>
> Rosa Lopez: la parola di una donna prigioniera
> http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=it&id=2224
>
> Todos los discursos del aniversario, en castellano:
> http://www.autistici.org/nodosolidale/news_det.php?l=es&id=2224
>
> ---
>
> Discorso di Rosa Lopez Diaz, durante la celebrazione in carcere del 
> settimo anniversario de "La Voz del Amate".
>
> LA PAROLA DI UNA DONNA PRIGIONIERA
>
> La mia  parola sarà breve, oggi non ho molto da raccontare. Rimane solo 
> tanto da fare: oggi la vita mi insegna a camminare con dolore, con una 
> cicatrice che ha segnato la mia vita per sempre. I giorni, i mesi e gli 
> anni passano però la cicatrice rimane. Non si può dimenticare ciò che si 
> ha vissuto, piuttosto si deve imparare a convivere con il passato.
>
> Per questo oggi cammino con il dolore di stare in carcere ingiustamente.
>
> Cammino con il dolore di aver subito tortura fisica e psicologica quando 
> mi arrestò arbitrariamente la polizia.
>
> Cammino con il dolore di aver perso mio figlio Natanael, cammino con il 
> dolore di non poter convivere con mio figlio Leonardo, cammino con il 
> dolore di non poter stare al suo fianco, cammino con il dolore di non 
> poter giocare, correre con lui come tutti gli altri bambini fanno con i 
> loro genitori.
>
> Cammino con il dolore di essere povera, perché tutto è corruzione, cammino 
> con tutto questo dolore e con molti altri.
>
> Alzo lo sguardo al cielo e sospiro,  le mie lacrime cadono sulle guancie e 
> chiedo a Dio tutta la forza e la resistenza per continuare a camminare 
> verso la verità e la giustizia.
>
> Tutto questo dolore che carico è, in fondo, il mio vigore ed energia che 
> mi stimola a seguire lottando incessantemente, come danno l'esempio i 
> nostri compagni del EZLN. Per questo oggi sono molto grata a Dio per la 
> vita che mi dà quotidianamente, perché giorno dopo giorno imparo che cosa 
> è la lotta e la resistenza e così ho la certezza e la speranza che molto 
> presto otterrò la mia libertà.
>
> Per ultimo vi auguro che questo anno 2013 sia di benedizione e successo 
> per tutti e tutte noi che camminiamo in basso e a sinistra.
>
> Che Dio vi benedica. Questa è la voce di una donna prigioniera in lotta e 
> in resistenza.
>
> FRATERNAMENTE
> Prigioniera politica
> ROSA LOPEZ DIAZ
>
> Solidaria de la voz del amate
> Aderente all'Altra Campagna dell'E.Z.L.N.
> Carcere nr.5 di  San Cristobal de Las Casas Chiapas
>
> 6 Gennaio 2013
>
> 
-----
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martedì 29 gennaio 2013
lunedì 28 gennaio 2013
Desinformemonos - Lunedì 28 gennaio 2013
Reportage
    DESINFORMÉMONOS
  DESINFORMÉMONOS
  TRADUCCIÓN: ARTHUR LOROT
    SURVIE
  TRADUCCIÓN: ANÓNIMA SOLIDARIA
  GÉRARD MOREAU,  JULIETTE POIRSON
  TRADUCCIÓN: L. M.
  GLOBAL INFORMATION NETWORK
  MARÍA LANDI
  AMARANTA CORNEJO HERNÁNDEZ Y  GLORIA MUÑOZ RAMÍREZ
  DAVID BARRIOS
  LUZ ESTRELLO Y MINA LORENA NAVARRO
    IRACEMA GAVILÁN
  VLADIMIR CHORNY
  VERÓNICA VILLA/ RED EN  DEFENSA DEL MAÍZ-GRUPO ETC
  RICARDO BOTTAZZO
TRADUCCIÓN: FABRIZIO LORUSSO
  TRADUCCIÓN: FABRIZIO LORUSSO
NATALIA VIANA/AGENCIA  PÚBLICA
TRADUCCIÓN: PERIÓDICO EL PUERCO ESPIN
  TRADUCCIÓN: PERIÓDICO EL PUERCO ESPIN
TEXTO: INÁCIO DIAS DE  ANDRADE
TESTIMONIO RECOGIDO POR JOANA MONCAU
FOTOS: INÁCIO DIAS DE ANDRADE
  TESTIMONIO RECOGIDO POR JOANA MONCAU
FOTOS: INÁCIO DIAS DE ANDRADE
Imagina en  Resistencia
  ADAZAHIRA CHÁVEZ Y GLORIA  MUÑOZ
  CARTA PÚBLICA
  Fotoreportage
  FOTOGRAFÍAS: DESINFORMÉMONOS Y  TRIBU YAQUI
MÚSICA: SON DE PASCOLA YAQUI
TEXTO Y PRODUCCIÓN: DESINFORMÉMONOS
  MÚSICA: SON DE PASCOLA YAQUI
TEXTO Y PRODUCCIÓN: DESINFORMÉMONOS
Audio
  Il turismo contro  l'industria agricola a Panamá 
PRODUCCIÓN: radio temblor
  PRODUCCIÓN: radio temblor
_______________________________________________________
    skype:  desinformemonos
________________________________________________________
"...desinformémonos hermanos
hasta que el cuerpo aguante
y cuando ya no aguante
entonces decidámonos
carajo decidámonos
y revolucionémonos."
