mercoledì 26 dicembre 2012

Fw: [Ezln-it] Gustavo Esteva: La nuova era

 

La nuova era

di GUSTAVO ESTEVA *
E l'orchestra continuò a suonare.  Il naufragio del Titanic era inevitabile. Ignorarlo era insensato. Ma la banda continuò a suonare.
La sequenza del primo giorno è una illustrazione palese di questo particolare tipo di cecità. Ha mostrato il divario che si è aperto tra le classi politiche e le persone, e ha anche rivelato il suo pericoloso distacco dalla realtà, il modo irresponsabile e miope nel quale occuparsi di interessi mafiosi a breve termine mafioso implica ignorare la gravità della crisi economica, sociale e politica in cui ci troviamo.
Il discorso sul paese (il Messico, ndt) che si fa attualmente mostra i peggiori sintomi dell'autoritarismo populista che viene edificato ad ogni costo. Esso è concepito come un trionfo irresponsabile dell'ottimismo sulla realtà, con l'evidente intenzione di generalizzare questa cecità. La banda continuerà a suonare fino a quando gli strumenti e musicisti si inabisseranno con la nave.
E ' particolarmente difficile non sentire il fragore del crollo, che si osserva in tutto il mondo ed è molto bruscamente precipitato in Messico. Coloro che hanno scalato i dispositivi del potere politico, tuttavia, persisteranno in questa sordità interessata… il più a lungo possibile, per il tempo in cui potranno farlo.
Ma noialtri non possiamo continuare a chiudere le orecchie. Abbiamo bisogno di reagire.
Odio dire "ce l'aveva detto", ma ce lo aveva detto, il subcomandante Marcos, qualche anno fa. In varie occasioni gli zapatisti ci hanno avvertito di quello che sarebbe successo se non avessimo reagito. Non abbiamo reagito. E' successo. Hanno descritto in diverse circostanze in disastro in cui ci troviamo oggi. Hanno anticipato, prima di chiunque altro, la serie di crisi che si sono succedute e la distruzione che avrebbero provocato nelle classi politiche, nel paese stesso, nel tessuto sociale… Hanno aperto con forza e lucidità possibilità di cambiamento, senza dogmatismi o imposizioni. Non ne abbiamo approfittato.
Il nuovo appello dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (Ezln) deve essere ascoltato da coloro che tentano, dal basso, di resistere all'orrore dominante e di creare un'altra possibilità. Spero lo possano ascoltare coloro che ancora nutrono la fantasia che un colpo di urna elettorale potrebbe essere sufficiente a porre rimedio a tutto, coloro che solo possono pensare e organizzarsi nel quadro dei partiti politici e delle istituzioni e continuano a credere che anticapitalismo sia una brutta parola.
E' utile mostrare ancora una volta che il re è nudo. Potranno azzardarsi a vederlo e a dirlo ad alta voce anche coloro che credono che sia possibile continuare a negarlo.
Ma, mentre è ormai inevitabile ascoltare lo strepito del crollo del mondo che muore, anche perché il rumore investe tutto e lo si soffre quotidianamente nella propria carne, non accade lo stesso con il frastuono del mondo che risorge. Per ascoltarlo c'è bisogno di altre orecchie.
Non siamo alle prese con una variante di quello che conosciamo. Vi è un altro giro di valzer, una curva su un percorso familiare. È una novità radicale. Le sue profonde radici nel passato non si dedicano a riprodurlo o a realizzare, ancora peggio, il tentativo impossibile di tornare indietro. E' qualcosa di diverso.
Come è risltato evidente venerdì scorso (quando 40 mila zapatisti hanno riempito le piazze di cinque città del Chiapas, nel giorno della fine di un'era del calendario maya, ndt) , il nuovo mondo si costruisce con la speranza, la gioia e la festa, a partire dalla disciplina che si impara in un proprio ordine, autonomo. Solo così, dalla disciplina organica, quella che si tesse dal basso per propria volontà, è possibile proporsi l'eliminazione del potere e delle autorità coercitive, la condizione in cui viene utilizzata la posizione gerarchica oer imporre una azione.
In tempi bui come questi è una benedizione sapere che contiamo su di loro. Come hanno detto da tempo Chomsky, Wallerstein, Gonzalez Casanova e molti altri, l'iniziativa politica degli zapatisti  è la più radicale del mondo e probabilmente la più importante. Lo è stata ieri, in quella notte del primo gennaio 1994 che ha scatenato un'ondata di movimenti anti-sistemici in tutto il mondo e ci ha svegliati. Continua ad esserlo oggi, quando ancora sono fonte di ispirazione per fare che occorre.
E' arrivata la fine di un'era. Le prove si accumulano tutti i giorni. Niente può impedire la sua conclusione. Ma prenderà una forma apocalittica, aggravando l'immensa distruzione naturale, sociale e culturale che ha caratterizzato la sua agonia, a meno che non siamo in grado di resistere a un simile orrore. E in tali circostanze, l'unica maniera valida ed efficace di resistere consiste nel creare un'alternativa. Dobbiamo farlo. Ciascuno nel suo luogo e a modo suo. Abbiamo bisogno di dissolvere i rapporti economici e politici che ci intrappolano nel vecchio mondo, coscienti che la crescente dignità di ogni uomo e di ogni donna e di ogni rapporto umano sfida necessariamente tutti i sistemi esistenti. Di questo si tratta oggi.
* Da La Jornada di Città del Messico, lunedì 24 dicembre 2012. Tradotto da DKm0. Gigi Sullo

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