giovedì 23 agosto 2012

Il movimento #YoSoy132 deve sostenere gli zapatisti


La Jornada – Giovedì 23 agosto 2012
Hermann Bellinghausen

Il dirigente campesino e direttore della pubblicazione peruviana Lucha Indígena, Hugo Blanco, dal Perú in un messaggio di sostegno alle comunità dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), denuncia lle vere ragioni e le forze che vogliono schiacciare quella che egli chiama la zona liberata dal neoliberismo, dove le persone si governano da sé stesse. Nel 1994, nel momento di massima auge del sistema neoliberale che ci opprime, si è sollevata una voce ribelle, il movimento zapatista del Chiapas.
Blanco esorta il movimento #YoSoy132 a comprendere che è fondamentale il suo compito di difendere l'isola di libertà che si trova nel suo stesso paese; sconfiggere gli zapatisti favorirebbe la sconfitta del movimento #YoSoy132. Considerando che è interesse diretto dell'umanità difendere quest'isola di libertà, Hugo Blanco invita a difendere San Marcos Avilés, condanna le numerose altre aggressioni nella zona e chiama a lottare per la libertà di Francisco Sántiz López ed Alberto Patishtán Gómez.
E ricoerda: Carlos Salinas de Gortari, allora presidente, lanciò una sanguinosa offensiva militare pensando di schiacciare rapidamente la ribellione. Non fu così, la popolazione indigena combattente resistette. Il popolo del Messico si indignò di fronte allo spargimento di sangue e pretese la sospensione dell'attacco. Il governo degli Stati Uniti si mise in allarme, perché con la quantità di messicani e chicani oppressi presenti nel suo territorio, esisteva il pericolo che la ribellione si estendesse alla sede dell'impero. Pertanto ordinò al governo messicano di fermare l'attacco, mentre i ribelli dichiaravano di ubbidire al popolo del Messico che ordinava di fermare la guerra.
Blanco rammenta: Il governo offrì il dialogo, gli zapatisti accettarono. Con lo spirito democratico che hanno sempre dimostrato, non volevano essere loro a parlare a nome degli indigeni messicani, e convocarono indigeni e indigenisti di tutto il paese affinché elaborassero le richieste da presentare. I loro argomenti furono così puntuali che la commissione governativa dovette accettare molti punti. Entrambe le parti firmarono gli Accordi di San Andrés. Siccome questi dovevano avere forma di legge per essere approvati dal parlamento, questo nominò una commissione con l'incarico di dar loro il formato corretto. La commissione svolse il suo compito e lo presentò alle parti, gli zapatisti accettarono, ma il governo no. Al posto di questo presentò un altro documento, tradendo gli accordi che aveva firmato. In Parlamento i partiti si inchinarono all'oltraggio.

Il governo di Ernesto Zedillo lanciò un attacco militare a tradimento nel tentativo di liquidare la dirigenza dell'EZLN. E fallì, sottolinea Blanco, ma, chiunque sia il presidente di turno non abbandona i propositi di distruggere quell'isola di libertà che esiste nel mondo.

Non dimentichiamo che la prima riunione internazionale degli oppressi dal sistema neoliberale che schiaccia il mondo fu convocata dagli indigeni zapatisti e si svolse nel fango del Chiapas anni prima del Forum Sociale Mondiale.

Il dirigente campesino de lPerú rileva: Ultimamente si stanno intensificando gli attacchi contro le comunità zapatiste, il principale e più forte è quello che sta subendo la comunità autonoma zapatista di San Marcos Avilés. Le giunte di buon governo Hacia la Esperanza e Corazón del Arco Iris de la Esperanza denunciano diversi attacchi. Questi, così cme il mantenimento in prigione di Sántiz López e Patishtán Gómez, costituiscono la punta di diamante per schiacciare la zona liberata dal neoliberismo, dove le persone di governano da sé stesse attraverso le giunte che sono considerate un pericoloso nemico dalle multinazionali, perché sono la dimostrazione vivente che un altro mondo è possibile, un mondo dove stanno molti mondi. http://www.jornada.unam.mx/2012/08/23/politica/018n2pol

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