Mario Benedetti
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"...desinformémonos hermanos
hasta que el cuerpo aguante
y cuando ya no aguante
entonces decidámonos
carajo decidámonos
y revolucionémonos."
Mario Benedetti
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    skype:  desinformemonos
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"...desinformémonos hermanos
hasta que el cuerpo aguante
y cuando ya no aguante
entonces decidámonos
carajo decidámonos
y revolucionémonos."
Mario Benedetti
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"...desinformémonos hermanos
hasta que el cuerpo aguante
y cuando ya no aguante
entonces decidámonos
carajo decidámonos
y revolucionémonos."
Mario Benedetti
domenica 27 gennaio 2013
] SupMarcos: LORO E NOI - V
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE  NAZIONALE
  MESSICO
  Gennaio    2013
  Per: le/i compagn@  aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona in tutto il  mondo.
  Da: Le zapatiste,  gli zapatisti del Chiapas, Messico.
  Compagnes,  compagno e compañeroas:
  Compas della Rete  contra la Repressione e per la Solidarietà:
Le donne, gli uomini, i bambini e gli anziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, i più piccoli tra i vostri compagni, vi mandano il loro saluto.
  Le donne, gli uomini, i bambini e gli anziani dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, i più piccoli tra i vostri compagni, vi mandano il loro saluto.
Abbiamo deciso che  la nostra prima parola particolarmente rivolta a@ nostr@ compagn@ della Sesta,  sia resa nota in uno spazio di lotta, come lo è quello della Rete Contro la  Repressione e per la Solidarietà.   Ma le parole, i sentimenti ed i pensieri che qui si scorgono hanno come  destinatario anche chi non è presente.   Sono, soprattutto, per loro.
  -*-
  Ringraziamo per  l'appoggio che avete dato per tutto questo tempo alle nostre comunità, ai nostri  compagni basi di appoggio zapatiste ed ai compas aderenti detenuti in  Chiapas.  
  Nel nostro cuore  sono custodite le vostre parole di incoraggiamento e la mano collettiva che si è  stretta alla nostra.  
  Siamo sicuri che  uno dei punti da trattare nella vostra riunione sarà, o è già stato, quello di  lanciare una grande campagna in appoggio al compa Kuy, per denunciare  l'aggressione di cui è stato oggetto e chiedere giustizia per lui e per tutti  quelli feriti in quell'occasione, e per chiedere la liberazione immediata di  tutti gli arrestati a Città del Messico e a Guadalajara in occasione delle  proteste contro l'imposizione di Enrique Peña Nieto quale titolare  dell'esecutivo federale.
  Non solo, ma è  importante anche che quella campagna contempli di chiedere fondi per appoggiare  il compa Kuy per le spese di ospedalizzazione e di riabilitazione che le  zapatiste e gli zapatisti augurano avvenga presto.  
  Per appoggiare  questa campagna di fondi, stiamo mandando una piccola somma di denaro.  Vi chiediamo che, benché piccola, la  sommiate a quella che raccoglierete per il nostro compagno di lotta.  Quando potremo raccoglierne di più,  faremo arrivare il nostro contributo a chi nominerete questo  compito.
  -*-
  (TESTO  NASCOSTO.  Per leggere la lettera  completa, click sul seguente link: ELLOS Y NOSOTROS. V.- LA SEXTA.)
  -*-
  (TESTO  NASCOSTO.  Per leggere la lettera  completa, click sul seguente link: ELLOS Y NOSOTROS. V.- LA SEXTA.)
  -*-
  La Sesta è  un'iniziativa zapatista.  Convocare  non è unire.  Non pretendiamo unire  sotto una direzione, né zapatista né di qualunque altra filiazione.  Non vogliamo cooptare, reclutare,  sostituire, dimostrare, simulare, ingannare, dirigere, subordinare, usare.  La destinazione è la stessa, ma la  differenza, l'eterogeneità, l'autonomia dei modi di procedere sono la ricchezza  della Sesta, sono la sua forza.   Garantiamo e garantiremo rispetto, e chiediamo e chiederemo  rispetto.  Alla Sesta si aderisce  senza altro requisito che il "no" che ci convoca e l'impegno di costruire i "sì"  necessari.
