giovedì 16 gennaio 2014

Ejidatarios di Tila denunciano una vasta operazione disottrazione di terreni

 
 

La Jornada – Giovedì 16 gennaio 2014
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 15 gennaio. L'ejido di Tila, nella zona nord dello stato, denuncia una vasta operazione di sottrazione di terreni ejidales nella città di Tila (dove si trova una parte delle loro terre), guidata dal governo municipale e da alcuni leader di commercianti privi di diritti ejidales, e perfino non residenti in città. Gli organi di rappresentanza ejidale, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, hanno rivolto la loro protesta alla giunta di buon governo zapatista Nueva semilla que va a producir, nel caracol cinque della Zona Nord, ed al comando dell'EZLN.
Gli ejidatarios denunciano che, con l'appoggio del governo dello stato, il presidente municipale, Limberg Gregorio Gutiérrez Góme,z ed un piccolo gruppo di venditori ambulanti dipendenti della CROC, provenienti da alcune comunità e guidati da Jesùs Gilberto Gutiérrez Pérez, vogliono sottrarre parte dell'ejido per costruire un centro commerciale senza il consenso dell'assemblea generale, violando così gli articoli 22, 23 e 43 della Legge Agraria.
Gli ejidatarios chol sottolineano: Qualunque atto che abbia per oggetto alienare, prescrivere o sequestrare queste terre sarà nullo, le nostre terre sono inalienabili, imprescrittibili ed insequestrabili. Questo presunto centro commerciale secondo loro è per dare un aspetto migliore al paese, ma è solo per i loro interessi privati e quello che vogliono è creare conflitto tra i contadini che non vogliano avere niente a che fare col malgoverno. Quello che viene dal governo non è sviluppo ma sfruttamento, schiavismo e discriminazione.
Accusano il consigliere comunale, Gutiérrez Pérez, ed altro piccolo gruppo di venditori ambulanti guidato da Vicente Ramírez Jiménez, di qualunque scontro possa sorgere. Gli ejidatarios si dichiarano proprietari delle terre; solo loro possono deciderne l'uso nell'assemblea generale degli ejidatarios. Riferiscono che il consigliere comunale ed il sindaco municipale Sandro Abel Estrada Gutiérrez, il primo ottobre scorso hanno firmato un accordo con un ridotto gruppo di commercianti, senza il consenso almeno di tutti i commercianti della zona, per effettuare lo sgombero.
Il primo gruppo di venditori, senza alcuna attribuzione legale, si è già messa contro la popolazione. Alla festa del Corpus Cristi, a maggio, erano diventati violenti quando la commissione agraria nominata dall'assemblea generale aveva distribuito gli spazi del commercio ambulante. Gli ejidatarios avvertono che non scambieranno le loro terre con opere o regalie. Ciò nonostante, il 10 dicembre, il municipio ha presentato il plastico di un'ipotesi di centro commerciale dicendo che comunità e governo avrebbero lavorato insieme. Il sindaco non rispetta mai i popolo e tanto meno le leggi e sta esercitando le sue funzioni in un territorio ejidale senza averne la competenza.
Aggiungono che hanno vinto una causa (fascicoli 259/1982 e 723/2000), ma i filogovernativi continuano a derubare l'ejido senza essere portati in giudizio, perché quelli che applicano la giustizia sono gli stessi corrotti che appoggiano il migliore offerente. Il governo di qualunque livello, deve rispettare le nostre forme di vita, proteggere i diritti e consultarci ogni volta che sia necessario sulla destinazione d'uso delle nostre terre. Siamo orami stanchi che non succeda niente e che questi non vengano processati. I commercianti che hanno firmato gli accordi non sono ejidatarios, ed anche se lo fossero, tutto deve avvenire dietro accordo dell'assemblea generale che è la massima autorità.
Gli indigeni si dichiarano in allerta massima. Dicono che difenderanno le loro terre ad ogni costo; se toccano una parte dell'ejido, toccano tutti gli ejidatarios. http://www.jornada.unam.mx/2014/01/16/politica/018n1pol
 


 

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