martedì 16 febbraio 2010

Gli Accordi di San Andres compiono 14 anni

 

La Jornada – Martedì 16 febbraio 2010

Gli Accordi di San Andrés compiono 14 anni

Elio Enríquez. San Cristóbal de las Casas, Chis., 15 febbraio. Questo martedì si compiono 14 anni dalla firma degli Accordi di San Andrés tra il governo federale e l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Per l'ex deputato locale Juan Roque Flores, che faceva parte della Commissione di Concordia e Pacificazione (Cocopa), istanza del Congresso dell'Unione, così come dei Poteri Legislativo ed Esecutivo del Chiapas, che cooperò al conseguimento degli accordi, il responsabile dell'inadempimento degli stessi fu il governo federale che "non ebbe la volontà politica" di metterli in atto. "È deplorevole che non sia stata sradicata l'arretratezza sociale dei popoli indigeni e continuiamo ad essere quasi nella stessa situazione di 14 anni fa", ha dichiarato in un'intervista.

Gli accordi, ha dichiarato, furono una "speranza di redenzione per i popoli indigeni che purtroppo non sono stati portati a termine".

Intervistato separatamente, il vescovo di San Cristóbal, Felipe Arizmendi Esquivel, ha detto che per implementare gli accordi dovrebbe esserci un dialogo nel quale "ci sia la capacità di entrambe le parti di ascoltarsi, perché da posizioni intransigenti non c'è neppure la possibilità di iniziare il dialogo".

Il prelato ha affermato che "ci sono cose che si possono recuperare, ma quando ci sono posizioni completamente contrastanti e violente non si va avanti. Se il governo non si fida degli indigeni e questi del governo, non andiamo avanti: dobbiamo continuare ad imparare a dialogare. La storia non passa in vano, e andiamo avanti nel senso della convivenza fraterna, imparando a rispettarci". 

Inoltre sostiene che nonostante conflitti e differenze, in molte aree della cosiddetta zona di conflitto, zapatisti e non zapatisti convivono e si mettono di accordo per affrontare le loro inevitabili divergenze.

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


lunedì 15 febbraio 2010

: La JBG nega la responsabilita' degli zapatisti nell’aggressione a Bolon Ajaw

 
 

La Jornada – Domenica 14 febbraio 2010

La JBG nega la responsabilità degli zapatisti nell'aggressione armata a Bolón Ajaw

Hermann Bellinghausen

 

La Giunta di Buon Governo (JBG) Corazón del arco iris de la esperanza, del Caracol di Morelia, Chiapas, ha smentito le versioni, profusamente diffuse dal governo statale, sui fatti di violenza del 7 febbraio scorso nel villaggio Bolón Ajaw (municipio autonomo Comandanta Ramona) dove un indigeno è morto ed una ventina sono rimasti feriti, alcuni in maniera grave.

La JBG sostiene che "i provocatori, membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), abitanti dell'ejido Agua Azul, sono entrati con atteggiamento aggressivo il 20 gennaio" a Bolón Ajaw, e nei fatti del 7 febbraio loro stessi sarebbero i responsabili della morte del priista Adolfo Moreno Estrada, della cui morte la Procura Generale di Giustizia dello Stato ritiene responsabili gli zapatisti di Bolón Ajaw e delle comunità vicine. "A causa degli spari indiscriminati esplosi nel villaggio, loro stessi hanno ucciso i loro compagni perché sparavano tutti ammucchiati".

Le autorità autonome ricordano che il 23 gennaio avevano denunciato quello che stava succedendo nella comunità zapatista, invasa da un gruppo armato della Opddic. "Lì potrete trovare nomi e cognomi degli aggressori, che atteggiamento avevano ed il calibro delle pistole che portavano quando sono entrati e vogliamo chiarire che quelle pistole non erano mai nascoste, le portavano in ogni momento anche mentre lavoravano".

Nonostante ne Fosse informato, il governo non ha fatto niente "affinché non accadesse questa aggressione". Né Juan Sabines, né Antonio Moreno López, presidente municipale di Chilón. La Giunta autonoma sottolinea "la soddisfazione di Felipe Calderón che ottiene ciò che vuole con l'inganno".

I contadini priisti di Agua Azul sono entrati nel villaggio di Bolón Ajaw sparando contro "cinque compagni e 10 compagne che non potevano resistere". Sono arrivati con pistole e fucili, dettaglia la JBG, "sparando contro i compagni circa 250 cartucce calibro .22". Quelli della Opddic "dicono che li abbiamo sorpresi all'alba spaventando la popolazione, quando siamo stati noi ad essere stati colti di sorpresa dagli spari". I loro compagni dell'Altra Campagna del vicino ejido San Sebastián Bachajón sono stati imboscati a pochi metri dalla cabina di riscossione di Agua Azul; "lì è rimasto ferito all'addomen il nostro compagno Francisco González Gómez".

La JBG cita che il governatore Sabines, attraverso Pedro Raúl López, funzionario che si occupa delle organizzazioni non governative, "ha insinuato si potrebbe far entrare l'Esercito e si romperebbe il dialogo per ricominciare le ostilità". Sono ben visibili i movimenti militari e di polizia nelle immediate vicinanze del villaggio zapatista.

"Smentiamo quello che dicono i leader della OPDDIC di essere stati aggrediti dai nostri compagni sabato 6 febbraio 2010, sono solo menzogne, perché 15 giorni prima avevamo fatto la nostra denuncia che per noi significava prendere quel tempo per aspettare se volevano dialogare, ma loro non si sono mai avvicinati. Inoltre, anni prima questa Giunta di Buon Governo aveva convocato nei nostri uffici il commissario Geremías López Hernández per dialogare ma non ci ha mai ascoltato".

La mattina del 7, gli zapatisti si sono recati nel territorio di Bolón Ajaw "per svolgere un lavoro collettivo che ci vogliono sottrarre; non siamo andati per colpire nessuno, inoltre su quel terreno vivono i nostri compagni che abitano nel villaggio Bolón Ajaw, ed abbiamo ripetuto che avremmo difeso la terra lavorando pacificamente e senza sorprese".

