lunedì 15 settembre 2014

La nuova battaglia di Atenco

_______________________________________________
Ezln-it mailing list
Ezln-it@lists.ecn.org
http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/ezln-it





“Non gli daremo mai la soddisfazione di installare il loro maledetto aeroporto sulle nostre terre”
Gloria Muñoz Ramírez / Carolina Bedoya Monsalve 
L'elicottero presidenziale sorvola la manifestazione dei contadini di Atenco che si oppongono alla costruzione del multimilionario progetto dell'aeroporto. Non è da escludere che lo stesso presidente Enrique Peña Nieto stia monitorando coloro che da sempre considera nemici, gli stessi contro i quali ordinò la repressione nel 2006 [allora era governatore dello stato dove si trova Atenco ed ordinò un operativo di polizia che portò all'omicidio di due ragazzi, più di 200 arrestati e circa 30 donne fermate che furono violentate dai poliziotti, n.d.t.]. Il corteo si dirige verso il Tribunale Superiore Agrario (TSA) nella capitale Città del Messico, a cui chiedono di prendere in considerazione il ricorso che hanno presentato contro il cambio di uso dei loro terreni da proprietà collettiva (ejidal) a proprietà privata. Cioè, chiedono che gli rendano le loro terre, che sono inalienabili.
I volti scuri degli abitanti di Atenco sono conosciuti. C'è Ignacio del Valle e Trinidad Ramirez, simboli della resistenza di 13 anni fa. Ci sono anche rappresentanti di otto comunità del municipio di Atenco. Uomini e donne tornano a battere i loro machete sul cemento. Fazzoletti rossi al collo, e portano anche pannocchie di mais. Alcuni decidono di piantarle nei giardini del Tribunale Agrario mentre aspettano la delegazione. È la prima volta che tornano a scendere in piazza dopo l'annuncio presidenziale trionfalista del nuovo aeroporto che, inoltre, non sarà solo un ampliamento dell'attuale, ma dal 2020 lo sostituirà.
Mentre il governo federale inonda tutti gli spazi di comunicazione a livello nazionale ed ha messo in moto una campagna propagandistica internazionale per diffondere le “bontà” di un'opera progettata 15 anni fa, i contadini raggruppati nel Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra (FPDT) affermano che “è un inganno”, visto che “è una menzogna che le terre collettive non saranno occupate, come invece assicurano le autorità”, dichiara Ignacio del Valle, il dirigente rimasto in carcere per quattro anni (dal 2006 al 2010) come vendetta per la lotta che guidò nel 2001, dopo che il governo di Vicente Fox pubblicò i decreti di esproprio di più di 5 mila ettari di terra nella regione di Texcoco per la costruzione del nuovo aeroporto di Città del Messico. La vittoria giunse un anno dopo con l'abrogazione di tale decreto. E adesso, il progetto è stato rilanciato.
“Terra si, aerei no”, è il grido che riempie la piazza. Ignacio del Valle spiega che “il decreto di esproprio è stato annullato nel 2002 grazie ad una resistenza di più di nove mesi, dove abbiamo dimostrato al mondo che queste terre le abbiamo ereditate e non si toccano. Oggi si riattiva questo progetto che per noi rappresenta la morte”.
In realtà i governi federali precedenti non hai mai rimosso l’attenzione su questa vicenda. In questi 13 anni hanno proseguito la costruzione dell'infrastruttura parallela all'aeroporto. Hanno ingannato la gente andando casa per casa a chiedere che vendessero le loro terre. Questa strategia governativa ha raggiunto il culmine nel giugno scorso, quando in una assemblea che il Fronte dei Villaggi ha definito illegale, è stato imposto il cambio del regime di proprietà della terra e con questo si sono aperte le porte alla privatizzazione. Per questo, la battaglia ora è far dichiarare illegale quell’assemblea dai tribunali.
Lizbet e Carmen, che fanno parte del FPDT, dichiarano ad Ojarasca che "l'aeroporto significa la distruzione della nostra identità e della nostra vita come popolo originario, la distruzione del futuro". Quest'opera, aggiungono, "distruggerà la storia, la cultura e gli stili di vita comunitari, trasformando San Salvador Atenco nel 'cortile' dell'aeroporto."
È stato lo scorso 3 settembre che Enrique Peña Nieto ha dichiarato ufficialmente ciò che gli abitanti di Atenco sapevano da tempo: una mega opera che occuperà 4 mila e 600 ettari dei 12 mila 500 di riserva naturale dei terreni federali adiacenti all'attuale aeroporto.
“La nostra opposizione è la stessa del 2001, con gli stessi timori ma con qualche certezza, cioè che il governo con i suoi inganni vuole rompere il tessuto sociale delle nostre comunità”, afferma Ignacio del Valle ed aggiunge che non conosce il numero esatto di ettari di terre che saranno realmente danneggiati, perché i terreni confinano anche con altre comunità, ma che solo ad Atenco almeno 80 persone saranno colpite in maniera diretta; e le terre fertili dell’altopiano della regione ne subiranno le conseguenze.
La mobilitazione è accompagnata da organizzazioni e persone solidali. Felix Rojas, contadino di Jalisco, denuncia che “Atenco è un simbolo di ciò che sta succedendo in tutto il paese: l'espropriazione della terra e della vita comunitaria. Io penso che tutti noi messicani dobbiamo sentire Atenco come nostro, perché questo tipo di opere non rappresenta il progresso per i contadini. I problemi che sta vivendo Atenco oggi sono gli stessi che stanno accadendo o che accadranno in tutto il paese e non possiamo restare indifferenti di fronte a questo”.
Nel 2001, quando l'allora presidente Vicente Fox annunciò il decreto di esproprio, Ernesto Cruz era solo un bambino. Oggi, lui e molti altri ragazzi, alcuni tra i quali non sanno lavorare la terra, sentono un attaccamento verso essa e l'obbligo di continuare a difenderla. "Il governo dice che queste terre non servono più a niente, ma per noi vivere nel campo significa molto. Qui la terra è tanto buona che da sola ci fornisce il cibo, dai vegetali fino all'erba medica; noi sappiamo che questa terra non ci lascerà mai morire di fame, come invece succede nelle città", dice il giovane, machete in mano.
Il governo, dice, confonde la gente. Prima dice di non sapere niente dell'acquisto di terre ed ora dice il contrario, che è vero che sono stati comprati 550 ettari di terre ejidales, ma che erano terreni improduttivi. Parte di queste terre che si stanno rubando appartengono alla laguna di Xalapango che è l'ultimo bacino naturale di quello che fu il lago di Texcoco. In questo luogo arrivano le anatre provenienti dal Canada, cresce spontaneamente l'alga spirulina e sono presenti circa 144 specie, alcune endemiche." 
"Loro sono sicuri di aver già vinto, ma sappiamo anche che temono i popoli che si organizzano e così vinceremo questa battaglia. Non gli daremo mai il gusto di installare il loro maledetto aeroporto sulle nostre terre", afferma María de Lourdes, contadina di San Miguel de Tocuila.






Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus .


Inviato dal mio telefono Huawei