venerdì 26 settembre 2014

Formalizzato l'arresto per gli indigeni tzeltal obbligati a confessare sotto tortura

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Pubblicato da: POZOL COLECTIVO 23 settembre 2014
Chiapas, Messico. 24 settembre. Il giudice di Ocosingo, Omar Heleria Reyes, decreta l'arresto per gli ejidatarios di San Sebastián Bachajón, malgrado il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba) abbia documentato torture e trattamenti crudeli, inumane e/o degradanti, compiuti da elementi della Polizia Municipale di Chilón contro gli indigeni tzeltal. "I tre indigeni che non sanno né leggere né scrivere, sono stati obbligati a porre la loro impronta digitale sulla deposizione della quale non hanno ricevuto lettura, inoltre non hanno avuto l'assistenza di un interprete", denuncia il Frayba.
Il Frayba inoltre sollecita la Procura Generale dello stato del Chiapas "a svolgere indagini contro i poliziotti municipali di Chilón ed il Pubblico Ministero Rodolfo Manuel Gómez Gutiérrez per il reato di tortura", poiché Mario Aguilar ha denunciato che è stato sottoposto ad asfissia con una borsa di plastica e di aver ricevuto colpi in testa affinché confessasse di aver sparato e ferito un poliziotto municipale.
 
In conferenza stampa gli indigeni di San Sebastián Bachajón, insieme al loro rappresentante legale, hanno denunciato che nel caso dei loro compagni detenuto Juan Antonio Gómez Silvano, Mario Aguilar Silvano e Roberto Gómez Hernández della comunità Virgen de Dolores "non è stata rispettata la legge, perché non sono stati presentati al pubblico ministero che si trova a 5 minuti dal luogo di detenzione". "Sono stati trattenuti per 9 ore sotto custodia di polizia senza essere presentati al PM", segnalano.
I tre indigeni tzeltal erano stati fermati lo scorso 16 settembre dal comandante Francisco Sánchez Guzmán con l'accusa di aver sparato ai poliziotti di Chilón, malgrado la prova del guanto di paraffina avesse dato esito negativo. Il fermo è iniziato alle 4:30 del mattino e l'ufficiale li ha presentati al PM Ocosingo all'01:30 del pomeriggio, informa l'avvocato difensore. 
"Mostravano evidenti segni di percosse in volto e sul corpo e lesioni interne certificate dal PM", aggiunge il legale. Quando è stato chiesto ai poliziotti il perché del ritardo nel presentare i detenuti, hanno risposto che avevano dovuto pattugliare la città a causa del maltempo nella regione, spiega l'avvocato, anche difensore dei diritti umani, ed aggiunge che la corte suprema stabilisce che tutti gli elementi che derivano da una detenzione come quella degli indigeni tzeltal sono illegali.
Durante la conferenza stampa è stato inoltre spiegato che il reato degli ejidatarios di Bachajón è stato riclassificato da lesioni aggravate a tentato omicidio che non prevede cauzione. La difesa farà appello contro l'arresto per i gravi reati inventati contro gli indigeni. http://www.pozol.org/?p=9851
 
(Traduzione "Maribel" - Bergamo)





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