Per entrare nel villaggio di Bolón Ajaw, precisa la JBG, "Non siamo entrati neppure di un millimetro ad Agua Azul", e sottolinea "l'invenzione della Opddic che ci accusa di averli colti di sorpresa.. Quando noi siamo arrivati sul posto erano le 6 del mattino, tutti siamo arrivati attraverso un sentiero che porta a Bolón Aajaw e senza armi, e quando siamo arrivati gli invasori della OPDDIC si sono ritirati e pensavamo che erano tornati nelle loro case tranquilli, ma non era così". E' stato allora che sono arrivati sparando, secondo la versione degli zapatisti.

"Grazie ai nostri compagni che si sono ritirati rapidamente non ci sono stati né feriti né morti, perché mentre si ritiravano chiedevano aiuto ai nostri compagni che stavano lavorando perché stavano arrivando 40 persone della OPDDIC tutte armate nel villaggio di Bolón Ajaw. Queste si sono dirette alla chiesa del villaggio e sono entrati rompendo la porta ed una volta dentro hanno fatto dei danni".

Nonostante l'aggressione, la JBG denuncia: "Ancora una volta inventano reati contro di noi, ci accusano di sequestrare, proprio noi che lottiamo contro la morte non siamo pazzi per i soldi come i governi". http://www.jornada.unam.mx/2010/02/14/index.php?section=politica&article=015n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )


domenica 14 febbraio 2010

2mila donne Manifestano a citta Juarez contro la violenza (testo in spagnolo)

Marchan juarenses contra la violencia

En la manifestación denominada Marcha de Coraje, Dolor y Desagravio participaron activistas y madres de los muchachos ultimados el 31 de enero en Villas de Salvárcar y de víctimas de feminicidios.

La Jornada en línea
Publicado: 13/02/2010 13:48

México, DF. Alrededor de las 10 y media de la mañana, madres y familiares de los jóvenes masacrados en Villas de Salvárcar, madres de víctimas de feminicidios y parientes de activistas como Josefina Reyes, partieron en marcha por las calles de esta ciudad para recordar a los 15 muchachos ultimados el pasado 31 de enero.

Un total de dos mil personas (mil 300 según la Policía Municipal) partieron del Monumento a Benito Juárez hasta el Puente Internacional Santa Fe, ubicado sobre la avenida Juárez, en un acto que fue llamado la Marcha de Coraje, Dolor y Desagravio para protestar y exigir justicia, la renuncia del presidente Felipe Calderón, el gobernador de Chihuahua, José Reyes Baeza, y el edil juarense José Reyes Ferriz.

Ahí, a la vanguardia de la manifestación -según reportes radiofónicos y de medios locales-, iba Luz María Dávila, la mujer que el jueves pasado encaró al presidente Felipe Calderón y a los miembros del gabinete, y les exigió justicia por la muerte de sus dos hijos en la matanza de Villas de Salvárcar.

Los asistentes, entre los que también había maestros, estudiantes y vecinos de Villas de Salvárcar, dijeron "Ya basta" con cartulinas, mantas y volantes, y exigieron que Calderón someta a consulta ciudadana la presencia del Ejército en Ciudad Juárez.

Esta manifestación fue convocada en gran parte por Internet, por las redes sociales y grupos como el Frente Popular Ciudadano.

Cipriano Jurado Herrera, representante del Frente Popular, explicó que el objetivo de la protesta es manifestarse en contra de la violencia que se ha registrado durante los últimos años en esta frontera.

Los participantes asistieron vestidos de negro y los estudiantes con su uniforme deportivo con un listón negro en el brazo.

Al arribar al Puente Internacional Santa Fe, alrededor de las 13:30 horas, alumnos -algunos disfrazados de militares- simularon la muerte de los 15 jóvenes de Villas de Salvárcar.

En ese lugar, Luz María Dávila, madre de dos de los fallecidos, desquitó su coraje con un hombre caracterizado como el presidente Felipe Calderón, a quien gritó "Asesino, renuncia", mientras otros manifestantes hicieron lo mismo con personas disfrazadas como militares, a quienes espetaron "¡Afuera el Ejército".

(Con información de Notimex)

sabato 13 febbraio 2010

PROTESTA NEL DF DAVANTI ALLA RAPPRESENTANZA CHIAPANECA

La Jornada – Venerdì 12 febbraio 2010
 
PROTESTA NEL DF DAVANTI ALLA RAPPRESENTANZA CHIAPANECA
 
HERMANN BELLINGHAUSEN
 
Dopo quella che definiscono "una serie di aggressioni e minacce recenti contro le comunità zapatiste da parte dei governi federale e statale del Chiapas e dei gruppi paramilitari Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) ed Ejército de Dios, così come di numerose informazioni giornalistiche che criminalizzano e accusano le basi dell'EZLN di 'aggredire i contadini ad Agua Azul' ", questo mercoledì si sono date appuntamento davanti alla sede del governo del Chiapas nel Distrito Federal circa 60 persone dell'Altra Campagna, in solidarietà con le comunità zapatiste.
 
Tra le aggressioni denunciate c'è "la presa di un terreno dentro il territorio di Bolón Ajaw (municipio autonomo Comandanta Ramona) lo scorso 20 gennaio da parte di 57 persone della Opddic dell'ejido Agua Azul (municipio Tumbalá). La giunta di buon governo (JBG) di Morelia aveva dichiarato allora che questo gruppo aveva invaso il terreno "con atteggiamento aggressivo", brandendo machete, pistole calibro .38 e .22 e ricetrasmittenti.
 
La JBG aveva denunciato che il proposito degli invasori era impadronirsi delle cascate di Bolón Ajaw (fino ad ora vergini), della terra e delle sue risorse naturali per essere aperte allo sfruttamento turistico, e senza avere nessun diritto agrario su esse. Ed avvertiva che le basi zapatiste non avrebbero consegnato "quelle ricchezze naturali, ma le difenderemo in ogni modo".
 
Inoltre, il 28 gennaio, 14 membri della Opddic, "fortemente armati", hanno aggredito indigeni dell'Altra Campagna nella proprietà recuperata Virgen de Dolores (municipio di Chilón), vicino ad Agua Azul. Gli attivisti dell'Altra Campagna denunciano che queste azioni "si sommano ad una lunga serie di brutali aggressioni, torture, minacce e persecuzioni contro uomini, donne e bambini zapatisti dal 2005", perfino contro osservatori civili e rappresentanti del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC).
 
