mercoledì 5 agosto 2009

Sequestrate cinque bambine di Mitziton

 
 

La Jornada – Martedì 4 agosto 2009

I responsabili appartengono al gruppo evangelico chiamato "non cooperanti"

Sequestrate cinque bambine di Mitzitón

Hermann Bellinghausen

San Cristóbal de las Casas, Chis., 3 agosto. A  Mitzitón proseguono le aggressioni contro gli ejidatarios da parte degli evangelici denominati "non cooperanti". Ora sono state sequestrate da questo gruppo cinque bambine della famiglia Heredia Heredia, praticamente in presenza degli agenti della Polizia Statale Preventiva (PEP). I fatti sono avvenuti venerdì 31 luglio e fino ad oggi le ragazze sono ancora rinchiuse nella casa di Pascual Heredia Díaz, uno degli aggressori che lo scorso 21 luglio ferirono cinque indigeni e causarono la morte di Aurelio Díaz Hernández.

Le autorità ejidali riferiscono che "mentre la famiglia del nostro compagno Fernando Heredia Heredia discuteva del problema presente nella comunità, della distruzione del loro camioncino e di una delle sorelle che appartiene al gruppo dei non cooperanti, è arrivata la Polizia Statale Preventiva.".

Nel frattempo, "il signor Pascual Heredia Díaz è entrato in casa dei genitori di Fernando, Julio Heredia Hernández e Juana Heredia Ruiz, ed insieme ai suoi tre figli ha preso con violenza e portato a casa sua nel quartiere di Calvario le sorelline di Fernando: María di 16 anni; Carmela di 11; María Magdalena di 7 e Teresa Heredia Heredia di 4." Ed anche la più grande, Olga, che è evangelica.

Il camioncino sopracitato, di colore bianco, è quello che è stato distrutto il giorno 21 dai seguaci della chiesa Alas de Águila e membri dell'Ejército de Dios. Lo stesso Fernando era stato gravemente ferito a bastonate mentre lo tirarono fuori a botte dal veicolo, qualche attimo prima che un veicolo Chevrolet blu degli aggressori investisse quattro indigeni, uccidendo uno di loro.

"Fino ad oggi non vuole consegnare le bambine". I parenti hanno saputo "che stanno male, perché non danno loro da mangiare."

Il commissario ejidale Juan Díaz Heredia ed il consiglio di vigilanza, guidato da Jesús Heredia de la Cruz, dopo aver sporto denuncia presso il Palazzo di Giustizia di San Cristóbal de las Casas , questo pomeriggio hanno dichiarato: "Quest'azione dei 'non cooperanti' e delinquenti sempre per farci cadere nella loro provocazione, ma la nostra comunità sarà sempre vigile per difendere la sua autonomia ed il suo diritto. Chiediamo al malgoverno il suo intervento immediato affinché queste bambine siano riconsegnate ai loro famigliari. Perché conosce molto bene quali sono gli accordi della nostra comunità.".

Inoltre, venerdì scorso erano stati fermati altri due membri del gruppo di evangelici guidato da Carmen Díaz López, mentre trasportavano 47 clandestini centroamericani. Nonostante la flagranza del reato, Miguel Díaz Gómez e Julio Gómez Hernández sono stati liberati due ore dopo, senza accuse.

Mercoledì 29 luglio, l'avvocato e pastore evangelico Esdras Alonso González, capo dell'Ejército de Dios, ha tenuto una conferenza stampa in questa città per difendere i suoi correligionari dalle accuse mosse loro dagli ejidatarios di Mitzitón, rispetto all'invasione di terre comunali per far passare l'autostrada a Palenque, ed al ferimento di cinque indigeni e l'uccisione di un altro.

Alonso González ha dichiarato che la chiesa Alas de Águila "non proteggerà mai chiunque sia fuori dalle legge. " Ed ha aggiunto: "Il traffico di clandestini non è cosa di adesso, ma dura da molto tempo. L'autostrada, se passerà da qui, bloccherà il traffico di clandestini ed è un bene che si faccia. Si puniscano i responsabili."

In una curiosa contraddizioni in termini, ha dato ad intendere che l'opposizione alla strada a Mitzitón "è perché colpisce gli interessi del traffico di clandestini e del disboscamento illegale", attribuendo i reati agli ejidatarios dell'Altra Campagna.

Il pastore ha ammesso: "Non siamo contro la costruzione dell'autostrada perché è per lo sviluppo. Se loro hanno le loro ragioni, che le espongano e le difendano, ma senza metterci in mezzo, perché da tre o quattro mesi ci accusano di avere degli interessi nella costruzione dell'autostrada, ma non è vero."

Due giorni dopo cadevano nelle mani dai poliziotti due polleros (trafficanti di clandestini - n.d.t.) della sua chiesa, Alas de Águila. Per la terza volta, con tutto la "mercanzia". E per la terza volta sono stati immediatamente liberati. Ciò nonostante, il pastore insiste nell'incolpare gli ejidatarios del traffico illegale, e perfino di aver ammazzato il loro proprio compagno. Tale versione è sostenuta da lui e da Refugio Alcázar, quali avvocati degli evangelici.   http://www.jornada.unam.mx/texto/014n1pol.htm

(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )


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