giovedì 28 marzo 2013

CFE provoca scontri comunitari in Chiapas

 

La Jornada – Giovedì 28 marzo 2013
Hermann Bellinghausen
 
Comunità in resistenza e membri dell'organizzazione Pueblos Unidos por la Defensa de la Energía Eléctrica (PUDEE), aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona di Tila, Sabanilla, Tu,balá e Salto de Agua, denunciano il clima di scontro all'interno delle comunità provocato dalla Commissione Federale di Elettricità (CFE) nella zona nord del Chiapas. 
Da gennaio, raccontano, il personale della CFE, guidato da Bruno Herrera Monzón, funzionario per le riscossioni di Yajalón, è stato in tutte le comunità nel tentativo di convincere le autorità ejidali, funzionari rurali e rappresentanti delle comunità in resistenza, a convocare riunioni per informare che a partire da quest'anno cominceranno a pagare i le bollette dell'energia elettrica.
A chi ha debiti da molti anni saranno installati dei contatori per, secondo la CFE, offrire un servizio di qualità. Si offre anche la possibilità all'utente di pagare i suoi debiti in cinque anni. 
La CFE informa di voler installare contatodi digitali e nuove apparecchiature per tenere sotto controllo il servizio elettrico. L'organizzazione PUDEE, che raggruppa proprio le comunità che da anni si oppongono agli abusi dell'ente parastatale ed ai successivi programmi governativi volti a darli desistere dalle loro richieste, dice: ci vogliono controllare e rubare sfacciatamente il servizio.
Le azioni della commissione in alcune comunità provocano degli scontri, perché le autorità ejidali ed i funzionari rurali stanno accettando questi inganni. Diciamo inganni perché non è la prima volta che lo fanno attraverso programmi come Luz Amiga, tarifa de Vida Mejor o Luz Solidaria; ora ci viene a dire che abbiamo cinque anni per saldare i debiti, ma non dicono quanto pagherò e quanto ruberanno. PUDEE sottolinea: i nostri compagni non vogliono pagare finché non saranno attuati gli Accordi di San Andrés Larráinzar. 
Respingendo queste offerte, le comunità e le famiglie in resistenza sono minacciate di perdere la fornitura elettrica. Se non firmeranno l'accordo, saranno sospesi i benefici dei programmi governativi e le ricevute di pagamento delle bollette saranno il requisito indispensabile per sbrigare pratiche amministrative col governo.
Ciò causa dissenso tra chi vuole pagare, che viene manipolato, e chi si oppone. "Ci dicono continuamente che: 'chi non paga le imposte è un irresponsabile' 'e lo è anche chi non paga la luce e l'acqua, e non accetta programmi né vota"'.
L'organizzazione PUDEE, composta in maggioranza da comunità chol, sostiene: non è più irresponsabile quello che paga le imposte che poi vanno alle imprese straniere che mantengono questo sistema di esclusione e riempiono le pance degli alti burocrati? Non sono più irresponsabili quelli che alimentano col loro voto questa farsa che sono le elezioni? 
Sostiene: in realtà, un cittadino responsabile non vota in queste elezioni, non paga imposte, né luce né acqua. Finché continuiamo a pensare secondo i parametri del sistema, continueremo ad essere schiavi di una banda di miliardari. Viviamo schiavi della falsa informazione, con la quale i media di massa hanno molto a che vedere. La libertà, come gli altri diritti umani, è una questione sociale, di persone.
Infine, avverte che "nella Costituzione non è proibito organizzarsi per difendere questo paese; non bisogna nemmeno chiedere permesso per praticare l'autodeterminazione dei popoli, lottare e resistere. I malgoverni ci hanno forse chiesto il permesso di essere corrotti o per le riforme costituzionali, affinché i governanti siano legati al narcotraffico? Ci hanno forse chiesto il permesso per la firma del Pacto por México? L'unica cosa che ci hanno chiesto è il voto corporativo ed ora che godono del potere non c'è speranza di migliorare le condizioni di vita nelle campagne e nelle città". http://www.jornada.unam.mx/2013/03/28/politica/010n1pol


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