giovedì 19 luglio 2007

18 Luglio 2 parte


Dai racconti delle lettere dei detenuti si delinea una situazione molto critica per loro. Quasi tutti denunciano di subire maltrattamenti e angherie da parte delle guardie. I cibi che danno loro da mangiare sono spesso andati a male.

I cibi che i familiari portano loro di solito non li fanno entrare e se li fanno entrare quasi mai arrivano al prigioniero. Anche far uscire messaggi e lettere dal carcere e`molto difficile. Di solito i detenuti riescono a far mandare notizie e messaggi ai loro familiari e i loro amici attraverso la collaborazione di religiosi che possono entrare nelle galere con la scusa di predicare la parola di dio.

In una lettera un prigioniero di Lazaro Cardenas, municipio di Huitiupan, racconta di essere stato arrestato nel maggio del 2007 con l accusa falsa di secuestro di persona. Un giorno e' entrata la polizia judicial nella sua casa, senza dirgli il motivo lo hanno prelevato. Gli hanno bendato gli occhi, poi lo hanno torturato. Quando stava per perdere coscienza lo hanno costretto a firmare un foglio in cui dichiarava la colpevolezza del secuestro. Afferma di aver sempre partecipato alle lotte per la terra della sua comunita`e si dichiara appartenente all organizzazione zapatista. Durante i numerosi interrogatori, nonostante la sua detenzione ufficiale e` per un secuestro, gli aguzzini gli chiedevano notizie su delle presunte armi e soprattutto sui nomi dei suoi compagni di lotta.

Questa storia e`molto simile a quella di molti altri, che come lui dichiarano di essere stati arrestati con false accuse, ma il vero motivo e' che sono contadini poveri che reclamano il diritto ad avere un pezzo di terra di cui vivere.

In tutte le lettere si sente forte la sensazione che hanno questi detenuti di non sentirsi soli. Numerosi i ringraziamenti a tutti coloro che gli scrivono e che si stanno battendo per la loro liberazione.

Commoventi anche gli interventi dei familiari dei detenuti. Molte donne, giovani madri con figli da mantenere che raccontano di essere stati privati dei loro mariti o fratelli, anche da diversi anni. Persone povere e senza i mezzi per poter far qualcosa, che adesso cominciano a sentirsi piu`fiduciose e incoraggiate da questa grande mobilitazione a livello nazionale che ormai da alcuni mesi sta crescendo e lotta come puo`per la liberazione dei prioginieri politici. Prigionieri le cui uniche colpe sono l' essere poveri e l' avere una grande dignita`.

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