martedì 24 dicembre 2013

Subcomandante Marcos: Rewind 2. (2/2)

 
 
 
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Voglio dire, noi (ed altr@ come noi, molti, molte, tutt@) lottiamo per essere migliori ed accettiamo quando la realtà ci dice che non ci siamo riusciti, ma non per questo smettiamo di lottare.
Perché non è che qua non onoriamo i nostri morti. Lo facciamo. Ma lo facciamo lottando. Tutti i giorni, a tutte le ore. E così fino a che guardiamo il suolo, prima allo stesso livello, poi verso l'alto, coprendoci con il passo compagno.
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Infine, le pagine si allungano e con esse cresce anche la certezza che tutto questo non importa a nessuno, che non è trascendente, che non è quello che la-Nazione-il-momento-storico-la-congiuntura chiede, che è meglio raccontare una storia… o scrivere una biografia… o innalzare un monumento.
E delle 3 cose, sono fermamente convinto che l'unica che vale la pena è la prima.
Quindi vi racconterò, così come me l'ha riferita Durito, la storia del Gatto-Cane (attenzione: adesso sì leggete "Rewind 3").
Bene. Salute e, dei morti, guardate soprattutto la strada che il loro passo ha percorso, che ha ancora bisogno di passi che la percorrano.
Il Sup mentre si sistema il passamontagna con macabra civetteria.
P.S. CHE PRENDE POSIZIONE IN UN DIBATTITO DI REALE ATTUALITÀ. – "I videogiochi sono la continuazione della guerra con altri mezzi", sentenzia Durito. Ed aggiunge: "Nella lotta millenaria tra i fanatici del PS e della Xbox può esserci solo un perdente: l'utente". Non ho osato chiedergli a che cosa si riferisse, ma suppongo che più di un@ capirà.
P.S. TROPPO LUNGO PER STARE IN UN "TWIT" (deve essere per l'ammontare della fattura). - L'autonominato"governatore" del Chiapas, Messico, ha solennemente dichiarato che la sua amministrazione "ha stretto la cinghia" con un programma di austerità. A dimostrazione della sua decisione, si è bevuto più di 10 milioni di dollari per una campagna pubblicitaria nazionale tanto massiccia e costosa quanto ridicola…e illegale. Ma siccome alcuni media hanno avuto la loro fetta di torta,"l'imberbe", "inesperto" e "immaturo" impiegato di un affare che non è né partito, né è verde, né è ecologista, né è del Messico (beh, né lui è governatore, quindi non c'è motivo di soffermarsi sui dettagli) è ora sulle pagine della stessa stampa che lo attaccava per essere un "bamboccio", un "uomo di Stato" che non spende per la sua promozione personale, ma per "attrarre turismo in Chiapas". Sì mio caro, già le agenzie turistiche lanciano il pacchetto "Conosci il Güero Velasco","all included", accompagnato da un "kit" con paraocchi per non vedere i gruppi paramilitari, né la miseria e il crimine che pullulano nelle principali città chiapaneche (Tuxtla Gutiérrez, San Cristóbal de las Casas, Comitán, Tapachula, Palenque), in uno stato dove si suppone che i poveri siano gli indigeni, non i meticci. Se il ladrone, Juan Sabines Guerrero, pagò milionate ai media per simulare un governo dove c'erano solo razzie, l'attuale "junior" della politica locale paga di più perché ha imparato dall'attuale titolare dell'Esecutivo Federale (credo si chiami Enrique Manlio Emilio… no? Vedete lo svantaggio di non avere un account twitter?) che si può passare da un'indagine giudiziaria alla lista di candidati alle presidenziali del 2018, con solo poche decine di milioni di dollari, un buon Photoshop e una telenovela rosa.
P.S. DI CONGIUNTURA REITERATA.- Permetta, signora, signore, signorina, bambino, bambina, altroa. Mi permetta, alla fine impertinente, di non lasciarle chiudere la porta e restare solo, sola, a ruminare la sua frustrazione e cercare responsabili, come si infuria chi ha un altare fisso e un idolo variabile. E se non metto il piede per evitare che lei chiuda la porta e resti in salvo nel suo castello di dogmi, ma, invece, metto il naso dove non devo, lo attribuisca al mio naso, già di per sé impertinente in volume e forma. Suvvia, mi permetta di interrompere il suo odio represso, secco, sterile, inutile.
