  Questa parola origina un  riferimento immediato a coloro che la hanno persa e genera solidarietà con  quanti sono incarcerati. Non vi è dubbio che ci si debba occupare e preoccupare  di costoro: una loro parte consistente è innocente. Si deve lottare per loro e  rendere palese la profonda ingiustizia del fatto che li si incarcerino mentre i  veri colpevoli dell'orrore che ci circonda passeggiano impunemente nelle  strade.
  Inviterò ancora una volta  all'incontro il poeta John Berger. Un tempo ci disse: se mi vedessi costretto ad  impiegare una parola per esprimere ciò che accade nel mondo, penserei alla  prigione. In essa stiamo, incluso noi tutti che affermiamo di essere liberi. Si  tratta di apprendere cosa è la libertà per gli zapatisti e forse, con questo  apprendimento, imparare a vedere le nostre sbarre.
  Sempre di libertà parla ,  inevitabilmente, un comunicato opportuno e necessario che annuncia per il 19 di  giugno l'apertura de 'La casa di  tutte e di tutti' a Monterrey. Si  tratta della volontà di essere liberi e dei principi e della morale come  fondamenti di un atteggiamento rivoluzionario.
  Non può dirsi che sia la famosa  casa del dottor Margil, quella che più di 4 decadi or sono vide nascere le Forze  di Liberazione Nazionale. Distrutta da vandali alcuni mesi or sono, è ora sotto  restauro. Annuncia una pagina, http://www.casadetodasytodos.org/, nella quale verranno via via pubblicati comunicati  e materiali di questa organizzazione.
  Sappiamo assai poco di questa  organizzazione. Il nome è circolato come primogenitura dell'EZLN, però poco ci  ha detto della propria storia, della sua gestazione, della sua finalità. Il n.  20 di Contrahistorias,  ora in circolazione, pubblica una  serie di interviste di quadri dell'EZLN nelle quali si fa riferimenti alle Forze  di Liberazione Nazionale. Ma sono solo appunti frammentari  dell'organizzazione.
  Lo splendido documentario di  Luisa Riley, Flor en Otomí,  che è stato presentato a Città del  Messico il 19 aprile 2012 e da allora circola nei circuiti alternativi, ci ha  consentito di spiare la vita di Dení Prieto e l'orrore della casa di Nepantla ma ha  accresciuto il desiderio di saperne di più e non di placarlo. E' bello sapere  che ora avremo, dalla fonte originaria, il materiale che consentirà di vincere  questa battaglia della memoria contro l'oblio.3
  Due ingredienti del comunicato  in cui si dà notizia dell'apertura della Casa di tutte e di   tutti mostra la continuità con ciò  che avverrà nei prossimi giorni. Con riferimento al primo comunicato delle Forze  di Liberazione Nazionale del 2 agosto 1971, che circolò in copie fatte con la  carta carbone fra i membri dell'organizzazione per dare notizia del primo  scontro armato con lo Stato, si evidenzia con tutta chiarezza quanto oggi è in  primo piano: che si trattava, già allora, di una lotta per la libertà e che,  sempre da allora, i principi, la morale erano il fondamento di ogni  comportamento, di ogni azione politica.
  Questi  comportamenti hanno segnato la differenza, durante quattro decadi, rispetto alle  classi politiche, ai governi, ai partiti, e anche a molte forze politiche   clandestine con pretese rivoluzionarie. E' la differenza che oggi più che mai è  necessario continuare a sostenere.
  Traduzione di A.Z.
  1 Trattasi di una  cattedra itinerante recentemente creata dall'EZLN, dedicata all'indigeno  puerepecha Tata Juan Chavez Alonso  (ndt)
  2 Reperibili su  enlacezapatista.ezln.org.mx. In  particolare il testo Ellos y nosotros e il testo Votan.  
  3 Luisa Riley,  autrice del documentario, da adolescente era stata amica di Dení Prieto Stock,  una giovane che a 19 anni entrò a far parte di una organizzazione guerrigliera  -Fuerzas de Liberación Nacional-. Quattro mesi  dopo, il 14 febbraio 1974, Dení venne uccisa assieme a 4 compagni in un assalto  dell'Esercito Messicano alla casa dell'organizzazione situata a Neplanta. Il  documentario ricostruisce la sua vita a partire dal diario conservata dall'amica  Jana.