In un documento anonimo, attribuito a membri della cooperativa ecoturistica delle cascate di Agua Azul (di filiazione priista, e che ora negano di appartenere alla Opddic) diffuso da fonti governative, si chiede la prigione e si minaccia l'integrità personale degli avvocati del CDHFBC e "degli stranieri".
 
Il gruppo identificato come appartenente alla Opddic è lo stesso che nel 2007 fu protagonista di una "consegna delle armi" al Congresso statale nella capitale chiapaneca, con la garanzia di scegliere la via pacifica. Tuttavia, il gruppo, capeggiato da Alberto López Urbina e Adolfo Moreno Estrada, ha continuato a realizzare fino ad oggi invasioni ed azioni violente a Tumbalá e Chilón.
 
I manifestanti ammettono che: "Non sapremo esattamente cosa è accaduto il 7 febbraio scorso fino a quando non uscirà un comunicato zapatista", in riferimento ai fatti violenti registrati a Bolón Ajaw dopo l'invasione dei membri della Opddic, dove è morto Moreno Estrada e ci sono stati numerosi feriti nel gruppo invasore. E sottolineano: "La criminalizzazione degli zapatisti sui mezzi di comunicazione ha raggiunto un nuovo livello accettando le bugie di López Urbina, portavoce della Opddic e amministratore del progetto ecoturistico delle Cascate di Agua Azul, senza dire una sola parola sul ruolo violento della sua organizzazione nella contrainsurgencia". http://www.jornada.unam.mx/2010/02/12/index.php?section=politica&article=020n2pol
 
Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )

La JBG di Morelia chiarisce quanto successo nei giorni scorsi a Bolón Ajaw

 
 
 
 
 
Giunta di Buon Governo "Corazón del arco iris de la esperanza" Caracol IV Torbellino de nuestras palabras.
 
Morelia, Chiapas, Messico.
 
11 febbraio 2010
 
 
 
Ai mezzi di comunicazione alternativi.
 
A@ compagn@ dell'Altra Campagna in Messico.
 
A@ compagn@ della Sexta Internacional.
 
 
 
Sorelle e Fratelli:
 
Compagne e Compagni:
 
 
 
Questa Giunta di Buon Governo denuncia e nello stesso tempo chiarisce quanto accaduto il giorno sabato 6 febbraio 2010 nel territorio controllato dal villaggio Bolón Ajaw, Municipio autonomo Comandanta Ramona. 
 
 
 
Provocatori membri della OPDDIC, abitanti dell'Ejido Agua Azul il giorno giovedì 20 gennaio 2010 sono venuti in modo aggressivo a lavorare sul terreno che occupano le nostre compagne e compagni di Bolón Ajaw.
 
 
 
Per spiegare all'opinione pubblica la nuova tappa di aggressione contro i nostri compagni basi di appoggio del municipio autonomo Comandanta Ramona, intrapresa dai membri della OPDDIC, noi avevamo espresso pubblicamente la nostra posizione per la difesa della madre terra con una denuncia scritta in data 23 gennaio 2010, nella quale dicevamo chiaramente che avremmo difeso le sue ricchezze naturali, ed in questa denuncia dicevamo chiaro quello che stava succedendo.
 
Coloro che non hanno memoria, la possono rileggere nella pagina web di Enalce Zapatista.
 
 
 
Lì potranno trovare nomi e cognomi degli aggressori, che atteggiamento avevano ed il calibro delle pistole che portavano quando sono entrati e vogliamo chiarire che quelle pistole non erano mai nascoste, le portavano in ogni momento anche mentre lavoravano; inoltre denunciavamo che fumavano sigarette che loro stessi arrotolavano e che puzzavano ed avevano odore di marijuana.
 
 
 
Scusate la nostra ignoranza perché non conosciamo bene la dimensione di Internet, ma immaginiamo che arrivi in ogni angolo del pianeta terra e quindi immaginiamo che la nostra denuncia in Internet arrivi in tutte le parti del mondo, e non crediamo che i malgoverni non abbiano computer o accessi a Internet per leggere quello che denunciamo.
 
 
 
Supponiamo che i malgoverni hanno tutti questi strumenti per sapere quello che fanno le persone che controllano con le loro briciole, e davanti agli occhi del mondo non hanno fatto niente perché non accadesse l'aggressione che abbiamo subito, né Juan Sabines, né Antonio Moreno López, presidente Municipale di Chilón, né Felipe Calderón, perché ottengono con le trappole tutto quello che vogliono.
 
 
 
Pertanto smentiamo quello che dicono i leader della OPDDIC di essere stati aggrediti dai nostri compagni sabato 6 febbraio 2010, sono solo menzogne, perché 15 giorni prima avevamo fatto la nostra denuncia che per noi significava prendere quel tempo per aspettare se volevano dialogare, ma loro non si sono mai avvicinati. 
 
Inoltre, anni prima questa Giunta di Buon Governo aveva convocato nei nostri uffici il commissario Geremías López Hernández per dialogare ma non ci ha mai ascoltato.
 
 
 
I nostri compagni sono entrati nel territorio di Bolon Ajaw alle 6 del mattino, ora di inizio lavoro di noi contadini, per svolgere un lavoro collettivo che ci vogliono sottrarre, per essere sul posto di lavoro preciso alle 7 del mattino, e non siamo arrivati lì per picchiare qualcuno, inoltre sul quel terreno vivono i nostri compagni che abitano nel villaggio Bolón Ajaw, ed abbiamo ripetuto che avremmo difeso la terra lavorando pacificamente e senza sorprese.
 
 
 
Per entrare nel villaggio Bolón Ajaw non si deve passare per il villaggio Agua Azul, si arriva attraverso i sentieri. Noi non siamo entrati di un millimetro ad Agua Azul mentre OPDDIC si inventa tutto e ci accusano di averli colti di sorpresa e umiliati, di aver molestato vecchi e bambini. È una delle grosse bugie di Juan Sabines e dei suoi complici leader locali.
 
 
 
Noi non siamo come i malgoverni che reprimono, imprigionano, fanno sparire gli indigeni, noi abbiamo subito barbarie al tempo di Ernesto Zedillo e Roberto Albores Guillén e non copiamo mai le ingiustizie. Ma ora è ricominciato il tempo delle trappole, come facevano i passati governi che inventavano delitti per giustificare la repressione.
 
