venerdì 29 novembre 2013

Tribunale federale decide a favore di San Sebastián Bachajón

 
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La Jornada – Venerdì 29 novembre 2013
Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 28 novembre. Il tribunale federale di Tuxtla Gutiérrez ha accolto il ricorso presentato dagli ejidatarios di San Sebastián Bachajón contro l'occupazione di una parte del territorio ejidale da parte dei governi federale e statale del febbraio 2011, allo scopo di "imporre un progetto turistico di livello mondiale", dichiarano gli indigeni coinvolti.
Nella sentenza pubblicata lunedì 25 novembre, il tribunale federale "ha revocato ritenendola illegale la sentenza de 22 luglio 2013 emessa dal giudice settimo di distretto di Tuxtla Gutiérrez, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai contadini tzeltales, aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, in difesa delle loro terre", ha comunicato Ricardo Lagunes Gasca, rappresentante legale degli indigeni.
 
Nell'udienza del 14 novembre, per decidere sul ricorso 274/2013, il terzo tribunale collegiale del ventesimo circuito della capitale chiapaneca "ha dato ragione agli indigeni dell'ejido San Sebastián Bachajón, situato nella zona nord dell'entità, che difendono le proprie terre dall'esproprio dei governi statale e federale, perpetrato dal 2 febbraio 2011 con la finalità di controllare il loro territorio per imporre un progetto turistico". Le terre di cui gli ejidatarios reclamano la restituzione, danno accesso anche alle cascate di Agua Azul visitate ogni anno da centinaia di migliaia di turisti.
La difesa spiega: "Il tribunale ha ritenuto che il giudice settimo di distretto, omettendo di notificare all'assemblea generale degli ejidatarios di San Sebastián Bachajón la richiesta di appello interposta in forma sostitutiva da ejidatarios aderenti alla Sesta, ha infranto le leggi del procedimento e lasciato senza difesa l'ejido querelante". Inoltre, il tribunale federale "ha dichiarato senza valore giuridico il documento esibito dal commissario ejidale filogovernativo di San Sebastián, Alejandro Moreno Gómez, sottoscritto da lui e da altri rappresentanti dell'ejido, col quale intendevano desistere dal processo di appello senza l'autorizzazione e la conoscenza dell'assemblea generale".
È la seconda volta che un tribunale federale dichiara illegale la sentenza emessa dal giudice settimo di distretto che "fin dall'ammissione del ricorso, il 4 marzo 2011, si è comportato senza osservare i principi di imparzialità, indipendenza ed obiettività, favorendo in ogni momento l'esproprio attraverso decisioni arbitrarie e soggettive", sostiene Lagunes Gasca.
"È deplorevole - aggiunge - che dopo due anni dal ricorso, non esista ancora una sentenza che protegga il territorio dal popolo tzeltal di San Sebastián, cosa che favorisce l'impunità, la violenza e l'abuso contro i popoli originari da parte di funzionari statali e agenti privati".Di fronte alla "evidente inefficacia" della legge nel proteggere il territorio tzeltal, il 26 maggio di quest'anno, il caso era stato presentato formalmente alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) con sede a Washington. Inoltre, la difesa degli ejidatarios "aveva chiesto l'adozione di misure cautelari nell'ambito della petizione, per garantire l'integrità territoriale del popolo indigeno e l'integrità personale dei suoi difensori, esposta a maggiore rischio e vulnerabilità con l'assassinio impune del leader comunitario Juan Vázquez Guzmán il 24 di aprile" sulla porta di casa.Il 19 giugno, la CIDH aveva comunicò agli ejidatarios aderenti alla Sesta che aveva sollecitato informazioni in merito al governo messicano, sollecito che, per quanto si sa, non avrebbe ricevuto ancora risposta. http://www.jornada.unam.mx/2013/11/29/politica/019n1pol(Traduzione "Maribel" - Bergamo)


 

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