  -*-
  (TESTO  NASCOSTO.  Per leggere la lettera  completa, click sul seguente link: ELLOS Y NOSOTROS. V.- LA SEXTA.)
  Per chiudere questa missiva (che, com'è evidente, ha lo svantaggio di non essere  accompagnata e completata da un video o una canzone), mandiamo il migliore dei  nostri abbracci (e ne abbiamo uno solo) agli uomini, donne, bambini ed anziani,  gruppi, organizzazioni, movimenti, o come ognuno voglia definirsi, che in tutto  questo tempo non ci hanno allontanato dai loro cuori, hanno resistito e ci hanno  appoggiato come compagne, compagni e compañeroas.
    Compas:   
  Siamo la   Sesta.
  Ci costerà caro.
  Non sarà di meno  il nostro dolore nell'aprirci a quelli che soffrono nel mondo. La strada sarà  più tortuosa.
  Combatteremo.
  Resisteremo.
  Lotteremo.
  Forse  moriremo.
  Ma sempre, una,  dieci, cento, mille volte vinceremo sempre.
  Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario  Indigeno-Comando Generale
  dell'Esercito Zapatista di Liberazione  Nazionale
  La Sesta-EZLN
  Subcomandante Insurgente  Marcos
  Chiapas, Messico,  Pianeta Terra
  Gennaio 2013
    Fw: [Ezln-it] Francisco Sántiz López è libero
La Jornada – Sabato 27 gennaio 2013
    Hermann Bellinghausen.  Inviato. San  Cristóbal de las Casas, Chis. 25 gennaio. Francisco Sántiz López, base di  appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), è uscito  questo pomeriggio dal carcere di San Cristóbal per insufficienza di prove dopo  13 mesi e mezzo di prigione.   
  Padre di otto figli e  nonno di 12, contadino e commerciante tzeltal che milita nelle basi zapatiste da  più di 20 anni, appena uscito dal carcere ha dichiarato: Continueremo a seguire  la lotta nell'EZLN, a seguire la strada, vinceremo.
  La richiesta della sua liberazione aveva suscitato un movimento  internazionale di solidarietà in circa 30 paesi che hanno manifestato per tutto  il 2012 in piazze pubbliche e di fronte a consolati ed ambasciate del Messico  nei cinque continenti. In queste mobilitazioni è stata chiesta anche la  liberazione di Alberto Patishtán Gómez, aderente dell'Altra Campagna chè è in  prigione dal 2000. (....)
  La liberazione del civile zapatista è stata accelerata ieri quando il  magistrato Leonel Jesús Hidalgo ha ordinato di risolvere in 24 ore la sua  situazione giuridica, considerando che non sono state considerate tutte le prove  esistenti a beneficio di Sántiz López che indicano che non partecipò agli eventi  che gli sono imputati. (....)
    venerdì 25 gennaio 2013
SupMarcos: LORO E NOI - IV (prima parte)
Gennaio  2013
  Quante  volte una pattuglia ci ha fermato per strada per il reato  di
  "avere  una faccia" sospetta o una cresta e dopo un po' di botte ci  hanno
  derubato  e poi lasciato andare?
  "Repressione  e Criminalizzazione", Cruz Negra Anarquista-México. Gennaio/2013
  -  E i giovani che ora vedono in te un eroe e l'esempio di una  
  persona  che è stata ingiustamente punita da un sistema repressore? -
  -  Eroe, no. Eroe è ognuno di quei giovani che escono ogni giorno in  strada
  ad  organizzarsi per cambiare questa società ingiusta e questo  sistema
  economico,  politico. E si organizzano, si difendono… Non temano,  la
  paura  sarà dall'altra parte -
  Alfonso  Fernández, detenuto secondo il 14N, nello Stato Spagnolo,
intervistato da Shangay Lily, per Kaos en la Red. gennaio 2013
  intervistato da Shangay Lily, per Kaos en la Red. gennaio 2013
"È  necessario un nemico per dare al popolo una speranza. (…) Ora,   
  il  sentimento dell'identità si fonda sull'odio verso chi non è  
  uguale.  Bisogna coltivare l'odio come passione civile. Il nemico è   
  l'amico  dei popoli. È necessario avere chi odiare per trovare giustificazione  
  della  propria miseria. Sempre. L'odio è la vera passione primordiale."
  Umberto  Eco. Il Cimitero di Praga.
  Dove  e quando comincia la violenza?
  Vediamo.
  Di  fronte allo specchio, in qualunque calendario e in qualunque geografia…  
  Immagina  di essere diverso dalla gente comune.   