 
 
Quando noi siamo arrivati sul posto erano le 6 del mattino, tutti siamo arrivati attraverso un sentiero che porta a Bolón Aajaw e senza armi, e quando siamo arrivati gli invasori della OPDDIC si sono ritirati e pensavamo che erano tornati nelle loro case tranquilli, ma non era così.
 
 
 
Loro si sono ritirati dove stavano costruendo le loro case e siccome per arrivare alle loro case dovevano passare per il villaggio Bolon Ajaw, una volta arrivati lì hanno cominciato a sparare verso i nostri compagni che in quel momento erano 5 compagni e 10 compagne che non potevano fare resistenza.
 
 
 
Sono arrivati sparando con pistole e carabine verso i nostri compagni, abbiamo calcolato che hanno sparato circa 250 cartucce calibro 22, e grazie ai nostri compagni che si sono ritirati rapidamente non ci sono stati né feriti né morti, perché mentre si ritiravano chiedevano aiuto ai nostri compagni che stavano lavorando perché stavano arrivando 40 persone della OPDDIC tutte armate nel villaggio di Bolón Ajaw. Queste si sono dirette alla chiesa del villaggio e sono entrati rompendo la porta ed una volta dentro hanno procurato dei danni rompendo le statue dei santi, la teca dove si conserva l'eucaristia e l'altare.
 
 
 
Con gli spari indiscriminati che loro stessi hanno esploso nel villaggio Bolón Ajaw, hanno ammazzato i loro stessi compagni, perché sparavano tutti ammucchiati.
 
 
 
Hanno adottato lo stesso stile dei soldati quando entrarono nei nostri villaggi nel 1995 al tempo di Ernesto Zedillo e Roberto Albores Guillén a distruggere mais, fagioli, rubare le galline e saccheggiare i negozi collettivi.
 
 
 
Se ricordiamo quegli eventi è perché vediamo che sono tornati a spirare i venti di allora il 6 febbraio 2010 quando al nostro compagno Manuel Jiménez Álvaro della fattoria Bispuyil jáè stata completamente distrutta la casa e rubate le lamiere del tetto che il nostro compagno aveva comperato a caro prezzo con il suo lavoro per coprire tutta la grande casa di 7 metri per 2,60 metri e che ora non c'è più.
 
 
 
I distruttori appartengono al partito PRI e si chiamano Pedro Pérez Silvano, Pedro Pérez Jimenez, Domenigo Pérez (primo), Domenigo Pérez (secondo), Melchorio Pérez Jiménez, Pasqual Pérez Jiménez. E per finire di umiliare il nostro compagno questi imbroglioni hanno distrutto 76 piante di caffè incolpando il nostro compagno e portando le piante al pubblico ministero di Bachajón per far spiccare mandato di cattura contro di lui.
 
 
 
Le bugie della OPDDIC dicono che li abbiamo sorpresi all'alba spaventando la popolazione, quando siamo stati noi ad essere stati colti di sorpresa dagli spari perché i nostri compagni sono stati imboscati a pochi metri dalla cabina di riscossione di Agua Azul in gestione ai compagni dell'Altra Campagna, e lì è rimasto ferito all'addome il nostro compagno Francisco González Gómez, che per fortuna ora sta meglio anche se ha perso molto sangue.
 
 
 
Quando sono venuti a costruire le case nel territorio di Bolón Ajaw, non hanno mai avuto rispetto per le nostre compagne, perché dove le compagne lavoravano c'è una milpa e quando le nostre compagne andavano a portare il mais i malvagi marihuaneros della OPDDIC si denudavano e mostravano i loro organi genitali. Nemmeno un cane fa queste cose e siccome lo scopo dei malgoverni è provocare, lo fanno senza vergogna.
 
 
 
Ancora una volta inventano reati contro di noi, ci accusano di sequestrare, proprio noi che lottiamo contro la morte non ci curiamo di non avere i milioni di soldi come fa il governo, come fanno i deputati locali e federali; certo abbiamo trattenuto 7 di loro ma li abbiamo trattati con rispetto è perfino gli abbiamo dato il cibo, certo non di qualità perché non lo abbiamo neanche per noi, gli abbiamo dato acqua, una stanza non confortevole perché è così che sono le nostre case, gli abbiamo dato coperte, infine abbiamo rispettato i loro diritti come esseri umani, noi li rispettiamo anche se sono animali.
 
 
 
Le 7 persone "sequestrate" sono già state riconsegnate vive, sane come lo erano prima, quando sono stati liberati hanno firmato una dichiarazione riconoscendo di essere stati rispettati.
 
 
 
4 delle 5 persone, degli ultimi rilasciati che si chiamano Ivan Moreno López, Manuel García Luna, Juan Hernández Moreno e Manuel Hernández López, ci hanno detto che Salomón Moreno López è complice con altri che hanno organizzato i provocatori e benché sappiamo chi sia, non gli abbiamo fatto alcun male. Noi non siamo come i malgoverni che condannano a molti anni.
 
 
 
Noi come Giunta di Buon Governo non ci siamo mai rifiutati di cercare una buona soluzione, abbiamo sempre dato buoni segnali, trasmettendo il nostro messaggio ai collaboratori del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas.
 
 
 
Il nostro messaggio è stato che venissero a prendere due detenuti a Bolon Ajaw e sono stati autorizzati a venire 13 membri della protezione civile, 2 del governo statale, Antonio Gamboa e Carlos Manuel Calvo Martines direttivo della polizia preventiva, 2 del Fray Bartolomé, Jorge Armando Gómez e Pedro Faro, ed un abitante della comunità Agua Azul, con la condizione che ci fosse libertà di passaggio su strade, sentieri per tutti, senza distinzione.
 
Per il secondo rilascio dei 5 detenuti che si trovavano da un'altra parte, abbiamo posto la condizione che questi si impegnino a non tornare ad occupare il terreno e che si ristabilisca la tranquillità. Questa è stata la nostra parola che abbiamo rispettato con onore.
 
 
 
La risposta del malgoverno alla nostra proposta è stata completamente diversa, e si è visto subito che il governo chiede il dialogo ma risponde con altre cose che non hanno niente a che vedere col dialogo e i tre noti politici di questo paese continueranno a governare con le loro trappole e inganni.
 
