martedì 26 maggio 2009

Ancora aggressioni in Chapas

 
Subject: [Ezln-it] Ancora aggressioni in Chapas

La Jornada – Martedì 26 maggio 2009

 

Ondata di aggressioni contro ejidatari del Chiapas che si oppongono alla costruzione

di un'autostrada

 

HERMANN BELLINGHAUSEN

 

Denunciando i soprusi e le aggressioni compiute da presunti evangelici nella comunità tzotzil di Mitzitón, nel municipio San Cristóbal de las Casas, Chiapas, i rappresentanti ejidali e comunali hanno messo a nudo non un problema religoso (che è servito di facciata) bensì manovre governative per imporre il passaggio sulle loro terre della pluriannunciata autostrada per Palenque.

 

I rappresentanti ejidali denunciano le azioni di un gruppo di elementi della Chiesa denominata Alas de Águila, in complicità con il capo della residenza della Procura Agraria di San Cristóbal, Rufino Rosales Suárez. I problemi sono cominciati il 16 aprile, quando Carmen Díaz López, Pablo Díaz López e Antonio Gómez Hernández hanno invaso terreni ad uso comunale senza l'autorizzazione dell'assemblea. Díaz López non vive a Mitzitón, ma nella comunità Nuevo Jardín, municipio de Teopisca, dove è pastore. "Da molti anni sta provocando ed era stato espulso dall'ejido per illeciti commessi per traffico di clandestini", ricordano gli ejidatari.

 

Più di otto anni fa erano stai notificati alle autorità i reati di queste persone, senza effetto alcuno. Ora, l'assemblea informa "al malgoverno" che ha deciso di rimuovere le recinzioni installate dagli invasori. "Chiediamo loro di smetterla di creare conflitti con gli ejidatari di Flores Magón e Mitzitón. Abbiamo deciso di seminare alberi in questa area di uso comune".

 

E sottolineano: "Curiosamente, l'area che hanno invaso si trova all'interno della superficie minacciata dal passaggio dell'autostrada (La Jornada, 21 aprile). Inoltre non sono nemmeno ejidatari riconosciuti, sono solo invasori". 

 

Gli ejidataris denunciano che gli invasori stanno abbattendo alberi ejido, mentre Miguel e Roberto Heredia de la Cruz "sono responsabili di furto con violenza di 130 sacchi di fertilizzante biologico del centro dell'ejido".

 

Compiendo la loro azione, gli invasori hanno rotto tutti i verbali di accordo: "Noi come autorità del villaggio abbiamo rispettato il dialogo, ma quelli che non lo rispettano sono il malgoverno, i pastori e la loro gente; sono loro quelli che provocano e violano gli accordi". In un verbale di assemblea del 19 giugno 2008, "dove figuravano 42 proprietari, furono falsificate dalla Procura Agraria 116 firme; avevano firmato perfino 8 morti e 2 detenuti, inoltre non è mai stato reso noto all'assemblea il contenuto dei verbali". Quegli accordi furono imposti "con minacce ed inganni" alle precedenti autorità della comunità.

 

"Abbiamo dimostrato di essere ben disposti ad arrivare ad un accordo con i nostri compagni campesinos indigeni", dichiarano le vittime. "Il 17 maggio si sono presentati in assemblea due evangelici per chiedere la loro partecipazione nell'ejido, accettando la cooperazione col villaggio, le assemblee, i lavori comunali, e sono stati accolti come ejidatarios, registrati nel registro del villaggio".

 

Gli illeciti di Díaz López risalgono al 1999, "e tuttora tiene il suo gruppo organizzato di delinquenti". Per dieci anni le autorità non hanno prodotto nessun risultato dalle indagini su queste persone. "Eravamo disposti al dialogo, abbiamo firmato accordi, ma vediamo che non c'è rispetto verso la nostra comunità da parte dei funzionari. Non permetteremo la divisione del nostro ejido, né l'esproprio delle nostre terre, né cadremo nelle provocazioni", rimarcano gli ejidatarios. 

 

Infine, esigono "la liberazione immediata dei sette compagni prigionieri politici aderenti all'Altra Campagna dell'ejido San Sebastián Bachajón", così come del maestro Alberto Patishtán Gómez, di La Voz del Amate, detenuto da otto anni e dieci mesi.

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo)


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