venerdì 9 maggio 2014

Denuncia della JBG: Nessuno scontro, ma un'aggressione paramilitare

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La Jornada – Mercoledì 7 maggio 2014
Hermann Bellinghausen
Di fronte all'omicidio del compagno zapatista Galeano (maestro di zona della Escuelita por la Libertad) ed al problema presente nella comunità di La Realidad, Chiapas, la Giunta di Buon Governo (JBG) Hacia la Esperanza ha annunciato la decisione di trasferire l'intera questione nelle mani della Comandancia Generale dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) affinché indaghi e si faccia giustizia. 
Inoltre, ha smentito che le basi zapatiste siano state armate. Se così fosse stato, il risultato sarebbe stato diverso. 
La JBG identifica un buon numero di paramilitari della Central Independiente de Obreros Agrícolas y Campesinos Histórica (CIOAC-H) guidati da quella che nella regione si conosce come "la banda de Los Luises", tra i molti Luis Hernández Cruz, José Antonio Vázquez Hernández, Roberto Alfaro Velasco, Alfredo Cruz Calvo e Conrado Hernández Pérez. Di tutti loro, la JBG identifica come paramilitare solo Hernández Pérez tra i cinque arresti che ha annunciato il governo.
La giunta ribelle riassume i fatti. Il 16 marzo, mentre si stava realizzando una campagna di salute nel municipio autonomo General Emiliano Zapata, con sede ad Amador Hernández, i cioaquistas della Realidad hanno sequestrato il camioncino della JBG che trasportava i medicinali, col pretesto dell'estrazione di ghiaia su due camion delle basi di appoggio della Realidad. 
Anche se sono proprio i paramilitari della Realidad ad accaparrarsi e fare cattivo use della cava di ghiaia collettiva, ma con tale pretesto si sono presi il veicolo e le medicine degli zapatisti, a dispetto dell'accordo che la ghiaia è comune. Organizzati ed addestrati dai tre livelli del malgoverno per la campagna di contrainsurgencia, si sono messi contro la JBG, perché invece di fermare il camion che trasportava la ghiaia, hanno preso il veicolo che è al servizio della salute di migliaia di zapatisti.
La JBG ha cercato una soluzione, ma i cioaquistas si sono rifiutati ed il camioncino alienato è rimasto nella casa ejidale. Di fronte a ciò, la giunta si è rivolta al Frayba (Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas) chiedendo che "andasse a parlare a Los Luises e consegnare loro la citazione con data 31 marzo" in riferimento al problema cioaquista a La Realidad". 
La CIOAC-H non si è presentata allora, né ad una seconda citazione benché entrambe le volte avesse accettato. Il terzo appuntamento era il primo di maggio. Si sono presentati Roberto Alfaro Velasco ed Alfredo Cruz Calvo, della centrale filogovernativa. Il secondo è uscito dicendo che avrebbe parlato con i suoi correligionari della Realidad ma "si è andato con il capo paramilitare dei Los Luises" ed è ritornato nel caracol con altre 15 persone a dirci di lasciare andare Roberto Alfaro.
 
Davanti alla JBG, Alfaro ha chiarito che non era stato né rapito né fermato, nonostante volessero obbligarlo ad ammettere di esserlo.  
Ciò nonostante, il 2 maggio la riunione proseguiva e stavamo concordando di proseguire l'incontro il giorno dopo, ma "il capo dei Los Luises ed i 15 fuori stavano organizzando un'altra cosa". Quel pomeriggio stavano arrivando nel caracol decine di basi zapatiste per svolgere diversi lavori ed i paramilitari erano appostati all'entrata e nel centro della comunità. Armati con armi a canna lunga e corta, machete, bastoni e pietre, prima di compiere l'omicidio hanno distrutto la scuola autonoma e tagliato le tubature dell'acqua del caracol e delle famiglie zapatiste.
Gli aggressori hanno attaccato le basi dell'EZLN con pietre e bastoni. Dal caracol sono usciti altri zapatisti per aiutarli ma non ce l'hanno fatta e sono stati attaccati con le armi nel mezzo del villaggio, dove è caduto il nostro compagno José Luis, maestro di zona della Escuelita por la Libertad. E' stato colpito da tre colpi, ed un colpo di grazia in testa. Erano le 20:30 del giorno 2. Ai 15 filogovernativi che si trovavano nel caracol è stato chiesto di andare a controllare la loro gente, ma nessuno di loro ha voluto farlo.
Il 5 maggio, aggiunge la JBG, il governo del Chiapas ha detto di aver fermato cinque persone; uno è leader paramilitare della CIOAC; agli altri non li conosciamo, ma loro si conoscono, soprattutto il capo supremo paramilitare Manuel Velasco ed il supremo leader paramilitare (Enrique) Peña Nieto. Così chi ha tolto la vita e dato il colpo di grazia al loro compagno continuano a stare alla Realidad, e provocare, e continueranno a farlo perché questo è il piano del supremo paramilitare. 
La JBG sottolinea la presenza sul posto del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, nelle cui dichiarazioni si può capire chiaramente chi sta dicendo menzogne e dove sta la verità. E segnala: Tutto quella che è uscito sulla stampa prezzolata è bugia. Non c'è mai stato uno scontro. Quello che è successo è stato un attacco contro di noi. http://www.jornada.unam.mx/2014/05/07/politica/011n1pol






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