 
 
Significa per che i 3 livelli di governo sono d'accordo che continui a succedere quello che fanno contro di noi e che la violenza prosegua in ogni luogo del nostro paese.
 
 
 
Pedro Raúl López, funzionario specializzato per le organizzazioni non governative ha trasmesso il messaggio di Juan Sabines Guerrero secondo il quale si deve discutere del problema altrimenti ha insinuato che faranno intervenire l'esercito, si romperebbe il dialogo e ricomincerebbero le ostilità.
 
 
 
Crediamo che le intenzioni siano queste, perché sono visibile i movimenti militari, di polizia, della PGR, accompagnati da indigeni, alcuni sono in borghese.
 
 
 
Mentre noi proponiamo una soluzione, ci rispondono con minacce.
 
 
 
Compagne e compagni dell'Altra Campagna nazionale ed internazionale non lasciatevi ingannare dalle bugie dell'alto con azioni violente e dichiarazioni piene di bugie da persone che si dicono governi ma si dedicano ad insegnare agli indigeni come ingannare. Non lasciatevi confondere, bisogna saper vedere ed ascoltare la verità.
 
 
 
Distintamente.
 
La Giunta di Buon Governo
 
Candelaria Velasco Hernández, Angel Hernández Pérez
 
(Traduzione "Maribel"- Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )

giovedì 11 febbraio 2010

Basi dell'EZLN liberano i 5 della Opddic fermati ad Agua

La Jornada – Giovedì 11 febbraio 2010
 
Basi dell'EZLN liberano i 5 della Opddic fermati ad Agua Azul
 
Questa la condizione del governo statale per dare soluzione al conflitto nella zona
 
Ángeles Mariscal e Elio Henríquez. Tuxtla Gutiérrez, Chis., 10 febbraio. La mattina di oggi, basi di appoggio dell'EZLN hanno liberato cinque membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) che trattenevano da sabato dopo un incidente per la disputa della zona delle cascate di Agua Azul, ha comunicato Noé Castañón León, segretario di Governo del Chiapas.
 
Il funzionario ha ripetuto la versione di martedì scorso della Procura Generale di Giustizia dello stato secondo cui "militanti zapatisti di Oxchuc, Alan Sacjun, Salto del Tigre e Bachajón hanno aggredito elementi della Opddic che sono lavoratori della cooperativa di questo centro turistico", ed ha assolto questo gruppo da qualunque reato commesso durante l'incidente in cui una persona è morta e più di 20 sono rimaste ferite. Gli abitanti di Agua Azul "sono risultati negativi al test del guanto di paraffina", ha precisato.
 
Inoltre, ha spiegato che in appoggio ai membri della cooperativa che amministra le cascate di Agua Azul, nel villaggio si trova il personale della Procura Generale di Giustizia e della Segreteria di Sviluppo Sociale perché il governo vuole "migliorare la zona e renderla più attraente per il turismo".
 
Ha chiarito che la liberazione degli abitanti di Agua Azul è avvenuta grazie alla mediazione del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (Frayba), fatto che il governo ha posto come condizione per mantenere la ricerca di una soluzione ai problemi della zona.
 
Dalla parte opposta, aderenti della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, riuniti nell'Altra Jovel, hanno denunciato che nell'ejido Bolón Ajaw, municipio di Tumbalá, "gli abitanti sono perseguitati da anni da altri indigeni che il governo ha organizzato ed armato come gruppi paramilitari".
 
In un evento a sostegno delle comunità zapatiste, gli attivisti hanno detto che uno di questi gruppi è la Opddic, organizzata per fare "il lavoro sporco di picchiare e minacciare, facendo pressioni affinché la gente abbandoni le sue terre. Non solo minaccia le basi di appoggio dell'EZLN, ma tutti i contadini della regione che si oppongono ai progetti di strade e turistici". http://www.jornada.unam.mx/2010/02/11/index.php?section=politica&article=016n1pol
 
(Traduzione "Maribel" – Bergamo  http://chiapasbg.wordpress.com )
 

"Il gruppo paramilitare minaccia" di far sparire alcuni aderenti dell'Altra Campagna di Mitzitón

La Jornada – Giovedì 11 febbraio 2010
 
"Il gruppo paramilitare minaccia" di far sparire alcuni aderenti dell'Altra Campagna di Mitzitón
 
Crescente provocazione armata dell'Ejército de Dios in Chiapas, denunciano gli indigeni
 
Vogliono che smettiamo di difendere i nostri diritti; "il governo sostiene gli evangelici"
 
HERMANN BELLLINGHAUSEN
 
La comunità di Mitzitón, nel municipio di San Cristóbal de las Casas, Chiapas, manifesta allarme per l'escalation della provocazione armata contro di lei da parte di membri dell'Ejército de Dios, di filiazione priista ed appartenenti alla chiesa evangelica Alas de Águila.
 
Dopo diversi episodi di spari in aria nei giorni scorsi, questo gruppo - considerato paramilitare dagli ejidatarios - domenica scorsa avrebbe deciso "l'acquisto di armi allo scopo di distruggere l'organizzazione nella nostra comunità".
 
Gli ejidatrios esprimono "profonda preoccupazione", poiché "i paramilitari hanno detto che cattureranno un membro delle autorità ejidales aderenti all'Altra Campagna, o qualunque componente del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas, e li faranno sparire, per costringerci a non difendere più nostri diritti, in particolare il diritto al nostro territorio".
 
Gli ejidatario tzotziles simpatizzanti dell'EZLN che si sono opposti al passaggio di un'autostrada sui loro campi, e per questo sono stati continuamente aggrediti dagli affiliati all'Ejército de Dios, denunciano che durante citata la riunione, guidata da Francisco Gómez Díaz, "i paramilitari hanno detto: non abbiamo paura, perché anche se rubiamo o uccidiamo, non ci mettono in prigione, o se ci mettono, il governo ci tirerà fuori subito, perché l'esempio l'abbiamo con Francisco Jiménez Vicente, che è già libero' ".
 