  Immagina  di essere molto altro.   
  Immagina  di avere un certo colore della pelle o dei capelli.  
  Immagina  di essere disprezzato e umiliato e perseguitato e imprigionato e  ucciso
  per  questo motivo, per essere diverso.    
  Immagina  che da quando nasci, tutto il sistema ti dice e ti ripete che sei strano,    anormale, malato, che devi pentirti di quello che sei e che, dopo averlo  attribuito alla sfortuna e/o alla giustizia divina, devi fare  tutto
  quanto  possibile per modificare questo "difetto di fabbrica".
  /  Bene, vede, abbiamo proprio un prodotto che fa  semplicemente
  m-e-r-a-v-i-g-l-i-e  per i difetti congeniti. Questo pensiero la solleva
  dalla  ribellione e da quel fastidioso lamentarsi sempre di tutto. Questa  crema
  le  cambia il colore della pelle. Questa tintura per capelli le dà la tonalità  di
  moda.  Questo corso di "come farsi gli amc@ ed essere popolare nella rete"  le
  fornisce  quello che serve per essere una persona moderna. Questo  trattamento
  le  restituirà la giovinezza. Questo dvd le mostrerà come comportarsi a  tavola,
  per  strada, sul lavoro, al letto, nelle aggressioni illegali (ladri),  nelle
  aggressioni  legali (banche, governanti, elezioni, imprese  legalmente
  riconosciute),  nelle riunioni sociali… come? Oh, non la invitano  alle
  riunioni  sociali?… ok, le dice anche come farsi invitare.
  Infine,  da qui conoscerà il segreto di come vincere nella  vita.
  Avrà  più follower in twitter di Lady Gaga e yustin biber!  Include
  una  maschera a sua scelta. Ne abbiamo di ogni tipo! Anche quella di  CSG
  ok,  ok, ok, questo è stato un brutto esempio, ma ne abbiamo una per ogni    necessità.
  Non  la guarderanno più schifati! Non le diranno più rozz@, indi@,  plebeo,
  negr@,  región 4, zombie, filozapatista! /
  Immagina  che, nonostante tutti i tuoi sforzi e buone azioni, non riesci a nascondere il  suo colore della pelle o dei capelli.   
  Ora  immagina che si lanca una campagna per eliminare tutt@ quelli come te.  
  Non  è che ci sarà un evento per dare inizio a questa campagna, o una legge che lo  stabilisca, ma ti accorgi che tutto il sistema comincia a rivolgersi contro di  te e contro chi è come te. Tutta la società trasformata in una macchina il cui  scopo principale è annichilirti.   
  Dapprima  ci sono sguardi di disapprovazione, schifo, disprezzo. Seguono gli insulti, le  aggressioni. Poi ci sono arresti, deportazioni, prigioni. Quindi morti qua e là,  uccisioni legali e illegali. Infine, la vera campagna, la macchina in tutta la  sua capacità, per far sparire te e tutt@ quell@ come te. L'identità di chi forma  la società si regge sull'odio verso di te. La tua colpa? Essere  diverso.
  -*-
  Ancora  non lo vedi?
  Ok,  immagina dunque di essere… (coniuga al maschile, al femminile o altro, secondo  il caso).
  Un  indigeno in un paese dominato da stranieri. Una squadra di elicotteri militari  si dirige sulle tue terre. La stampa dirà che l'occupazione del parco eolico  impediva la diminuzione dell'inquinamento o che la selva veniva distrutta. "Lo sgombero era necessario per ridurre il  riscaldamento globale del pianeta", segretario di  governo.
  Un  nero in una nazione dominata da bianchi. Un giudice WASP emette la sentenza. La giuria ti ha  dichiarato colpevole. Tra le prove presentate dalla procura c'è un'analisi della  pigmentazione della tua pelle.
  Un  ebreo nella Germania nazista. L'ufficiale della Gestapo ti guarda fisso. Il  giorno dopo nel rapporto si dirà che la razza umana è stata  depurata.
  Un  palestinese nella Palestina attuale. Il missile dell'esercito israeliano punta  sulla scuola, l'ospedale, il quartiere, la casa. Domani i media diranno che si  sono abbattuti su obiettivi militari.
  Un  immigrato dall'altra parte di qualsiasi frontiera. Si avvicina una pattuglia  della migra. Il giorno dopo non  apparirà niente nei notiziari.
  Un  prete, una suora, un laico che ha optato per i poveri, in mezzo all'opulenza del  Vaticano. Il discorso del Cardinale si rivolge contro chi si immischia nelle  cose terrene.
  Un  venditore ambulante in un centro commerciale esclusivo in una zona residenziale  esclusiva. Il furgone della celere staziona. "Difendiamo il libero  commercio", dichiarerà il delegato governativo.
