martedì 22 settembre 2009

Lunedì 28 settembre, ore 21.30. firenze Auditorium Stensen, Viale Don Minzoni 25, Firenze.

 

 

 

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Lunedì 28 settembre, ore 21.30. Auditorium Stensen, Viale Don Minzoni 25, Firenze.


Coordinamento Toscano di Sostegno alla Lotta Zapatista e Cooperativa Zenzero, in collaborazione con l'Associazione Ya Basta presentano:


Corazón del Tiempo. Un film che vi porterà nel cuore dell'esperienza zapatista.



Dopo aver partecipato e sorpreso a vari festival (Festival di San Sebastián, Sundance Festival, Viva Fest, Festival Internazionale del Cinema di Guadalajara, Festival del Cinema di Ceará), arriva in Italia Corazón del Tiempo, lungometraggio di Alberto Cortés che racconta la lotta, la resistenza, la quotidianità delle comunità zapatiste.

Attraverso la storia d'amore tra una giovane di una comunità base di appoggio zapatista e un insurgente dell'EZLN, il film mostra le conquiste e le contraddizioni dell'esperienza zapatista, dove la tradizione indigena, fonte da cui la lotta e resistenza delle comunità del Chiapas attinge etica e dignità, è in continua rivoluzione, costretta dagli avanzamenti della lotta a interrogarsi e ripensarsi.

In un intervista al quotidiano messicano La Jornada il regista afferma: "Il film tocca molti temi, come la situazione delle donne, come una ragazza indigena affronta la decisione di recedere dalla decisione di sposarsi con un ragazzo, come era stato concordato dalla famiglia. Attraverso questo conflitto possiamo scoprire le relazioni che si vivono nelle comunità, la relazione che ha la gente con l'EZLN e quali sono le relazioni di autorità dentro una comunità. Bisogna ricordare che sono passati 15 anni dall'insurrezione e 25 dalla creazione dell'EZLN: ci sono giovani che sono nati ed hanno vissuto nello zapatismo, gli attori principali del film sono giovani che appartengono alla generazione educata nello zapatismo, questa è la gente con cui abbiamo lavorato in questa pellicola".

Il film è stato prodotto, scritto, realizzato insieme a zapatisti e zapatiste. Lo sguardo che Cortés riproduce sulla pellicola non è sguardo dall'esterno, un punto di vista, ma è lo sguardo degli zapatisti su sé stessi. Cortés si lascia attraversare dallo sguardo zapatista, si limita a seguirlo, a registrarlo e realizza un artefatto culturale dove "gli indigeni si rappresentano da soli".

Il Film arriva a Firenze, all'Auditorium Stensen, dopo essere stato presentato a Venezia e Vicenza, proseguirà poi per Milano. E poi Napoli e Roma. In questo suo cammino italiano è accompagnato da Hermann Bellinghausen, sceneggiatore della pellicola e giornalista de La Jornada che, attraverso i propri articoli, dà voce a coloro a cui la voce è stata tolta, e racconta le lotte per il riconoscimento di quei diritti che dovrebbero essere garantiti ad ogni uomo e ad ogni donna e che, invece e purtroppo, lo Stato Messicano continua a negare a coloro che la storia scritta dai potenti ha relegato ai margini. Bellinghausen e Cortés hanno portato sul grande schermo la vita di coloro che si sono ripresi la loro voce e hanno iniziato a (ri)scrivere la propria storia

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