Si riferiscono alla scarcerazione due settimane fa dell'autore materiale della morte di Aurelio Díaz Hernández. Le autorità ejidales affermano che gli evangelici "hanno cominciato ad organizzarsi con più forza contro la nostra comunità; dicono che il malgoverno sta dalla loro parte e possono fare quello che vogliono". Il 21 luglio 2009 - ricordano gli indigeni - "il nostro compagno Aurelio è stato vigliaccamente assassinato da Jiménez Vicente, che dolosamente, con premeditazione, perfidia e brutalità", l'ha investito. Sono rimasti feriti anche altri cinque ejidatarios.
 
"Sappiamo che chi lotta per la difesa dei suoi diritti è perseguitato, messo in prigione e torturato ed il malgoverno scarica tutto 'il peso della legge' solo per aver protestato, ma ai violentatori dei diritti ed assassini danno un premio", aggiungono.
 
Accusano inoltre il presidente municipale di San Cristóbal de las Casas, Mariano Díaz Ochoa - anch'egli priista - di appoggiare gli evangelici e "voler dividere la nostra organizzazione comunitaria nominando un altro agente rurale quando, nella nostra comunità, secondo i nostri usi e costumi e in considerazione della responsabilità dei nostri compagni, li nominiamo in assemblea, non tra gruppetti". Il sindaco avrebbe promesso "che con un altro agente rurale arriverebbero più aiuti economici e così ci avrebbero sconfitto, ma noi non accettiamo le briciole del malgoverno né ci lasciamo ingannare". (….)
 
Ricordano anche che lo scorso 4 febbraio, il citato Gómez Díaz (che, insieme a Carmen Díaz López, "ha dato l'ordine di ammazzarci il giorno 21 luglio e di non proseguire nella difesa del nostro territorio davanti alla minaccia della costruzione dell'autostrada") è stato punito dall'assemblea perchè sta falsificando le firme per ottenere il timbro di agente rurale, e con questo usurpare la rappresentanza ejidale. http://www.jornada.unam.mx/2010/02/11/index.php?section=politica&article=017n1pol
 
(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )

mercoledì 10 febbraio 2010

Fw: [Ezln-it] A 15 anni dall’offensiva in Chiapas persiste la militarizzazione

 

La Jornada – Mercoledì 10 febbraio 2010

Nonostante la guerra antinarco continua ad essere lo stato con Maggiore presenza di militari

A 15 anni dall'offensiva in Chiapas contro lo zapatismo persiste la militarizzazione

HERMAN BELLINGHAUSEN

 

A 15 anni dall'offensiva militare del governo federale di Ernesto Zedillo contro centinaia di comunità zapatiste in Chiapas, il 9 febbraio 1995, e davanti al crescente numero e gravità delle aggressioni contro questi stessi popoli, soprattutto nella selva Lacandona, collettivi ed organizzazioni aderenti all'Altra Campagna in diverse parti del paese hanno dichiarato che, "con la sua guerra di sterminio il malgoverno non vuole solo distruggere l'EZLN, ma la vita e la dignità dei popoli".

Bisogna rilevare che l'occupazione decretata tre lustri fa è intatta ed anche adesso che si è militarizzato il territorio nazionale per combattere al crimine organizzato, il Chiapas continua ad essere l'entità con la maggiore presenza di effettivi militari.

"Quello che il governo sembra ignorare è che il progetto zapatista è arrivato molto oltre le nostre frontiere, vive in molte parti del mondo. Siamo in molti e non ci arrenderemo", sostengono gli aderenti all'Altra Campagna.

Da parte sua, la Rete contro la Repressione e per la Solidarietà, anch'essa dell'Altra Campagna, si è espressa rispetto alle aggressioni alle basi zapatiste a Bolom Ajaw (municipio autonomo Comandanta Ramona) e Laguna di San Pedro, questi ultimi sfollati dei Montes Azules.

"Le azioni di intimidazione e sgombero effettuate dal malgoverno, utilizzando l'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), o in maniera diretta, confermano l'attività delle bande paramilitari col consenso e la tolleranza dei tre livelli di governo, con la finalità di spogliarli di quelle terre per fini di investimento in progetti turistici".

Aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona raggruppati nell'Altra Jovel denunciano che il governo "crea, addestra ed arma gruppi paramilitari per orchestrare conflitti, come lo fa con la Opddic a Bolom Ajaw". Sostengono che "copre queste aggressioni" e "per pulire la sua immagine finge di negoziare, mostrare buona volontà e rispettare i diritti umani", immagine che cade davanti alla brutalità delle sue azioni ed alla sfacciataggine con cui cerca di appropriarsi di terre e territori autonomi zapatisti. La paura del malgoverno è talmente cresciuta che spende le sue risorse per creare un clima di terrore e violenza per poi giustificare un intervento militare".

Inoltre, una decina di organizzazioni civili che formano la Rete per la Pace in Chiapas manifestano "profonda preoccupazione" per gli sgomberi avvenuti i giorni 21 e 22 gennaio nelle comunità indigene dei Montes Azules, ed allertano sul rischio di nuovi sgomberi "annunciati" da diverse fonti.

Denunciano che con "lo sgombero forzato di Laguna El Suspiro e Laguna San Pedro, molte garanzie e diritti fondamentali sono stati violentati, attentando all'integrità di bambini, donne e uomini che occupano la zona da tempi ancestrali".

Gli operativi poliziesco-militari non sono stati i primi nei Montes Azules" per cui, "i progetti governativi di 'pulizia territoriale' per la creazione di circuiti turistici, si teme continuino a frammentare la vita comunitaria ed il tessuto sociale delle comunità a rischio di sgombero".

La Rete per la Pace sottolinea "la parzialità" dei media locali per la loro "stigmatizzazione, senza previa investigazione e copertura delle diverse fonti non ufficiali". Diffondendo "unicamente" la versione governativa dei fatti, "mettono a rischio l'integrità delle famiglie sfollate, dei difensori dei diritti umani e degli abitanti di altre comunità". Le organizzazioni civili "con attività documentate nella zona" respingono "il pretesto di 'conservazione e protezione delle risorse naturali' utilizzato dai diversi livelli di governo per ottenere il controllo territoriale - che si traduce in sociale, politico ed economico - di una delle zone più ricche in biodiversità del Chiapas." http://www.jornada.unam.mx/2010/02/10/index.php?section=politica&article=016n1pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )



martedì 9 febbraio 2010

] Denunciati gli zapatisti per gli scontri di Bolon Ajaw

 
 

La Jornada – Martedì 9 febbraio 2010

Denunciate le basi zapatiste per gli scontri a Bolon Ajaw dove è morto un uomo e sono rimaste ferite 28 persone

Ángeles Mariscal. Tuxtla Gutiérrez, Chis., 8 febbraio. Membri dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) hanno presentato denuncia per i reati di danni, lesioni ed omicidio contro le basi di appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) con le quali si contendono la proprietà di Bolon Ajaw che fa parte del centro turistico noto come le Cascate di Agua Azul.

