sabato 26 maggio 2012

Ostacoli del governo alla liberazione di Alberto Patishtán

 

La Jornada – Venerdì 25 maggio 2012

Il Frayba denuncia i reiterati ostacoli del governo alla liberazione di Alberto Patishtán

 

Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de Las Casas, Chis., 24 maggio. Dalla prigione federale di Guasave, Sinaloa, il professore tzotzil Alberto Patishtán Gómez ha fatto avere un breve manoscritto in cui denuncia aggressioni alla sua dignità da parte dei suoi carcerieri, che sono arrivati a livelli estremi di umiliazione e maltrattamento che sono davvero troppo perfino per un indigeno rinchiuso da 12 anni in tre prigioni del Chiapas, incatenato per mesi al letto di un ospedale ed ora in punizione in un penitenziario di massima sicurezza a 2 mila chilometri dal suo luogo di origine.

Privato ingiustamente della mia libertà da più di dieci anni, ho cercato di conservare sempre la mia essenza indigena, cosa che non è stata facile. Attualmente, sembra impossibile stante i maltrattamenti che denigrano non solo la mia dignità di essere umano, ma attentano alla mia salute a causa di un tipo di alimentazione che rompe le abitudini che la mia etnia ha cercato di mantenere per secoli, afferma Patishtán.

Il regime alimentare al quale mi costringe l'autorità federale penitenziaria contro la mia volontà, diventa un ulteriore al quale sono sottoposto come conseguenza dell'ingiustizia che riguarda la mia situazione legale. 

Ancora una volta chiede al presidente della Repubblica Felipe Calderón Hinojosa il rispetto dei suoi diritti e chiede la liberazione immediata a nome dei suoi compagni carcerati della Voz del Amate, Solidarios de la Voz del Amate e Voces Inocentes.

Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) a sua volta denuncia che il governo è tornato ad impedire la liberazione di Patishtán. Ha ricordato che il 29 febbraio a Tuxtla Gutiérrez, il giudice competente aveva accolto il ricorso presentato dai suoi avvocati per essere ritrasferito in Chiapas. Tuttavia Felipe Calderón, attraverso la Segreteria di Pubblica Sicurezza Pubblica Federale, il 3 aprile ha presentato appello per ritardare o annullare il trasferimento.

Insegnante di una scuola primaria pubblica nel municipio El Bosque, nel 2000 "fu coinvolto nell'omicidio di sette poliziotti con un membro delle basi di appoggio dell'EZLN", ricorda il Frayba. Inspiegabilmente fu condannato malgrado si fosse dimostrato che l'accusatore, il figlio minorenne del presidente municipale, aveva chiaramente mentito, e per questo il giudice assolse il coimputato, ma non Patishtán. 

"Per più di 11 anni di immeritata condanna, Alberto è stato un modello di attivista sociale a favore della causa dei più dimenticati, generalmente poveri ed indigeni. La sua incessante lotta ha permesso la liberazione di centinaia di persone accusate di reati inesistenti o non commessi da loro, ma tutto questo non è bastato ad ottenere la scarcerazione di un uomo innocente, un attivista sociale, un prigioniero politico per il quale Tatic Samuel chiese la liberazione, ed il governatore Juan Sabines Guerrero ha riconosciuto la sua innocenza", riferisce l'organizzazione civile.

Nel 2010 gli è stato diagnosticato un glaucoma (malattia irreversibile che fa perdere lentamente la vista). La sua situazione di salute si è aggravata per l'assoluta mancanza di assistenza medica all'interno delle carceri in Chiapas. Come punizione per la sua lotta per la sua libertà e la difesa dei diritti umani, il 20 ottobre del 2011, mentre era in sciopero della fame con i Solidarios de La Voz del Amate, è stato trasferito nel carcere di Guasave, su richiesta del segretario di Governo Noé Castañón León, come ha documentato lo stesso Frayba settimane fa. http://www.jornada.unam.mx/2012/05/25/politica/020n1pol

(Traduzione "Maribel" - Bergamo)

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