  Una  donna sola, di giorno o di notte, su un mezzo pubblico pieno di uomini. Una  piccola variazione nella percentuale di "violenza di genere". L'agente di  polizia dirà: "è che sono loro a  provocare."   
  Un  gay solo, di giorno o di notte, su un  mezzo pubblico pieno di maschi. Una minima variazione nella percentuale di   "violenza omofobica".
  Una  lavoratrice del sesso in una strada isolata… si avvicina una pattuglia. "Il governo combatte con efficienza la tratta  delle bianche" dirà la stampa.
  Un  punk, un rasta, uno skater, un cholo, un metallaro, per strada, di notte… si  avvicina un'altra pattuglia. "Vogliamo  inibire le condotte asociali e il vandalismo", capo di governo.  
  Un  grafittaro mentre "scrive" nel World Trade Center… si avvicina un'altra  pattuglia. "Faremo tutto il necessario  per avere una città bella e attraente per il turismo", qualsiasi  funzionario.
  Un  comunista in una riunione del partito fascista di destra. "Siamo contro i totalitarismi che tanto danno  hanno fatto nel mondo", il presidente del partito.
  Un  anarchico in una riunione del partito comunista. "Siamo contro le deviazioni piccolo-borghesi  che tanto danno hanno fatto alla rivoluzione mondiale", il segretario  generale del partito.
  Un  programma del notiziario "31 minutos" nella striscia informativa della CNN.  Tulio Triviño e Juan Carlos Bodoque si guardano sconcertati, non dicono  niente.
  .. segue
giovedì 24 gennaio 2013
Ancora detenuti gli indigeni in Chiapas
La  Jornada – Giovedì 24 gennaio 2013
    Hermann  Bellinghausen. Inviato. San  Cristóbal de Las Casas, Chis., 23 gennaio.  E' trascorso più di un anno dal nostro sciopero della fame ed ancora non c'è  risposta alla richiesta del nostro rilascio, né al risarcimento per tutte le  irregolarità giudiziarie contro di noi, ha dichiarato Pedro López Jiménez, a  nome del gruppo di detneuti dell'Altra Campagna nel Carcere N. 5. Le autorità  sanno della nostra innocenza.   
  Si  tratta di detenuti indigeni che scontano pene basate su montature e irregolarità  nei loro processi. I più noti sono Alberto Patishtán, della Voz del Amate, e  Francisco Santiz López, base di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione  Nazionale, i cui casi sono di competenza federale e, nonostante le promesse dei  governi chiapanechi, dormono indebitamente il sonno dei  giusti.
  Denunciando  le condizioni carcerarie degli oltre 500 detenuti nel carcere degli Altos, López  Jiménez, del grupo Solidarios de la Voz del Amate, sostiene che il nuovo  direttore, Wenceslao Urbina Gutiérrez, "ha limitato molte cose, violando i  diritti dei detenuti senza rispettare gli usi e i costumi di tutti noi che siamo  in stragrande maggioranza indigeni.   
  Chiediamo  al governatore Manuel Velasco Coello che intervenga in questa situazione di  ingiustizia", aggiunge. Da lunedì scorso impediscono ai suoi familiari di  portargli cibo, come banane, pozol, tortillas. "Siamo poveri, ma le nostre  famiglie ci portano cose che compensano il cibo della prigione che non è buono  né sufficiente, ed ora ci proibiscono questo diritto".  
  Inoltre,  "le autorità del Carcere N. 5 stanno limitando le visite senza giustificazioni e  in malo modo. Questa situazione colpisce la totalità della popolazione, non solo  chi è organizzato", dichiara il portavoce tzotzil.
  Gli  altri detenuti dell'Altra Campagna sono Alfredo López Jiménez, Rosa López Díaz,  Juan Collazo Jiménez, Juan López Díaz e Alejandro Díaz Santiz. Tutti hanno  documentato detenzione arbitraria, tortura, negazione dell'interprete nella  propria lingua, corruzione degli agenti del Pubblico Ministero, confessioni  estorte e fabbricazione delle accuse.   
  Intanto,  Santiz López, base di appoggio zapatista, continua a restare in carcere senza  motivo ed il suo caso congelato, più come ostaggio politico che imputato. Anche  il professor Patishtán aspetta che la Corte Suprema di Giustizia della Nazione  rispetti il suo obbligo di considerare il suo caso, un'altra collezione di   irregolarità processuali che l'ha condannano a 60 anni di prigione (ne ha già  scontati 12) per un crimine che non ha commesso.  