Secondo il procedimento 79/SE74-T2/2010 aperto dalla Procura Generale di Giustizia dello Stato (PGJE) per il caso Agua Azul, durante gli incidenti ha perso la vita Adolfo Moreno Estrada e sono stati registrati 13 feriti ricoverati in ospedale a causa della gravità delle ferite, oltre ad altre 15 persone con ferite più lievi.

Tra i ricoverati in ospedale cinque presentavano ferite da arma da fuoco, due da arma bianca e sei da colpi inferti con oggetti. Questa mattina, Alberto López Urbina, presidente della cooperativa che amministra il centro ecoturistico delle Cascate di Agua Azul, familiari dei membri della Opddic feriti, appoggiati da elementi dell'Organizzazione Campesina di San Andrés, situata nel municipio di Berriozábal, hanno realizzato un meeting nella capitale dello stato.

In un'intervista, López Urbina ha raccontato che lo scorso sabato mattina un gruppo di giovani collaboratori del centro turistico stavano lavorando la terra che è contesa con gli abitanti del municipio autonomo zapatista Comandanta Ramona, quando sono stati affrontati da questi ultimi.

Alcuni sono riusciti a scappare e ad avvisare dell'incidente. "Quando i compagni sono giunti sul posto per aiutarli, sono stati accolti con spari da coloro che si dichiarano basi di appoggio, simpatizzanti e militanti dell'EZLN nella regione; è stato allora che hanno ferirono i compagni", ha raccontato.

I manifestanti hanno collocato striscioni sul portone del palazzo di governo con la scritta: "Sabines, vogliamo giustizia", ed altre nelle quali chiedevano la liberazione dei giovani che si presume siano nelle mani dei membri del municipio autonomo. Gli appartenenti alla Opddic insistono nel dichiararsi proprietari del podere dove si trovano le Cascate di Agua Azul ed altre che non sono ancora state sfruttate turisticamente.

Il conflitto di Agua Azul o Bolon Ajaw è considerato dalle autorità statali e federali una questione ad elevata conflittualità dopo che nel marzo del 2003 si verificò il primo scontro per la disputa di 20 ettari di terreno.  http://www.jornada.unam.mx/texto/015n1pol.htm

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )



lunedì 8 febbraio 2010

12 feriti negli scontri per il possesso di Bolon Ajaw

 
 

La Jornada – Lunedì 8 febbraio 2010

12 indigeni feriti negli scontri per il possesso di Bolón Ajaw

Elio Henríquez e Ángeles Mariscal. Corrispondenti. Tuxtla Gutiérrez, Chis., 7 febbraio. Almeno quattro indigeni sono rimasti feriti da colpi d'arma da fuoco ed altri otto da armi da taglio (uno è grave) durante uno scontro tra basi dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ed elementi dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) per il possesso della proprietà Bolón Ajaw.

Il secondo scontro tra i due gruppi dall'inizio dell'anno, è avvenuto sabato scorso, quando le basi di appoggio dell'EZLN hanno recuperato il terreno - da dove erano stati cacciati dai rivali della Opddic il 21 gennaio - e durante l'alterco 12 di loro sono rimasti feriti, ma non si sa quanti feriti ci siano dalla parte zapatista.

I due gruppi si contendono il possesso di Bolón Ajaw, situato nel municipio autonomo Comandanta Ramona, che è una riserva ecologica nella quale si trovano le cascate di Agua Azul ed un altro gruppo di cascate ancora vergini di cui avevano cura le famiglie zapatiste tzeltales.

"Gli zapatisti ci hanno attaccato di sorpresa e le donne hanno dovuto mettere uno steccato per tentare di fermarli, ma poi sono fuggiti lasciandosi dietro otto compagni che non sappiamo dove si trovino ora", ha raccontato Alberto López Urbina, membro della Opddic.

A sua volta, il segretario di Governo del Chiapas, Noé Castañón, ha sollecitato le parti in conflitto a stabilire un tavolo di dialogo per risolvere la disputa, ed ha segnalato - in un comunicato - che la Segreteria di Pubblica Sicurezza e Protezione Cittadina ha inviato un gruppo di donne poliziotte disarmate in missione di aiuto. http://www.jornada.unam.mx/2010/02/08/index.php?section=politica&article=014n2pol

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )

venerdì 5 febbraio 2010

IL MESSICO E LA GIUSTIZIA DEI NARCOS

 
 
http://digilander.libero.it/pugenzonline/esotici/12messico_acapulco.jpg
dal quotidiano Il FATTO  3 febbraio 2010
 

IL MESSICO E LA GIUSTIZIA DEI NARCOS

Faide e vendette: migliaia di vittime

e lo Stato è scomparso

di Federico Mastrogiovanni

Città del Messico

 

