La Jornada – Martedì 5 maggio 2009
Dallo zapatismo abbiamo appreso il senso della vita:
lottare e resistere, dice il FPDT
Il FPDT esprime la sua solidarietà con gli otto indigeni reclusi a El Amate
Hermann Bellinghausen - Inviato
San Cristóbal de las Casas, Chis. 4 maggio. A tre anni dalla repressione contro il Fronte dei Popoli in Difesa della Terra (FPDT) di San Salvador Atenco e la permanenza in carcere di 12 membri, più altri due perseguiti e sotto minaccia, l'organizzazione atenquense ha diffuso un messaggio di riconoscimento e gratitudine a "tutto lo zapatismo", ed esprime la sua solidarietà con gli otto tzeltales dell'EZLN e dell'Altra Campagna attualmente rinchiusi a El Amate.
"Ad Atenco sapevamo che la sua parola era già impressa nella storia universale e la sua lotta vive nei nostri cuori", dice il FPDT. "Sappiamo che nel cuore zapatista ci sarà sempre un piccolo posto per gli uguali, che sempre ci sarà la parola seria e compromessa della sua lotta ribelle".
Ricordando il contesto in cui avvenne l'aggressione, nel maggio del 2006, contro i contadini di Mexico e decine di aderenti dell'Altra Campagna dell'EZLN che solidarizzavano con loro, il FPDT ha dichiarato: "Sappiamo anche che avete in corso una guerra di bassa intensità contro il malgoverno. Che la situazione che state affrontando è una guerra sempre meno occulta. Che da tutti i fronti cercano di minare la resistenza, vogliono distruggere uno dei processi sociali più importanti in Messico e nel mondo".
Gli atenquensi alludono all'attuale momento della lotta zapatista, e lo fanno con ferma solidarietà: "Quindi capiamo l'aggressione che hanno subito in questi giorni i nostri fratelli indigeni dell'ejido di San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, fermati e torturati dal governo di Juan Sabines, accusati di essere assalitori e narcotrafficanti; ugualmente, la recente aggressione armata subita dai compagni della Giunta di Buon Governo del Caracol IV, di Morelia, addetti allo stabilimento balneare El Salvador".
Rilevano che l'aggressione contro l'EZLN è latente, "perché voi avete costruito un contropotere capace di confrontarsi con lo Stato; il suo processo è uno sforzo molto importante per costruire la democrazia dal basso, ed un colpo a voi sarebbe una vittoria del potere politico ed economico non solo del nostro paese, ma mondiale. Per questo vi diciamo che la lotta zapatista è nostra per quanto possibile, secondo le nostre capacità, siamo con voi".
Il messaggio dice ai ribelli del Chiapas: "Da voi abbiamo appreso il senso della vita: lottare e resistere. Dal vostro grido abbiamo conosciuto il messaggio che si deve alla vita: la dignità ribelle. Dal vostro cuore che muove il mondo, abbiamo preso la ragione unica e vera della lotta: l'amore. Così è per noi come per molti, abbiamo preso dal vostro volto coperto l'identità dei nascosti, di quelli che non vogliono più essere invisibili per assumere il loro ruolo nella storia, quelli che si trasformano nei motori del cammino dell'umanità".
Il FPDT ricorda che nel 2001, quando iniziò la sua resistenza alla fine vittoriosa contro la costruzione dell'aeroporto voluto dal governo di Fox, "molta gente ci diceva: 'non si può sconfiggere il governo' ". Ma, prosegue, "ci siamo guardati intorno ed abbiamo cercato altri che come noi stavano lottando.
"Sapevamo di non essere gli unici. E dappertutto c'eravate voi, c'era una lunga scia colma di dignità e di speranza che annunciava il vostro passaggio, apparivano sempre gli occhi brillanti e le dolci mani della resistenza, delle piccole donne e piccoli uomini che ci insegnavano il cammino che costruisce la giustizia e la libertà".
(Traduzione "Maribel" – Bergamo)