sabato 27 ottobre 2007

resoconto di un delegato

Lavori collettivi

L idea dei lavori collettivi Euna caratteristica presente nelle comunita indigene, tutte, non solo quelle zapatiste. Ogni capofamiglia dedica alcuni giorni ogni mese ad attivitEdi interesse collettivo della comunitE(costruzione di una strada, preparazione di feste religiose etcc).

Nel tavolo di discussione non si Eparlato di questi. Si Eparlato di quelli tipici delle comunitEzapatiste, che si sono sviluppati in seguito all'organizzazione delle comunitEe hanno come scopo quello di appoggiare economicamente la resistenza, cioEle autoritEautonome, i promotori, le istituzioni autonome etcc

Per esempio ha raccontato un compagno del Caracol de La Garrucha che nella loro zona giEda prima del 94 si iniziarono a coltivare collettivamente dei campi di mais e fagioli e si iniziEa lavorare la canna da zucchero per fare la canela (non so se Ezucchero grezzo o altro). La vendita di questi prodotti serviva a mantenere le autoritEelette dalle comunitEper il lavoro politico nellorganizzazione.

Adesso in tutti i Caracoles sono organizzati numerosi collettivi o comitati che organizzano le attivitEdei lavori collettivi. I proventi di tutte queste attivitEhanno lo scopo di mantenere sia economicamente che alimentarmente il lavoro delle autoritEa tutti i livelli, i promotori di salute e di educazione (nel loro lavoro e nella loro formazione), gli alunni nelle scuole municipali. Possono servire per comprare medicine per le cliniche o le farmacie, per comprare la benzina per lambulanza (come nel caso della clinica del Caracol de La Garrucha).

Questi comitati sono organizzati in ogni comunitE ma anche nelle scuole municipali, nelle cliniche, coloro che ci lavorano o ci studiano svolgono delle attivitEin collettivo per poter finanziare la propria istituzione autonoma.

Per fare degli esempi di attivitEcollettive:

-Oventik: produzione pane, allevamento, negozi comunitari, produzione scarpe, produzione ortaggi, falegnameria, produzione miele.

-Morelia: produzione pane, candele, fagioli, allevamento di polli e pecore (queste attivitEsono gestite da collettivi di donne). Inoltre produzione di mais, fagioli e ortaggi, allevamento di polli e bovini, negozio collettivo situato nel centro Caracol gestito da un rappresentante di ogni municipio autonomo e il guadagno Espartito per ogni municipio.

-La Garrucha: allevamento bovini e ovini, negozi comunitari, produzione di mais (anche a livello municipale), farmacia collettiva (situata nella comunitENuevo Jerusalem, Municipio Autonomo Ricardo Flores Magon, piEche finanziare la autonomia serve a dare un servizio agli abitanti delle comunitEisolate di questa zona remota della selva, si vendono le medicine allo stesso prezzo di cui sono state comprate).

L unico dubbio che ho su questa faccenda dei lavori collettivi E ma devono partecipare tutti coloro che aderiscono all organizzazione? Secondo me si, ma non ho capito bene.

In questo tavolo di discussione si Eparlato poi delle esperienze delle cooperative che sono nate nei Caracoles. Ad esempio ad Oventik ci sono tre cooperative di donne tessitrici e due di produttori di cafE come a Morelia una del caf. Le cooperative sono composte da un certo numero di persone che si uniscono per portare avanti insieme un progetto produttivo comune. Uno dei dubbi su cui dibattevo con altri compagni a luglio, ma di cui ancora non ho una spiegazione: ma i proventi delle cooperative restano tutti ai soci o vanno anche alla resistenza(alle comunitE? Secondo me restano ai soci. L' idea che mi sono fatto Eche queste cooperative funzionano, per chi conosce l' esperienza di Nuevo Horizonte nel Peten, come quelli che laggiEchiamano i gruppi di interesse.

Alcuni esempi di cooperative:

-Cooperative Tessitrici (Oventik).

Ci sono tre cooperative di donne tessitrici. Le donne indigene sono sempre state delle ottime tessitrici, che producevano e producono vestiti per uso quotidiano e per le cerimonie. Da alcuni decenni si Esviluppato moltissimo il mercato turistico di questi tessuti artigianali. Molte donne vanno a vendere i loro prodotti nei negozi a San Cristobal dove glieli pagano una miseria (oltre a non guadagnarci nulla, spesso le donne indigene non riescono nemmeno a coprire le spese per il materiale e il trasporto alla cittE. Las Mujeres por la Dignidad (marzo '97), Xhulunchum (ottobre '99), Ni Chim Rosa (maggio 2001) sono i nomi delle cooperative (non so se sono giusti) di donne che hanno iniziato a lavorare in modo collettivo e a cercare dei canali di vendita alternativi e piEdegni rispetto alla vendita ai negozi a San Cristobal. Le cooperative sono composte da donne di vari municipi del Caracol. L' assemblea delle socie elegge una mesa direttiva (un consiglio direttivo) in carica per un anno: questa ha il compito di amministrare, gestire le vendite e la documentazione, tenere i rapporti coi clienti, preparare informes (resoconti), fare inventario, spedire i prodotti. La mesa puEessere destituita dalla volontEdelle altre socie. Le assemblee delle tre cooperative si riuniscono tra di loro una volta all'anno. Coloro che lavorano nella mesa non ricevono uno stipendio, il guadagno della cooperativa Espartito tra tutte le socie. Le donne lavorano tre o quattro giorni a settimana per 8 ore. Con queste attivitEarriva loro un po di soldi per mantenere i figli e la famiglia. Il governo sta cercando di ostruire il lavoro di queste cooperative, ha fatto sorgere alcuni negozi, per fare concorrenza, dove si vendono prodotti comprati a donne indigene a basso prezzo che vendono venduti come prodotti ci cooperative zapatiste.