Il mese di gennaio si è chiuso in Messico con il più alto numero di omicidi legati alla criminalità e al narcotraffico nell'ultimo mandato del presidente della Repubblica. La cifra è spaventosa: 908 morti in un mese, una media di trenta omicidi al giorno, in un paese che sotto il governo di Felipe Calderón, instauratosi nel 2006, ha raggiunto la cifra di 17.793 omicidi. Gli ultimi due massacri sono avvenuti quasi contemporaneamente in due città del nord, non lontano dal confine americano, la notte tra sabato e domenica scorsi. A Torreon, nello Stato di Coahuila, intorno alla mezzanotte, un commando di almeno dieci persone a bordo di Hummer e suv ha fatto irruzione nel bar El Ferrie di Torreon, sparando su un gruppo di giovani. Il bilancio è di 10 morti e almeno 15 feriti, quasi tutti sotto i 25 anni. Contemporaneamente a Ciudad Juárez, nello Stato di Chihuahua, che da 25 mesi consecutivi è lo Stato messicano con il più alto numero di esecuzioni, e che in gennaio ha registrato 331 omicidi, un altro commando di 15 pistoleros, si è presentato a una festa privata e ha fatto fuoco sugli invitati. I morti sono 18, quasi tutti adolescenti, tra i 15 e i 17 anni. In questo caso una delle vittime era stato testimone, pochi giorni prima, di un'altra esecuzione. Queste cifre testimoniano un clima di violenza che sembra in continuo aumento. Ma soprattutto mostrano la debolezza di uno Stato di fronte all'impunità di organizzazioni criminali che controllano molta parte del territorio messicano, soprattutto al nord. Ma il livello di attenzione comincia a salire anche nel Distrito Federal, dove tradizionalmente per un tacito accordo tra cartelli del narco e istituzioni, non si verificavano casi di esecuzioni. Alle 5 di mattina del 25 gennaio, nel bagno del Bar Bar, sulla trafficatissima e centrale Avenida Insurgentes, l'attaccante della Nazionale di calcio del Paraguay, Salvador Cabañas, che milita in una delle squadre di Città del Messico, è stato aggredito da un uomo che gli ha sparato un colpo di pistola in testa. Cabañas si sta riprendendo dalla ferita anche se è in condizioni critiche. Il controllo del territorio e l'impotenza delle istituzioni, negli Stati dove le famiglie del narco sono più radicate e potenti, si misura in molti modi. Uno di questi è l'impossibilità di delinquere al di fuori delle famiglie. Si tratta di veri e propri poteri paralleli, armati meglio dell'esercito, con più denaro e più uomini delle forze di polizia. Nel municipio di Zamora, Stato di Michoacan, negli ultimi tempi sono sempre più i casi di rateros (ladri) e violentatori, fustigati, torturati e obbligati dai membri della Familia , il potente cártel di Michoacán, a camminare per le strade principali della città, nudi in pieno giorno, mostrando i segni delle torture, e portando appesi al collo cartelli che recitano "sono un ladro e un violentatore, questo è quello che mi merito". La legge in queste zone la fanno i cartelli del narco, nonostante la massiccia presenza di esercito e forze di polizia, dispiegate dal governo di Felipe Calderón. Ciò che contraddistingue le violenze degli ultimi anni, oltre al numero delle vittime, è l'efferatezza dei crimini, in un contesto in cui le istituzioni risultano impotenti e incapaci di proteggere la popolazione, che a sua volta vive in un continuo stato di agitazione e paura. Quando per le strade di una piccola comunità come quella di Apatzingán, un municipio di 90mila abitanti nello Stato di Guerrero, compaiono sei cadaveri decapitati, e vengono ritrovate le teste a centinaia di metri di distanza dai corpi, segnate con una zeta incisa sulla fronte, che non è la firma di Zorro, ma degli Zetas, uno dei cartelli più sanguinari e potenti del paese, e se questo succede quasi tutti i giorni in tutto il Messico, è evidente che la situazione sia disperata e le politiche adottate non sono adeguate al problema. Ormai in città come Culiacán, capitale dello Stato di Sinaloa, molti cittadini hanno tolto il clacson dalle loro automobili per non correre il rischio di imbattersi in qualche appartenente al cártel di Sinaloa e suonargli per sbaglio. La conseguenza potrebbe essere quella di venire assaltati a colpi di pistola in pieno giorno. Il 2010 in Messico è un anno importante, poiché ricorrono i 200 anni dell'Indipendenza e i 100 della Rivoluzione. È un anno di aspettative e festeggiamenti. E in molti cominciano a credere che grazie alla narcotizzante passione per il calcio, con l'attenzione sviata dalla nazionale impegnata in Sudafrica, mentre tutti sono distratti dall'euforia le famiglie del narco sferreranno l'attacco definitivo alle istituzioni e prenderanno il potere. Quello che sembra inverosimile di questa teoria del complotto è proprio l'idea di "prendere le istituzioni", da parte delle organizzazioni criminali che di fatto il controllo del paese lo hanno già. Probabilmente non ci sarà bisogno di gesti eclatanti. Se la risposta della politica rimarrà la stessa, i record negativi del Messico continueranno ad essere superati da altri ancor più spaventosi.

 

mercoledì 3 febbraio 2010

Fw: [Ezln-it] Aggressione armata contro simpatizzanti EZLN


La Jornada - Mercoledì 3 febbraio 2010

Aggressione armata contro tzeltales simpatizzanti dell'EZLN

 

Hermann Bellingahusen. Inviato. Bachajón, Chis., 2 febbraio. Indigeni aderenti all'Altra Campagna dell'EZLN - residenti nel podere Virgen de Dolores - sono stati aggrediti a colpi d'arma da fuoco da elementi dell'Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic) "ingaggiati dai rancheros", come hanno denunciato le autorità ejidali di San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, Chiapas.

I fatti risalgono al 28 gennaio scorso e si sono verificati su "terre recuperate dagli indigeni", sostengono gli ejidatari tzeltales. "I compagni aderenti all'Altra Campagna sono stati provocati e affrontati con armi di grosso calibro alle ore 8 di sera nel rancho Dolores, dove vivono attualmente".

Gli aggressori sono di "un gruppo di paramilitari appartenenti alla Opddic", tra i quali erano presenti l'agente municipale Abraham Vázquez Díaz, e con lui, "un totale di 14 persone armate, ben note agli abitanti".

Secondo il comunicato, sono stati ingaggiati "dai rancheros Trujillo e Ballinas, del capoluogo municipale, e da Sebastián Encino Gutiérrez", ex sindaco di Chilón. "Dal momento della provocazione i contadini del podere sono in allerta e montano guardie per prevenire un nuovo attacco", aggiunge la denuncia. "Riteniamo responsabili i rancheros di qualsiasi nuova aggressione o provocazione." 

Sostengono che "l'occupazione e la difesa" delle terre (alle quali hanno diritto da decenni, ma che sono state loro sempre sottratte) è per difendere il loro diritto all'autonomia. http://www.jornada.unam.mx/2010/02/03/index.php?section=politica&article=016n2pol

Denuncia originale http://enlacezapatista.ezln.org.mx/denuncias/2898

(Traduzione "Maribel" – Bergamo http://chiapasbg.wordpress.com )



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