venerdì 22 maggio 2009

Campagna per liberazione prigionieri politici

 
 

La Jornada – Venerdì 22 maggio 2009

 

L'avvocato dei detenuti denuncia che continuano gli abusi contro i suoi assistiti

Esortano a "alzare la voce" per la liberazione dei sette tzeltales arrestati

Gruppi dei diritti umani si appellano agli aderenti nazionali ed internazionali dell'Altra Campagna

HERMANN BELLINGHAUSEN

 

San Cristóbal de las Casas, Chis. 21 maggio. Cresce la protesta per la liberazione dei sette contadini tzeltales di San Sebastián Bachajón, arrestati dal governo del Chiapas tra il 13 e 17 aprile con l'accusa di essere "rapinatori di strada". Tra organizzazioni sociali e dei diritti umani aumenta anche la certezza che sono "prigionieri politici", ostaggi del governo, perché contrastano la realizzazione dei piani di sviluppo turistico nella regione di Agua Azul.

 

Nonostante la liberazione di Miguel Vázquez Moreno, base di appoggio dell'EZLN, una trentina di organizzazioni e collettivi dell'Altra Campagna oggi hanno invitato la Zezta Internazional e gli aderenti di tutto il Messico ad "alzare la voce e le forze" per chiedere la liberazione di Gerónimo Gómez Saragos, Antonio Gómez Saragos, Gerónimo Moreno Deara, Miguel Demeza Jiménez, Sebastián Demeza Reara, Pedro Demeza Reara e Alfredo Gómez Moreno.

 

Chiedono che, secondo "proprie forme e modalità", tutti gli aderenti dell'Altra Campagna "promuovano azioni di propaganda e diffusione su quanto succede in Chiapas, e sulla persecuzione di cui sono vittime i compagni basi di appoggio zapatiste". Propongono che il 30 maggio si realizzi una mobilitazione nazionale ed internazionale, ed il 7 giugno un festival nel Giardino Cuitláhuac, di Iztapalapa.

 

Invitano i partecipanti "a realizzare nei loro luoghi conferenze, incontri e festival informativi". All'appello della Rete Nazionale contro la Repressione e per la Solidarietà si uniscono, tra altri, lo Spazio di coordinamento dell'Altra Campagna nella Valle de México, La Otra Puebla, Colectivo Naucalpan, Coordinadora Valle de Chalco, Frente del Pueblo, Karakola Global, Los Nadies, Partido de los Comunistas, Unidad Obrera y Socialista, e Unión de Vecinos y Damnificados 19 de Septiembre.

 

Il presidio di Molino de Flores, Texcoco, dove si trovano 12 prigionieri politici di Atenco, ha ribadito l'impegno "di lottare per la liberzione dei nostri carcerati, dovunque siano". I presenti al presidio hanno dichiarto che gli arresti a San Sebastián sono parte della guerra contro le comunità ribelli che difendono il loro territorio e le loro risorse naturali. "I compagni sono in carcere perchè lottano per la vita, per le loro comunità, perchè si oppongono al potere ed ai piani economici". Esigono che "il governo ed i suoi gruppi paramilitari smettano di attaccare le comunità zapatiste".

 

La Confederazione Generale del Lavoro (CGT) dello Stato Spagnolo si è unita oggi alla convocazione di mobilitazione, ed i collettivi, gruppi, aderenti e simpatizzanti dell'Altra Campagna nello stato di Morelos invitano ad incontrarsi presso il monumento di Zapata, a Cuernavaca, per manifestare il prossimo 30 maggio contro la "detenzione arbitraria di sette compagni e la falsa accusa di rapina" che pesa su di loro.

 

Ricardo Lagunes, difensore dei sette indigeni detenuti a El Amate, informa che "continuano a fare lavori forzatamente per ordine dei "precisos", giorno e notte e dormono sul pavimento, cioè, proseguono le condizioni di maltrattamento e vessazione senza che le autorità facciano nulla per garantire la loro integrità".

 

Dopo un incontro con loro nel parlatorio della prigione di Cintalapa, l'avvocato ha confermato che Gerónimo Moreno Deara, responsabile del Comitato contro la repressione di San Sebastián Bachajón, è ferito a una costola sinistra che sembra essere rotta. Gerónimo riferisce di essere stato portato in un posto e lasciato senza magiare e a dormire sul pavimento, e visitato da alcune persone, apparentemente medici, "che gli hanno dato qualche ricetta e due medicinali, hanno fatto raggi X, ma fino ad ora non hanno fatto niente altro".

 

Interrogato al riguardo, l'incaricato dell'area giuridica di El Amate ha spiegato che avevano trasferito momentaneamente Moreno Deara "perché sul giornale era uscito che era malato e ferito", e siccome non sapevano se questo era avvenuto dentro o fuori, l'hanno spostato momentaneamente "per proteggere la sua integrità". Che le persone che l'hanno visitato erano periti della Procura Generale di Giustizia dello stato, inviati su istruzioni del procuratore. Contraddicendo la versione dell'indigeno, ha detto di ver dato da mangiare al detenuto, ma non ha specificato cosa. Il detenuto è già stato riportato in carcere.

 

(Traduzione "Maribel" – Bergamo)


Inviato dal mio telefono Huawei