  Infine,  in un'altra dilazione inspiegabile, la giudice di Simojovel che deve  pronunciarsi sull'invalidità delle accuse contro Rosario Díaz Méndez, membro  della Voz del Amate, ha ritardato per settimane il suo intervento, non  rispettando i successivi termini legali. http://www.jornada.unam.mx/2013/01/24/politica/022n1pol
    SupMarcos: LOR E NOI - III (seconda e ultima parte)
-  Il problema è che né loro né i nostri guardano la televisione, leggono i nostri  giornali, non hanno twitter, né facebook, nemmeno il cellulare. Loro sanno di  stare meglio ed i nostri sanno di stare peggio.
  Si  alza la commensale con il cartellino "sinistra moderna":
  –  Signore, se permette. Con il nuovo programma di Solid… scusi, volevo dire con  la Crociata Nazionale…
  Il  lacchè la interrompe spazientito:
  –  Dai Chayo, non cominciare con i discorsi per i media. Tutti noi concordiamo  che il nemico principale sono quei maledetti indios e non l'altro innominabile.  Quello l'abbiamo ben infiltrato e circondato da personale del signore qui   presente.
  Quello  con cartellino "chupa cabras" annuisce con soddisfazione e riceve  grato le pacche sulle spalle dei vicini commensali.
  Il  lacchè continua:
  –  Ma tu ed io, e tutti i presenti, sappiamo che la faccenda dei programmi   sociali è una bugia, che non importa quanti soldi si investano, alla fine  dell'imbuto non resta niente. Perché ognuno si prende la sua fetta. Dopo il  signore, con tutto il rispetto, tu ne prendi una buona parte, e così tutti i  presenti, poi i signori governatori, i comandi delle zone militari e navali, le  legislature locali, i presidenti municipali, i commissari, i leader, gli  addetti, i cassieri, alla fine, resta poco o niente.
  L'uomo  interviene:
  -  Allora bisogna fare qualcosa, altrimenti il Capo cerca altri capoccia e voi  sapete bene, signore e signori, cosa significa: la disoccupazione, lo scherno,  forse la prigione o l'esilio.
  Il  personaggio titolato "chupa-cabras"  trema e fa un gesto affermativo.
  –  Ed è urgente, perché se quegli indios zampa-storta… (la figlia del  signore fa una smorfia schifata, la signora improvvisamente si sente male e  diventa verde). La signora si ritira adducendo qualcosa su una  gravidanza.
  L'uomo  prosegue:
  –  Se quegli stronzi di indios si uniscono, ci troveremmo con grossi problemi  perché…
  –  Emm, emm, signore - interrompe il lacchè.
  -  Sì? -
  –  Temo che ci sia un problema più grande, cioè, peggiore,  signore.
  –  Più grave? Peggiore? Cosa può esserci di peggio degli indios   insorti?
  -  Beh, che si mettano d'accordo con gli/le altr@, signore  -.
  –  Gli/le Altr@? Chi sono? -
  -  Mm… aspetti che guardo… beh, contadini, operai, disoccupati, giovani, studenti,  maestri, impiegati, donne, uomini, anziani, professionisti, gay, punk, rasta,  skater, rapper, hip-hopers, rocker, metallari, autisti, coloni, ong, ambulanti,  bande, razze, villani, plebei…-
  -  Basta!, ho capito… credo.
  I  lacchè si scambiano un sorrisetto complice.
  –  Dove sono i leader che abbiamo corrotto? Dove sono quelli che abbiamo  convinto che la soluzione di tutto è diventare come  noi?
  -  Sono sempre in meno a crederci, signore. E' sempre più difficile controllare i  loro uomini.
  –  Cercate chi corrompere! Offrite soldi, viaggi, programmi televisivi, seggi,  governi! Ma soprattutto soldi, tanti soldi!
  -  Lo stiamo facendo, signore, ma … – il lacchè  tentenna.
  -  E? – lo pressa l'uomo.
  –  Ne troviamo sempre di più… -
  -  Magnifico! Allora, c'è bisogno di altri soldi?
  –  Signore, voglio dire che ne troviamo sempre di più che non si lasciano  corrompere.
  -  E col terrore?
  –  Signore, sono sempre di più a non aver paura, o se ce l'hanno, la  controllano.
  –  L'inganno?
  –  Signore, sono sempre di più le persone che pensano con la propria   testa.
  –  Allora bisogna distruggerli tutti!
  -  Signore, se spariscono tutti, spariscono anche i nostri. Chi seminerà la terra,  chi farà funzionare le macchine, chi lavorerà nei grandi media, chi ci servirà,  chi combatterà le nostre guerre, chi ci loderà?
  –  Allora bisogna convincerli che noi siamo necessari quanto  loro.
