giovedì 8 agosto 2013

Gustavo Esteva: Apprendere ad Apprendere

APPRENDERE AD APPRENDERE

Gustavo Esteva

E' arrivato il momento di apprendere. Questa settimana nei caracoles si effettuerà l'inaugurazione e nella prossima avrà inizio il primo corso per apprendere la libertà con gli zapatisti. Giungeranno, da molte parti del Messico e del mondo, quanti sono stati espressamente invitati al soggiorno di apprendimento nelle comunità zapatiste. Le feste nei caracoles, dall'8 al 10 di agosto, e gli atti della cattedra Tata Juan Chavez1, il 17 e il 18, saranno aperti a quanti desiderino avvicinarsi a noi.

I lettori de La Jornada hanno potuto seguire, a partire dal 21 dicembre scorso, la serie di comunicati che hanno portato a questi eventi2. E' anche possibili assistervi in collegamento diretto.

Non sarà facile partecipare. Si esige di ri-apprendere ad apprendere, particolarmente quando si informa che i maestri non saranno professori certificati e mancheranno pedagogisti esperti. Non si svolgerà alcuno dei requisiti formali di un corso scolastico o di un ambiente accademico. E non si tratterà di apprendere sul mondo, ma dal mondo, e di apprendere da coloro che stanno costruendo il mondo nuovo. Vi è stato un tempo in cui si diceva che cambiare il mondo era molto difficile, forse impossibile; però ciò che invece era possibile era costruire un mondo nuovo. Saranno maestri coloro che stanno facendo questo. Per questo è necessario ri-apprendere ad apprendere.

Ma la parte più difficile sarà il contenuto: si tratta della libertà.
Questa parola origina un riferimento immediato a coloro che la hanno persa e genera solidarietà con quanti sono incarcerati. Non vi è dubbio che ci si debba occupare e preoccupare di costoro: una loro parte consistente è innocente. Si deve lottare per loro e rendere palese la profonda ingiustizia del fatto che li si incarcerino mentre i veri colpevoli dell'orrore che ci circonda passeggiano impunemente nelle strade.
Inviterò ancora una volta all'incontro il poeta John Berger. Un tempo ci disse: se mi vedessi costretto ad impiegare una parola per esprimere ciò che accade nel mondo, penserei alla prigione. In essa stiamo, incluso noi tutti che affermiamo di essere liberi. Si tratta di apprendere cosa è la libertà per gli zapatisti e forse, con questo apprendimento, imparare a vedere le nostre sbarre.
Sempre di libertà parla , inevitabilmente, un comunicato opportuno e necessario che annuncia per il 19 di giugno l'apertura de 'La casa di tutte e di tutti' a Monterrey. Si tratta della volontà di essere liberi e dei principi e della morale come fondamenti di un atteggiamento rivoluzionario.
Non può dirsi che sia la famosa casa del dottor Margil, quella che più di 4 decadi or sono vide nascere le Forze di Liberazione Nazionale. Distrutta da vandali alcuni mesi or sono, è ora sotto restauro. Annuncia una pagina, http://www.casadetodasytodos.org/, nella quale verranno via via pubblicati comunicati e materiali di questa organizzazione.
Sappiamo assai poco di questa organizzazione. Il nome è circolato come primogenitura dell'EZLN, però poco ci ha detto della propria storia, della sua gestazione, della sua finalità. Il n. 20 di Contrahistorias, ora in circolazione, pubblica una serie di interviste di quadri dell'EZLN nelle quali si fa riferimenti alle Forze di Liberazione Nazionale. Ma sono solo appunti frammentari dell'organizzazione.
Lo splendido documentario di Luisa Riley, Flor en Otomí, che è stato presentato a Città del Messico il 19 aprile 2012 e da allora circola nei circuiti alternativi, ci ha consentito di spiare la vita di Dení Prieto e l'orrore della casa di Nepantla ma ha accresciuto il desiderio di saperne di più e non di placarlo. E' bello sapere che ora avremo, dalla fonte originaria, il materiale che consentirà di vincere questa battaglia della memoria contro l'oblio.3
Due ingredienti del comunicato in cui si dà notizia dell'apertura della Casa di tutte e di tutti mostra la continuità con ciò che avverrà nei prossimi giorni. Con riferimento al primo comunicato delle Forze di Liberazione Nazionale del 2 agosto 1971, che circolò in copie fatte con la carta carbone fra i membri dell'organizzazione per dare notizia del primo scontro armato con lo Stato, si evidenzia con tutta chiarezza quanto oggi è in primo piano: che si trattava, già allora, di una lotta per la libertà e che, sempre da allora, i principi, la morale erano il fondamento di ogni comportamento, di ogni azione politica.
Questi comportamenti hanno segnato la differenza, durante quattro decadi, rispetto alle classi politiche, ai governi, ai partiti, e anche a molte forze politiche clandestine con pretese rivoluzionarie. E' la differenza che oggi più che mai è necessario continuare a sostenere.
 
Traduzione di A.Z.
 
1 Trattasi di una cattedra itinerante recentemente creata dall'EZLN, dedicata all'indigeno puerepecha Tata Juan Chavez Alonso (ndt)

2 Reperibili su enlacezapatista.ezln.org.mx. In particolare il testo Ellos y nosotros e il testo Votan.

3 Luisa Riley, autrice del documentario, da adolescente era stata amica di Dení Prieto Stock, una giovane che a 19 anni entrò a far parte di una organizzazione guerrigliera -Fuerzas de Liberación Nacional-. Quattro mesi dopo, il 14 febbraio 1974, Dení venne uccisa assieme a 4 compagni in un assalto dell'Esercito Messicano alla casa dell'organizzazione situata a Neplanta. Il documentario ricostruisce la sua vita a partire dal diario conservata dall'amica Jana.


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