lunedì 12 maggio 2008

Traduzione Cronaca della Prima Giornata di Atene


CRONACA DELLA PRIMA GIORNATA DELL'INCONTRO EUROPEO DI SOLIDARIETA' CON GLI ZAPATISTI E L'ALTRA CAMPAGNA DEL MESSICO
 
Atene 9 maggio 2008
 
Nell'emblematico Politecnico, noto per la sua lotta durante la dittatura dei colonnelli, si è svolta la prima giornata dell'incontro, con la presenza di persone provenienti da 8 paesi e 17 collettivi. 
 
Ha aperto questa prima giornata il saluto della "Assemblea Aperta di Solidarietà con gli Zapatisti e Contro la Repressione in Chiapas", di Grecia, anfitrione dell'incontro, con una menzione ai 14 anni di resistenza indigena zapatista e di solidarietà internazionale, segnalando che l'obiettivo dell'incontro e della campagna europea è lavorare in comune per fermare la Guerra in Chiapas e ponendo in rilievo che l'Europa resiste anche attraverso la solidarietà.
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Sono stati letti i messaggi inviati da:
 
Ø      Il coordinamento dell'Altra Campagna della Valle del Messico.
Ø      Comitato degli ex detenuti politici del Chiapas.
Ø      Detenuti politici della Voz de los Llanos aderenti all'Altra Campagna.
Ø      Comitato civico di lotta contro la costruzione dei regassificatori della Bassa California.
Ø      Le donne della Sexta.
 
E' poi intervenuto il direttore di CAPISE, Ernesto Ledesma, che ha ringraziato l'Assemblea Aperta di Atene, il suo lavoro per l'incontro ed ha spiegato che, dopo il suo giro per 13 paesi e 43 località europee, si è progredito nell'obiettivo di rompere il silenzio informativo per quanto riguarda L'Altra Campagna messicana e la lotta zapatista. In tutte le località ha trovato reti di appoggio e la logica di questo incontro è fare un ulteriore passo per arrivare ad accordi concreti e piani di azione. 
 
Successivamente è intervenuto don Juan Chávez, del Congresso Nazionale Indigeno (CNI), con una relazione dal titolo "La lotta degli indigeni per la loro autonomia e contro il capitalismo".
 
"Spiega che con le riforme costituzionali del 1992, il governo vuole distruggere la sovranità nazionale consegnando le risorse del paese alle multinazionali e creare norme che coinvolgono grandi estensioni di terra, così come la vita dei popoli originari e di tutto il popolo messicano. 
 
Ciò si realizza attraverso norme come la Legge sulle Aree Naturali e di protezione che significano la privatizzazione delle stesse e la loro consegna alle multinazionali; la Legge di Bioprospezione per rubare la saggezza e brevettare le conoscenze ancestrali dei popoli; la Legge di Salute e quella di Educazione, volte alla privatizzazione di questi servizi; la Legge del Settore Minerario per rilasciare concessioni minerarie alle grandi imprese, etc.
 
Particolare importanza riveste la Riforma Agraria che attraverso programmi come il Procede ed il Procecom, perseguono la distruzione della proprietà collettiva, seminando ejidos in territori recuperati dagli zapatisti con una regolamentazione che ne permette la vendita. 
 
Ci si riferisce anche alla riforma energetica, il TLC, l'Alca ed il Plan Puebla Panamá, come strumenti neoliberali per distruggere la sovranità nazionale dei popoli.
 
Chi si oppone a questi piani, come le basi di appoggio zapatiste, viene represso, derubato, privato dell'acqua, vengono distrutte case e milpas, si inventano reati per l'arresto, si mantiene la militarizzazione del territorio (7 soldati federali su 10 sono in territorio zapatista). 
 
Quando il 1 gennaio 1994 nasce il "BASTA!" zapatista, si riprende la lotta per l'autonomia e si riprende la concezione indigena secondo cui la terra è la madre e non si vende, né si commercia con essa.
 
Per gli indigeni, culturalmente tutto quella che c'è sulla terra è parte della vita dell'umanità. Si rispetta e si cura. I metodi di produzione e commercializzazione neoliberali distruggono tutto e concentrano la ricchezza nelle mani di pochi, provocando povertà e la dolorosa emigrazione. Quindi, il genocidio non è solo culturale ma anche fisico, facendo sparire materialmente i popoli indios.
 
Nell'anno 2001, dopo la marcia al DF, il Congresso approva una contro-riforma nella quale si nega il riconoscimento dei popoli indios e si definiscono le comunità indigene come entità di interesse pubblico e non come entità di diritto pubblico, come oggetti e non come individui, cosa che significa la negazione del diritto all'autonomia e che il territorio indigeno si può alienare e vendere. 
 
Gli zapatisti lanciano un messaggio al Messico ed al mondo, riaffermando il diritto storico di esercitare la loro autonomia e così nel 2003 si creano i Municipi Autonomi e Ribelli, le Giunte di Buon Governo…, i popoli si dotano di autonomia ed autogoverno attraverso le vie di fatto e senza chiedere permesso.
 
La Sesta Dichiarazione significa la costruzione di un nuovo progetto di nazione, di una nuova costituzione, e la messa in pratica del comandare obbedendo. Il CNI nell'anno 2006 decide di accompagnare L'Altra Campana e ratifica la sua adesione alla Sesta".
 
Dopo un interessante colloquio chiude la giornata Ernesto Ledesma, affermando che la Sesta ha la sua origine nei popoli indigeni, nella libera determinazione e nell'applicazione della loro autonomia. La libera determinazione è di natura antisistema ed anticapitalista. L'obiettivo della Sesta è riunire le lotte di tutti i settori e movimenti del basso a sinistra. L'avanzamento della Sesta dà origine alla repressione, ma quanto più ci reprimono noi reagiamo. Bisogna proseguire su questa strada e comprendere che una parte fondamentale della formazione dei movimenti sociali è ascoltare, e questo lo impariamo dalle compagne e compagni indigeni. 
 
Infine propone che l'incontro abbia un carattere risolutivo.
 
(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo)

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