mercoledì 5 dicembre 2012

Gli zapatisti inaugurano negozio di artigianato a Toniná


La Jornada – Mercoledì 5 dicembre 2012
 
Hermann Bellinghausen. Inviato. Toniná, Chis., 4 dicembre. Centinaia di basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), di diverse comunità del municipio autonomo Francisco Gómez, questa mattina hanno inaugurato un negozio di artigianato adiacente al sito archeologico di Toniná, nella valle di Ocosingo. La cerimonia è avvenuta alla presenza delle delle ricamatrici ed artigiane, in maggioranza tzotziles, i cui lavori saranno venduti nel nuovo negozio.
Dopo alcune turbolenze regionali nelle scorse settimane, diffusione di notizie diffamatorie ed aggressioni della polizia municipale contro il negozio zapatista, questo ha aperto i battenti senza contrattempi. Sulla stampa e radio locali si diceva che si trattava di un posto di blocco, un botteghino illegale di pagamento per l'ingresso alle rovine o un tentativo di ostacolare il turismo (che, però, ogni anno è sempre più numeroso). Qualche giornale statale ha anche fornito versioni più obiettive. E sebbene la polizia di Ocosingo fosse venuta nei giorni scorsi a spargere la sabbia che gli zapatisti stavano usando per la costruzione dei locali, il nuovo presidente municipale, Octavio Albores Cruz, priista di lunga data ma eletto come candidato verde, si è presentato dagli indigeni ribelli per dissociarsi dall'aggressione della polizia e riportare la sabbia.
La situazione conflittuale di deve molto all'ex sindaco panista Arturo Zúñiga Urbina, che prima di lasciare l'incarico si è assicurato di disporre 9 milioni 165 mila pesos per costruire un sentiero turistico Ocosingo-Toniná su terreni di sua proprietà e di due soci, pagati con denaro federale e statale delle amministrazioni di Calderón e Sabinas. Per fare ciò hanno distrutto tumuli e tombe del sito archeologico ed hanno usato pietre dell'antica città maya per fare posto ad un albergo turistico, ristorante, piazza di accesso, ponte, parcheggio, portico e sentieri, secondo la stessa descrizione ufficiale.
Una larga strada asfaltata e con marciapiede si apre nel bel mezzo del paesaggio rurale; si prevede che ospiterà un mercato di artigianato e posti di ristoro controllati dai proprietari delle installazioni ma gestiti dagli indigeni come dipendenti. Oggi sono molto attivi i lavoratori e le macchine di un'impresa privata, proprietà di Manuel Albores Cruz, nipote del nuovo sindaco, ma suo rivale. Suo padre, e fratello del sindaco, Héctor Albores, è stato candidato perdente del PRI nelle passate elezioni.
Così, tutto resta in famiglia, mentre le autorità dell'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) si astengono dall'intervenire, malgrado il suo direttore regionale, Emilio Gallaga Murrieta, sia a conoscenza della situazione. I lavoratori dello stesso INAH hanno manifestato il proprio dissenso verso queste opere turistiche che privatizzano una zona che è di proprietà della nazione e patrimonio dell'umanità, ed inoltre la danneggiano irrimediabilmente.
Ma oggi le famiglie zapatiste, vivaci e colorate, sono venute alla grande piramide ed hanno dato inizio alla loro impresa su un pezzo di terra recuperata proprio all'ingresso del sito archeologico. Un discreto cartellone di legno con una stella rossa al centro recita: Negozio di artigianato autonomo zapatista, territorio ribelle. EZLN, Caracol III La Garrucha, municipio autonomo Francisco Gómez. Con questo piccolo dettaglio, ed il privilegio della sua collocazione, hanno ricevuto luce rossa dal governo statale ormai alle sue ultime ore di vita. Il negozio sì, il cartello no, hanno intimato i funzionari agli indigeni autonomi, ma questi, come da 18 anni, fanno quello che dicono di fare perché nel loro pieno diritto, argomento che fino ad ora nessun funzionario ha potuto contestare. http://www.jornada.unam.mx/2012/12/05/politica/019n1pol


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