  –  Signore, oltre al fatto che ci sono sempre più persone che rendono contro che  non siamo necessari, sembra che il Capo stia dubitando della nostra utilità, e  per "nostra" mi riferisco a tutti noi.
  Gli  invitati al tavolo del signore si agitano nervosamente sulle  sedie.
  -  Dunque?
  –  Signore, mentre cerchiamo un'altra soluzione, perché quella del "Patto" non è  servita a niente, e visto che bisogna evitare la vergogna di ospitarlo di nuovo  in un bagno, abbiamo acquisito qualcosa di più adatto: una "stanza  antipanico!"
  I  commensali si alzano e applaudono. Tutti si affollano intorno alla macchina.  L'uomo entra e si mette ai comandi.
  Il  lacchè, nervoso, avverte:
  –  Signore, faccia attenzione a non premere sul tasto  "espulsione".
  –  Questo?
  –  Nooooooooooooooo!
  Truccatori  e burattinai corrono a prestare aiuto.
  Il  lacchè si rivolge ad uno dei cameraman che ha filmato  tutto:
  -  Cancella questa parte… E dì al Capo che prepari un fantoccio di scorta. Questo  bisogna "resettarlo" ogni  volta.
  I  commensali si aggiustano la cravatta, la gonna, si pettinano, tossicchiano   cercano di richiamare l'attenzione. I click delle telecamere e la luce dei  flash oscurano  tutto…
  (continua…)
  Da  qualche luogo in qualunque mondo.
  SupMarcos
Pianeta Terra
Gennaio 2013
  Pianeta Terra
Gennaio 2013
Dati  ricavati dalla Relazione #69 del Servizio di Intelligenza Autonoma (SIA) su  quanto sentito e visto in una riunione ultra-arci-super-iper segreta, realizzata  in Messico, D.F. cortile degli Stati Uniti, latitudine 19° 24´ N, longitudine  99° 9´ W. Data: alcune ore fa. Classificazione: solo per i tuoi occhi.  Raccomandazione: non rendere pubblica questa informazione perché ci sgamano.  Nota: mandate altro pozol perché Elías l'ha finito al grido di "reggetevi che  c'è fango!", e sta ballando ska sul motivo dei Tijuana No, "Trasgresores de la Ley",  nella versione di Nana Pancha. Sì,  il pezzo è forte, ma è dura entrare in slam perché Elías indossa scarponi  da minatore con punta di acciaio.
  ::::::::::::::::::::::::::::::::
Ascolta e guarda il video che accompagna il testo: Link
    Ascolta e guarda il video che accompagna il testo: Link
SupMarcos: LORO E NOI - III (prima parte)
In  qualche luogo del Messico…
  L'uomo  colpisce, furioso, il tavolo.
  -  Annientateli!
  –  Signore, con tutto il rispetto E' da più di 500 anni che ci proviamo. Gli imperi  che si sono succeduti hanno tentato con tutto il potere militare  dell'epoca.
  –  E perché sono ancora lì?
  –  Emm… stiamo ancora cercando di capirlo  – il lacchè guarda con rimprovero il tipo in divisa  militare.
  Il  militare si alza e, sull'attenti, tende il braccio destro, con la mano estesa, e  grida con entusiasmo:
  –  Heil…! Scusate, volevo dire, saluto, signore – Dopo aver rivolto  un'occhiata minacciosa che zittisce le risatine degli altri commensali,  continua:
  -  Il problema, signore, è che quegli eretici non ci affrontano dove siamo forti,  ci girano intorno, ci attaccano nelle nostre debolezze. Se fosse una questione  di piombo e fuoco, già da tempo quelle terre, con i loro boschi, acqua,  minerali, persone, sarebbero state conquistate e così lei avrebbe potuto  offrirle in tributo al grande Capo, signore. Quei codardi, invece di affrontarci  con i loro eroici petti nudi, o con archi, frecce e lance, e morire da eroi  (sconfitti sì, ma da eroi), si preparano, si organizzano, si mettono d'accordo,  ci prendono in giro, si nascondono quando si tolgono la maschera. Ma non saremmo  in questa situazione se mi avessero coinvolto quando tutto è cominciato - e  guarda con riprovazione il commensale sulla cui targhetta sul tavolo si legge  "chupa-cabras versione  8.8.1.3".
  Il  commensale sorride e dice:
  –  Generale, con tutto il rispetto, non avevamo una bomba atomica. Ed anche se  ne avessimo potuta avere una dai nostri alleati (il commensale che ha la  targhetta con scritto "ambasciatore" ringrazia per la menzione), saremmo  riusciti ad annichilire tutti gli aborigeni, ma avremmo distrutto anche i boschi  e l'acqua, oltre a rendere i lavori di esplorazione e sfruttamento di  minerali  impossibili per, diciamo,  vari secoli.
