lunedì 28 maggio 2012

La CIDH concede misure cautelari al detenuto Patishtan


La Jornada – Sabato 26 maggio 2012
 
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis., 25 maggio. La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) ha annunciato il conferimento di misure cautelari urgenti (MC 77/12) in favore del prigioniero di coscienza Alberto Patishtán Gómez, per il grave pericolo che corrono la sua vita e la sua salute a causa del peggioramento di un glaucoma non curato. Questo, mentre aumentano le umiliazioni ed i maltrattamenti contro il professore tzotzil che ora riferisce di essere stato rapato nella prigione di Guasave, Sinaloa, dove si trova da ottobre. 
La CIDH ha sollecitato il governo del Messico ad istruire le autorità competenti per realizzare gli esami medici che permettano di valutare la salute del detenuto ed offrirgli il trattamento adeguato.
Da parte sua, il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba) ricorda che nonostante le riforme all'articolo primo della Costituzione, il governo non rispetta l'obbligo di rispettare, proteggere e garantire i diritti umani riconosciuti dalla Costituzione e dagli strumenti internazionali che ha firmato e ratificato.
Patishtán, aderente dell'Altra Campagna, riferisce in una lettera: Con profondo dispiacere, quando mi tocco la testa rapata, mi rendo conto che le autorità che parlano del rispetto dei diritti umani non fanno altro che demagogia politica per ingannare. Le autorità del carcere di Guasave hanno agito non solo contro la mia volontà ed attentando contro la mia dignità di indigeno ed essere umano, ma anche contro i miei usi e costumi perché da secoli, come indigeni, portiamo i capelli di lunghezza normale per proteggerci durante il lavoro nei campi, ed oggi guardandomi riflesso in un pezzo di lamiera che funge da specchio non ho potuto evitare di versare una lacrima, pensando che la mia famiglia mi vedrà totalmente senza capelli, questo è un ulteriore scherno al quale mi trovo sottoposto come rappresaglia per la lotta che sto sostenendo per la mia libertà. Ancora per quanto, signori governanti, dovremo sopportare queste vessazioni? Non è la giustizia che ho chiesto. Esigo ancora una volta l'immediata liberazione di noi de La Voz del Amate e Solidarios de la Voz del Amate ed il rispetto dei nostri usi e costumi.
Di fronte a questo, il Frayba ha condannato le recenti azioni del governo federale che violano l'accesso alla giustizia e alla difesa del detenuto. Dopo aver dimostrato il suo ingiustificato trasferimento dal Chiapas a Sinaloa ordinato dal segretario di Governo, Noé Castañón León, il Centro ha presentato un ricorso che è stato accolto favorevolmente con l'ordine del suo ritorno immediato nella prigione di San Cristóbal. 
Ciò nonostante, il governo federale ha continuato ad ostacolare il ritorno e la liberazione presentato un nuovo ricorso che è stato rimesso al tribunale collegiale di Cancun, Quintana Roo, 'affinché in aiuto ai lavori di questo tribunale, detto organo giurisdizionale pronunci la sentenza corrispondente' ". Questo, secondo il Frayba, è un palese impedimento all'accesso alla giustizia del governo federale, in complicità con quello del Chiapas, a danno di Patishtán, che a giugno compirà 12 anni di reclusione.

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