Venga, si calmi, si sieda, respiri profondamente. Sia forte e si comporti con studiata sensatezza, come quelle coppie che si separano "da persone mature" benché muoiano dalla voglia di spaccare la testa alla suddetta… o suddetto (non dimenticare l'equità di genere).
Dunque, quando ottenete qualcosa è solo grazie al vostro sforzo? Però, quando mietete una sconfitta, allora si democratizzano le responsabilità… e vi autoescludete. "I fiori sono una farsa", hanno sentenziato. "Non si accettano incappucciati", hanno decretato (e nemmeno pensare di presentare un reclamo alla CONAPRED per discriminazione nel modo di vestire). "Soltanto noi soli trionferemo e la Nazione ci sarà eternamente grata, i nostri nomi compariranno nei libri di testo, congressi, statue, musei", si sono entusiasmati anticipatamente.
Poi è successo quello che è successo e, come prima, ora cercano chi incolpare del fallimento di questa lotta di sopra. "È mancata l'unità", dicono, ma pensano "è mancato che si sottomettessero alla nostra guida".
La razzia truccata da riforma costituzionale non è cominciata con questo governo. È iniziata con Carlos Salinas de Gortari e la sua riforma dell'Articolo 27. L'esproprio agrario fu "coperto" allora dalle stesse menzogne che ora avvolgono le malchiamate riforme: ora la campagna messicana è completamente distrutta, come se un bombardamento atomico l'avesse spianata. E succede ormai col totale delle riforme. La benzina, l'energia elettrica, l'educazione, la giustizia, tutto sarà più caro, di peggiore qualità, più scarso.
Prima di questo e ancora prima delle attuali riforme, i popoli originari sono stati e sono spogliati dei loro territori, che sono anche della Nazione. L'oro liquido moderno, l'acqua e non il petrolio, è stato rubato senza che questo richiamasse l'attenzione dei grandi media. Al furto del sottosuolo, tanto chiaramente denunciato nella Cattedra Tata Juan Chávez Alonso dal Congresso Nazionale Indigeno, sono state dedicate poche righe svogliate sulla stampa a pagamento che oggi lamenta che IL POPOLO, questa entelechia così politico mediatica, non faccia niente per frenare il furto legalizzato e illegittimo chiamato "riforma energetica". La razzia è quotidiana e in ogni luogo. Ma è solo ora che si dice che la Patria è stata tradita.
Ed ora lei, che è stato sordo, si indigna perché non l'ascoltano né la seguono.
E dice che non si fa niente perché non vede niente. Dice e si dice: "vale quello che faccio IO o quello che si fa sotto la mia tutela, nel mio calendario e nella mia geografia. Il resto non esiste perché non lo vedo".
E come potrebbe vedere qualcosa se usa i paraocchi che il Potere le regala?
Solo adesso scopre che lo Stato non solo rinuncia ad essere un ammortizzatore nell'uragano di razzie che è il Neoliberismo, ma che, in aggiunta, si getta rapido a disputarsi le briciole che il vero Potere gli lancia?
Guardi, il mondo è tondo, gira, cambia. E a poco o niente può servirle questo catalogo di evidenze duali: sinistra e destra, reazionario e progressista, antico e moderno, e sinonimi e antonimi tanto di moda nella politica di sopra.
Guardi, il fatto è, semplicemente, che il suo pensiero è decrepito.
Ed ha cominciato a perdere nel momento stesso in cui ha deciso di abbracciare quello di sopra (usando il vecchio trucco - che ora le si ritorce contro - di destra-sinistra-progressista-reazionario, di inventarsi alibi e vestirli delle stesse parole che oggi la intrappolano), dimenticando che quelli di sopra non accettano abbracci, ma genuflessioni.
