sabato 29 marzo 2014

Gilberto Lopez y Rivas: In pericolo la Polizia Comunitaria

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La Jornada – Venerdì 28 marzo 2014
In pericolo la CRAC-polizia comunitaria
Gilberto López y Rivas
La Coordinadora Regional de Autoridades Comunitarias (CRAC) e la sua polizia comunitaria, nello stato di Guerrero, costituiscono uno dei processi autonomistici più importanti del paese, in particolare per quanto riguarda le pratiche di giustizia e sicurezza, basate sulle assemblee comunitarie come massimi organi di autorità e decisione, e sui cosiddetti sistemi normativi, pluralismo giuridico di fatto, diritto tradizionale o costumi, propri di queste comunità indigene.
Il concetto indigeno di applicazione della giustizia si distingue notevolmente dai principi del diritto occidentale, imposto in tutte le nazioni della nostra America. Mentre il diritto positivo dà priorità alla difesa dei diritti individuali, il diritto indigeno daà priprità alla difesa dell'equilibrio sociale e dei valori comunitari. La funzione della giustizia indigena, al di là di emettere un giudizio e prima di imporre una decisione esterna, è mediare tra le parti per favorire la conciliazione. All'istruzione scritta del caso, i costumi preferiscono procedure che privilegiano il dialogo. All'applicazione universale della legge scritta, opta per l'applicazione flessibile di norme adattabili. Alle sanzioni economiche e coercitive (arresto e multe), antepone il criterio di riparazione, le manifestazioni di pentimento e le sanzioni morali, questo è la ri-educazione sociale dei trasgressori. In alcuni paesi europei, evoluzioni giudiziarie recenti, come l'istituzionalizzazione della mediazione come alternativa per ricorrere alla giustizia, o le pene sostitutive sotto forma di servizio sociale, riprendono forme di applicazione della giustizia che non sono mai state abbandonate tra le società indigene dell'America Latina.
Ugualmente, le comunità della Costa Chica di Guerrero e della zona della Sierra hanno deciso di creare propri strumenti di sicurezza e protezione di fronte all'incapacità delle istanze governative di provvedere in merito. All'inizio, 56 comunità riunite nella Coordinadora Regional de Autoridades Comunitarias misero in moto un programma di sicurezza interna chiamato Policía Comunitaria, incaricato di vigilare sui villaggi che fanno parte del coordinamento. Inoltre, prestano aiuto ad altre comunità che non rientrano nella loro zona di influenza. In questo modo le comunità hanno intrapreso la pratica autonomistica per dotarsi della sicurezza che le autorità statali e federali non hanno voluto né potuto garantire. La polizia comunitaria ha portato tranquillità semplicemente i suoi membri semplicemente vivono nei territori sotto controllo e prestano un servizio organizzato da loro stessi. Il suo funzionamento si basa sulla visione di prestare servizi comunitari che gli indigeni hanno nella loro organizzazione sociale e politica. Questa caratteristica culturale ha permesso di costruire spazi reali di autonomia che rispondano alle loro necessità e, soprattutto, che le risposte siano soddisfacenti. In larga misura, i risultati positivi della polizia comunitaria si devono alla concezione che hanno della giustizia e del pubblico servizio. Questa polizia non riceve alcun compenso e l'unica gratificazione offerta è il riconoscimento sociale. Alberga un sentimento più profondo della retribuzione in sé: quello della dignità. Le dichiarazioni dei suoi membri sono categorici, perché impartiscono giustizia, non vendono giustizia, dato che la comunitaria non combatte il governo né gli altri poteri, la polizia comunitaria combatte la criminalità.
La polizia comunitaria ha scoperto i grossi interessi oculti tra le forze dell'ordine ed il narcotraffico. Non è più una novità comprendere gli affari rappresentati dalla sicurezza pubblica per chi la controlla e per chi, come poliziotti o militari, riscuotono lo stipendio a carico del contribuente e si dedicano ad organizzare bande criminali. Proprio per questo la polizia comunitaria è stata attaccata violentemente dai governi federale e statale e dall'Esercito, a tal punto che diversi suoi membri sono attualmente in prigione per aver offerto un servizio nei propri villaggi. I poliziotti comunitari hanno affermato che l'impartizione della giustizia secondo i loro usi e costumi non è cosa dell'altro mondo: il fatto è che il governo non vuole riconoscere la capacità autonoma che i popoli indio hanno per risolvere le loro problematiche. Ancora una volta, i popoli indigeni di Guerrero, come in altre parti della Repubblica, hanno dimostrato che possono risolvere i propri problemi se si smette di perseguitarli e vessarli. L'autonomia in questa regione, come in molti altre, dimostra nei fatti che sono capaci di guidarsi sulla base delle proprie regole e dare risultati incoraggianti. Gli indigeni di Guerrero hanno imparato che l'Esercito ed i poliziotti federali e statali non sono lì nelle loro comunità per sradicare il narcotraffico e la criminalità, ma per impedire, scoraggiare e combattere l'enorme potenziale che loro hanno come individui autonomi. La forza pubblica federale e statale è nel loro territorio non per combattere il crimine, ma essenzialmente per attaccare le comunità e le sue forme di autonomia.
C'è inoltre un altro elemento di non poca importanza che alimenta la campagna governativa contro il CRAC, ed è l'interesse delle imprese del settore minerario a cielo aperto per estendere la loro radicale pratica predatrice in Guerrero, favorita dalle concessioni rilasciate in maniera servile dal Ministero dell'Economia in tutto il paese, perché proprio a questo si è opposta in maniera categorica questa organizzazione.
La CRAC-polizia comunitaria è stata oggetto di ogni tipo di attacco, compresi i rinnovati tentativi di ufficializzarla, la cooptazione di alcuni dei suoi fondatori e la corruzione di chi, dall'interno, può provocare un'implosione che distruggerebbe questa straordinaria esperienza di autonomia. Per questo, sono gli stessi popoli che la compongono che, in questi momenti di grave crisi fomentata dallo Stato, devono fare uno sforzo supremo affinché la CRAC-polizia comunitaria prevalga, nonostante i suoi potenti nemici. http://www.jornada.unam.mx/2014/03/28/politica/024a1pol





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