La Jornada – 1° agosto 2012
Enrique Méndez
La Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa) critica le affermazioni del presidente Felipe Calderón secondo il quale uno degli equivoci più deleteri portati avanti dall'EZLN sia l'idealizzazione delle forme di convivenza e autogoverno indigeni, non tutti difendibili, e ritiene che con questa posizione il capo dell'Esecutivo assume un atteggiamento provocatorio nei confronti dello zapatismo.
Per questo ha esortato Calderón a ricordare che esiste un conflitto latente che può riesplodere di fronte alle provocazioni del governo.
In una nota sottoscritta dal il titolare della Cocopa, Juan Carlos Regis Adame (PRD), si criticano le dichiarazioni di Calderón alla presentazione del libro di Luis H. Álvarez, Corazón indígena: lucha y esperanza de los pueblos originarios de México, dove il mandatario ha affermato che questa idealizzazione ha condotto alla teoria che gli indigeni si basano su un sistema di governo di origine precolombiana che garantisce la risoluzione dei conflitti, l'armonia, la giustizia e l'uguaglianza nella comunità.
Quelle affermazioni, sostiene la Cocopa, costituiscono una denigrazione di Calderón. Potrebbero perfino essere considerate un chiaro ed imprudente tentativo di provocazione.
Nel testo, la Cocopa respinge la definizione di Calderón sul conflitto zapatista, le negoziazioni tra il governo e la comandancia, ed il lavoro di mediazione dei legislatori e dello scomparso vescovo Samuel Ruiz. Nel suo discorso, Calderón ha definito Luis H. Álvarez come l'apostolo che ha aperto i cuori degli indigeni affinché questi si decidessero ad accettare i sussidi sociali.
Con questo, aggiunge la commissione, Calderón mostra un panorama falso del processo storico e della realtà delle comunità indigene del Chiapas.