No, non è che lei non abbia idee e bandiere. È solo che sono a brandelli. Non importa di quanta modernità siano ammantate, né quante parole altisonanti si dicano attorno ad esse, né quanti twit le ripetano, né quanti "like" e commenti raccolgano.
Lei, che si aspettava un proclama, il sangue anonimo versato, bellicosi squilli di tromba, le otto colonne, le immagini col sangue offerto sull'altare della Patria, voi, e solo voi, dovrete redimervi.
/ No mio caro, se le dico che lo zapatismo non è più quello di prima, si ricorda come quasi 20 anni fa ci emozionavamo con le immagini dei morti anonimi che non avevano né volto né nomi, tanto lontani, tanto indigeni, tanto chiapanechi? / Certamente, Ocosingo è in Medio Oriente? / Ah, e le loro iniziative, così brillanti quando c'era un palco per noi. / D'altra parte, chi può prendere sul serio chi rifiuta di iscriversi alla mobilitazione o al movimento (attenzione: non è la stessa cosa, imparate a differenziare) di moda? O analizzarla, classificarla, giudicarla, archiviarla? / Di fatto, sono finiti, non invitano più nemmeno la stampa alle loro celebrazioni, che cosa possono celebrare che non sia la nostra assoluzione o condanna? / Ah, ma quello che non perdoneremo mai a questi zapatones, non è solo che non siano morti tutti - e con ciò ci avrebbero negato il diritto di amministrare le loro morti nel lungo labirinto dei mausolei, delle ballate, dei "non sei morto compagno, la tua morte sarà amministrata" -, ma che anche le loro morti li abbiano resi tanto… tanto… tanto ribelli /.
E niente, invece di questo…post scriptum!
So che non le importa, ma per le incappucciate e gli incappucciati di qua, la lotta che vale non è quella che si è vinto o perso. È quella che prosegue, e per essa si preparano i calendari e le geografie.
Non ci sono battaglie definitive, né per i vincitori né per i vinti. La lotta proseguirà, e chi ora si delizia nel trionfo vedrà il suo mondo crollare.
Per il resto, non si preoccupi. Lei non ha perso niente perché non ha affatto lottato realmente. La sola cosa che ha fatto è delegare ad un altro il conseguimento del monopolio di una vittoria che non arriverà.
Quello di sopra cadrà, senza dubbio. Ma il suo crollo non sarà il prodotto di una lotta monopolizzata, escludente e fanatica.
Se vuole, continui a tirare da sopra, festeggerà ogni piccolo movimento del monolite, ma la corda si spezzerà continuamente.
Le statue e gli autoritarismi si abbattono dal basso, in modo che non rimanga il basamento per un nuovo busto che sostituisca il precedente.
Nel frattempo, ed è la mia umile opinione, la sola cosa che vale la pena fare là in alto è quello che fanno gli uccelli: cagare.
Vale, di gelato di noce, anche se fa freddo.
Il Sup che si prepara per…
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Guarda e ascolta i video che accompagnano questo testo.
Del gruppo iberico di Rock Punk Arzua25, il pezzo"Zapatista", del disco "Bienvenido a la Resistencia". http://www.youtube.com/watch?v=1-jbz_V3y_8&feature=player_embedded
Il gruppo SKA-FE, dalla Colombia, la canzone "Muerte a la Muerte". ¡Brincooooolín! http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XTkQGEabRIE
Della serie "Come avrebbe dovuto finire", i finali alternativi a "Batman, il cavaliere della notte". Video dedicato alle/ai mascherat@ "cattiv@" (che non sono ben accett@ alle mobilitazioni "trascendentali"), come Gatúbela e Bane (con i passamontagna invertiti e l'eccellente dizione). http://www.youtube.com/watch?v=cfovSTI1csI&feature=player_embedded
Dell'immortale Cuco Sánchez, "No soy monedita de oro", che parla da sé. http://www.youtube.com/watch?v=6sEnPI1XBk8&feature=player_embedded


 

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