giovedì 17 maggio 2012

Paramilitari in azione a Cintalapa


La Jornada – Mercoledì 16 maggio 2012
■ Dicono che oggi verranno a prenderle e ad ucciderle se non avranno lasciato la comunità
HERMANN BELLINGHAUSEN
San Cristóbal de Las Casas, Chis., 15 maggio. "I paramilitari hanno minacciato di venire il 16 maggio ad uccidere le compagne che non avranno lasciato la comunità", denuncia Armando Méndez Núñez, originario della comunità Cintalapa, municipio di Ocosingo, rappresentante di un gruppo di famiglie sfollate dal villaggio da marzo del 2007. Le minacce sono state pronunciate lo scorso 10 maggio da Herlindo López Pérez e Domingo Gutiérrez Hernández, leader priisti membri della Organización para la Defensa de los Derechos Indígenas y Campesinos (Opddic).
"Hanno detto alle compagne che se non lasciano le case, mercoledì arrivano e le portano in montagna per ucciderle", aggiunge il campagnolo tzeltal, appartenente ad un gruppo di 13 famiglie sgomberate dalla Opddic degli ejidoso Cintalapa e Busiljá, i quali si dichiarano aderenti all'Altra Campagna. 
A Busiljá, a luglio del 2011 è stata sequestrata, e risulta ancora desaparecida, la bambina Gabriella Sánchez Morales. L'ultima notizia era che si trovava in condizioni di schiavitú a casa di un altro membro di Opddic, organizzazione indicata come paramilitare in molte comunità della zona nord dello stato e nel nord della selva Lacandona.
Armando Méndez Núñez, lui stesso ex "prigioniero politico", ha chiesto inoltre la liberazione di Amílcar Méndez Núñez, di Cintalapa, in carcere dal dicembre del 2008, e di Elías Sánchez Gómez, di Busiljá, arrestato a dicembre del 2011. Entrambi si trovano nel carcere  N. 17 di Playas de Catazajá "ingiustamente", sostiene.
Settimane fa, il 24 marzo, gli abitanti di Busiljá denunciarono che i paramilitari erano "entrati in ogni casa, andando poi fino alla sorgente, ci hanno aggrediti lanciando pietre e ci hanno molto spaventato perché erano armati, indossavano divise e giubbotti antiproiettile."
Poi sono scesi in strada "con l'intenzione di uccidere qualche autotrasportatore per poi accusare di questo il nostro compagno Elías Sánchez Gómez (padre), ma hanno fermato un veicolo privato su cui viaggiavano dei militari". I paramilitari "hanno iniziato a sparare ed i militari hanno risposto ferendo un paramilitare, Enoc Gómez Gutiérrez". Dopo questi fatti, i soldati hanno trovato due armi a canna lunga ed una motocicletta di colore rosso di proprietà dei paramilitari dell'ejido Busiljá.
Le famiglie sfollate avvertono del pericolo che corrono le loro compagne che sono rimaste nelle loro case, chiedono l'arresto dei loro aggressori, saccheggiatori e invasori impuniti da 5 anni, e garanzie per lasciare l'esilio e potere ritornare nelle proprie comunità. 
"Chiediamo la punizione dei paramilitare di questi ejidos che sono i responsabili del sequestro e di tutti i reati già denunciati ai pubblici ministeri di Palenque, Ocosingo e San Cristóbal de las Casas".
 

Inviato dal mio telefono Huawei