  Interviene  un altro dei lacchè:
  –  Abbiamo promesso loro che alla loro morte ci sarebbero state canzoni e poemi  in lode al loro sacrificio, corridos, film, tavole rotonde, saggi, libri, opere  teatrali, statue, il loro nome in caratteri d'oro. Li abbiamo avvertiti che se  si impegnavano a resistere e continuare a vivere, avremmo diffuso voci e dubbi  sul perché non sono spariti, perché non sono morti, e che avremmo detto che loro  erano una nostra creazione, che avremmo intrapreso una campagna di discredito  tale che avrebbero perfino avuto il sostegno di alcuni intellettuali, artisti e  giornalisti progressisti - I commensali ai quali allude fanno un gesto di   approvazione, benché più di uno si mostri infastidito per così tanti "isti".
  L'uomo  interrompe impaziente:
  –  E?
  –  Ci hanno risposto così – (il lacchè  mostra il pugno col dito medio alzato).
  I  commensali si agitano indignati e reclamano:
  –  Plebei! Villani! Rozzi! Barboni! -
  Il  lacchè è ancora col dito medio alzato di fronte all'uomo che lo   riprende:
  –  Ok, ho capito, abbassa la mano.
  Il  lacchè abbassa lentamente la mano mentre strizza l'occhio agli altri commensali.  Poi continua:
  –  Il problema, signore, è che queste persone non hanno il culto della morte, ma  della vita. Abbiamo cercato di eliminare i loro leader visibili, comprarli,  sedurli.
  –  Quindi?
  –  Oltre al fatto che non ci siamo riusciti, ci siamo resi conto che il problema  maggiore sono i leader invisibili.
  –  Ok, trovateli.
  –  Li abbiamo già incontrati,  signore
  –  E? -
  –  Sono tutt@, signore.
  -  Come tutt@?
  –  Sì, tutte, tutti. Questo è uno dei messaggi che hanno lanciato il giorno  della fine del mondo. Ma siamo riusciti a non far trapelare sui mezzi di  comunicazione, e credo che qui possiamo dirlo senza paura che qualcun altro lo  sappia, che hanno usato un codice affinché noi capissimo: quello che sta sopra  il palco è il capo.
  -  Cosa?! 40 mila capi?
  –  Emm… signore, scusi, questi sono quelli che abbiamo visto, bisognerebbe  aggiungere gli altri che non abbiamo visto.
  –  Allora corrompeteli. Immagino che abbiamo  denaro a sufficienza – aggiunge rivolgendosi al commensale con la  targhetta "cassiere non automatica".
  Il  cosiddetto "cassiere" dice balbettando: 
  -  Signore, dovremmo vendere qualche bene dello Stato ma ormai non c'è quasi più  nulla.
  Il  lacchè interviene:
  –  Signore, c'abbiamo provato.
  –  E?
  –  Non hanno prezzo.
  –  Dunque, convinceteli.
  -  Non capiscono quello che diciamo. E a dire il vero, anche noi capiamo quello che  dicono. Parlano di dignità, di libertà, di giustizia, di  democrazia…
  –  Bene, allora facciamo come che se non esistessero. Così moriranno di fame,  malattie curabili, con un buon blocco informativo, nessuno se ne accorgerà fino  a che sarò troppo tardi. Ok, uccidiamoli di oblio.
  Il  commensale che somiglia sorprendentemente ad un chupa-cabras fa un segno di  approvazione. L'uomo ringrazia per il gesto.
  –  Sì, signore, ma c'è un problema.
  –  Quale?
  –  Anche se li ignoriamo, si ostinano a continuare ad esistere. Senza le nostre  elemosine, scusate, volevo dire senza il nostro aiuto, hanno costruito scuole,  hanno coltivato la terra, realizzato cliniche ed ospedali, migliorato le  abitazioni e la loro alimentazione, abbassato i livelli di criminalità,  sconfitto l'alcolismo. Oltre ad aver proibito la produzione, distribuzione e  consumo di stupefacenti, elevato la loro speranza di vita quasi equiparandola  con quella delle grandi città.
  -  Ah, cioè che continua ad essere più alta nelle città – l'uomo sorride  soddisfatto.
  –  No signore, quando dico "quasi" è che la loro è più alta. La speranza di vita  nelle città si è ridotta grazie alla strategia del suo predecessore,  signore.
  Tutti  si voltano a guardare con scherno e riprovazione il personaggio con la cravatta  blu.
  –  Vuoi dire che quei ribelli vivono meglio di quelli che  corrompiamo?
  –  Assolutamente, signore. Ma non dobbiamo preoccuparci di questo, abbiamo   predisposto una campagna mediatica ad hoc per rimediare a  questo.
  –  E?
  ...... segue
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