-Cooperative CafE(Oventik).

Le due cooperative del cafEsi chiamano Mut-vitz e Ya Chi Xacabal (i nomi forse sono un po storpiati). La seconda Enata nel 2001. Nel 2003 si Eallargata e ora Ecomposta da 800 soci (la maggioranza uomini, ma anche qualche donna) di 3 municipi. La mesa direttiva Edi 15 persone che non ricevono stipendio, stanno in carica tre anni e danno un informe ogni anno. Esportano il cafEall'estero grazie alla cooperazione internazionale, perchEglielo pagano a un prezzo migliore. (da queste cooperative viene il cafEche vende in italia ya basta). Fino ad ora sono riusciti ad avere un magazzino, mezzo di trasporto, macchinari per desgranar (penso che sia per sbucciare il chicco) e una per tostare. Il governo da alcuni anni sta attuando delle manovre per ostruire l'attivitEdelle cooperative: finanzia i coyotes (intermediari),che di solito pagano una miseria il cafEai contadini, cosEche questi vanno dai contadini, anche quelli delle cooperative, per offrirgli un monte di soldi in piE per convincerli di vendere il cafEa loro invece che alle cooperative.

-Cooperativa CafE(Morelia).

C'Euna cooperativa del cafEche si chiama Tatawelo. E' nata non so quando ed erano 44, adesso sono 315 soci. Vendono il cafEin germania e italia grazie alla cooperazione internazionale.

Resoconto della Comandancia sui 14 anni di autonomia.

Moyses, incaricato della comandancia per la sexta internacional, ha detto In questo incontro le nostre parole non sono state parole da politici per ingannare il popolo, ma sono state parole dal cuore...Abbiamo commesso molti errori. Se commettiamo degli errori stiamo costruendo, se non commettiamo nessun errore EperchEnon facciamo niente. La cosa importante Ericonoscere i nostri errori. In questo tavolo i e le comandanti che parlavano, raccontavano delle cause che hanno portato all'insurrezione e degli avvenimenti principali di questi ultimi 14 anni. Se il movimento zapatista nacque Eper cercare la vita, una vita che non c'era in Chiapas. La loro lotta fu subito a livello nazionale e per il riconoscimento dei diritti di tutti i popoli indigeni del paese, che si sono resi conto che le domande e le necessitEche hanno portato gli zapatisti a fare la guerra sono le loro. Il malgoverno in questi ultimi 14 anni si Ecomportato male con gli zapatisti e con tutti i popoli indigeni, non mettendo in pratica gli accordi di San Andres. Gli zapatisti quindi nel 2003 formalizzarono il loro autogoverno dei propri territori con la nascita dei Caracoles e le Giunte di Buon Governo: il governo non compEgli Accordi di San Andres e quindi, senza chiedere il permesso a nessuno, incominciammo a costruire. Ora possiamo dire che siamo capaci di governare e di governarci senza bisogno dei partiti politici e dei ricchi. Sulla gestione del governo delle comunitEzapatiste e sul concetto di autonomia Emolto importante la tradizione indigena. Nel pensiero indigeno le autoritEsono servitori del popolo. Invece nel sistema capitalista e neoliberista molti fanno le autoritEcon la speranza di fare soldi e di tutelare i propri interessi. Noi vogliamo riscattare e mettere in pratica il pensiero dei nostri antenati. Ogni zona cerca la propria forma di come crescere, non c'Eun manuale. Si Eparlato poi delle comunitEnon zapatiste che vivono nei territori con presenza zapatista: hanno detto che stanno per sparire questi villaggi, nel senso che sta sparendo la loro lingua e la loro cultura. I villaggi filogovernativi, a differenza degli zapatisti, accettano gli aiuti che da dopo il '94 il governo manda alle comunitErurali del Chiapas (cibo, tetti di lamiera, apparati di comunicazione etc...). Questo provoca una situazione di dipendenza di queste comunitEverso il governo. In alcune di queste il governo e l'esercito messicano hanno istruito i contadini poveri come paramilitari per andare ad uccidere e per minacciare le comunitEin resistenza. Gli zapatisti potrebbero chiamare questi contadini indigeni dei traditori. Pero, anche negli altri tavoli dove parlavano i civili delle comunitE chi ha parlato di loro li ha sempre chiamati fratelli, EpiEdi una volta Estato detto che sono sangue del nostro sangue. Gli zapatisti hanno ben chiaro che il nemico non sono i contadini che per ignoranza o per fame diventano dei criminali al soldo del governo, ma il nemico Eil sistema neoliberista e tutte le strutture che continuano a mantenere lo sfruttamento delle persone povere e delle loro risorse.

Ha detto il Comandante David, dopo aver descritto i progressi fatti in questi anni, che questa di cui abbiamo parlato la chiamiamo lotta pacifica e politica, ma non vuol dire che non siamo pronti a difenderci con le armi. Diciamo no alla consegna delle nostre armi perchEsono l'unica garanzia che abbiamo noi indigeni.

Poi Estato detto che continuano a portare avanti la comunicazione e la solidarietEcon tutti i popoli indigeni e in lotta.

Radio Insurgente, la radio dell' Esercito Zapatista, Estata molto importante per l'informazione nei villaggi, dal 2005 ha avviato un processo per lasciare la gestione delle apparecchiature radio alle comunitEindigene. Quindi dagli insurgentes ai civili delle comunitE Sono nate alcune radio comunitarie per far capire che non dobbiamo arrenderci al nostro nemico.

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