lunedì 23 luglio 2007

la Jornada Nel caracol di Morelia arrivano oltre 2.300 partecipanti

la Jornada – Lunedì 23 luglio 2007

- Nel caracol di Morelia arrivano oltre 2.300 partecipanti all'incontro

"Siamo qui per scrivere con sforzo degno la nostra storia": Zebedeo

HERMANN BELLINGHAUSEN

Ejido Morelia, Chis., 22 luglio. Da un lungo tavolo che riunisce il comando
zapatista, le autorità autonome della regione Tzoj Choj e rappresentanti di
Vía Campesina di diversi paesi, in questa domenica notte si ascolta una
catena di benvenuti cordiali e perfino spiritosi, soprattutto quando prende
la parola il comandante Zebedeo. Il numeroso presidium si trova su un palco
molto alto, eretto appositamente per questo secondo Incontro dei Popoli
Zapatisti con i Popoli del Mondo. Ai suoi piedi si stende l'arcobaleno che
da sempre ha caratterizzato lo spirito di questo caracol.

Secondo la "matematica" di Zebedeo, sono arrivati fin qui 2.335 partecipanti
da paesi che vanno da Germania, Argentina ed Australia fino ad Uruguay e
Venezuela, passando per Bolivia, Colombia, Croazia, Guatemala, Libano,
Giappone ed altre decine. Ma, innanzitutto, gli zapatisti salutano "i paesi
senza paese", affermazione che strappa un applauso dalla gente riunita per
l'evento politico culturale che apre la compagna Elisa, del municipio
autonomo Lucio Cabañas.

"Stiamo qui per scrivere con degno sforzo la nostra storia", afferma,
salutando i "fratelli e sorelle guerrieri" che hanno dato il sangue "nelle
nostre prime lotte". (...)

Con un'organizzazione impeccabile, come loro consuetudine, le basi di
appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) organizzate
nel caracol Corazón del Arco Iris de la Esperanza, questa sera accolgono
anche centinaia di rappresentanti di tutti i municipi di questo caracol e di
quelli di La Garrucha e Roberto Barrios.

Rappresentanti contadini di tutto il mondo, così come collettivi e gruppi
della Zezta Internazionale che sono qui, conosceranno da domani e per tre
giorni alcune delle esperienze autonomiste più solide del Chiapas.

A nome della giunta di buon governo, la compagna Ofelia ha dichiarato che
"camminando impariamo ad insegnare". All'imbrunire, oltre un centinaio di
miliziani, in uniforme ma disarmati, si sono appostati sul pendio di una
collina, quasi confondendosi con il verde e la terra del monte con i colori
delle loro divise.

Accompagnavano il subcomandante Marcos, il tenente colonnello Moisés ed
alcuni comandanti dell'EZLN.

Centinaia di presenti hanno visto per la prima volta in vita loro un
significativo spiegamento militare dei ribelli, senza altre armi che i
passamontagna e la loro eloquente presenza.

Quando s'è fatto buio, i giovani miliziani hanno disceso la collina
scortando il comando, poi hanno circondato i presenti quasi coprendola tutta
la spianata del caracol. Dopo "l'atto politico" ha avuto inizio il
"programma culturale", perchè da queste parti le feste ed i balli sono
intesi come cultura.

Quindi, l'allegria comprende teatro rurale, poesie e canzoni. I lavori dei
prossimi giorni consisteranno inoltre in decine di testimonianze ed
esperienze consolidate. Gli invitati alla festa sono venuti, dunque, ad
imparare ed insegnare come si costruiscono le resistenze che da lassù in
alto non vedono se non solo per cercare di distruggerle.

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" –

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