mercoledì 2 maggio 2012

Profughi zapatisti chiedono di ritrovare il padre

La Jornada ?
Domenica 29 aprile 2012
Profughi
zapatisti chiedono di ritrovare il padre
 
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las
Casas, Chis. 28 aprile. Famiglie della comunità tzeltal di Banavil,
municipio di Tenejapa, simpatizzanti zapatisti sfollate il 4 dicembre dopo
essere state aggredite dai cacicchi filogovernativi a capo di circa 30
persone,
chiedono di ritrovare il proprio padre Alonso López Luna e la liberazione
immediata di Francisco Sántiz López, base di appoggio zapatista accusato
falsamente di aver aggredito gli aggressori mentre non si trovava nemmeno sul
luogo dei fatti.
Lorenzo López Girón, figlio del desaparecido, era stato
colpito da due colpi di arma da fuoco dai cacicchi del PRI Alonso
López Ramírez
e Diego Méndez López, ed è rimasto tre mesi in carcere accusato di lesioni.
Inoltre, hanno fatto sparire Alonso. "Fino ad oggi non abbiamo nessuna
notizia riguardo alle indagini per scoprire dove si trovi", dicono i
familiari che hanno dovuto abbandonare Banavil.
Il 23 dicembre è stato trovato un braccio nell'ejido
Mercedes. Il Pubblico Ministero della Procura Indigena l'ha inserito
agli atti.
"Abbiamo riconosciuto l'arto di nostro padre. Fino ad oggi non sappiamo
che cosa hanno fatto gli aggressori col suo corpo ed esigiamo un'indagine per
ritrovarlo". Hanno identificato gli aggressori: López Méndez e Guzmán
Méndez, Agustín Méndez Luna, Manuel Méndez López, Alonso e Agustín Guzmán
López, Antonia Girón Gómez, Lucía López Ramírez e Antonia López Pérez (di
Banavil), insieme a Pablo López Intzin, Antonio ed Alonso López Méndez.
I familiari ricordano che la Giunta di Buon Governo di
Oventic ha denunciato che Alonso è stato picchiato quando gli aggressori
appartenenti ai partiti politici hanno fatto irruzione nella sua casa il 4
dicembre, e testimoniano: "Abbiamo visto che lo portavano via e secondo la
gente di Banavil, lo hanno ammazzato, squartato e nascosto i resti".
Invece, si accusa il desaparecido di avere ucciso Pedro Méndez López, priista,
morto nell'attacco.
Il pubblico ministero aveva promesso ai familiari di
restituire il braccio ritrovato alla chiusura dell'indagine preliminare, ma
avvertono: "Non riprenderemo niente fino a che non ci consegneranno il
corpo completo, ne abbiamo il diritto, esigiamo rispetto e la punizione dei
responsabili di tutto quello che abbiamo subito".
Raccontano che il priista Pablo López Intzin "è entrato
in casa nostra e con calci e cazzotti ha preso nostro padre Alonso; abbiamo
saputo che ora ha paura di finire in prigione ed è scappato al nord lasciando
moglie e figli; sa di essere colpevole." 
I familiari di Alonso López Luna (Lorenzo, Petrona, Antonia
e Miguel López Girón, María e Petrona Méndez López, e Lucía López Méndez)
denunciano che alla vigilia dell'aggressione, il 3 dicembre, i priisti
"era già venuti a casa nostra per picchiare Lorenzo, e di questo avevamo
avvertito il delegato di Governo che disse che avrebbe avvisato il pubblico
ministero e suggerì 'state attenti e domani vediamo', ma le autorità non sono
state capaci di intervenire per evitare i fatti di sangue." 
Dal luogo in cui sono sfollati, gli indigeni chiedono la
libertà di Francisco Sántiz López (base zapatista attualmente in prigione)
"che non si trovava nemmeno sul luogo dei fatti", e ribadiscono:
"Non siamo stati noi ad aggredire, sono venuti loro a
picchiarci".http://www.jornada.unam.mx/2012/04/29/politica/017n1pol
(Traduzione
"Maribel" - Bergamo)

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