martedì 21 luglio 2009

Ancora protese per l'autostrada a Palenque

 

La Jornada – Martedì 21 luglio 2009

 

Gli aggressori hanno dichiarato che "il governo" aveva ordinato loro di perseguitare i contadini

Perseguitati gli ejidatarios che si oppongono alla costruzione dell'autostrada in Chiapas

Hermann Bellingahusen

 

San Cristóbal de las Casas, Chis., 20 luglio. Questa domenica persone ostili all'assemblea di Mitzitón, ejido tzotzil del municipio sancristobalense hanno aggredito contadini che facevano misurazioni su terreni dove presumibilmente passerà l'autostrada verso Palenque, fortemente respinta dagli indigeni che rifiutano di essere il "chilometro zero" dell'ambiziosa opera.

 

L'ejido, aderente all'Altra Campagna, accusa dell'aggressione i "non cooperanti, quelli che non eseguono i lavori comunali e sono appoggiati dal malgoverno". Ieri domenica, su accordo dell'assemblea, le autorità hanno annunciato: "facciamo le misurazioni delle aree comunali affinché lunedì le possiamo ripartire in parti uguali tra gli ejidatarios ed i cooperanti, lasciando liberi i boschi."

 

Mentre misuravano le terre nei paraggi di Chixtetik, alle ore 12 di ieri, sul posto sono giunti 10 camioncini ed un camion con "la gente di Carmen Díaz López che otto anni fa fu espulsa dalla comunità per aver commesso dei reati, come il traffico di clandestini, tra altri." Circa 40 persone "con bastoni, machete, pietre e fionde", che dichiaravano che il governo "aveva dato loro l'ordine di farci smettere, con le buone o le cattive, di misurare le nostre terre, altrimenti saremmo andati in prigione."

 

Il citato Díaz López, capoccia degli aggressori, gridava: "Se non la smettete vi veniamo a prendere uno alla volta." Gli ejidatarios legittimi hanno quindi scelto di ritirarsi, "mentre loro cercavano altri bastoni." 

 

Chixtetik è precisamente dove tempo fa Díaz López recintò, arò e seminò mais senza il permesso della comunità, "essendo questo posto minacciato dalla costruzione dell'autostrada San Cristóbal-Palenque."  .

 

Anche ieri, alle ore 10:30, Mauro Díaz Jiménez è stato catturato e portato nella casa del pastore evangelico Refugio Díaz Ruiz, "appartenente alla banda di delinquenti di Díaz López". Quando l'hanno preso Elemesio Jiménez Vicente "gli ha messo la lama del machete sul collo, obbligandolo a salire sull'auto, prima gli avevano bucato i pneumatici dell'auto."

 

L'assemblea comunale ha deciso di difendere la sua terra e il suo territorio. In questi giorni gli ejidatarios faranno le misurazioni e la ripartizione delle terre, e chiedono a "tutti i nostri fratelli di lotta di stare attenti a quello che succederà."

 

Esigono rispetto alla "decisione del popolo", ed aggiungono che, "come comunità non abbiamo più bisogno della Procura Agraria, del Tribunale Agrario né di altri enti del malgoverno, e tanto meno della 'riconciliazione', poiché i non cooperanti hanno fatto solo danni alla comunità in complicità col malgoverno."  http://www.jornada.unam.mx/texto/014n1pol.htm

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo)


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